La figura del Cristo crocifisso si presenta leggermente asimmetrica, il corpo è raffigurato di fronte, la testa di prospetto. Gli occhi sono aperti, la smorfia di dolore è composta. Le linee di contorno nettamente separate dalle zone di colore creano una anatomia stilizzata ma non deformata dalla posa di crocifissione. Sulla testa non ha una corona di spine ma un nimbo, che, in origine, era probabilmente o dorato o gemmato.
Si tratta infatti di un Cristo Triunphans, di cui la croce di mastro Guglielmo è la più antica testimonianza.
Il Cristo triumphans è raffigurato vivo e non sofferente come il Cristus patiens.Lo scopo è sottolineare il trionfo di Cristo sulla morte e comunicare un messaggio di speranza allo spettatore.
L'immagine non ha solo valore rappresentativo, ma narrativo, diventa un simbolo e si lega misticamente alle preghiere che le vengono rivolte.
Bibliografia:
Wilhelmina G. Van Ketel, La croce di mastro Guglielmo e il suo culto, 1984.
Franco Bonatti e Piero Donati, Le Arti a Sarzana, Società Editrice Bonaparte Sarzana, Cinisello Balsamo 1999.
Mohr Gerd Heinz, Lessico di iconografia cristiana, traduzione di Michele Fiorrillo e Lina Monterossi, 2005.