Iscrizione fra Cimasa e Nimbo:
La croce dipinta del XII secolo, conservata nella cappella del Crocefisso di Sarzana, è stata attribuita a Mastro Guglielmo, grazie alla firma che lui stesso pone sulla cimasa dell'opera.
Anno Millecenteno ter quoque deno octavo pinx(it) Gvillelmus et hac metra finx.
"Mastro Guglielmo nel 1318 dipinse(la croce) e scrisse i metra".
Di lui abbiamo poche notizie e conosciamo solo questa opera, ma alcuni storici come Pietro Toesca, analizzando caratteristiche comuni fra la croce sarzanese e le croci lucchesi e pisane, hanno formulato alcune teorie.
In particolare sostengono che le croci lucchesi presentano lo stesso stile di quella sarzanese. Questo è dovuto all' influsso artistico bizantino, che si diffonde in tutta Italia a partira dal IV secolo d.c. fino almeno al XIV. Esistono tuttavia altre teorie che legano la croce di mastro Guglielmo a quelle lucchesi.
Clairence le Blanck nella sua tesi, descrivendo le analogie fra le croci lucchesi e il Sacro Volto, sostiene che la croce di mastro Guglielmo è il prototipo delle croci lucchesi e, come quest'ultime, la sua forma richiamerebbe il calice, in riferimento al Volto Sacro e al Preziosissimo Sangue, due reliquie legate da una leggenda comune (Luni-Lucca).
In base a questi elementi gli storici hanno ipotizzato un'origine lucchese di Guglielmo, ma la sua formazione deve essere stata altrove, infatti l'abitudine di inserire storie della Passione dietro il tabellone della croce, era tipica delle croci pisane, mentre i Lucchesi preferivano istoriazioni del Vangelo.
Mastro Guglielmo si dichiara anche autore dei metra, i versi che accompagnano gli episodi della passione, per questo gli studiosi pensano che si trattasse di un frate di qualche camera scrittoria.
Bibliografia:
Pinxit Guillielmus.Il restauro della croce di Sarzana, Edifir Firenze, Ospedaletto (Pisa) 2001.
Wilhelmina G. Van Ketel, La croce di mastro Guglielmo e il suo culto, 1984.