Le vie romane

La lizza
Durante l'impero di Augusto l'impiego del marmo ebbe una grande diffusione e fu necessario realizzare un sistema viario che permettesse il trasporto del materiale. Dai luoghi di escavazione i blocchi di marmo erano trasportati a valle con il sistema della lizza, una specie di slitta, formata da due travi di faggio o di quercia lunghe dai quattro ai sei metri incurvate, che scivolava sui parati, pezzi di legno insaponati che venivano spostati a mano a mano che il blocco avanzava trattenuto da corde di canapa allentate attorno ai piri, grossi pioli fissati lungo il pendio.

Vezzala
I tre bacini marmiferi nei quali veniva praticata l'escavazione avevano ognuno una strada nel fondovalle e in località Vezzala confluivano le vie di lizza lungo le quali scivolavano le slitte cariche di blocchi. Alcuni studiosi fanno derivare il toponimo Vezzala dal latino "vectigalia" luogo in cui durante il periodo di escavazione da parte dei Romani, si pagava il vectigal (47) 47. Dolci, Enrico. 1985. Carrara, la città e il marmo. Sarzana, Zappa Editore, p. 35. cioè una tassa che si applicava alle miniere ed alle cave statali sul marmo scavato che veniva trasportato al piano, secondo la legge generale del 382 di Teodosio che autorizzava lo sfruttamento dei marmi in tutto l'impero romano contro il pagamento di un doppio canone di un decimo di cui metà andava al fisco e l'altra al proprietario (48) 48. Klapish - Zuber, Christiane. 1973. Les maitres du marbre (Carrare 1300 - 1600). Paris, Ecole Pratique des Hautes Etudes, p. 70 . In questa località sono state ritrovate nel 1883 due stele sepolcrali in marmo che documentano la permanenza di liberti con funzioni direttive e contabili (49) 49. Paribeni, Emanuela (a cura di). 2002. Carrara e le vie del marmo. La Spezia, Agorà Edizioni, p. 18 .

I carri trainati dai buoi
I marmi venivano caricati su carri trainati da diverse paia di buoi che proseguivano lentamente il percorso lungo la valle (50) 50. Paribeni, Emanuela (a cura di). 2002. Carrara e le vie del marmo. La Spezia, Agorà Edizioni, p. 27 . Occorrevano quindi vie di pianura che permettessero il passaggio dei mezzi di trasporto con il grande peso dei blocchi, in modo da poter effettuare consegne veloci, per soddisfare le numerose richieste di materiale e nel periodo augusteo vennero realizzate vie di fondovalle. Nella valle del Carrione ai lati del torrente scorrevano due strade: una che prevedeva la viabilità verso il mare e l'altra la risalita verso le cave, ne sono rimaste tracce nell'attuale esistenza della Via Carriona; alla fine del 1800, prima della costruzione del Viale XX Settembre che congiunge Carrara al mare, avvenuta nel 1911, la viabilità era rimasta invariata dal tempo dei Romani.

Le strade romane
Per quanto riguarda il collegamento con il porto di Luni non si ha un percorso certo ma probabilmente, dopo aver seguito il corso del Carrione si andava verso Luna passando vicino all'attuale Monteverde, dove vi è ancora la località Lizza. Come è già stato detto in precedenza nel 109 a.C. fu costruita la via Aemilia Scauri per il prolungamento della via Aurelia che doveva passare per Avenza e collegarla a Luni e Genova da una parte e a Pisa dall'altra (51) 51. Giorgieri, Pietro. 1992. Le città nella storia d'Italia, Carrara. Bari, Editori Laterza, p. 9 . L'Aemilia Scauri e l'Aurelia erano strade consolari, coperte con lastre di pietra in modo da risultare lisce, erano larghe circa cinque metri poiché dovevano consentire il transito contemporaneo di due carri che procedevano in senso opposto. Lungo il percorso vi erano "stazioni di posta" per il cambio dei cavalli chiamate mutationes e posti di guardia per ospitalità ai viaggiatori dette mansiones (52) 52. Paribeni, Emanuela (a cura di). 2002. Carrara e le vie del marmo. La Spezia, Agorà Edizioni, p. 9 . Nella Tabula Peutingeriana possiamo vedere che la mansio del territorio Apuano è la Taberna Frigida mentre non è nominata la "mansio" di Avenza. Nel periodo che va dal 100 al 127 Giovenale ci racconta che le vie di Roma erano invase da carri che trasportavano blocchi di marmo provenienti da Luni (53) 53. Dolci, Enrico. 1980. Carrara cave antiche. Viareggio, Tipo - Lito Mario Pezzini, p. 37 . Con i Romani si definì il sistema viario fondamentale della valle del Carrione ma, nonostante le tecniche utilizzate, costruire strade veloci in un territorio montuoso rappresentò un problema enorme; si dovevano collegare i bacini marmiferi con il porto di Luni. I percorsi montani che collegavano i piccoli villaggi non venivano lastricati, erano simili a mulattiere e consentivano il transito a piedi o a dorso di un mulo, ma avevano una grande importanza dal punto di vista strategico - militare. Il bacino del Carrione divenne quindi un punto fondamentale per le comunicazioni con la Liguria e, attraverso la Lunigiana, con il passo appenninico che portava a Parma.
Figura 10. Rievocazione storica della "lizzatura" (8 agosto 2010 Bacino Fantiscritti - Carrara).

Figura 11. Strada che conduce a Vezzala nel centro storico di Carrara.

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