Codena

Il territorio
Codena è situata a circa 260 metri s.l.m. su un poggio di roccia calcarea in cui non vi sono marmi (153) 153. Repetti, Emanuele. 1820. Sopra l'Alpe Apuana ed i marmi di Carrara. Dalla Badia Fiesolana, p. 73 ma boschi di castagno verso nord e coltivazioni di viti ed ulivi nella parte meridionale.

Le attestazioni
La prima attestazione si ha nel 1198 in un atto di locazione da parte del vescovo Guglielmo e come testimone viene citato Zacomus de Codano. In seguito il toponimo viene attestato con la forma di Codana, nel 1255 in un documento in cui il vescovo Guglielmo libera alcuni servi della gleba per pagare i debiti contratti durante la prigionia viene nominato un certo Venture q. Bellomi de Codena (154) 154. Lupo Gentile, Michele. 1912. Il Regesto del Codice Pelavicino. Roma, Tipografia Artigianelli S. Giuseppe, pp. 331 - 344 (n. 344 - n. 315) . Negli atti del cartario di San Frediano relativi a Carrara, tra le professioni risulta un giudice Mastro Guglielmo quondam Giunta di Codena nel 1242; successivamente nel 1258 viene nominata "un'apoteca di mastro Guglielmo di Codena" e nel 1276 una bottega di Bernardino da Codena situate presso la pieve di Carrara (155) 155. Ricci, Roberto. 1999. Carrara Medioevale attraverso il cartario della Pieve di Sant'Andrea (XI-XIII secolo) in Atti e memorie della Accademia Aruntica di Carrara Volume IV Anno 1998. Massa, Ceccotti Arti Grafiche, pp. 53 -54 .

La vicinanza di Codena
Con l'intenso sviluppo dell'escavazione nei bacini marmiferi limitrofi, anche gli uomini del paese iniziarono a lavorare nelle cave, mentre altri impararono il mestiere di scalpellino e di lavorazioni artigianali del marmo. Col passare degli anni però il paese risentì del fatto che non vi erano famiglie che possedevano agri marmiferi e la sua economia iniziò ad andare in crisi; nel 1490 non vi era nessun iscritto ai "magistri marmorum" e il malcontento della popolazione per il rapido impoverimento creava conflitti con le "vicinanze" limitrofe più ricche. Alla fine del 400 non vi era ancora un mulino e gli abitanti erano costretti a usare quello della vicina Bedizzano. Alcuni scalpellini emigrarono a Roma dove trovavano lavoro nei grandi progetti architettonici, ecclesiastici e privati. Nel 1557 anche Codena contribuì alla costruzione delle mura volute dal principe Alberico, non sola ma assieme a Carrara con quaranta "canne" di sassi all'anno per ordinanza del cancelliere ducale Ghirlanda. Nel 1600 venne costruita fuori dal paese la chiesa dedicata a Sant'Antonio abate, separata dal centro da un canale che in seguito fu coperto per favorire l'unione al borgo(156) 156. Dolci, Enrico. 1993. Paesi del marmo. Genova, Tormenta industrie grafiche, p. 71 pp. 53 -54 . Il paese non aveva mura e presentava una struttura compatta: vi erano una torre e la chiesa priva di campanile, questi particolari sono rappresentati nel disegno del 1640 che faceva parte della serie delle "vicinanze" di Carrara e conservato presso l'Archivio di Stato di Massa Il centro storico è situato su un'altura davanti alla valle di Bergiola e di Bedizzano e una mulattiera tuttora esistente, la congiunge a Carrara in località Monterosso; girando per la parte antica del paese si notano edifici ancora ben conservati. Come gli altri "castelli" del marmo le abitazioni hanno portali di marmo bianco principalmente con la forma ad arco risalenti al 1700 circa.
Figura 42. Veduta del paese di Codena, il nucleo antico nella parte più alta


Figura 43. Portale in marmo bianco del 1736



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