Bedizzano

Il territorio

Bedizzano è situato a circa 300 metri di altitudine s.l.m., su un terrazzo alluvionale, di una lunga e stretta valle ai piedi dei bacini marmiferi; è circondato da una fitta vegetazione di secolari castagni che dopo l'XI secolo l'uomo ha diffuso nei terreni di roccia calcarea e sui detriti di marmo poiché da essi poteva ricavare ottimo legname e castagne base dell'alimentazione della gente.




Le attestazioni e l'insediamento
Nel Medioevo il borgo è nominato nei documenti del Codice Pelavicino a partire dal 1198 con nomi diversi: "Beduzano", "Biduzano", "Bidizano"; nel 1240 vi è anche l'attestazione come "villa de Beduzano", luogo dove venne effettuato un atto del vescovo Guglielmo con il quale esenta un certo Martino di Montecchio dal servizio villanatico (138) 138. Lupo Gentile, Michele. 1912. Il Regesto del Codice Pelavicino. Roma, Tipografia Artigianelli S. Giuseppe, pp. 183 - 333 .
L'origine dell'insediamento è probabilmente romano poiché il paese era molto vicino alle cave antiche di Belgia e del Bacchiotto; il territorio era adatto alle attività agricole necessarie alla sopravvivenza dei cavatori che lavoravano nelle cave limitrofe. Nella valle scavata dal Carrione, a fianco di esso vi era la strada tagliata nella roccia dai Romani per il passaggio dei carri che trasportavano il marmo.

La vicinanza di Bedizzano
Con la ripresa dell'attività marmifera tra il 1200 e il 1300 nella valle di Carrara arrivarono numerosi forestieri che lavoravano nel settore marmifero e molti di questi si trasferirono a Bedizzano che, tra le "vicinanze", era la più popolata. Nel XIV secolo il borgo venne fortificato con una cerchia di mura merlate che si possono vedere assieme alla torre e ad una rocca nel disegno ad inchiostro del 1640 conservato all'Archivio di Stato di Massa.
Alla fine del XV secolo cinque "magistri" di Bedizzano risultavano iscritti alla Corporazione dell'Ars Marmoris e vi furono alcune famiglie del luogo che si arricchirono con i guadagni ricavati dall'escavazione. Nel 1490 Bedizzano ebbe un mulino con frantoio e questa struttura fu molto importante per l'economia del borgo perché le "vicinanze" che ne erano sprovviste, come per esempio Colonnata, dovevano necessariamente rivolgersi alla vicina. La vicinanza si arricchì, possedeva beni anche lontano da essa, in località Bonascola e forniva diciotto "canne" di sassi all'anno per la costruzione delle mura albericiane, un quantitativo maggiore rispetto agli altri borghi.
Il principe Alberico I Cybo Malaspina verso il 1580, durante l'estate stabilì la sua residenza nel paese e nella lettera del 1602 al napoletano Duca della Tripolda diceva che questo luogo era posto in bellissima posizione, circondato da boschi di castagno con numerose fontane e giardini. Bedizzano si trasformò in una minuscola città e furono effettuati interventi di edilizia costruendo nuove abitazioni, piazze e il palazzo del principe. Alcune famiglie importanti di Carrara seguirono l'esempio di Alberico e trasferirono la loro residenza estiva nel borgo, costruirono edifici signorili che migliorarono l'aspetto e la qualità di vita del paese. Visitando il borgo si può ancora notare nella struttura di alcuni edifici l'eleganza degli ingressi tipici del 1500 con portali a volta, lavorati in massello di marmo bianco (139) 139. Dolci, Enrico. 1993. Paesi del marmo. Genova, Tormenta industrie grafiche, pp. 84 - 85 .
Figura 34. Veduta del paese di Bedizzano circondata da castagneti

Figura 35. Disegno ad inchiostro del XVI secolo di Bedizzano

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