Castelpoggio

Il territorio
Il paese di Castelpoggio posto a 540 m. s.l.m. ha avuto un'importanza storica fin dall'epoca romana non per l'escavazione del marmo, ma per la sua posizione strategica come punto di incontro per i transiti lungo l'importante percorso che porta alla Lunigiana. Castelpoggio nel medieovo era formato da due parti distinte: il borgo medievale cinto da mura (delle quali sono rimasti resti nella parte vecchia del paese chiamato ancora 'castello)' e la torre edificata nella zona più alta del paese, caratterizzata da un alto edificio che sovrastava la valle e che oggi non esiste più; al centro vi era un edificio che aveva funzioni di presidio militare. Probabilmente nel borgo vi era anche una cappella chiamata in alcuni documenti cappella di Santa Maria e in altri di San Sisto e rimane il dubbio se vi fossero due cappelle o una sola con la duplice dedica (96) 96. Ricci, Angelo. 1984. Castelpoggio. Roma, Edizioni Centro Studi storia locale della Basilica Cattedrale di Massa, pp. 13 - 19 .

Le attestazioni
Il primo documento in cui è citato Castelpoggio è del 30 marzo 997 ed è una permuta, trascritta nel Codice Pelavicino, con la quale il vescovo di Luni Gottifredo cedeva un pezzo di terra vicino a Casa Poici (97) 97. Lupo Gentile, Michele, 1912. Il Regesto del Codice Pelavicino. Roma, Tipografia Artigianelli S. Giuseppe, p. 272 (n. 297). ; fino al 1500 il paese fu conosciuto come Casapozi e Casapoci che significa 'costruzione sul poggio', mentre la denominazione Castelpoggio (in latino Castrumpodium) appare per la prima volta nel 1544 nei registri di battesimo della Pieve di Sant'Andrea di Carrara.

Castelpoggio nodo viario
È quasi certo che da Luni partisse una mulattiera che attraversava la valle, saliva a Castelpoggio e si diramava verso la Lunigiana e verso la Garfagnana. Un'altra strada mulattiera arrivava da Carrara passando per Gragnana e si incrociava con quella di Luni - Monteforca proseguendo verso Fosdinovo (98) 98. Ricci, Angelo. 1984. Castelpoggio. Roma, Edizioni Centro Studi storia locale della Basilica Cattedrale di Massa, p. 110 . Reperti del periodo romano furono trovati nel 1816 mentre stavano tracciando una mulattiera attraverso le montagne fra Castelpoggio e il passo della Tecchia e consistevano in un'anfora con assi di argento appartenenti alla Repubblica Romana (99) 99. Repetti, Emanuele. 1833. Dizionario geografico fisico storico della Toscana. Firenze, Autore Editore, p. 580 . Nel Medioevo fin dal 1100 la via che da Carrara passava per Castelpoggio ed arrivava a Fosdinovo fu una delle più importanti e più sicure e già dal 1151 lungo il percorso esisteva "l'hospitale" di Monte Furca che venne concesso dal vescovo ai canonici di San Frediano di Lucca per dare assistenza ai viandanti che passavano da Carrara e da Luni e funzionerà fino al 1600 (100) 100. Franchi Giacomo e Mariano Lallai. 2000. Da Luni a Massa Carrara - Pontremoli il divenire di una diocesi fra Toscana e Liguria dal IV al XXI secolo, Volume 2. Modena, Aedes Muratoriana. . Da Gragnana nel XVI secolo si staccava un mulattiera che arrivava al valico del Monte Tecchia dove vi era una postazione dei doganieri e da questa è derivato il nome della Gabellaccia a quel territorio; il tracciato fu adibito principalmente al trasporto del sale da Livorno a Fivizzano e ancora oggi dagli anziani è chiamata via del Sale anche se vi erano trasportate altre merci. La mulattiera era molto transitata durante la pestilenza di Genova del 1656 e, per evitare la Liguria, dal Nord - Italia e viceversa si percorreva la via del Sale.

La vicinanza di Castelpoggio
Nel 1270 il borgo era qualificato come comune Homines et Commune Casapozi in una istruttoria del vescovo di Luni Guglielmo per confermare i diritti della curia lunense sul territorio (101) 101. Lupo Gentile, Michele, 1912. Il Regesto del Codice Pelavicino. Roma, Tipografia Artigianelli S. Giuseppe, p. 553 (n. 515) ; erano gli anni in cui le vicinanze della valle del Carrione e Carrara stessa volevano rendersi autonome liberandosi dai vincoli dell'autorità vescovile e Castelpoggio fu il primo a diventare un comune libero. Nel 1490 la vicinanza di Castelpoggio era la più ricca per i terreni e le attività economiche si basavano sulla lavorazione delle castagne, sulla raccolta della legna usata per combustibile e sulla pastorizia, però non vi era ancora un mulino. Tra il 1527 e il 1531, la vicinanza ebbe un impulso economico sotto il dominio dei Malaspina: alcune famiglie del borgo iniziarono una nuova attività nel settore dei fabbri - ferrai o maniscalchi per la fabbricazione e applicazione dei ferri agli zoccoli dei cavalli e da ciò possiamo dedurre che il paese era un importante nodo viario, limes (confine) tra la Lunigiana, la Garfagnana e la Pianura Padana e quindi transitato da numerose carrozze trainate da cavalli (102) 102. Ricci, Angelo. 1984. Castelpoggio. Roma, Edizioni Centro Studi storia locale della Basilica Cattedrale di Massa, p.29 . Fino agli ultimi anni del 1400 non vi era nessun abitante di Castelpoggio iscritto alla corporazione dei magistri marmorum, mentre nei primi anni del secolo comparve una famiglia di marmisti castelpoggini, i Pollina che lavoravano nel bacino di Torano e il nome di uno di essi, Jacopo, con altri commercianti comparve in un contratto di affari del 1521 con lo scultore Michelangelo Buonarroti per l'acquisto di marmo bianco senza vene e senza macchie scavato dalla cava del Polvaccio e destinato alla Sacrestia di San Lorenzo a Firenze (103) 103. Ricci, Angelo. 1984. Castelpoggio. Roma, Edizioni Centro Studi storia locale della Basilica Cattedrale di Massa, p. 30 . Nel paese iniziò anche l'escavazione in quantità limitata di un marmo pregiato chiamato Rosso di Castelpoggio che assomigliava al Rosso Antico della Grecia ed era usato nel territorio apuo - lunigianese soprattutto nella decorazione di nicchie ed altari nelle chiese. Negli anni successivi, durante il lungo governo del principe Alberico Cybo Malaspina (1553 - 1623), nel borgo, come in altri paesi della valle del Carrione, si ebbe un notevole aumento di popolazione con una conseguente espansione del centro abitato e la costruzione di case allineate le une alle altre lungo le strade acciottolate che conducevano nella parte più antica, dandogli quell'aspetto tipicamente medioevale che ancora conserva. Nel paese non si notano portali in marmo, ma architravi in arenaria, gli edifici sono in genere a due piani ed uniscono alla funzione abitativa, quella del riparo del cavallo e del carro: infatti hanno due ingressi, uno al vano scale e l'altro alla stalla.
Figura 20. Veduta del paese con resti delle mura antiche.


Figura 21. Entrata dell’antico borgo con arco in pietra arenaria.


Figura 22. Mulattiera nei pressi di Castelpoggio.


Figura 23. Ingressi con portali in arenaria alla stalla e all'abitazione nel centro storico
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