Colonnata
Il territorio e l'origine del toponimo
Il borgo di Colonnata è situato a 540 metri s.l.m. nella parte più alta della zona abitata dei monti di Carrara, sopra uno sperone roccioso con versanti molto ripidi, trasformati in terrazzamenti dagli abitanti per poter avere terreno da coltivare. Alcuni studiosi fanno derivare il suo nome dal vocabolo latino columna o columnata che significa luogo delle colonne e che potrebbe indicare l'esistenza in tempi antichi di un tempio; secondo altri Colonnata deriva invece da una "colonia" di schiavi mandati da Roma intorno al 40 a.C. nella zona per scavare nelle vicine cave lunensi.

I ritrovamenti archeologici dell'epoca romana
L'origine del borgo è romana e ciò lo si può dedurre da una epigrafe marmorea risalente al I secolo d.C. ritrovata nel 1812 dall'artista massese Saverio Salvioni vicino a Colonnata, considerata il più antico documento scritto della storia di Carrara, nella quale sono scritti i nomi dei consoli dell'anno 22 d.C., degli schiavi addetti e del vilico Hilarius che molto probabilmente aveva mansioni di sorveglianza (140) 140. Dolci, Enrico. 1985. Carrara, la città e il marmo. Sarzana, Zappa Editore, pp. 35 - 36 dato che il suo nome appare anche su quattro blocchi di epoca romana provenienti dalle cave di Gioia nei pressi di Colonnata e registrati dallo studioso Luigi Bruzza (141) 141. Dolci, Enrico. 2003. Archeologia Apuana (Iscrizioni, Lavorazioni, Cave antiche a Carrara). Aulla, Lions Club Massa e Carrara, p. 24 . Un altro reperto importante, rinvenuto nel 1925 in località Fossacava, è la statuetta marmorea, mutilata, di Artemis (Luna) seduta, forse simbolo della città di Luni (142) 142. Dolci, Enrico. 1985. Carrara, la città e il marmo. Sarzana, Zappa Editore, p. 92 . Si ipotizza che Colonnata sia stato il primo paese abitato dagli addetti all'escavazione inviati da Roma, poiché era uno dei più vicini ai siti dove veniva estratto il marmo. A questa zona in particolare si è rivolto lo studio effettuato nel 1880 da padre Luigi Bruzza tramite il rilevatore Enrico Dressel che ha individuato diciassette iscrizioni incise su pareti di cave antiche, di blocchi e di manufatti semilavorati come capitelli e colonne (143) 143. Dolci, Enrico. 2003. Archeologia Apuana (Iscrizioni, Lavorazioni, Cave antiche a Carrara). Aulla, Lions Club Massa e Carrara, p. 36 , , che documentano i marchi della colonia romana.

La vicinanza nel Medioevo
Alla fine dell'impero romano, quando l'estrazione del marmo fu sospesa per tutto il periodo dell'Alto Medioevo, come tutti gli altri "castelli" del marmo, che basavano la loro economia sull'escavazione, Colonnata risentì della crisi. La popolazione trovò probabilmente risorse per la sopravvivenza nella raccolta delle castagne sulle montagne sopra il paese e nell'allevamento allo stato brado dei maiali nei boschi(144) 144. Borgioli Mauro e Beniamino Gemignani. 2004. Carrara e la sua gente Volume 2: tradizioni, ambiente, valori, storia, arte. Carrara, Società editrice apuana Srl, p. 169 . Nella società medievale i suini erano molto importanti e il "porcarius", quasi sempre un servo che allevava le bestie per conto del signore era una figura rilevante tanto che si parla di "magister porcarius" e il consumo della carne di maiale, con l'aggiunta di spezie e aromi coltivati negli orti, era abbondante (145) 145. Bonifazi, Elio (a cura di). 2000. Geostoria antica e medievale Volume 2: origini e sviluppo della civiltà europea. Firenze, Editore Bulgarini, p. 86 . Prima attestazione documentaria su Colonnata risale in un atto del 1230 con il nome di "Colunnata" in cui viene nominato un certo Guilielmino q. Belli de Colunnata che prende in locazione un pezzo di terra (146) 146. Lupo Gentile, Michele. 1912. Il Regesto del Codice Pelavicino. Roma, Tipografia Artigianelli S. Giuseppe, p. 337 (n. 351) e dovrebbe essere di questo periodo la fortificazione del borgo con una cinta muraria (147) 147. Dolci, Enrico. 1993. Paesi del marmo. Genova, Tormenta industrie grafiche, p. 93 . Alberico I Malaspina, nella già citata lettera di descrizione del Marchesato di Carrara, illustrava il paese come un luogo fortificato per le ritirate e aggiungeva che le vie di accesso al castello di Colonnata erano difficili e strette. Il paese aveva una posizione molto isolata rispetto a Carrara e alle altre "vicinanze" quindi si cercava di coltivare prodotti agricoli nei terrazzamenti creati con molta fatica strappandoli al "terreno roccioso".

Il lardo di Colonnata
Gli abitanti continuarono ad allevare i suini che da sempre hanno costituito uno degli elementi fondamentali dell'alimentazione e a lavorare la sua carne per produrre il famoso "lardo di Colonnata" che tutt'oggi viene lasciato a stagionare, cosparso di spezie e piante aromatiche del luogo, in vasche scavate in blocchi di marmo, chiamate "conche" come nel Medioevo. Come si vede il marmo non veniva utilizzato solo per grandi opere, ma anche per oggetti legati alla vita quotidiana per l'alimentazione e le "conche" di Colonnata e i "mortai" di Miseglia ne sono un tipico esempio. Il lardo è stato per secoli il "companatico" dei cavatori delle Alpi Apuane che lo consumavano a fette sottili con pane bagnato e pomodoro poiché è un alimento che fornisce l'energia necessaria per il duro e faticoso lavoro dell'estrazione del marmo. L'uso di questo alimento risale all'epoca della dominazione longobarda quando era in vigore una norma che stabiliva di fornire ai "mastri muratori", all'inizio di un lavoro la quantità fissa di dieci libbre di lardo (circa quattro chili e mezzo) (148) 148. Bonifazi, Elio (a cura di). 2000. Geostoria antica e medievale Volume 2: origini e sviluppo della civiltà europea. Firenze, Editore Bulgarini p. 87 .

L'importanza delle cave
Le cave limitrofe erano ricche di marmi pregiati e famiglie del borgo in poco tempo si introdussero nel settore, esportando il marmo in città vicine dove veniva utilizzato soprattutto nell' edilizia ecclesiastica. Nel 1499 fra i "magistri marmorum", sei erano di Colonnata, e quindi si comprende come fossero potenti le poche famiglie che controllavano l'escavazione; la "vicinanza" risultava una delle più importanti della valle, sebbene le condizioni di vita del resto degli abitanti fossero precarie. La "vicinanza" ha sempre fornito lavoratori specializzati alle cave, ma solo con il loro lavoro non potevano garantire una situazione economica tranquilla alla famiglia per cui anche i figli erano costretti fin da ragazzi a dedicarsi ad attività marmifere. Alberico I Cybo Malaspina impose al paese di contribuire alla costruzione delle mura di Carrara e di quelle di Colonnata dando "tre canne di sassi" quantità che corrispondeva a circa tre metri di mura e la popolazione protestò con una lettera firmata dai capifamiglia; la risposta del principe fu una diminuzione fiscale e l'obbligo di aumentare i terreni agricoli per coltivare ortaggi ritenuti indispensabili nell'alimentazione. Nel "castello" del marmo non si faceva economia di questo materiale, il borgo è sempre stato abitato da cavatori e la sua storia si identifica con quella del marmo. Visitando il paese, collocato in fondo alla valle con la cornice di alte vette e ravaneti, si notano ancora oggi il borgo di impianto medievale e gli edifici antichi rimasti con i bianchi sassi murati, non lavorati; le case hanno dimensioni limitate ad uno o due piani, allineate le une alle altre con seminterrati freschi, adibiti a conservare le "conche" contenenti il lardo. Anche le finestre delle abitazioni sono piccole, hanno stipiti e davanzali di marmo molto spessi in contrasto con le dimensioni dell'apertura. Il trasporto dei generi alimentari e delle merci avveniva per mezzo di muli lungo le mulattiere che conducevano a valle o verso la soprastante zona del Verghetto adibita a pascolo; da qui si proseguiva per il paese di Vinca, per la Lunigiana e per Forno nel versante massese.
Figura 36. Copia dell'iscrizione presso Carrara Museo Civico del Marmo


Figura 37. Copia della dea Artemis presso Carrara Museo Civico del Marmo


Figura 38. Conca di marmo per la stagionatura del lardo


Figura 39. Le case di sassi di Colonnata nel centro del paese con lo sfondo delle cave
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