La Lunigiana e i Liguri - Apuani

Il territorio
Il territorio della Lunigiana, che assieme alla Garfagnana ed alla Versilia fa parte delle Alpi Apuane, viene identificato come la media e alta valle del fiume Magra, in posizione di incontro fra le regioni della Liguria, della Toscana e dell'Emilia. La Lunigiana acquista nel Medioevo un'importanza fondamentale nelle comunicazioni per la rete di percorsi che si intercano con il tracciato della Francigena e per gli sbocchi al mare di Luni, di San Maurizio, di Amelia e di Portovenere (26) 26. Salvatori, Enrica. 2001. La Francigena nella Lunigiana medievale: una strada da percorrere? in Studi sull'Emilia occidentale nel Medioevo, a cura di R. Greci. Bologna. pp.177 - 203 . Un ambiente roccioso e impervio, privo di pianure non era molto adatto agli insediamenti; i primi villaggi di capanne di pietra e legno con i tetti di arenaria, erano in posizioni arroccate, avevano una facile difesa da tre lati, erano nascosti a chi arriva dal fondovalle, permettevano una facile via di fuga verso le montagne più alte in caso di attacco ed erano difficilmente raggiungibili. Gli insediamenti che corrispondevano a questi requisiti vennero chiamati in seguito castellari e sono databili al 1000 a.C. nella tarda Età del Bronzo (27) 27. Mannoni, Luciana e Tiziano. 1978. Il marmo materia e cultura. Genova, Sagep Editrice, pp. 180- 181 .

I Liguri - Apuani
Da questo periodo, il territorio risultò occupato dai Liguri, un'antica popolazione europea stanziata sul territorio costiero da Luni a Marsiglia e nella Pianura Padana. La prima menzione di questo popolo che non ha lasciato fonti scritte, si ha con il poeta greco Esiodo ( fine VIII inizio VII secolo a.C.) quando narra del mito del re ligure Cycnus che si trasformò in cigno per la scomparsa dell'amico Fetonte scomparso nelle acque del Po (28) 28. Sereni, Emilio. 1955. Comunità rurali nell'Italia antica. Roma, Rinascita biblioteca di cultura, pp. 95 - 96 . Le somiglianze con i ritrovamenti della Liguria fanno supporre che anche il territorio apuano fosse abitato da un gruppo etnico ligure - mediterraneo e, in aiuto a questa ipotesi, viene la linguistica, poiché nelle parlate sia della valle del Carrione che della Lunigiana vi è la presenza di suoni arcaici cacuminali che consistono nella pronuncia delle consonanti "t" e "d" con lingua arretrata contro il palato. Nell'Età del Ferro, tra il VII e il VI secolo a.C. oltre i villaggi arroccati sorsero insediamenti con capanne nel fondovalle ed è probabile che il territorio apuano sia servito come area di segregazione etnica (29) 29. Mannoni, Luciana e Tiziano. 1978. Il marmo materia e cultura. Genova, Sagep Editrice, pp. 180- 181 - 183 . Tra il VI e il III secolo a.C. secondo lo storico greco Polibio (206 - 124 a.C.), i Liguri subirono la penetrazione delle popolazioni celtiche da nord ed etrusche da sud. Non ebbero scambi culturali con gli Etruschi stanziati lungo la costa e la loro articolazione sociale rimase di tipo tribale, con divisioni fra le tribù che si univano solo in caso di guerra. Ebbero invece integrazione con i Celti ed assimilarono l'uso delle armi (30) 30. Sereni, Emilio. 1955. Comunità rurali nell'Italia antica. Roma, Rinascita biblioteca di cultura, pp. 95 - 96 ; esempi sono il pugnale "ad antenne" ed il "cingulum" molto rilevato secondo la tradizione dei guerrieri celtici che combattevano indossando solo il "cingulum" come si può vedere nella statua - stele maschile di Bigliolo, a tutto tondo, rinvenuta nel 1975 e conservata nel museo del Piagnaro a Pontremoli. In questo periodo il marmo non era ancora usato come dimostrano le statue - stele ritrovate in vari siti della provincia di Massa - Carrara sia appartenenti all'Età del Bronzo che a quella del Ferro scolpite in lastroni di arenaria, alte intorno ad un metro. Si può dedurre che a tribù rudi dedite ad un'economia rurale e pastorizia non occorrevano materiali pregiati come il marmo.

L'organizzazione sociale
Per quanto riguarda l'organizzazione sociale e territoriale, le tribù nomadi dei Liguri - Apuani erano insediate in villaggi temporanei disposti lungo i sentieri ripidi, i vici; più "vici" formavano il pagus che comprendeva anche terre comuni denominate in seguito compascua dai Romani, usate sia per pascolo, sia per attività agricole e boschive. Ogni insieme di vici della stessa tribù aveva il castellum cioè "il castellaro", un centro fortificato che come già è stato detto in precedenza, era posto in zone impervie dove si rifugiavano donne, bambini e vecchi in caso di pericolo. Non ci sono notizie certe sulla struttura dei castellari e si ipotizza che fossero costituiti da nuclei curvilinei con spesse mura. I Liguri erano una popolazione abituata a vivere sulle montagne innevate, dedita al taglio degli alberi e alla pratica del debbio per avere pascoli e campi da coltivare, a spaccare i sassi per poter coltivare la terra ed alla cacciagione (31) 31. Ferrando Cabona Isabella e Elisabetta Crusi.,Storia dell'insediamento in Lunigiana: alta valle Aulella. Genova, Sagep Editrice., p. 34 . Le fonti latine e principalmente Tito Livio ci presentano i Liguri - Apuani come un popolo forte, bellicoso, che abitava in zone aspre e montuose e si nascondeva in grotte del territorio per sfuggire agli attacchi dei Romani (32) 32. Dolci, Enrico. 1980. Carrara cave antiche. Viareggio, Tipo - Lito Mario Pezzini, pp. 261 - 262 . È proprio la caratteristica del territorio impervio che fece restare i Liguri - Apuani relegati in forme sociali ed economiche semplici, in uno stato di continua belligeranza, uniti solo per necessità di difesa, protetti nei rifugi naturali delle Alpi Apuane; con questa coesione e con una fiera resistenza gli Apuani contrastarono per anni la penetrazione romana nei loro territori. Con la definitiva occupazione da parte dei Romani queste tribù passarono gradualmente dallo stato nomade a quello stanziale (33) 33. Sereni, Emilio. 1955. Comunità rurali nell'Italia antica. Roma, Rinascita biblioteca di cultura, p. 170 - 173 .
Figura 7. Statua - stele di Bigliolo.

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