Il pannello del Santo carmelitano glabro, attribuito di Masaccio, è una delle quattro figurette (38x12 cm) già facenti parte del polittico di Pisa nella chiesa di
Santa Maria del Carmine ed oggi conservate nello
Staatliche Museen di Berlino. Gli altri tre sono il Sant'Agostino, il San Girolamo e il Santo carmelitano barbuto. L'opera, datata 1426, è una tempera su tavola a fondo oro.
Storia.
Destinato alla chiesa del Carmine per la cappella del notaio ser Giuliano di Colino degli Scarsi da San Giusto, il polittico di Pisa è l'opera meglio documentata di Masaccio, grazie a un committente particolarmente preciso, che annotò tutti i pagamenti e i solleciti fatti al pittore.
Il 19 febbraio 1426 l'artista era a Pisa a siglare il contratto e, dopo vari solleciti e richieste a impegnarsi in esclusiva all' opera, il 26 dicembre Masaccio riceveva il saldo per l'opera.
Entro il 1568 Giorgio Vasari lo vide e lo descrisse nella seconda edizione delle Vite. Nel corso del XVII o XVIII secolo venne rimosso dall'altare, smembrato e disperso.
I quattro piccoli pannelli vennero alla luce nel 1893 in un'esposizione alla New Gallery di Regent Street a Londra e nel 1905 vennero acquistati dal Museo di Berlino. Fu Berenson il primo a metterli in relazione col perduto polittico pisano nel 1908, proprio per la presenza dei carmelitani.
Descrizione e stile.
La collocazione di queste quattro figure è incerta e in ogni caso ne dovevano esistere alcuni di più poiché si era normalmente soliti accoppiare queste figure simmetricamente, voltate verso destra e verso sinistra in misura uguale. I pannelli di Berlino sono tre voltati verso destra (Sant'Agostino, Girolamo e Carmelitano barbuto) e uno solo verso sinistra (Carmelitano glabro) e si tende a immaginarli incastonati nei pilastri ai lati della cornice lignea. Berti e Foggi hanno proposto anche una ricostruzione alternativa, dove i pannelli decoravano lo spazio tra gli scomparti superiori del polittico, dove erano dipinti dei santi a mezza figura, dei quali si conosce oggi solo il San Paolo e il Sant'Andrea. In ogni caso i pannelli perduti sarebbero almeno due.
Il santo glabro con l'abito carmelitano è ritratto mentre guarda in lontananza e nasconde sotto il mantello un libro, simbolo di sapienza. La fisionomia ha tratti che evidenziano la rotondità, e la sua veste è trattata con un approccio più scultoreo del Santo barbuto: richiama lo stile del pannello del Sant'Andrea, col quale condivide anche la forma solida e squadrata delle dita. Le pieghe sono più vigorose, con colori più contrastanti, che fanno apparire il mantello pesante e voluminoso.
Su figure simili a questa Filippo Lippi, allievo di Masaccio, formò il proprio stile, tanto che alcuni hanno anche attribuito l'opera alla sua mano.