Il Sant'Andrea di Masaccio è un pannello del polittico di Pisa nella chiesa di
Santa Maria del Carmine, datato 1426. L'opera, che occupava con tutta probabilità il registro superiore destro, misura 51x31 cm ed è una tempera su tavola a fondo oro. È conservato nel
Getty Museum di Malibu (Los Angeles).
Storia.
Destinato alla chiesa del Carmine per la cappella del notaio ser Giuliano di Colino degli Scarsi da San Giusto, il polittico di Pisa è l'opera meglio documentata di Masaccio, grazie a un committente particolarmente preciso, che annotò tutti i pagamenti e i solleciti fatti al pittore.
Il 19 febbraio 1426 l'artista era a Pisa a siglare il contratto e, dopo vari solleciti e richieste a impegnarsi in esclusiva all'opera, il 26 dicembre Masaccio riceveva il saldo per l'opera.
Entro il 1568 Giorgio Vasari lo vide e lo descrisse nella seconda edizione delle Vite. Nel corso del XVII o XVIII secolo venne rimosso dall'altare, smembrato e disperso.
Il pannello del Sant'Andrea riapparve in Austria nel XIX secolo e dopo essere stato riconosciuto passò attraverso varie collezioni private, finché non entro al Getty, acquistato su consiglio di Federico Zeri.
Descrizione e stile.
Sant'Andrea è raffigurato dalla vita in su, come l'altro pannello che si conosce di questo registro, il San Paolo del Museo nazionale di San Matteo di Pisa.
Il santo è ritratto con in mano la croce e gli Atti degli Apostoli, avvolto in un ampio manto color verde, che è modellato da ampie campiture di colore lumeggiate sapientemente. Il volto barbuto ricorda quello dei filosofi dell'antichità e si erge con sguardo fermo e rivolto lontano. Alcuni dettagli, cone lo scorcio della croce e il poco slancio della figura del santo, fanno pensare alla volontà del pittore di ottimizzare queste figure per una visione dal basso, come faceva Donatello, amico di Masaccio i cui rapporti sono documentati proprio durante il soggiorno pisano di entrambi nel 1426, e come Masaccio creò con più evidenza nel pannello centrale superiore della Crocefissione, col Cristo dalla testa incassata nelle clavicole.
A differenza del San Paolo il trattamento delle carni e dei tessuto ha un approccio più vigoroso e scultoreo, con colori cangianti, pieghe spesse e nette che fanno apparire la veste vaporosa e pesante. Nell'altra opera il tratto è invece più delicatamente sfumato e pittorico. Le dita di Andrea sono solide e squadrate, come nel più piccolo pannello del Santo carmelitano glabro.