La danza del drago
Luigi Verlanti e F.lli Bonetti
Prima descrizione
  Fin dai tempi più antichi i miti e le leggende sono stati popolati da mostri incantati, dalla forza sovrannaturale. Il più potente era il drago, forse l'animale mitologico più diffuso e complesso del mondo: creatura con il corpo di serpente, le zampe da lucertola, gli artigli da aquila, le fauci di un coccodrillo, i denti di un leone, le ali di un pipistrello. I draghi avevano incredibili poteri sovrannaturali e soprattutto erano malvagi e distruttivi.
  In ogni mito, in ogni leggenda occidentale, il drago fa la parte del cattivo. L'origine dei draghi si perde nei meandri della storia dell'uomo: compaiono nelle leggende dei popoli del passato, sia europei che orientali, ma la concezione è notevolmente differente: mentre nelle zone occidentali i draghi erano considerati l'incarnazione del male, portatori di distruzione e morte, in oriente erano visti come potenti creature benefiche. Il corpo di serpente rappresenta l'acqua portatrice di vita, attributo delle divinità celesti e simbolo di imperatori e imperatrici.
  In Cina il drago è simbolo delle potenze e del collegamento tra cielo e terra; il suo danzare negli spazi aperti rappresenta un "marcare" il territorio della civiltà, dell'armonia, della cultura.
  E' proprio dal concetto benefico derivante dalla cultura cinese che la costruzione del carro prende spunto, per esorcizzare tutte quelle negatività che l'uomo causa a partire dall'inquinamento terrrestre sino alle guerre che hanno come finalità solo quella dell'interesse economico che celandosi dietro una maschera apparentemente innocua, nasconde la vera crudeltà dell'uomo. in questa nostra rappresentazione, il drago rosso (colore portafortuna per i cinesi) coinvolge un gruppo di maschere dell'opera di Pechino in danze sciamaniche considerate terapeutiche al fine di migliorare gli scambi culturali tra i paesi del mondo.