L'esecuzione del Polittico è ampiamente documentata ( Tanfani Centofanti 1897): commissionato a Masaccio il 19 febbraio 1426 dal notaio Ser Giuliano di Colino degli Scarsi da San Giusto, per l'altare della sua cappella nella chiesa del Carmine di Pisa, fu terminato il 26 dicembre 1426. Citato da Vasari nel 1550 e dallo stesso descritto minuziosamente nell'edizione del 1568 delle Vite, dovette subire la rimozione dalla collocazione originaria e lo smembramento forse nel tardo Cinquecento, in seguito al rifacimento della chiesa (Davies 1961). Undici, fra i pannelli dispersi, vennero rintracciati tra la fine del XIX e i primi del nostro secolo e furono avanzate varie ipotesi di ricostruzione ideale del complesso (Salmi 1932 e 1948; Steinbart 1948; Shearman 1961 e 1966; ancora Salmi 1967, con modifiche agli schemi precedenti.) Al centro del polittico si trovava la Madonna col Bambino e quattro angeli (Londra), e, sopra ad essa, la Crocifissione di Napoli. Dei laterali mancano i due grandi pannelli con i Santi Pietro, Giovanni Battista, Giuliano e Niccolò, descritti dal Vasari, mentre dei santi ai lati della Crocifissione rimangono soltanto San Paolo (Pisa) e Sant' Andrea (Malibu). La predella era costituita da tre pannelli, conservati a Berlino, raffiguranti I martirì dei Santi Pietro e Giovanni Battista, l'Adorazione dei Magi e le Storie dei Santi Giuliano e Nicola. Altre quattro piccole figure di santi (a Berlino), infine, sono da associare al polittico e dovevano trovarsi sui pilastri laterali, insieme ad altri ora perduti. Per le varie ipotesi di ricostruzione, cfr. Berti 1964 e 1968 .
Madonna col bambino fra angeli Londra, National Gallery, Tempera su tavola, 135 x 73. Centro del polittico del Carmine di Pisa. L'esecuzione di quest'opera è documentata da pagamenti avvenuti tra il 19 febbraio e il 26 dicembre 1426. Mancano dal complesso le quattro figure dei Santi principali ( Pietro , Giovanni Battista , Giuliano e Nicola di Bari), forse due mezze figure di Santi negli apici, e almeno quattro piccole a figura intera negli stipiti. Non si riproducono qui il Sant'Andrea della Coll. Lanckoronsky, già a Vienna ora a Vaduz, la Carità di San Nicola, il San Girolamo e un Santo carmelitano dei Musei di Berlino.
Crocifissione. Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte. Apice centrale. 83x 63. Il pannello doveva certamente trovarsi sopra a quello con la Madonna col Bambino. In possesso di un De Simone, fu acquistato dal Museo nel 1901 e attribuito ad anonimo fiorentino, nonostante che A. Venturi lo avesse subito assegnato a Masaccio. Il dipinto fu messo in relazione con il polittico pisano dal Suida (1906). Longhi (1940) osservò che la figura della Maddalena fu aggiunta in un secondo momento, poichè il nimbo non risulta essere stato preparato in precedenza dal battiloro e la sua realizzazione appare più sommaria in confronto agli altri. In seguito al restauro, effettuato nel 1953-58 da Leonetto Tintori, per conto della Soprintendezza di Napoli, è riemerso sulla croce l' Albero della Vita, prima coperto da una targhetta con la scritta << INRI>> (Molajoli 1958;Causa 1960). La scena rappresentata, essendo posta molto in alto nel polittico, fu costituita da Masaccio secondo un punto di vista molto ribassato ; nonostante l'uso del fondo d'oro, c' è un forte senso dello spazio (Procacci 1952), che si accentua in particolare nell'effetto prospettico da sott'in su di Cristo crocifisso. La figura della Maddalena, che nel suo gesto riassume tutta la tragedia dell'evento, sembra rappresentare anche un elemento di raccordo con il sottostante pannello (Berti 1964).
Adorazione dei Magi. Berlino, Staatliche Museen. Insieme alla precedente, quest'opera si trovava nella collezione di Gino Capponi a Firenze, dalla quale fu acquistata nel 1880 per i Musei berlinesi. Considerata, a differenza degli altri due pannelli che costituivano la predella del polittico, eseguita completamente da Masaccio, e l'opera è caratterizzata da una sobria raffinatezza e da una tecnica di esecuzione quasi miniaturistica, attenta alla resa analitica dei particolari, come oggetti e costumi. Si è voluto riconoscere, nel volto che si affacia tra i musi di due cavalli, l'autoritratto del maestro o forse il ritratto del fratello più giovane.
Martirio di San Pietro e Martirio di San Giovanni Battista. Berlino, Staatliche Museen. La tavoletta è divisa in due scene : a sinistra è la Crocifissione di San Pietro e a destra la Decollazione del Battista. Apparteneva alla collezione di Gino Capponi (Fantozzi 1846), insieme all'Adorazione dei Magi ed entrambe furono acquistate per i Musei di Berlino nel 1880. Il Cavalcaselle (1883) riferì al polittico pisano i due dipinti.
San Paolo Pisa, Museo Nazionale. La tavola, che reca sul retro la seguente scritta seicentesca <<Opus Masacij a Castro S. Johannis vallis arnis...>>, entrò nel Museo dell'Opera della Primaziale nel 1796, per un legato Zucchetti. Cavalcaselle attribuì il dipinto a un allievo di Masaccio, prima (1864) e poi (1883) ad Andrea di Giusto. Lo ritenne invece del maestro Schmarsow (1895) seguito da Berenson, A. Venturi e dal resto della critica, tranne qualche eccezione (Bode 1901, Poggi 1903, Mensil 1927). Non esiste una precisa testimonianza che lo riferisce al polittico di Pisa, ma tale appartenenza sembra confermata dai caratteri stilistici e dal collegamento con il Sant'Andrea, oggi a Malibu (De Fabriczy 1892).
Storie di San Giuliano e San Nicola, 1426, Masaccio, Berlino, Staatliche Museen, Tempera su tavola 22x62. Si tratta di uno dei riquadri della predella del Polittico di Pisa, con la storia di san Giuliano l’Ospitaliere. Ispirata alla Legenda aurea di Jacopo da Varagine, la scena rappresenta il momento culminante in cui il santo, preda di una terribile profezia, assassina i genitori nel sonno. Da quel momento Giuliano spenderà la sua vita nella penitenza fino al perdono divino. Anche in questo caso Masaccio decide di suggellare l’evento drammatico con il contrasto di pochi colori; rosso, nero e giallo.
Sant'Andrea 1426, Masaccio, Los Angeles, J. Paul Getty Museum, Tavola 51x31 cm. Il Sant'Andrea di Masaccio è un pannello del Polittico di Pisa, datato 1426. L'opera, che occupava con tutta probabilità il registro superiore destro, misura 51x31 cm ed è una tempera su tavola a fondo oro. E' conservato nel Getty Museum di Malibu (Los Angeles).
Sant'Agostino, Il pannello di Sant'Agostino, attribuito di Masaccio, è una delle quattro figurette (38x12 cm) già facenti parte del polittico di Pisa ed oggi conservate nello Staatliche Museen di Berlino. Gli altri tre sono il San Girolamo, il Santo carmelitano barbuto e il Santo carmelitano glabro. L'opera, datata 1426, è una tempera su tavola a fondo oro.
San Girolamo, Il pannello di San Girolamo, attribuito di Masaccio, è una delle quattro figurette (38x12 cm) già facenti parte del polittico di Pisa ed oggi conservate nello Staatliche Museen di Berlino. Gli altri tre sono il Sant'Agostino, il Santo carmelitano barbuto e il Santo carmelitano glabro. L'opera, datata 1426, è una tempera su tavola a fondo oro.
Santo carmelitano glabro, Il pannello del Santo carmelitano imberle, attribuito di Masaccio, è una delle quattro figurette (38x12 cm) già facenti parte del polittico di Pisa ed oggi conservate nello Staatliche Museen di Berlino. Gli altri tre sono il Sant'Agostino, il San Girolamo e il Santo carmelitano barbuto. L'opera, datata 1426, è una tempera su tavola a fondo oro.
Santo carmelitano barbuto, Il pannello del Santo carmelitano barbuto, attribuito di Masaccio, è una delle quattro figurette (38x12 cm) già facenti parte del polittico di Pisa ed oggi conservate nello Staatliche Museen di Berlino. Gli altri tre sono il Sant'Agostino, il San Girolamo e il Santo carmelitano glabro. L'opera, datata 1426, è una tempera su tavola a fondo oro.