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Masaccio - Trittico di San Giovenale

Trittico

 

 

Il Trittico di San Giovenale è un dipinto a tempera e oro su tavola (pannello centrale 108x65cm, con i pannelli laterali 88x44cm) di Masaccio, datato 23 aprile 1422 e conservato nel Museo Masaccio a Cascia di Reggello.

 

Storia.

Nel 1422 Masaccio risulta iscritto all'Arte dei Medici e Speziali, scuola che si accollava le tasse di iscrizione degli artisti. Questo spiega perchè Masaccio ritirasse sempre i danari dai suoi committenti solo nel momento di estremo bisogno. Alla base del dipinto compare la data di esecuzione del dipinto distante solo 4 mesi dalla data di iscrizione di Masaccio all'Arte dei Medici e Speziali. La pala era stata dipinta per la chiesa di San Giovenale, un piccolo borgo nei pressi di Regello (provincia di Firenze). Il dipinto ci è noto solo dal 1961, quando fu ritrovato in questo paese di campagna poco distante dalla città dove Masaccio nacque ovvero San Giovanni Valdarno. La data ai piedi del trittico ci conferma che ai quei tempi Masaccio era l'unico pittore nel panorama fiorentino che non usava più dipingere con lo stile del gotico internazionale, ma che era già in grado di applicare la prospettiva centrale a unico funto di fuga. Ad oggi il Trittico di San Giovenale si trova in un museo d'arte creato appositamente, il Museo Masaccio, a 1 km circa di distanza dal luogo di destinazione originario.

 

Descrizione.

Il Trittico è composta in tre parti, quello al centro rappresenta una Madonna col Bambino in trono, con due angioletti inginocchiati ai suoi piedi. Gia guardando il trono su cui la Maestà siede si vede il rifiuto di Masaccio di usare le tecniche del gotico internazionale, infatti il trono presenta solide forme romaniche. Il bambino ha nella mano sinistra un grappolo d'uva appena mangiato, dimostrato dal fatto che presenta due dita in bocca. Lo spazio, anche nei pannelli laterali, è unificato verso un unico punto di fuga centrale, dietro il volto della Vergine. La Madonna ha una forte presenza fisica, evidenziata dal mantello che cade con plasticismo anzichè perdersi nelle sinuose linee dell'ornato tardogotico. Ai lati della Maestà vi sono quattro santi: due a sinitra ovvero S. Bartolomeo e S. Biagio e due a destra ovvero S. Giovenale e S. Antonio Abate. Masaccio ha scelto questi quattro santi perchè S. Giovenale è legato alla chiesa a cui il Trittico era destinato, S. Antonio Abate era il protettore delle campagne, S. Bartolomeo che portò con sè nella predicazione in India il coltello con cui fu scorticato e marterizzato e S. Biagio martire, il pastorale e lo strumento dei cardatori con cui fu marterizzato.

 

Stile.

Non risultando particolarmente innovativa, l'opera non viene notata per secoli, le figure dei santi affabili e privi di una salda collocazione al suolo, ricordano la pittura fiorentina dell'epoca. La Madonna risulta pensosa e il Bambino immobile, questo testimonia il rifiuto di Masaccio di adoperare le tecniche del gotico internazionale. Gli angeli inginocchiati ai piedi della Maestà mostrano lo sforzo di Masaccio di superare le pose usate in antichità avendo i volti scorciati e voltati in direzione dello spettatore. Il volto della Vergine nasconde il punto di fuga della composizione portando lo sguardo dello spettatore verso il centro della scena.