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Il Palazzo Paolina Bonaparte

Palazzo Paolina esterno Il Museo Alberto Carlo Blanc ha sede in una delle strutture architettoniche cittadine più rilevanti, dove si fondono due periodo storici in un unico edificio: la Preistoria e il Rinascimento.
L’edificio risale agli anni venti dell’800 e venne costruito come sede di vacanza per la principessa Paolina Bonaparte Borghese, sorella di Napoleone. All’epoca la Villa si trovava direttamente affacciata sul mare, sul lato ovest; adesso invece, il lato occidentale ha di fronte la Piazza Shelley.
Il Palazzo ricopre una superficie molto ampia e si erge su due piani: al piano terra, lato ovest, è collocata l’esposizione del museo, mentre sul lato est hanno sede gli uffici, il laboratorio didattico e i servizi.
Al primo piano, su tutta la superficie tra le varie stanze, vengono allestite mostre di genere diverso e tenuti seminari culturali. Inoltre si possono ammirare in tutta la loro bellezza, gli affreschi risalenti all’ 800, mantenuti grazie alla continua ristrutturazione, e qualche mobile autentico appartenuto a Paolina.
Nel 1822 la Principessa espresse, in una lettera destinata alla Duchessa di Lucca, Maria Luisa Borbone, il desiderio di edificare un palazzo su un territorio in corrispondenza del mare. Nel maggio dello stesso anno le venne assegnato tale terreno. Secondo una lettera scritta da Paolina, che è stata ritrovata, il progettista del palazzo è Giovanni Lazzarini37, personaggio erudito e a conoscenza della cultura architettonica di impronta francese. L’edificio si ispira, in tono minore, alla fattezze della Villa di Roma della principessa. Nell’attuazione del progetto Lazzarini fu fortemente influenzato dal gusto di quest’ultima. Paolina desiderava che il palazzo fosse organizzato in rapporto al mare e al sole; le stanze infatti vennero distribuite in funzione delle variazioni climatiche.
Scorcio del giardinoLazzarini realizzò un edificio compatto verso l’esterno e totalmente aperto in due ali, a due piani verso l’interno. Appena superato il cortile d’ingresso, lo sguardo è proiettato verso il giardino, dove Paolina fece costruire perfino un teatro, di cui adesso non vi è più traccia.
L’ala rivolta verso il mare (l’ala ovest) era caratterizzata dall’appartamento della Principessa e dalle stanze per gli ospiti; mentre nell’ala est, posta in maniera simmetrica alla prima, vennero ricavati gli ambienti per il personale di servizio, la scala principale e la sala da pranzo.
Il corpo che unisce a mo’ di ponte le due ali, elevate su due piani, ospitava solo la grande sala del primo piano, al dì sotto della quale si apriva il portone di ingresso.
Una terza ala sulla parte est del palazzo, perpendicolare alle altre due e distribuita su un solo piano, era dedicata alle cucine e rifinita in modo più semplice, con solo quattro finestre.
Sulla facciata dell’ala rivolta verso il mare, dove c’erano le stanze di Paolina, sorge l’elegante colonnato sormontato dalla terrazza, tutt’ora presente.
Il palazzo rivela un’interpretazione del tema della domus romana e rappresenta un momento significativo nel panorama della cultura architettonica francese, che si affermò a Lucca attraverso istituzioni accademiche. C’è uno scambio tra il rigore archeologico e la ricerca architettonica e si nota grazie a elementi come il colonnato di ordine dorico e le somiglianze cromatiche e materiche con la domus antica. L’arredo era essenziale, ricreava un clima e abitudini domestiche di una ristretta corte aristocratica. Gli interni sono decorati sul tema esotico, sulle celebrazioni dei fasti imperiali, ambientati in contesti orientali e sull’amore.Pittura ornamentale Nella sala da pranzo (al primo piano), per esempio, vi è dipinta una scena d’amore, probabilmente in riferimento all’Orlando Furioso; sono rappresentati Angelica e Medoro39 nell’atto di incidere su un albero i loro nomi.
Altri affreschi sono ulteriormente visibili nelle sale museali (al piano terra), dove ricorre il tema dell’amore attraverso la celebrazione degli dei. Un altro dipinto richiama, invece, il colonnato esterno e la terrazza che dava sul mare.
I dipinti risalgono agli anni della realizzazione della Villa, ma sono stati riportati alla luce dopo un lungo periodo di restauro, iniziato alla fine degli anni Novanta e terminato dopo circa cinque – sei anni. L’Amministrazione Comunale ha inteso, così, restituire alla città la storia del Palazzo e allo stesso tempo valorizzare gli allestimenti museali, collocati al suo interno, come patrimonio culturale comune.
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