Dalla parola scritta
potrei risalire
alla mano,
alla nervatura,
al sangue,
alla pulsione,
alla cultura del corpo,
al suo godimento.
Roland Barthes
Icone, informazione visiva, testi, ipertesti e pixel volanti.
Siamo circondati da icone.
Ma che cosa sono? Che cosa significano? Che cosa comunicano?
Quali sono i loro effetti probabili – e i loro effetti immaginabili?
I significanti che si scompongono e ricompongono nell’icona riguardano l’uomo socializzato?
Quando affermiamo oggi che siamo in una civiltà dell’immagine, supponiamo che le civiltà anteriori praticavano poco la comunicazione iconica.
Abbiamo la tendenza a misconoscere o a sottostimare il ruolo di questa comunicazione nelle civiltà passate, dimenticando che l’immagine partecipava profondamente alla vita quotidiana degli uomini d’altri tempi: sistemi di amministrazione statale, vetrate, pitture, codici miniati, libri illustrati. Comunque astrazioni.
La comunicazione puramente iconica è una comunicazione mista (immagine e linguaggio), è un dato-di-fatto della contemporaneità e della quotidianità, dall’uso del computer all’attenzione nei confronti dei media.
O al semplice guardarci intorno.
Nell’odierna civiltà iconica, l’immagine non è mai privata della capacità di parole (immagine con didascalia): l’immagine raddoppiata dal linguaggio che potremmo chiamare ‘comunicazione logico-iconica’.
In questi sistemi la predilezione per l’ambiguità dell’interpretazione culturale post-moderna rispetto alla chiarezza della comunicazione universale moderna racchiude l’interdisciplinarità, l’importanza dei ‘contenitori’ e dei contenuti, l’impatto della tecnologia, la crescente quantità e complessità delle informazioni e contemporaneamente il bisogno di semplificazione.
In una parola ‘ipertestualità’.
Nella necessità di provocare una reazione attraverso mezzi visivo-testuali per l’unione della tecnologia e delle culture, Internet, favorisce, in un processo di connettività, tanto l’individuo, quanto i gruppi.
La scrittura sul web è diventata, così, una rivoluzione grafica della storia dell'uomo: nel 1968, avviene la prima commutazione di pacchetti, una stringa di informazione in cui viene scomposto il file: è l'avvento della scrittura reticolare, con la definizione del protocollo di Internet del 1972.
Questa tesi vuole offrire, nel rapporto tra scrittura/mente alfabetica e scrittura/mente digitale/ipertestuale, non solo nella contemporaneità tecnologica, ma anche nei processi storico-artistico-antropologici, una riflessione sulle possibilità che il ‘senso’ di iconicità, ipertestualità e rimediazione, offrono nella fruizione della conoscenza.
È interessante pensare a Internet come un ritorno alle origini della comunicazione.
Accade un fenomeno nuovo: è il passato che viene verso di noi nella potenzialità dell'archivio globale. Tutto il pensiero, passato e futuribile, ritorna al presente.
La scrittura del web è la forma di comunicazione del presente, che fa astrazione, per la sua stessa natura operativa.