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Il Parco di Pinocchio, inaugurato nel 1956, non è un consueto parco di divertimento, ma piuttosto la preziosa creazione collettiva di artisti di grande personalità.

Il Percorso letterario, scandito da mosaici, edifici e sculture immerse nel verde, nasce grazie all' unione fra arte e ambiente: l'andamento è tortuoso, la folta vegetazione fa sì che ogni tappa giunga sorprendente e inaspettata, le piante stesse contribuiscono a creare l'atmosfera e gli episodi del racconto delle Avventure di Pinocchio.
Il Parco stesso è un luogo di attività culturali sempre rinnovate ma mai dimentiche delle proprie radici: mostre d'arte e d'illustrazioni ispirate alla lettura per ragazzi e alla Storia di Pinocchio, laboratori di creazione burattini, spettacoli di burattini, marionette e cantastorie arricchiscono secondo la stagione, la visita del Parco.

Il Parco di Collodi dedicato a Pinocchio offre moltissimi strati di lettura. Così come il libro, il parco può essere visitato da tutti, bambini, adulti, scolaresche inquiete, scultori dell’architettura del paesaggio, della botanica e dell’arte. Superata la grande statua con Pinocchio, la fata vicino all’entrata e la Piazzetta dei Mosaici, la prima stazione del percorso che scandisce il parco rappresenta l’inizio della favola, ossia il villaggio dove “nasce “ Pinocchio intagliato da Geppetto.

E’ la ricostruzione di una piazzetta di una piccola corte, tutta chiusa da muri di mattone pieno, addolciti da rampicanti. Nel mezzo un fico, pianta classica del mediterraneo; addossata ad un muro, la fontana-abbeveratoio in pietra. Siamo in Italia, siamo in Toscana, in questa parte della Toscana, siamo nell’habitat di Pinocchio a Collodi. Questo sapore di Toscana si ritrova in tutto il parco, ma è più evidente nelle pavimentazioni (sentieri, “Teatro dei Burattini”, “Osteria del Gambero Rosso”): bocciarde, campigiani, ciottoli di fiume… Dalla piazzetta si snoda il sentiero che sale, scende e curva presentando personaggi ed episodi della fiaba.

Sono ventuno le sculture di Pietro Consagra che, trattenendo la sua vena astratta, ripropone immagini inventate, distorte rispetto alla realtà, di grande tenerezza. Questi Personaggi appaiono a volte sorprendentemente, volutamente limitati da un ambiente vegetale (è il caso del Grillo, del Granchio, degli Assassini, dell’Asino), mentre a volte diventano episodi emergenti sia per la macrodimensione del paesaggio in sé ( il Pesce-Cane, opera congiunta di Marco Zanuso e Augusto Piccoli), sia per il peso che assumono rispetto a tutto il paesaggio compreso dallo sguardo o il paesaggio circoscritto al parco.

“Il Paese dei Balocchi” appare un esempio di magistrale integrazione fra tutti gli elementi che compongono l’ambiente. L’ occhio inesperto non nota “niente di straordinario”, nel senso letterale dell’aggettivo, quando una curva del sentiero si apre sulle colline circostanti; in realtà questo accade grazie alla somma di accorgimenti che portano per gradi lo sguardo, fino all’orizzonte, senza fratture né dissonanze. Per ogni tappa del percorso, quando “viene raccontato” un episodio , si fa un uso della vegetazione che lo sottolinea velisticamente o simbolicamente.

Come ad esempio: usciti da una stretta curva a gomito del sentiero, ci si imbatte negli Assassini, cioè nel Gatto e nella Volpe mascherati:attorno ad essi la vegetazione si ispessisce per rendere fisicamente tangibile l’esperienza provata da Pinocchio alla vista dei due compari. Sensazione contraria suscita la Bambina dai capelli turchini: infatti la scultura (cui Pietro Consagra ha dato il volto di sua figlia) è posta al centro di uno spiazzo, delimitata a terra da un cerchio di ciottoli; il piccolo paesaggio circostante è dolce, solare, simbolicamente fiorito. Infine il Pesce-Cane: enorme, buffo, nel circoscritto suo ambito “esotico” reso dalla corona di bambù che lo circondano oltre lo specchio d’acqua.