... finché non passò alla lunga scheda storico-biografica su Josip Broz, altresí noto come "Walter", "Zagorac", "Novak", "Rudi", "Kostanjsek", "Slavko Babic", "Spiridon Mekas" e soprattutto... Tito. "... Bond rimase immobile per qualche attimo a contemplare la distesa oscura del mare fuori dalla finestra, poi nascose il fascio di banconote sotto il cuscino del letto a una piazza, si lavò i denti, spense la luce e si infilò beatamente tra le ruvide lenzuola francesi. "Adesso". "Ammazza Steve Concrete, Vic. "Archie, figliolo... "Archie, figliolo... Ti è mancata la tua mamma?" "Asti, 7. "Bond", legame. "Camminò lungo la riva, sulla sabbia pulita e compatta, finché l'albergo scomparve alla sua vista. "Che adesso tutti la cercano, tutti la vogliono, questa nuova meraviglia del progresso, non è vero, Steve?" "E adesso che si fa, eh?" "È andata al mare, a Weston-super-mare, per qualche giorno di vacanza". "È come se fossi qui per caso. "Facilitare ogni utile scambio tra i due paesi", "Italia e Jugoslavia devono collaborare per la difesa della pace e la prosperità delle due nazioni". "Giro d'Italia, telecronache dirette dagli arrivi di tappa, nelle città dalle quali sarà possibile il collegamento Tv". "Giustizia è fatta", titolò il "Carlino". "Giusto per oggi, me lo hanno assicurato. "Gli interessi, sí, risparmiarmi altre fregnacce sarebbe già abbastanza", aveva pensato Carmine. "Glue"? La colla? "Hai tanti impegni". "Ho pedalato quand'ero gappista", diceva, "e adesso non pedalo piú". "Intervista esclusiva con CARY GRANT: Ora sono un uomo felice!" "Italia! "James Bond" è il super io, è Hollywood, è per estensione la società americana nella quale il soggetto si trova a disagio. "La macchina di Bond costituiva l'unico suo hobby personale... "La minaccia incombe sulla vita politica del paese" "La prima colazione di Bond era sempre molto abbondante... "La quarta bomba H è già esplosa a Bikini?" "L'amore non è per i poveri, figliolo. "Le plus gros est fait"! "Lei tornerà come fiamma / a bruciare tutti i bugiardi / e lascerà una coltre di cenere sulla Terra". "L'ora della vittoria è suonata" "Macchie indistinte su un paesaggio urbano", cosí li definiva il suo colonnello. "Mi dedico a mia moglie" - "Moby Dick", cosí lo chiamavano nel giro. "Non dà problemi". "Non puoi chiedere agli altri di essere trasparenti, Archie. "Piero Piccioni e Montagna saranno presto interrogati da Sepe. "Prendimi con te! Portami via!" avrebbe voluto urlare McGuffin. "Protesa da secoli ad additare nel nome d'Italia le vie dell'unione fra popoli di stirpe diversa, fieramente partecipava coi figli migliori all'indipendenza e all'unità della Patria, nella lunga vigilia confermava col sacrificio dei martiri la volontà d'essere italiana. "Qui giace uno stolto, che combatté dalla parte giusta, senza saperlo mai". "Scravagghiu" lo aveva chiamato la matre, perché da picciriddu quannu giocava a futbòl tornava a casa nívuro nívuro, e luordu ca pareva coperto di mmerda e piscio. "Se non rigate diritto adesso chiamo lui"? "Si mette tranquillo". "Signor Cemento è tutto uno sbaglio. "Solenni esequie alle salme dei trentasette operai estratti dalla miniera Montecatini. "Stile è dimostrare a se stessi di essere sempre all'altezza". "Sulle ali dei nostri prodotti e del progresso della tecnica i confini saranno annullati: Sarete a Casa Vostra in Tutto il Mondo!" "Sventola su Dien Bien Phu la bandiera del libero Vietnam. "The French Connection". "TOUCHEZ PAS AU GRISBI" AL FESTIVAL DI VENEZIA "Vai via", glielo diceva spesso. ("Lo amavi mio padre?" ("Mr. Raymond, ho smesso di fare il saltimbanco trent'anni fa e non ho intenzione di ricominciare adesso"). ... Ha spesso cercato d'inserirsi all'attacco e ha passato molti palloni alla prima linea, tenendo i collegamenti con perizia... ... il cretino con il piccione! ...Proprio in quel momento il portale venne spalancato dall'urto di una grossa autopompa, il cui getto travolse subito gli assediati, aprendo la strada a una carica ancor piú violenta. ["Chi diavolo è James Bond?" 1 maggio 1922: girò la testa verso il palco, insieme a tutti i compagni, e lo vide, piccolo, col colbacco a proteggere la testa calva, affiancato dal traditore Trotzky e dal compagno Stalin. 1954, anno di merda per la Francia. 23 Nord e 82 Ovest: secondo Kenton, le coordinate del futuro. 54 contiene espliciti omaggi ai seguenti antenati e colleghi: Beppe Fenoglio (1922-63), Auguste Le Breton (1913-99), Léo Malet (1909-96), Walter Chiari (1924-91), Jean-Claude Izzo (1945-2000), James Ellroy, Edwin Torres & Brian De Palma. A Berlino, quando la fama del generale Serov già incuteva timore reverenziale, si era guadagnato gli encomi del suo colonnello. A Bianco non ne avrebbe parlato. A Bologna non ci tornerò mai piú. A Bologna, specie in centro, ci sono dei bar che tu arrivi, prendi il fogliettino, ti siedi a un tavolo un po' da parte e cominci a riempire le colonne di unoicsdue. A Bologna. A capo del branco trovò il suo uomo, il piú astuto, quello che avrebbe fatto a pezzi tutti gli altri: il futuro segretario del Partito, Nikita Kruscev. A Cary tale "partecipazione" parve poca cosa, almeno dal punto di vista militare. A casa sua non c'era. A casa, in Italia. A cena con Sua Maestà, e l'eretico Djilas immolato sull'altare di Mosca. A corredo di quelle settanta cartelle c'erano diverse fotografie. A Davide le sigarette non bisogna darcele, a tutti gli altri ce le puoi dare ma a Davide no, per niente. A dir la verità, pareva fosse fuggito, dopo un'esperienza a dir poco sgradevole, culminata in un esaurimento nervoso. A dire il vero, era tutta una scazzottata: pantalone e calzino nero erano troppo corti, e s'intravedeva la peluria delle gambe. A dire il vero, in sala erano pochi gli spettatori che non sghignazzassero o rispondessero al film con battutacce in dialetto, anche tirandosi l'un l'altro lupini, regalizie e chiacchiere, tutto già masticato. A dire il vero, nemmeno il tè era piú lo stesso, e il vecchio Earl Grey aveva lasciato il posto a una qualità cinese di colore verdastro acquistata a Hong Kong. A dirigerlo, il fedele e incorruttibile generale Serov. A dispetto della regola, Fefe divorò il bombolone in tre bocconi. A duecento metri dall'arrivo, Ninfa, lanciandosi in avanti, scartò leggermente a sinistra, già piú di una lunghezza di vantaggio su Magione. A eccezione dei cani, oltre il terzetto la serie si ripeteva simmetrica: imponenti gorilla, giovani eleganti, signore ingioiellate, modelle seminude. A fatica ci avrebbe fatto l'abitudine. A fatica, deglutí l'ultimo sorso di tè. A fine mese la famiglia Bainton lo aveva acquistato in un negozio di elettrodomestici di Baltimora. A forza di rileggerlo, ricordava interi passaggi a memoria: A gennaio defezionò il residente di Tokyo; a febbraio quello di Vienna; nello stesso mese l'agente incaricato di un'importante missione in Germania occidentale si costituí alla Cia non appena varcato il confine della zona sovietica. A Gilberto Centi. A Hollywood aveva modificato la propria rigida impostazione freudiana cosí da essere piú a la page e attirare la gente dello show biz. A Hollywood, negli studi della Paramount, Cary e Betsy assistevano ai preparativi della grandiosa, rutilante scena finale di To Catch a Thief: il ballo in maschera, la notte degli imbrogli. A incasinare oltremodo la situazione, quella mattina, una lettera da Pisa. A incontrare i Marsigliesi, per l'organizzazione, per don Luciano. A incontrare Toni, il Lionese. A inquietare i cento e passa chili su poco piú di un metro e settanta di don Vincenzo, però, ci pensava l'uomo grosso di fianco al ragazzo, muto, con il nodo della cravatta sporgente e le mani congiunte all'altezza delle palle. A irritarlo era l'aria di provincia e di sporco appena sciacquato via che le ragazze italiane si portavano dietro. A Kamnik (cos'era, il 1911?) e a Vienna, la scuola di ballo, quella di scherma, lo sci. A Latina, Formia, Frosinone, forse addirittura a Roma o piú in là. A lei tutti l'avrebbero scontata. A loro non ci faceva piacere: Frankie faceva schifo, e pensava con la minchia, e ce l'aveva sempre dura, un animale, che se non era lontano cugino di Joe Bananas, al club non ci metteva manco piede, figuriamoci un lavoro. A lui avrebbe pensato piú tardi. A lui piace un sacco l'odore dell'erba bagnata e il fango e l'aria umida e l'asfalto lucido lucido che dov'è piú liscio ti ci puoi specchiare. A lui piacerebbe alzarsi, adesso, aprire la finestra, far entrare tutto quell'odore buono e mandare fuori il lisoformio, bleah, terribile, annusi due gocce e ti pare di averne due litri giú nello stomaco. A memoria di spettatore, Cary Grant non aveva mai esibito una barba piú lunga di un dodicesimo di pollice. A meno che Pierre, con la sua bella fregola, quei modi cortesi da figlio di puttana, non mettesse tutti nei guai. A metà pomeriggio il sole se ne andava, i lampioni spandevano luce giallastra nella nebbia e sulle ruote delle bici scattavano le dinamo. A metà strada tra i due paesi, nascosta tra rocce e ginestre, una casa malmessa domina dall'alto un tratto di costa disabitato e inospitale. A mio parere Salvatore Lucania, alias Charles "Lucky" Luciano, rientra nella competenza del capitolo V del regolamento di Pubblica sicurezza italiana, relativo al confino di polizia, e potrebbe essere destinato alla colonia penale di Ustica. A Mussomeli le forze dell'ordine costrette a far uso di bombe lacrimogene A Napoli la discrezione non era di casa. A Napoli no: urla, strepiti, sceneggiate per un nonnulla. A Napoli non poteva restare. A Napoli si urlava. A Natale e durante l'estate, Ferruccio restava con Angela e Odoacre anche per una settimana o dieci giorni di fila. A New York le cose si facevano con stile: fottere come far sparire qualcuno. A nome di Salvatore Pagano ringraziamo: A occhio e croce dovevano avere una storia interessante da raccontare. A ogni mezza sigaretta, il pettine passava con cura sulle tempie lucide di brillantina. A ogni modo il tempo, sia quello passato che la temperatura, è argomento da vecchi, quelli che al bar Aurora ci stanno come in una seconda casa: tarocchino e chiacchiere. A ogni modo, Cary aveva scoperto come tenere lontana la depressione. A ogni modo, faresti meglio a partire per la Costa Azzurra. A ogni vincita il ragazzo si alzava e abbracciava le puttane, che lo adoravano. A parte il Creatore. A parte la pronuncia, il suo italiano era buono. A parte lo spaesamento, sono contenta di essere qui, dove non conosco nessuno e tutto è da rifare da capo. A patto che i maestri di cerimonia Azzoni & Mariani officiassero da par loro. A pensarci bene la sua storia non era dissimile da quella di don Luciano. A percorrere il corridoio in silenzio, a piedi scalzi. A Pierre dava quasi il voltastomaco sentir parlare di Odoacre, e purtroppo al bar lo nominavano un giorno sí e l'altro anche, che bravo compagno che è Montroni, Montroni c'ha due maroni cosí, e via andare. A Pierre l'odore non dispiaceva, lo stesso delle pompe di benzina, mescolato alla salsedine che impregnava la pineta. A Pierre non era mai capitato cosí in fretta. A Pierre parve di intravedere un mezzo sorriso nel buio della banchina. A Pierre sarebbe piaciuto sapere qualcosa dell'espulsione di Ettore dal Partito. A Pierre si strinse lo stomaco. A Pierre tornò in mente la regola. A Pierre venne voglia di piangere, ma si trattenne. A pochi passi dalla grotta, il cane affonderà il naso nella sabbia e si metterà a raspare. A presto,Stane e tutti amici di Circolo "Brez Meja", Dubrovnik A proposito di storie, ho letto un libro ridicolo e disgustoso, scritto da un certo Fleming. A quel punto ci fu un po' di trambusto, si sentí distintamente un "Che culo", perché indubbiamente il ragazzo aveva fatto un bel colpo. A quella distanza le navi parevano giocattoli, ma a Pierre sembrava di ricordarne ancora tutti i nomi. A quell'ora Luciano doveva aver mangiato la foglia. A questo proposito, il parallelo tra Stalin, Robespierre e McCarthy, che si rovescia nell'esecuzione di McCarthy da parte di Robespierre, indica una contraddizione irresolubile: il soggetto sa bene che la democrazia prevarrà sul totalitarismo, quindi prova rimorso per le sue simpatie comuniste, ma sospetta anche che la democrazia, per vincere, si abbasserà al livello del nemico, ricorrendo al Terrore. A quest'ora sarà tornato alla vita di sempre. A quest'ora saresti Archibald Alexander Leach. A restare immobile. A soli quarantanove anni poteva arrivare in cima. A strizzargli la maglietta si sarebbe riempito un bicchiere. A suo carico non figurano procedimenti di espulsione. A tal proposito, ho esaminato attentamente le dichiarazioni rilasciate dal confidente Gennaro Abbatemaggio, di anni 85, in merito al cosiddetto "caso Montesi", con particolare riferimento alle frequentazioni napoletane del sospettato Ugo Montagna e ai collegamenti con la malavita partenopea e il traffico di stupefacenti. A te bisogna lasciarti stare, basta l'abbraccio di Teresa, che respingi senza astio, nessuno deve toccarti. A te non fanno niente, non vogliono guai con la dogana. A te posso dirlo: ho votato per lui. A testa. A Toni sembrò di sentire Zollo pensare. A trattenere il fiato e respirare senza rumore. A tutte diceva che faceva l'infermiere, in realtà era ancora inserviente al Sant'Orsola. A un certo punto intravide qualcosa. A un certo punto, dallo schieramento si staccò uno dei comandanti, che si avvicinò alla folla e si fermò proprio di fronte a Rizzi, fissandolo dritto negli occhi e agitando un frustino. A un paio di studenti fracassarono il cranio coi calci dei moschetti. A una sassaiola gli agenti avevano risposto sparando in aria, poi dieci jeep avevano sfondato il blocco ed erano sopraggiunti furgoni carichi di agenti. A vederlo cosí, una mezza sega dallo sguardo inebetito, le spalle spioventi strette nella giacca grigia e una borsa in finta pelle appesa alla mano, non era difficile trovare un motivo in piú per l'adulterio di Marisa, che Stecchino, per quanto rozzo, aveva almeno un briciolo di fascino virile. A Villa Azzurra erano bravi, e il cognato del dottor Montroni, figurarsi, era trattato con tutti i riguardi. A volte questo paese mi spaventa: crea bellezza, diffonde ideali di libertà... e chiama sul palcoscenico uno come McCarthy. A Zara in bicicletta? A zia Iolanda aveva raccontato tutto, perfino la strana assoluzione con cui aveva lasciato il padre. A Zollo non piacevano le coincidenze. A Zollo tornarono in mente le gambe della ragazza che aveva intravisto in macchina e avvertí un improvviso smottamento nei pantaloni. Abbassa la testa, occhio in linea con la canna, e prende la mira. Abbassò la testa, prese fiato, tornò a guardare. Abbatemaggio si è detto disposto a rilasciare una dichiarazione ufficiale a questo proposito. Abbiamo concordato insieme di diminuire le dosi gradualmente. Abbiamo fatto otto, e tanti saluti. Abbiamo raccolto tutti i nostri risparmi per comprarci una tivú, ma un fulmine ha colpito l'antenna e ce l'ha distrutta. abbozzò Kociss massaggiandosi il braccio. Abbracciare Pierre le avrebbe fatto bene, anche solo parlargli al telefono. Abbracciò il padre. Abdicò dal cinema nel 1966, dopo ben settantadue film. Abitava vicino a Porta San Felice, anche al magazzino ci andava a piedi. Abito da sera blu scuro, piú nero del nero. Abito nero, calzino bianco, camicia bianca, cravatta nera. Abituato ad allietare il pubblico con immagini rassicuranti, ritrovarsi muto testimone di squallori e violenze. Abrogata la legge per la riforma agraria Accadde cinque anni fa. Accanto a lui, anche Kociss non si sentiva tranquillo, con tutti quei soldi nelle tasche. Accanto alla sedia, due uomini parlavano e studiavano alcune carte. Accanto alle bandiere, via via sempre piú numerosi, spuntavano anche cartelli e striscioni. Accarezzò la testa di Pierre, ma lui rimase impassibile. Accennano alla sartoria italiana che prende il nome dall'isola di Brioni. Accento che ammalia e discrimina. Accese una sigaretta, per ingannare l'attesa, ma si diede del cretino non appena uno degli scaricatori fece notare che i fusti contenevano carburante e fumarci vicino non era l'idea migliore. Accetti troppe parti. Accidenti a lui, alla fregola di andare in Jugoslavia, di trovare il padre, di vedere il mondo! Accuse incrociate, insulti, teste che cadono, forse anche minacce di guerra. Accussí Steve Cemento non sta cchiú a Napoli, nisciuno l'arritrovò. Ad accostare l'orecchio alla porta di legno scuro. Addendum. Addio, goombah. Addirittura, erano riusciti a evacuare i feriti. Addossò la bici al muro e si buttò nel mezzo, deciso a entrare a qualunque costo. Adesso anche lui aveva un ruolo nel meticoloso ingranaggio. Adesso c'erano le Stelle d'Oriente, le sue preferite. Adesso ci volevano un'idea e una corsa finale. Adesso devi chiudere la partita. Adesso di nuovo in marcia, da almeno un'ora. Adesso è lí per fargliela pagare e deve essere lucido ed efficace. Adesso era arrivato il momento di dirselo. Adesso era lei a camminare per la stanza: Adesso era una casa. Adesso insegnava in un liceo scientifico, ma prima della guerra era stato professore di Letteratura all'Università di Bologna. Adesso laggiú il merdaio era totale. Adesso Steve Cemento se ne parte per Marsiglia, accussí finiamo anche 'sta operazione e ci pensiamo un poco sopra, che qui le cose potrebbero magari cambiare. Adesso 'stu paesano, Siragusa, vorrebbe che mi mandassero al confino, rompe i cugghiuni pure sulla macchina, e che minchia c'entra la macchina? Adesso tirano addosso al bolognese. Adesso, con la ricaduta di Ferruccio, Pierre avrebbe potuto starle vicino. Adesso. Adesso. Aeroporto. Affari. Affermare che i tratti del volto possano informare sul carattere di una persona gli sembrava ipotesi eccessiva, suffragata da molti idioti con la faccia da idiota e smentita da troppi delinquenti con aria da gentlemen. Afferri la pistola. Afferrò Garibaldi per un braccio e lo trascinò in mezzo alla strada, facendosi largo con i gomiti per raggiungere l'altro lato della piazza. Afferrò il bicchiere, lo rigirò nel palmo della mano, annusò il cognac e buttò giú un sorso. Afferrò il libro e richiuse lo sportello. Afferrò un foglio bianco e lo lisciò davanti a sé, quasi a purificarlo con la mano. Affilare la lama sulla coramella fissata alla parete, sciogliere il sapone nella ciotola con l'acqua calda, togliere le setole caduche dal pennello in pelo di tasso, insaponarsi il viso, passare il rasoio, rallentare in prossimità della fossetta sul mento, rimuovere i residui di sapone con la pezzuola calda, ispezionarsi il viso alla ricerca di peli superstiti. Agente Fbi. AGENTI DELL'ORDINE FERITI DA SCIOPERANTI NEL FERRARESE AGENTI DI POLIZIA FERITI DA DIMOSTRANTI aggio Aggiunse: Aggiunta a quelli già messi da parte significava pensione anticipata per Steve "Son-of-a-bitch" Cemento. Aggrappandosi alla passerella rialzata, si issa piano sulla poppa. Aggrappati a quelle, Pierre e Nicola ricevettero le notizie piú grosse: il babbo aveva ottenuto un incarico importante, si era risposato con una partigiana jugoslava, aveva scelto di stare con Tito anche dopo il '48 e la rottura con Stalin. Agli altri, ne giunse notizia in capo a un secondo. Ago infilato di fretta nell'incavo del gomito squarcia la vena, ben visibile sotto la pelle scura. Ah, è vero, voi non siete piú inglese, cioè, intendo dire che siete inglese ma nazionalizzato americano. Ai gialli piaceva. Ai Guerini non piaceva aspettare. Ai mille metri Ninfa cominciò la sua progressione, incalzando Magione, che procedeva in testa lungo lo steccato, fino ad affiancarlo. Ai negri piaceva. Ai piedi, entrambi calzavano Oxford nere. Aiutateci. Aiutò a spingere di nuovo la barca in mare. Aiutò il compare a caricarla. Al bar Aurora qualsiasi argomento ha il suo esperto. Al bar Aurora, fino all'altro giorno, la maggior parte di noi sosteneva che, nonostante tutto, i primi di febbraio del '32 erano stati i piú freddi a memoria d'uomo. Al chilometro centosessanta, superata Jablanac, Cary finse di addormentarsi, ma lo stratagemma, troppo infantile, non serví a zittire il maggiore. Al cimitero militare, una grande folla commemorava la liberazione dal giogo austriaco inneggiando a quella dal giogo slavo. Al cinema, Ferruccio ci andava con Teresa, poi si davano appuntamento e tutti insieme preparavano la storiella da raccontare a Odoacre. Al confronto, i tre tizi di prima erano carini. Al contrario, il ricordo di me s'inabisserà a tal punto che nessun medium potrà richiamare il mio spirito. Al contrario, rischiava di sboccare lí, da un momento all'altro, e annegare il piccione. Al Lux, sotto la doccia, quasi trent'anni fa. Al magazzino del vino le notizie di merda le ho avute dal socio di Cammarota, uno che si chiama Paride. Al massimo un gozzo di passaggio, al mattino presto, o di notte, al largo, a pescare totani con la lanterna. Al momento dell'invasione nazista è scappato al Sud e ha vissuto di espedienti, fino a quando è entrato nelle formazioni partigiane. Al momento di aggiungere i piselli, fioccavano già le madonne. Al momento di issarlo sul mobile, tutti vogliono aiutare, toccare, partecipare. Al mondo non c'è un Orfeo per ogni Euridice. Al nono colpo, sul tavolo del Municipal c'era denaro sufficiente a risolvere i problemi non solo di Kociss, ma di tutto il rione Sanità. Al peggio, un modo per rimediare le cinquantamila lo aveva trovato. Al piano in cui alloggiava vivevano gli ufficiali e il corpo diplomatico. Al posto di uova con bacon, succo d'arancia e pane tostato con marmellata di ciliegie, c'erano fiocchi d'avena, crusca, germogli di soia e un beverone vegetale a base di sedano, carota e banana. Al quarto colpo vincente consecutivo il piatto si fece interessante. Al quinto giorno di sesso sfrenato lui le fa: Marilyn, se mi ami davvero, travestiti da uomo e incontriamoci sull'altro lato dell'isola. Al riparo dal sole, nelle loro divise, subito sotto la scarpata. Al risveglio fantasticava, si chiedeva come sarebbe stata la vita se sua madre fosse sopravvissuta. Al secondo ballo era già "provarci". Al secondo e terzo giro, il ritmo cominciò ad aumentare. Al sesto pezzo in scaletta, rimasero in pista solo i moschettieri del bar Aurora. Al soldo di Antoine e Barthelemy Guerini, signori e padroni del milieu, e con la benedizione terrena di Gaston Defferre, sindaco socialista della città. Al suo ritorno negli States, Ike in persona lo ha nominato Legionario dell'Order of Merit, la piú alta onorificenza per un cittadino straniero. Al suo ritorno venne interrogato dal tenente Oliva il 20 settembre 1951. Al tarocchino, Bottone è uno dei migliori del bar. Al tavolo di lavoro, sfogliò il taccuino con gli appunti. Al totalizzatore la quota di Monte Allegro scese da centottanta lire a poco piú di novanta. Al tramonto, lo specchio rotto di fronte a lui rifletteva il rosso del tramonto. Al tuo ritorno la frittata era fatta e il sostituto non se l'è sentita di raccontarti tutto. Al vecchio Maresciallo Tito non rimarrà che stirare il suo miglior sorriso e stringere la mano a Nikita Kruscev. Al venerdí, non c'è argomento che tenga, gli americani potrebbero sganciare l'atomica, che dopo qualche commento si riprenderebbe a parlare del fòtbal. Al vertice c'è bisogno di rituali e di ruoli certi. Alain il ciccione. Albatros, Marseille. Alcuni aveva dovuto beccarli proprio lui, sorprendendosi ad apprezzare la meticolosità e l'astuzia di piani cosí ben congegnati. Alcuni avventori erano militari, barbe lunghe e divise slacciate per il caldo. Alcuni gli mandano pezzi da cinque o dieci, ma ho sentito che altri mandano cinque-diecimila dollari. Alcuni gruppi di case della periferia emersero tra gli squarci delle nuvole. Alito fetido, vermi in gola al morto di cirrosi epatica. Alitò sulla punta e riprese: Alla campana, puntò di nuovo gli occhi sul ring. Alla domanda di Stuart "Dov'è il fronte?", Tito aveva risposto: "Ovunque ci siano i tedeschi". Alla faccia di Wilson e del principio di autodeterminazione. Alla fine accese la prima sigaretta della giornata, una miscela di tabacchi turchi e greci preparata appositamente per lui da Morland di Grosvenor Street... " Alla fine azzardò ad avvicinarsi. Alla fine di via Indipendenza, Pierre le si avvicinò. Alla fine era diventato "Pierre", piú semplice e con quel tocco esotico che piaceva. Alla fine la questione l'ha risolta Garibaldi, che è uno dei piú vecchi e con i suoi settantacinque anni non è ancora rimbambito. Alla fine Pierre si fece uscire un filo di voce: Alla fine sfondano le linee con ciò che resta di due divisioni, sacrificando quasi due terzi degli effettivi, compresi alcuni tra i migliori ufficiali. Alla fine siamo andati oltre mezzanotte, e il bar era piú pieno che alle sei. Alla fine trovò le parole: Alla fine, i due inglesi riuscirono a ristabilire una parvenza di calma. Alla fine, lo adagiarono su due seggiole accostate. Alla quarta, dopo due richiami dell'arbitro per scorrettezze, il pubblico cominciò a fischiare. Alla terza pensata, capí per tre quarti. All'affitto dello smoking aveva aggiunto l'acquisto di abiti decenti e una dose massiccia di insegnamenti fatti di frasi brevi, monche, e soprattutto intimazioni a tacere, tacere, tacere. All'alba del 7 novembre i tedeschi avevano accerchiato la palazzina e catturato alcune guardie. All'alba, lo schermo rotto di McGuffin rifletteva il sorgere del sole. All'altezza di Jablanac, Cary ne ebbe la certezza: il maggiore Dyle era un cretino. All'altro capo del telefono ci fu silenzio. All'angolo con Rue des Abbesses un colpo di tosse gli tranciò il respiro. All'angolo di via XXX Ottobre c'era la Questura, pericolosamente vicina. All'angolo tra via Mazzini e via Milano, dimostranti rovesciarono e incendiarono una jeep della polizia. Allargò le braccia. All'attenzione del commissario Pasquale Cinquegrana in riferimento al fermo e all'interrogatorio di Stefano Zollo. Alle donne era proibito vedere il membro enorme di Priapo, dio della potenza sessuale, e gli affreschi sconci alle pareti. Alle puttane piaceva. Alle quattro del pomeriggio, le campane di S. Antonio richiamarono la folla. Alle spalle si eresse il muro di teste, colli e pettorali delle guardie del corpo. Alle spalle, il rumore di un'auto che avanzava. All'idea di perdersi Cavicchi, Pierre lasciò la presa sull'avversario, abbandonandosi alle molte braccia che cercavano di staccarlo. Allievo promettente, irrequieto... All'imbocco della via Marina, la lunga strada adiacente al porto che doveva portarli fuori città, il caos raggiunse il culmine, per via del passaggio del tram, con fuggi fuggi di carretti e cavalli, e quando si aprí il varco, Ettore ci andò dentro deciso facendosi largo verso la strada sgombra. All'improvviso trovò tutto ridicolo. All'indomani dell'eliminazione di Berija, Kruscev consegnò il Ministero a Kruglov: la ricompensa per aver fottuto il capo. All'inferno, Toni. All'inizio di marzo, dopo le celebrazioni per il primo anniversario della morte di Stalin, Malenkov aveva scorporato i Servizi dal ministero degli Interni per ricostituirli come organismo autonomo alle dirette dipendenze del Consiglio dei ministri. All'inizio s'era innervosito. All'inizio, si vedeva una certa Anna litigare con la madre e andare a Cinecittà, per un concorso che si chiamava Quattro attrici, una speranza. All'interno, un letto ricavato da una piccola scatola, e vari arredi riciclati dai rifiuti. Allo stadio di Lugano, l'Italia scende in campo con Ghezzi Magnini Giacomazzi, Neri Tognon Nesti, Lorenzi Pandolfini Galli, Cappello - Quello del Bologna? Oi ben! - e Frignani. Allo stesso modo, la Sisal si compila il venerdí all'una puntuale. allontanarsi dal mattatoio ma chi cazzo erano loro lí, dove cazzo sono finito? Allora attacchi col racconto di quelle giornate incredibili assieme a Stiv, grand'uomo, che solo a stargli vicino te ne sono successe piú che in tutta una vita. Allora chiaro che non lo riusciva a vedere. Allora cos'era a toglierle il respiro? Allora doveva tenersi il malumore per tutta la giornata, l'irritazione di aver smarrito un dettaglio importante. Allora faccio portare un'acquavite di queste isole, un aperitivo. Allora la giusta connessione è: niente Marco, niente caffè, niente alito cattivo. Allora si sarà sbagliato Fefe. Allora si tolse la giacca del pigiama, prese la rincorsa e si tuffò rapidamente nel mare appena increspato. All'ultima mostra-mercato svoltasi a Bologna, aveva commesso una vera e propria pazzia, spendendo trecentomila lire per comprare una femmina esile, dal dorso grigio chiaro tendente all'indaco, una specie di color "sgurafosso". All'ultimo incontro di Cavicchi c'era un tale pigia pigia che la Celere aveva lasciato fuori anche chi aveva pagato. allungò le dita a toccare il cappotto. Allungò una mano. Almeno centocinquantamila persone. Almeno cosí credeva. Almeno sei-sette metri da percorrere allo scoperto. Almeno un'oretta, poi si distraeva, lasciava perdere le sue fisse, smetteva di chiederti la sigaretta, o l'ora, o come mai eri andata a prenderlo. Altre due a Pagano. Altre volte morivano di fame o stanchezza. Altrettante signore, vistose ormai solo per i gioielli, seguivano le apripista con passo meno audace. Altri annuiscono e fanno il segno ics di fianco alla partita. Altri corpi giacevano per terra. Altri invece avevano l'occasione di mettere alla prova lunghi anni di studio. Altri seccatori tramavano nell'ombra. Altri si accontentano di dire che in estate no, perché la gente vuol pensare a divertirsi, in autunno e inverno no, perché il popolo c'ha i maroni girati. Altri spari, da dietro il muretto che delimita il parcheggio. Altrimenti, addio Jugoslavia, addio soldi, addio tutto. Altro che autografi: pernacchie dai due lati della via, mi arriverebbero! Altro che macchinette, Stiv! Altro che restituito: Altro fuoco sotto il mio culo già bruciato. Altro giro di pallina. Altroché, mi fido, di sicuro c'ha ragione lui. Altrove, si attendono rapporti. Alza la voce. Alza rapido una mano e trattiene le proteste. Alzate di spalle, sconcerto. Alzati e andiamo via. Alzati, ti prego. Alzò gli occhi e subito li richiuse. Alzò il bavero del cappotto e seguí l'autista sul retro dell'edificio. Alzò il palmo per scusarsi e si precipitò fuori per aprire la portiera. Alzò la testa.. Alzò le braccia in alto, a testimoniare la propria innocenza. Alzò le spalle: Alzò lo sguardo e la vide. Alzò lo sguardo, lento. Alzò lo sguardo, tenendolo per qualche secondo negli occhi dell'americano. Amava sua sorella. Amici e parenti, anche quelli della Ville du Québec. Amico dei comunisti, non sei neanche americano! Ammazza ammazza, scanna scanna, fotti fotti. Ammazza il tuo amico". Ammazzali tutti. Ammazzali. Anastasia scosse il capo: Anche a Porta Lame era stato difficile. Anche adesso, mentre ballava con un tizio, gli faceva gli occhi dolci a ogni giravolta. Anche adesso. Anche Angela aveva portato dei fiori. Anche Benfenati ha smesso di parlare. Anche Betsy si alzò dal divano e porse la mano a Bondurant. Anche chiudere gli occhi. Anche con quella mise poteva presentarsi dal giornalaio senza che nessuno avesse nulla da eccepire sulla sua eleganza. Anche dal portico di fronte, si vedeva che era imbronciata. Anche domani. Anche i piú incalliti del Totocalcio alzano la testa dal tavolo e ascoltano curiosi, che al venerdí, a quest'ora, il giornale non l'ha ancora letto nessuno. Anche il funerale di Stalin. Anche L. M. nutre un odio profondo nei confronti della politica francese in Indocina. Anche la porcellana poteva avere un utilizzo migliore. Anche l'aria era ferma. Anche l'Fbi sembrava colto alla sprovvista, senza parole né strategie: per quanto potente fosse Hoover, l'esercito era l'esercito. Anche lui avrebbe comprato un cane, un giorno. Anche Marco preferiva evitare la trafila con un bel giro di chiave. Anche Marco, l'infermiere, ottima persona, si vedeva che s'era affezionato a Ferruccio. Anche oggi è domenica esaudisce il desiderio. Anche Pierre rimase. Anche prima di incontrarla alla Certosa, Pierre sapeva che Angela voleva partire. Anche quando era andato a fottere la prima volta, la puttana piú giovane che poteva permettersi. Anche quando i cambiamenti sembrano rendere tutto piú facile. Anche quando il nesso non c'era e il collage appariva casuale. Anche quel mercoledí, Sticleina arrivò per primo. Anche quelli li fiutava a naso. Anche quello un errore? Anche se fosse l'ultima volta, sono sempre io, sono Pierre. Anche se non mi vuoi piú, anche se è finita, un abbraccio è un abbraccio. Anche se per lui era piuttosto questione di narcisismo. Anche se, logico, bisognava scontare l'iniziale arretratezza dei popoli raggiunti dai nuovi modelli. Anche suo padre aveva attraversato quel mare, molti anni prima, per non tornare piú. Anche una donna, perché portarla sulla canna della bicicletta, col ferro che fa male al culo, invece che tenerla sotto braccio? Anch'io non riesco ad accettare il destino che mi vogliono imporre. Anch'io non riesco ad accontentarmi dei discorsi al bar. Ancora Bottone, rosso in faccia, una gran manata sul tavolino. Ancora non so trovare le parole per ringraziarvi di tutto, professore. Ancora oggi, che non sono cchiú giovane, sono ancora un cocksman di tutto riguardo. Ancora piú strana la superficie piana lasciata dalla rimozione del neo. Ancora quello pseudonimo ridicolo. Ancora silenzio. Ancora un po' e internavano anche lei, non la smetteva piú di piangere e gridare. Ancora una parte da perfetto gentiluomo inglese. Ancora una volta gli sparavano addosso senza che sapesse chi cazzo erano. Ancora una volta, Fanti evitava domande dirette. Ancora uno sforzo, senza smettere di guardarlo. Ancora. Ancora: entrambi erano noti per l'accento indefinibile. Andare e tornare. Andare oltre significa esporsi. Andare via rapidi, sorridenti e amichevoli, ma rapidi. Andata e Ritorno. Andate con le unità partigiane slovene e aiutate con le armi in mano ad abbreviare l'assurda macellazione di guerra, per potere al piú presto ritornare a casa vostra, alle vostre madri, mogli e bambini poveri e abbandonati, e per istituire lí una vera sovranita popolare. Andati a farsi fottere per colpa di un dettaglio. Andava a cercarlo. Andò a sedersi di fianco a Ettore. Andò ad aspettarla all'uscita di scuola. Andò giú. Andrà tutto liscio, Steve, forza. Andrai sul set fischiettando. Andrea Olivieri per la consulenza e le traduzioni in lingua triestina. Andrej Vassiljevic Zhulianov si guardò allo specchio del bagno, per controllare ogni dettaglio. Andrej Vassiljevic Zhulianov; nato a Kiev nel 1924, da una famiglia di negozianti; segnalato alla scuola secondaria come studente particolarmente portato per le lingue e indirizzato alla facoltà di Lingue straniere di Kiev; servizio militare nella Seconda divisione Desanniki dal 1942 al 1945; conseguiti i gradi di sergente maggiore; medaglia al valore per meriti sul campo; iscritto al Pcus dal 1945; in forze al Servizio informazioni militari col grado di capitano dal 1945 al 1948; encomio speciale in tre operazioni sotto copertura a Berlino Ovest tra il 1946 e il 1948; accolto alla Scuola superiore per i Servizi del ministero degli Interni nel 1948; perfetta conoscenza di inglese, tedesco, francese e serbocroato; discreta conoscenza dell'italiano; entrato in servizio presso il ministero per la Sicurezza dello Stato nel 1953. Andrej Zhulianov pensò alla vecchia madre, a Kiev. Andrej Zhulianov si guarda intorno nervoso. Angela Angela a Roma c'era stata. Angela alzò di poco la mira e gli sfiorò con le labbra la punta del naso. Angela ammucchiò le stoviglie nell'acquaio. Angela annuí con aria sconsolata: Angela annuí, l'espressione dura. Angela annusò l'aria e capí subito cosa non andava. Angela attese che tutti scendessero. Angela aveva buttato lí un sospetto. Angela aveva detto: sa pure della Jugoslavia. Angela buttò sul telefono uno sguardo nervoso. Angela cercò il suo sguardo Angela comprese di aver toccato un tasto dolente. Angela controllò l'orologio. Angela del resto si sarebbe fatta dei problemi anche in cima alla Torre degli Asinelli. Angela diceva che era tutto orgoglio. Angela era abituata ad annusarne l'odore. Angela era imbarazzata, Pierre lo sapeva, ma era piú forte di lui: il film era terribile, noioso, stupido, e anche reazionario. Angela era una bella ragazza in miseria. Angela fece di sí con la testa, rassegnata. Angela fece di sí con la testa, un cenno esagerato, insistente, per risparmiarsi il seguito: Angela fece gli occhi cattivi, da rimprovero serio. Angela gli allungò il pacchetto. Angela gli aveva detto di non andare. Angela gli piantò un gomito nello stomaco, pregandolo di non farsi riconoscere, che erano lí di nascosto da tutti. Angela gli prese le mani. Angela gli regalò l'abbozzo di un sorriso, il primo dopo settimane. Angela gli sembrava gigantesca, come se l'avesse sempre sottovalutata, come se adesso la persona che aveva amato fosse un'altra, mille volte piú dura e forte di lui. Angela gli sistemò i capelli arruffati: Angela gli sorrise, accarezzandolo ancora. Angela gli toccò il volto: Angela infilò la gonna e si sedette sul bordo del letto. Angela l'aveva avvertito. Angela lo abbracciò: Angela lo fissò perplessa. Angela lo rimproverò: Angela lo seguí con lo sguardo, poi gli andò dietro, un paio di metri distante. Angela non amava troppo Villa Azzurra, ma almeno non era un manicomio. Angela non capiva se il tarlo avesse scavato il buco, divorando il legno tenero delle sue giornate o se quelle fossero già un tronco cavo schiacciato da un peso troppo grande. Angela non c'era, era andata a ritirare la farina con la tessera annonaria. Angela non disse nulla. Angela non entrò nella stanza. Angela odiava i convenevoli, ma Sante era sempre gentile con Fefe, sempre disponibile e paziente, e l'interessamento era sincero. Angela pagò il prezzo della corsa e si affrettò verso il portone, mentre Ferruccio già bloccava la vicina del piano di sotto per farsi dare l'ennesima sigaretta. Angela picchiò sul finestrino e quello sobbalzò come l'avessero svegliato nel cuore della notte. Angela rispose che non lo capiva neanche lei, e aggiunse: Angela sapeva bene cosa significava. Angela sapeva che Fefe sapeva. Angela sentí la propria voce mormorare: Angela sentí un piccolo brivido strisciare sotto le scapole. Angela sentí un tonfo dentro, come qualcosa che si spezzava, le lacrime tornarono ad appannare lo sguardo. Angela si asciugò gli occhi: Angela si era messa di proposito le scarpe col tacco alto, sperando con quella scusa di convincere Ferruccio a rinunciare alla passeggiata. Angela si irrigidí subito e tacque. Angela si precipitò a ritirare i panni stesi e a riporli nel catino. Angela si rese conto di aver alzato la voce e si zittí di colpo. Angela si rilassò e riprese le domande. Angela si sarebbe pure dispiaciuta, di quel discorso, se non avesse saputo che Ferruccio lo faceva per un motivo preciso. Angela si sforzò di non pensarci, di sgombrare la mente dai brutti ricordi e andargli incontro con un sorriso. Angela si stava infilando le calze. Angela s'incamminò verso casa ("casa di Odoacre", come diceva lei), in via Castiglione. Angela sorrise del suo stupore. Angela sorrise, cercando nella borsetta la solita pasta al cioccolato. Angela spezzò il silenzio che li aveva avvolti dopo aver fatto l'amore. Angela staccò gli occhi dalla cornetta. Angela strinse i pugni, piantandosi le unghie nella carne. Angela tentò di fermargli il braccio. Angela voltò appena la testa. Angela, dietro di lui, silenziosa sull'erba del prato. Angela, guardami. Angela, io voglio che ti volti, che leggi nei miei occhi, che ci leggi la voglia di starti vicino. Angela, sono qui, mi vedi? Angela. Angela. Anna Maria Moneta Caglio inaugurò la moda della "superteste", ancora oggi figura indispensabile in ogni teorema giudiziario. Annamaria Cattaneo per il materiale sui colombi. Annaspare. Anni di manicomio. Annuí a se stesso. Annuiamo tutti con enfasi. annuisce misterioso Stefanelli, anche lui alle prese con l'ammazzacaffè. annunciò lo speaker dagli altoparlanti. Annusò l'aria ancora una volta e sentí di potercela fare. Ansimava. Antefatti. Antonio è fuori per consegne e non torna prima di notte. Anzi, diceva di amare la pioggia, l'odore del prato bagnato, il "mondo pulito", come lo chiamava lui. Anzi, due cose. Anzi, era incastrata Angela. Anzi, mi manca soprattutto per quello. Apertura straordinaria. Appena Capponi si allontana, il gruppo si spacca. Appena entrato nel locale, il maiale sudato gli fece un cenno da dietro il bancone. Appena il tempo di lanciare un'occhiata alle spalle: tre uomini in tenuta scura lo stanno inseguendo. Appena la porta del casinò inghiottí l'ultimo culo marmoreo, venti sportelli di auto diverse, tutte appartenenti alla collezione dell'imperatore, scattarono all'unisono e gli autisti avviarono i motori. Appena sufficienti per opporre resistenza. Appena varcata la soglia, infatti, li presero in consegna un paio di inservienti, pagati apposta per dedicarsi alle loro pisciate. Appena Walterún ci saluta, però, la Gaggia controlla che si sia allontanato e ci raduna tutti, ormai saremo una ventina, si piega in avanti, e attacca a parlare un po' sottovoce, come se confidasse un segreto: Appendi il cappello, Niente Medicina. Appoggi le chiavi, Niente Medicina. Appoggiandosi al suo cavaliere per sistemarla, Bernardi Agnese, questa volta sí, dette proprio l'impressione di metterci piú del necessario. Appoggiò una mano sul muro e l'altra contro il petto, piegato in due dai conati. Approfittò della confusione e della polvere e decise. approvò la Gaggia. Appunto. Apre. Aprí il fascicolo: la carta intestata sui documenti era fresca di stampa. Aprí la bocca, cercando ancora le parole migliori, ma fu Vittorio a cominciare, come se tra padre e figlio si fosse creata una sorta di telepatia. Aprí la borsa e consegnò il denaro. Aprí la portiera e vomitò sul selciato. Aprirsi un varco. Arbitrava l'incontro il signor Cinti di Ancona. Archie e Cary la sognarono rinchiusa al manicomio di Fishponds, ma stuprata da paramedici americani, cento per cento rednecks, senza nemmeno urlare, poi sola, le ginocchia in una pozza di urina su cui galleggiavano chiazze di saliva e mozziconi di sigaretta. Archie esigeva questo. Archie Leach, cosí vicino a casa, premeva per uscire. Archie leggeva quegli occhi, la sorpresa, il sogno, la temporanea fuga da una vita di merda e lavoro. Archie non si dava pace, e faceva sentire colpevole Cary. Archie, che era mancino, si sfiorò le guance col palmo della sinistra chiuso a conchiglia. Archie? Archivio Kgb, rapporto n° 22227. arguí l'attore. Aria di rispetto e pericolo. Aria pungente. Intorno: boschi e montagne. Arriva a tiro. Arriva il bagnino che gli dice: Arriva il corteo presidenziale: dieci auto, precedute dai cavalli dei corazzieri. Arrivare a Sospel era anche piú facile che arrivare a Mentone. Arrivati a Frosinone Lisetta s'era impuntata, che in macchina non voleva restare, nemmeno una mezz'oretta, e che in quel paese di cafoni non c'era niente da vedere e se non te la portavi dietro eri un cafone villano pure tu. Arrivato alle torri, il tassí svoltò a sinistra e imboccò via Castiglione. Arrivato di fronte alla ragazza, le offrí il braccio e la invitò con lo sguardo e il sorriso appena accennato. Arrivi a Formia, imbocchi la strada dell'interno, ti sfili la giacca, la cravatta, slacci i bottoni della camicia, che tanto serve solo a patire il caldo. Arrivò sballottando dentro un furgoncino anonimo, dopo un viaggio tutt'altro che piacevole. Arsenic et vieilles dentelles. Asciugò il sudore dalla fronte, poi lo strofinò sulle dita. Ascolta i critici. Aspettare che passi, che molli la presa. Aspettare gli dava i nervi. Aspettare. Aspettare. Aspettate fine mese. Aspro attacco del gen. Lehman agli "inquisitori" del Senato e della Camera Assalite e disarmate la milizia fascista, gli agenti dell'Ovra e tutti quelli che vi spingono a lottare contro il popolo sloveno! Assemblea plenaria degli avventori e prima offerta conciliante del compagno Benassi. Assenti ingiustificati: nessuno. Astuccio Rosso fa un cenno ad Astuccio Azzurro, che estrae la macchina, si china sulle ginocchia... ed è dilaniato da una terribile esplosione. attacca subito Walterún. attaccò, Attento. Attenzioni decuplicate per il ritorno di Grant al grande schermo. Atterrato all'aeroporto militare vicino Londra, il tempo di una pisciata e subito s'era dovuto riprendere il viaggio. Attese che fosse uscita e cercò di chiarire le ultime perplessità: Attese cinque minuti prima che il segretario uscisse e gli dicesse di accomodarsi. Attese il momento giusto per entrare in gioco. Attese la risposta. Attese. Attraversarono la strada. Attraversarono un paio di stanze dove non filtrava il minimo raggio di luce, finché l'autista non spalancò una porta e rimanendo sulla soglia, impettito, annunciò l'ospite. Attraverso una sola ugola, urlò una folla di persone: un bambino di nove anni rincasato senza trovare la mamma; un attore famoso che incontrava la madre dopo ventun anni di separazione; un proletario inglese imprigionato nel corpo e nel mito dell'uomo piú stiloso del mondo; un ex attore dilaniato dai dubbi sul futuro; il sosia di un tale Jean-Jacques Bondurant; un caucasoide che rimpiangeva l'invenzione di King C. Gillette; un agente segreto coinvolto in una bizzarra impresa diplomatica; un paranoico schizofrenico perseguitato dai fantasmi; infine, un tale "George Kaplan". Attrezzature e chimici troppo scadenti. Attrici che interpretavano se stesse nella vita di tutti i giorni. Attualmente vive di contrabbando e truffe ai danni di ricchi negozianti e imprenditori parigini. au revoir. Au revoir. Augusta e Lario cominciarono a perdere metri, non trovando terreno galoppabile. Avanti cosí avrebbero fatto la fine di Custer, preso a calci nel culo da gente con archi e frecce. Avanti piano. Avanzò cerimonioso, puntò l'indice sulle varie manopole, ne scelse una. Aver conosciuto un mito e non poterlo raccontare. Avere cura d'ogni dettaglio, migliorare sempre il proprio modo di fare le cose. Avesse avuto una bocca, un volto, McGuffin avrebbe sorriso. Avete smesso anche di bere? Avete tutta la mia riconoscenza e stima, e non dubito che altri piú in alto di me manifesteranno apprezzamento. Avete un qualche mandato, Brown? Aveva accettato l'offerta di fargli girare quella scena, solo perché quella mattina doveva incontrare monsieur Alain e lo voleva fuori dalle palle. Aveva annuito. Aveva assaggiato. Aveva baffi ridicoli. Aveva buttato un soldino nella vasca della fontana di Trevi. Aveva capito che non doveva fiatare. Aveva capito. Aveva capito. Aveva cinquanta esemplari fra triganini modenesi, colombi di famiglie elette (selezioni Manicardi e Corradini) e piccioni viaggiatori. aveva commentato Brando alcuni giorni dopo il suo ritorno. Aveva creduto di potersi risollevare buttandosi a capofitto nella politica. Aveva davvero recuperato il buon umore. Aveva dei bei modi, Odoacre. aveva detto l'estetista. Aveva detto solo "Da parte di Sal. Aveva detto solo due parole, ma Cary aveva riconosciuto il "twang" della cadenza texana, lo stesso del suo amico Howard Hughes. Aveva detto spesso che gli sarebbe piaciuto finire proprio in quel modo. Aveva diciott'anni, ci arrivò a piedi, ottanta chilometri da Lubiana. Aveva due lacrime appese alle ciglia. Aveva frequentato piú immigrati di una puttana belga. Aveva fretta. Aveva già pronta la battuta: Aveva giusto le cosce un po' grosse, ma per il resto, nulla da invidiare al fisico sportivo di certe americane. Aveva i capelli rossi come Lisetta. Aveva il nodo alla cravatta piú largo del dovuto e il toupet non nascondeva del tutto la stempiatura. Aveva imparato a riconoscere quel suono. Aveva in mano i gettoni di Steve. Aveva in testa un vecchio headcoat penoso, visiera davanti e dietro, tessuto di tweed grigio topo. Aveva incontrato Toni e pattuito la commissione. Aveva iniziato la lettura del dossier Dyle il giorno prima, nella calma accogliente di un caffè triestino, davanti a una tazza fumante di tè nero. aveva insistito Bortolotti. Aveva interessi strani, quasi maniacali. Aveva l'aria di un impiegato delle Poste. Aveva le mani poco curate e un orribile anello d'oro. Aveva le orecchie fuori uso. Aveva le sopracciglia troppo folte, quasi unite e la fossetta del mento poco pronunciata. Aveva letto qualcosa dal barbiere, in una rivista, sul film che Hitchcock stava girando. Aveva messo il broncio. Aveva notato qualcosa. Aveva partecipato a scontri a fuoco violentissimi, interminabili. Aveva partecipato alla liberazione di Zagabria, ricevendo dal Maresciallo in persona una decorazione al valor militare. Aveva perso il tram dopo cinquanta metri di sudore inutile. Aveva perso piú di un'ora nel tentativo di aggiustare un telefono guasto e non gli era rimasto il tempo per mettere le mani su quel pachiderma di televisore. Aveva piú o meno la sua età. Aveva preso tutto. Aveva quel sorriso appena accennato, da divo del cinema, la mano infilata nella tasca dei pantaloni, il ricciolo tirabaci imbrillantinato, che ondeggiava durante i volteggi in pista. Aveva quello sguardo che ti faceva cagare addosso. Aveva ragione, c'era qualcosa di strano in lui. Aveva ricavato uno spazio dietro i sacchi del carbone. Aveva ricevuto la King's Medal solo nel 1946, ufficialmente per aver donato alla madrepatria in guerra l'intero salario di The Philadelphia Story e Arsenic and Old Laces. Aveva rovesciato le budella in un fosso puzzolente, senza riuscire a salvare le scarpe da fango e vomito. Aveva salutato tutti quelli a cui teneva. aveva sentenziato la donna. Aveva smesso di fare domande. Aveva solo qualche anno in meno, ma dispensava una saggezza antica. Aveva sonno, non dormiva da due giorni, gli sembrava di avere un mattone al posto del cervello. Aveva sorseggiato l'Assam Blend deciso a esporre quel parere al maggiore in persona, quando se lo fosse trovato di fronte. Aveva sposato Vittorio Capponi nel 1920, a soli diciotto anni. Aveva stretto una mano sudata. Aveva subito allungato il pacchetto di sigarette con sopra scritto il luogo dell'appuntamento. Aveva telefonato subito a Frosinone, che o gli restituivano i soldi, tutti, o trovavano il modo di aggiustare l'apparecchio. Aveva tempo. Aveva tenuto lo sguardo basso tutto il tempo, come se si vergognasse per quel pensiero involontario. Aveva trent'anni e una vaga ma fondata reputazione di "poco di buono". Aveva trovato a chi rifilare il McGuffin Electric in cambio di un Phonola. Aveva un che di geniale. Aveva un mezzo sorriso stampato sul volto. Aveva un piccolo neo accanto al naso e lo smalto dei denti un po' ingiallito. Aveva una missione. Aveva una vocazione naturale a cacciarsi nei guai, ma sprizzava energia, vita, da ogni centimetro di pelle. Aveva una zampa mezza mangiata. Aveva un'espressione furba. Aveva usato esplosivi, teso imboscate, giustiziato nemici, combattuto a fianco di inglesi, cecoslovacchi, russi, e perfino un indiano, Sad. Aveva vent'anni. Aveva ventidue anni, otto meno di suo fratello, ma potevano essercene il doppio tra di loro, per quanto erano diversi. Aveva vissuto a Londra per oltre dieci anni ed era tornato soltanto nel '47, dopo che l'Italia era diventata Repubblica, a tre anni dalla morte della moglie. Aveva visto Ettore Ventura "Aeroplano" caricare i tedeschi in groppa a un cavallo bianco. Aveva visto il Piccolo padre una volta sola, quando a diciott'anni aveva marciato col suo reggimento sulla Piazza rossa. Aveva visto la madre di Fonso capitare nel bel mezzo di un combattimento, incurante delle pallottole, una spedizione di chilometri per portare al figlio una ciotola di zabaione. Avevano abbordato Bao Dai, l'imperatore del Vietnam, e gli avevano riempito le tasche di soldi per convincerlo a tornare in patria e fare il fantoccio per conto loro. Avevano assaporato ogni minuto strappato alla vita normale, a quello che dovevano essere: il Re della filuzzi e la signora Montroni. Avevano capito che serviva a ben poco toccare le corde della lealtà alla Corona. Avevano con lei strazianti colloqui, dai quali uscivano devastati. Avevano detto alle due, puntuale. Avevano dovuto operarlo e da allora i chiodi nella gamba erano diventati il marchio indelebile della guerra. Avevano fatto buoni affari. Avevano l'aria perplessa. Avevano saputo che il bar era in vendita ed erano intenzionati a rilevarlo. Avevano thermos di caffè, panini e riviste in abbondanza. Avevano un aspetto minaccioso, ma... era o non era il momento della verità? Rizzi sventolava il tricolore e urlava a squarciagola. Avevi nove anni. Avrai il resto della vita per dormire quanto vuoi. Avrebbe battuto la testa contro il muro. Avrebbe cominciato dalle piccole cose. Avrebbe dato tutte le banconote del portafogli per essere in grado di concentrarsi in mezzo alla confusione. Avrebbe dovuto dire "naturalizzato", ma Cary non lo corregge. Avrebbe fatto eliminare un po' di fronzoli. Avrebbe giocato la partita finché avesse avuto fiato. Avrebbe parlato volentieri con Marco, che conosceva Fefe da tanto tempo e capiva le sue reazioni piú di chiunque altro. Avrebbe partorito prima di Natale. Avrebbe portato con sé quel momento, la grande bandiera che garriva al vento, fino alla fine dei suoi giorni. Avrebbe potuto intascarseli, spenderli in un bel regalo per una delle amanti, invece no, era andato a quell'indirizzo e aveva consegnato i soldi alla donna. Avrebbe potuto scriverle. Avrebbe sofferto come un cane, dopo. Avrebbe trovato il modo di arrivare in Jugoslavia? Avrebbe voluto domandargli se aveva superato l'esame, ma si trattenne. Avrebbe voluto parlare, per non pensare alla nausea, ma la guida non era la persona adatta. Avrebbero venduto i culi delle loro madri pur di stare un passo avanti all'Urss. Avrei potuto condurre la nostra rivoluzione senza un portamento all'altezza del compito? Avresti scommesso su di loro cento volte su cento, ma avevano fatto un piccolo sbaglio. Avvezzo ad accoglienze piú calorose, bambini festanti con manine protese, donne eccitate, parenti in visita per rendere omaggio al nuovo arrivato, cosa gli toccava adesso? Aziona il walkie-talkie e parla spedito: Azzoni aveva avuto gioco facile, anche per via delle origini e della perfetta conoscenza dell'italiano, ma senza dubbio la sua capacità di individuare protagonisti per allestire deflagranti pièces teatrali, sfiorava il sublime. Azzoni bisbigliò alle sue spalle: Azzoni dava grandi pacche sulle spalle al suo protetto. Azzoni e il ragazzo italiano le rivolsero un applauso. Azzoni e Mariani ci sguazzavano. Azzoni era l'ombra alle sue spalle che dispensava consigli. Azzoni guardava l'obiettivo. Azzoni lo fece tacere: Azzoni lo ritrascinava al tavolo. Azzoni rimase zitto per due secondi. Azzoni sbuffava, gioiva, faceva strani scongiuri e si passava il fazzoletto sulla fronte. Azzoni sfregò pollice e indice: Azzoni si tolse la paglietta e la portò al cuore: Azzoni sorrise. Baffetti ben curati, aplomb da impero in declino, anni passati nella fanteria di Sua Maestà. Bahamas? Balle, la scusa per smettere di cercare. Bao Dai avviluppato da aneddoti marianeschi, citazioni improvvisate, finte al basso ventre e motivetti in finto inglese. Bao Dai disse: Bao Dai inclinò la testa e sollevò il mento. Bao Dai osservò, un leggero fremito della palpebra destra, e dopo pochi secondi allargò le due carte coperte sul tavolo. Bao Dai prese posto. Bao Dai scarabocchiò un assegno e lo allungò all'inserviente. Bao Dai si fermò, allargò le braccia, puntò le fessure allungate degli occhi sul tizio che aveva parlato. Bao Dai, ovvio, non batté ciglio. Bar Aurora, 19 gennaio Bar Aurora. Barba bianca a punta, occhiali dalla montatura d'argento. Barba rasata, finalmente, e un completo spedito da Palm Springs per l'occasione. Basato su un concetto appena allargato di "aspetto esteriore", che non si limitasse cioè al volto, ma arrivasse a comprendere il modo di parlare, la scelta dei vestiti, l'incedere. Base alleata di Agnano, Napoli, 6 gennaio Basta rimuginare soltanto, cambiare i piani ogni mese, ogni settimana. Bastardi infami assassini, Stiv, andiamocene! Bastardi. Bastardo. Bastava guardare la piega dei pantaloni, manco gli si erano sgualciti. Bastava lo scrocchiare di un osso per tradirlo. Basti dire che, alla fine, quattro mani afferrarono McGuffin, sollevandolo da un cimitero di cocci e piatti rotti che gli erano fischiati intorno come granate. Battutista sagace e sorprendente. Be', non proprio. Be', questa non scriverla. Be', solite non proprio. Be', vedi, ho parlato con mio marito. Bei tempi, si lavorava bene con le corse, il gioco d'azzardo e soprattutto le bottane. Bei tempi, sí, poi ci si mise quel grandissimo cornuto e sucaminchia del procuratore Dewey, l'Onesto Tom, e che succede? Bella e bionda senza essere vistosa. Bella e bionda. Bella figura avevano fatto. Bella prospettiva. Belle donne, certo, ma non avevano idea della vera femminilità. Belle fotografie, ma Bebler e Djilas dissero che sembravo un "dittatore sudamericano", che dovevo "ostentare" di meno o avrei respinto l'opinione pubblica occidentale. Belle gambe, senz'altro. Belli e introversi, problematici, un po' spacconi e un po' insicuri. Bellissima, senza dubbio. Ben farcito di visioni, luci e colori, Kociss vagò per qualche minuto nel primo ampio salone, con la zona centrale occupata da quattro grandi tavoli di roulette, a nord e sud quelli del blackjack, e lungo le pareti, una lunga fila di cromate, scintillanti slot machine. Benassi propone che questi soldi vadano a coprire la colletta, finché a ciascuno non verrà restituita la sua quota. Bene che va ce mette ar gabbio. Bene, questo era il vento. Bene, vecchio, eccoti qua con quanti? Benfenati intanto attacca una lezioncina sul calcio. Benfenati, da buon maestro elementare, ha il radar nelle orecchie e riprende senza fare una piega: Benvenuti nelle Industrie farmaceutiche Guerini. Benzina? Berija pensò di cambiare tutto al ministero degli Interni, calpestando il cadavere ancora caldo di Stalin. Bernardi veniva da Ferrara, e raccoglieva i fischi dei campanilisti, sulla scia dell'odio calcistico tra Bologna e Spal. Betsy aveva chiesto se lo stile dei costumi era Luigi XIV o Luigi XVI. Betsy aveva consigliato a Cary di andare dal dottor Clapas, di cui le amiche dicevano un gran bene. Betsy batté le mani e incoraggiò il canadese: Betsy Drake sollevò lo sguardo dal giornale del mattino e guardò il marito, pigiama azzurro e vestaglia di seta indaco, scuotere la testa mentre sfogliava alcune pagine dattiloscritte. Betsy non ricordava di averlo mai visto uscire dalla camera da letto senza una vestaglia addosso. Betsy porse al marito il bicchiere di frullato vegetale: non gli avrebbe permesso di lasciarlo lí. Betsy racconta a Cary della fotografia mandata ai giornali. Betsy si diresse verso l'apparecchio mentre il marito accompagnava il sosia alla porta. Betsy smise di camminare e raggiunse il marito tra i cuscini del divano. Betsy sorseggiò il succo di carota come un medicinale, e restò zitta, aspettando che il marito riprendesse. Betsy spalancò gli occhi e raddrizzò la schiena, sorpresa: Biascicò qualcosa di incomprensibile, poi riuscí ad articolare: Biblioteca comunale dell'Archiginnasio, piazza Galvani 1, Bologna. bicicletta... Bill Brown si schiarí la voce. Bisbigliare concitato, passi di corsa nel buio. bisbigliò Bottone toccandosi il naso. Bisogna lasciarlo lavorare. Bisognava ammettere che ci sapeva fare: sereno, impeccabile, addirittura pronto a collaborare. Bisognava attivare il residente svizzero e quello francese: qualunque mezza frase fosse volata nei corridoi ginevrini doveva essere sulla sua scrivania nel giro di un'ora. Bisognava farsi i fatti propri. Bisognava insistere. Bisognava mettergli un freno subito, o rischiava di dare in escandescenze. Bisognava muoversi. Bisognava ricordargli di usarlo con parsimonia. Bisognava rimpiazzarli coi parenti. Bisognava stare attenti ai cinesi, l'aveva detto anche a Kruscev, quando gli aveva chiesto un parere sulla faccenda. Bisognava tirarla un po' indietro ma apriva. Bisognava ucciderlo. Bisognerebbe proprio aprire la finestra, per far uscire i mostri. Bitter was my cup Blocchi stradali, pozzi avvelenati e pagliai in fiamme Bob Pender's Nippy Nine Burlesque Rehearsal. bofonchiò Pierre, Bologna sonnecchiava ai piedi del colle. Bologna, 1 luglio Bologna, 1 maggio, Festa dei lavoratori Bologna, 11 febbraio Bologna, 11 marzo Bologna, 13 giugno Bologna, 14 marzo Bologna, 15 aprile Bologna, 17 giugno Bologna, 2 aprile Bologna, 2 giugno Bologna, 2 luglio Bologna, 2 luglio Bologna, 21 maggio Bologna, 22 gennaio Bologna, 22 giugno Bologna, 23 marzo Bologna, 3 luglio Bologna, 30 giugno, poco dopo l'eclisse Bologna, 31 gennaio Bologna, 5 giugno Bologna, 7 gennaio Bologna, 7 giugno, Bologna, 7 maggio Bologna, 8 giugno Bologna, 9 marzo Bologna, bar Aurora, 12 marzo Bologna, bar Aurora, 20 giugno Bologna, bar Aurora, 23 maggio Bologna, bar Aurora, 8 maggio Bologna, cinema Imperiale, 14 febbraio Bologna, domenica 24 gennaio Bologna, notte tra i l5 e il 16 m Bologna, San Luca, 9 maggio Bologna, Settimo cielo, 5 maggio Bologna, Villa Azzurra, 16 maggio Bologna, Villa Azzurra, 26 aprile Bologna, Villa Azzurra, 31 maggio Bologna, zona Cirenaica, meno di mezz'ora dopo Bologna, Zona S. Donato, 4 gennaio Bologna. Bond rimase sott'acqua... " Bond si dirige verso di loro chiedendosi da quale tipo di attacco gli toccherà difendersi. Bondurant annuí con troppa foga, e dovette risistemarsi la perruque. Bondurant eseguí. Bondurant incrociò le gambe, si prese i gomiti tra le mani, poi inarcò la schiena all'indietro e cercò di imitare quel sorriso. Bondurant riaprí gli occhi, trionfante. Bondurant riaprí gli occhi. Bondurant s'asciugò col fazzoletto e risistemò la moumoute sulla vetta del cranio. Bondurant si accasciò sulla poltrona. Bondurant stremato dall'interminabile matinée di commedie grantiane; Grant attentissimo, braccia abbandonate sulle cosce, natiche sul bordo della poltroncina. Bonora attaccò su un tempo velocissimo e i quattro filuzzi seguirono la musica ognuno per sé, incrociandosi e ricombinando le coppie a ogni giro. borbottò Hitch. Bortolotti, Melega e gli altri delle boccette si accontentarono di un cenno che li incluse tutti. Botte e scossoni dovevano averlo danneggiato, ma non poteva pretendere da quei baluba le precauzioni che meritava. Bottone annuisce convinto, che quel Tito gli pare proprio un gaglioffo, mentre Garibaldi, come al solito, si mette a fare il bastian contrario: Bottone arricciò tutta la faccia, come se gli avessero spalmato una merda sotto il naso. Bottone arrivò ai Giardini zoppicando, per un calcio allo stinco che pretendeva sferrato dal maresciallo in persona, Garibaldi si strappò la camicia nel bel mezzo del pilucco e Walterún, per consolarlo, gli offrí un bicchiere allo stand dell'enoteca. Bottone di manifestazioni di piazza ne aveva viste parecchie. Bottone e Garibaldi non erano abbastanza vicini per dire la loro. Non sentirono nemmeno il segnale della carica, ma quello perché, nella confusione del momento, si scordarono di darlo. Bottone e la Gaggia si avviarono sulle scale, subito dietro le guardie. Bottone entrò trafelato. Bottone era salito quasi di corsa. Bottone fece un sorriso ebete, scuotendo la testa da una parte all'altra, e Garibaldi lo mandò subito a far delle pugnette. Bottone legge ad alta voce: Bottone lo consola, sottovoce: Bottone lo invitò senza mezzi termini a dedicarsi alla sodomia. Bottone non vide neanche partire il pugno. Bottone si lecca un dito e gira pagina. Bottone si stacca dal gruppo e scuote la testa: Bottone spingeva sulla scala per riguadagnare la posizione. Braccia pesanti, vista appannata. Brando arrivò mentre l'orologio della chiesa batteva gli ultimi rintocchi. Brando aveva ragione, era davvero una "facile". Brando era fatto cosí, ci godeva a prendere in giro i matti, i mutilati, gli invalidi. Brando inzuppava il pane nel latte, seduto al tavolo sul quale Pierre e Angela avevano fatto l'amore, una volta. Brando non era diverso dagli altri, dai compagni della Sezione o da quelli come Melega: stimava Montroni, lo metteva su un piedistallo, lo vedeva come un intoccabile, e lo era davvero, quanto può esserlo un pezzo grosso del Partito nella piú grande città rossa d'Italia. Brando non risponde, un po' perché deve contenere il trio d'attacco di Bortolotti, ma soprattutto perché negli ultimi tempi è proprio giú di corda, poverino. Brando rimase in silenzio. Brando scosse la testa: Brando si prese un pugno sull'occhio senza vedere chi glielo mollava, Gigi incravattò da dietro un bassettino, mentre Sticleina era già per terra a strattonarsi con uno molto piú grosso di lui. Brando sputò nel pitale ai piedi del letto, poi riprese: Brando strabuzzò gli occhi: Bravo Cammarota. Bravo Kociss. Bravo picciotto, ma strano, quasi nun parla cchiú, e mi dicono che si porta sempre appresso 'stu scugnizzo ca lo chiamano Kociss. Brevi cenni. Brigate nere. brindiamo alla fine dell'Inquisitore. Bristol, 25 aprile Bristol. Brown restò impassibile, non diede segno di aver capito una sola parola. Brown stramazza, scivola, cade nella piscina. Brutta fine. Buchi in una portiera del camion. Buio. Buio. Bulatovic e l'interprete rimasero pietrificati al tavolo, dello stesso colore, quasi facessero parte di un'unica scultura in legno. Bulatovic fece cenno di sedersi di fronte a lui. Bulatovic portava un completo fuori moda di almeno vent'anni ed era mal rasato, come se la pelle coriacea avesse opposto strenua resistenza alla lama. Bulatovic pronunciò poche parole. Buon Natale. Buon timing. Buona battuta. Buona ricerca! Bussò tre volte sulla parete di fondo e sentí il veicolo rallentare. but no more will I be the mourner Butta giú e basta. Buttarsi a terra. Butti lí qualche domanda. Cabras fulmineo infilò il muso di Monte Allegro nel varco che si era aperto. Marano capí che quello era il momento, agitò i gomiti come per chiedere il massimo alla cavalla, ma di fatto ne trattenne lo slancio. Cabras mantenne Monte Allegro lungo la corda, accorciando la distanza dai primi e superando Verdi all'interno. Cadde in ginocchio. Cade, come un cervo abbattuto. C'aggia fa' cu' 'sta pistola? Calca scomposta di palmipedi. Caldo afoso e opprimente. Caldo come il suo vecchio montgomery grigio. Caldo. Calma, calma, respira e riprova. Calò il silenzio. Calzoni grigi di velluto spesso e, ai piedi, un paio di stivaletti bassi. Cambiando argomento: cos'ha combinato Mr. Bondurant in mia assenza? Cambiato e ricambiato nome, era ancora lí a scrivere menzogne, come quando, l'11 ottobre del '44, aveva negato che fosse avvenuta la strage di Marzabotto. Cambiò il malloppo della roulette nell'equivalente delle ben piú costose fiches del tavolo di chemin, riducendone considerevolmente il volume. Camicia piú chiara con tab collar, cravatta a pois grossi annodata "a scappino" (di certo senza passante, visto che usava un fermacravatta di metallo). Camminarono nel buio piú fitto, lungo un sentiero che attraversava la pineta. Camminata sciolta, sorriso sincero, occhi chiari e profondi, indossava il classico abbigliamento da week-end fuori città, senza rinunciare a un fazzoletto da collo che sbuffava elegante dal pullover. Campionato del mondo. Cannes, 2 giugno Capace pure che ce fa fucila'. Capannelli si radunano sotto una specie di castello. Capelli rossi e sottili, scriminatura a destra. Capemmerda andava raccolto al piú presto e portato via, prima che combinasse altri casini. Capemmerda aveva pensato bene di combinargli quel numero col cinese. Capemmerda. Capí che gli sarebbe bastato. Capí dalle facce che non erano lí per un tressette. Capí di non aver detto tutto, di essersi tenuto qualcosa, e per un attimo ebbe l'istinto di correre giú. Capisci appena quel che dice. Capita poi a tutti di aver un amico con dei problemi e quando succede, è normale che se ne parla, magari c'entra anche il pettegolezzo, ma di solito si fa per trovare il modo di aiutarlo. Capite anche voi quello che deve oggi capire ogni cieco, che all'Italia associata con la Germania toccherà una terribile sconfitta sul mare, sulla terra e in cielo dalle forze unite di Russia, d'Inghilterra e di tutti i popoli del mondo che amano la libertà. Capite anche voi, quello che sempre piú capisce il popolo italiano a casa sua, che Hitler vi spinge a tutti i fronti: in Africa, nei Balcani, in Francia e in Urss affinché non potrete far resistenza a casa vostra, quando egli assalirà l'Italia "alleata" appunto come ha assalito l'"alleata Jugoslavia". Capite, soldati italiani, che l'unica salvezza per voi e per tutto il popolo italiano è nel volgere le vostre armi contro quelli che hanno cagionato per voi e per noi solo disgrazia, contro la cricca fascista di Mussolini! Capozzoli Salvatore e Staiti Davide per la compagnia e il supporto morale nel carcere di Poggioreale. Capponi batte la bottiglia neanche fosse un'incudine. Capponi guardò in cagnesco l'amico del fratello, mentre armava la macchina dell'espresso per servirgli il solito caffè corretto. Capponi intanto è già dentro che scalda la nuova macchina del caffè, mentre Bortolotti si butta sul televisore e lo accende, che ormai gli è venuta la mania, e molti di noi non sono per niente d'accordo, si dovrebbe decidere insieme, e solo se c'è qualcosa di interessante, non cosí, tanto per fare. Capponi la raccolse e la infilò alla cintura. Capponi ribatte che da quando Benassi glien'ha venduto metà, anche lui può decidere se il bar deve restare chiuso. Capponi scosse la testa: Capponi si avvicina al muro, lí dove c'è il quadretto con la sua medaglia e ci attacca sotto due foto, ben allineate, con le puntine da disegno. Capponi si fa largo tra le sedie seguito dal fratello. Capponi tira giú i conti della settimana per il proprietario, Pierre controlla il livello dei liquidi nelle bottiglie e quelli del tarocchino litigano per una presa. Capponi, a sorpresa, si schierò col pulismano: Captò nell'aria una strana elettricità. Caratteristiche personali: intelligenza superiore alla media; eccezionale dedizione al Partito; buona cultura generale; ottima conoscenza dei classici del socialismo scientifico; celibe; pratica judo, sambo e tiro con la pistola. Carbonati e ossidi di metalli diversi, bruciando, dànno origine alle differenti tonalità e colori di ciascun fuoco. Cari amici, speriamo che Gulliver tornato a casa bene. Carmine tirò la sigaretta lontano, si aggiustò la cravatta, e ripassò la frase assassina a labbra socchiuse. Caro Mr. Bondurant, Caro Nicola,sono partito. Caro Professore, Carta. Cary accavallò elegantemente le gambe, senza scomporre la riga dei pantaloni e annuí appena: Cary aggrottò le labbra, l'otto volante accelerava: Cary allacciò la cintura di sicurezza e si rilassò sul sedile. Cary alzò gli occhi dai fogli e strinse la mano di Zollo. Cary alzò lo sguardo: intorno a lui, carta da parati mal stesa e ingiallita. Cary alzò una mano: Cary ascolta con pazienza le domande dell'italiano dal nome francese, un simpatico giovane che ha visto un sacco di suoi film e vorrebbe saper sorridere come lui. Cary avanzò di qualche passo. Cary aveva occhi scuri. Cary aveva raccontato di Archie Leach, dell'invenzione di "Cary Grant", di un padre morto beone e incattivito, di una madre morta e resuscitata, di due matrimoni falliti. Cary chiuse il libro, spense la luce e "lasciò vagare i pensieri verso il tunnel del sonno". Cary ci sprofondò dentro, braccia lungo il corpo e gambe distese. Cary diede un piccolo colpo di tosse: Cary discuteva i contratti di persona anche se aveva un agente e un avvocato-manager. Cary e Betsy si separarono nel 1958 e divorziarono quattro anni dopo. Cary e David si alzano dalle sdraio. Cary e Grace ridevano. Cary è quasi commosso. Cary era disgustato: tattiche "piú sottili e meno rumorose"! Cary era nato a Bristol, aveva trascorso l'adolescenza girando per tutta l'Inghilterra, era sbarcato a New York (dove aveva frequentato gente d'ogni dove), aveva girato gli States in lunghe tournée teatrali e infine si era trapiantato a Hollywood, al centro di una comunità multinazionale di artisti sradicati, profughi, apolidi di spirito. Cary esplose in una risata liberatoria. Cary espone il suo punto di vista. Cary fece scaricare una piccola borsa, giusto il necessario per cambiarsi d'abito. Cary girò il foglio per leggerlo. Cary gli porge la mano per primo, in segno di gratitudine. Cary Grant Cary Grant è un regalo al mondo. Cary Grant era Archie Leach. Cary Grant era la dimostrazione che il progresso esisteva e andava nella direzione giusta almeno fin dall'Uomo di Cro-Magnon. Cary Grant in Jugoslavia per un film su Tito. Cary Grant non si nasce. Cary Grant si diventa. Cary Grant si era completamente trasformato, parlava con un fortissimo accento inglese, usava espressioni idiomatiche apprese nella Bristol d'inizio secolo, e in generale parlava, parlava, parlava. Cary Grant, nato proletario, e per giunta con un nome ridicolo, aveva sfidato la sorte con l'ardore dei migliori esponenti della sua classe. Cary Grant, sano e salvo, seduto pressappoco nella posizione di prima, stessi occhiali da sole, stessa polo e niente libro in mano. Cary Grant. Cary Grant. Cary guardò la moglie, guardò la scodella, alzò di nuovo lo sguardo per rifiutare e si trovò davanti una forchetta. Cary guardò l'incantevole leading lady, il modo di camminare, il capo che fluttuava elegante su un collo magnifico... e di nuovo il déja vu, come una vampata. Cary ha raccontato tutto, compreso lo scambio di cappotto. Cary inarca il sopracciglio. Cary inarcò il sopracciglio con un gesto automatico: Cary indossava un tuxedo blu. Cary inventa una versione di comodo, sono stato occupato, preparo il rientro in scena eccetera. Cary la conosceva da pochi giorni. Cary l'avrebbe seguito. Cary lo guardò raggiungere la libreria, sull'altro lato della stanza e lasciò il divano per fermarlo. Cary lo interruppe: Cary lo osserva divertito. Cary lo riconosce: Bill Brown. Cary lo squadrò e dovette ammettere che l'uomo aveva un certo stile. Cary ne rimase stupito, non tanto da perdere l'occasione di congedare Brown in modo appropriato: Cary non era certo un radicale, figurarsi un comunista, ma come sopportare tutte quelle intrusioni nella privacy della gente, nelle loro idee politiche, "siete mai stato iscritto al tale partito, al tale sindacato, al tale circolo...?" Cary non lo corregge. Cary non poté dire di spie naziste, missioni per conto dell'MI6 o incontri con satrapi socialisti di lontane lande orientali, ma quello che aveva detto era piú che sufficiente. Cary non ricorda quasi niente. Cary non sapeva distinguere a occhio, ma gli sembrava tutto molto barocco, quindi piú XIV che XVI, a suo dire. Cary non si intendeva di fisiognomica. Cary non si trovava d'accordo con quanti lo definivano noioso. Cary nuota, di fianco a lui nuota Frances Farmer, poi Frances Stevens [Clapas si appunta: Cary osservò ancora l'uomo di fronte a lui. Cary pensa ad altro, la mano nel secchio, accanto alla bottiglia di champagne. Cary pensa al suo quasi giro del mondo. Cary pensava ad altro. Cary per lavoro, Tito... per lo stesso motivo. Cary represse uno scatto di nervosismo ed estrasse dalla tasca un plico di fogli ripiegati. Cary ricordava molto bene di essere entrato nel locale, di aver ordinato il tè e di averlo pagato subito, sí, e che il cameriere si era fatto dare il montgomery, appeso alla sedia, per portarlo all'attaccapanni. Cary ride. Cary riempí nuovamente i bicchieri. Cary rientrò nel salotto a lunghe falcate, sistemandosi la cravatta come se dovesse incontrare qualcuno. Cary rimase per alcuni istanti incerto se mettersi a ridere, alla fine scelse il sorriso piú incredulo che gli veniva, si distese sulla poltrona, tenendosi il gomito con una mano, il mento tra pollice e indice: Cary rimpianse i corsi di meditazione consigliati da Betsy, nei quali non andava mai oltre la lezione di prova. Cary ripete: Cary rise di nuovo. Cary rovista nel cesto, afferra una testa: è quella di Joe McCarthy. Cary sapeva che il fascino vecchio stile della sua generazione avrebbe ceduto il passo alla nuova schiera di divi e alle loro pose da ribelli col cuore tenero. Cary sbottò: Cary scoppiò a ridere e li incoraggiò alzando il calice a simboleggiare un brindisi. Cary sente un tonfo sulla destra e abbassa il libro. Cary si accorse di essere rimasto appoggiato al telefono per tutto il tempo. Cary si addormenta. Cary si allungò sulla poltrona e trasse a sé il carrello del bar. Cary si alzò dalla poltrona e fece qualche passo in direzione dell'agente federale. Cary si alzò e prese a camminare su e giú per la stanza. Cary si chiese su quale base i due si fossero divisi le battute, o se invece l'ordine fosse casuale. Cary si chinò su Hitch e chiese: Cary si radeva con la destra, apprezzando ogni istante di quella liturgia mattutina, a cui seguiva la vestizione sacrale: abito e camicia commissionati a Quintino di Beverly Hills, cravatta intonata col calzino, niente reggicalze perché i calzini di Cary non osavano scendere alla caviglia, Derby o Full-Brogues ai piedi. Cary si rende conto che Tito non ha il minimo interesse per la balzana proposta dell'MI6. Cary si rilassa. Cary si ritrova schiacciato dal peso morto dell'energumeno e si lascia sfuggire un'imprecazione. Cary si scoprí affascinato dall'assurdità della situazione. Cary si sentí come un regista con un attore imposto dalla produzione per una parte al di sopra delle sue possibilità. Cary si sforzò di evitare espressioni volgari: Cary si sposò altre due volte. Cary sorrise e pensò che il tono della frase era troppo pomposo. Cary sorrise, con malcelata ironia: Cary sorrise. Cary sorrise. Cary spalancò gli occhi con un sussulto e spiegò il foglio davanti al naso. Cary strinse gli occhi e cercò di decifrare l'arzigogolo. Cary trattiene il respiro. Cary vedeva il proprio passato come una pellicola 35 mm trasmessa alla Tv, fatta eccezione per i colori accesi, cribbio, accesi come può esserlo un incendio in cui muore tua madre, un incendio appiccato da tuo padre. Cary vuotò il bicchiere di scotch. Cary, cittadino americano dal 1942, annuí senza dire nulla. Cary, dal canto suo, era stato il primo attore free lance di Hollywood. Cary, Hitch e Grace videro i mormorii e le risate alzarsi come onde di maremoto, attraversare il salone, spazzare via ogni conversazione a mezza voce, costringere le teste a girarsi sui colli e infine abbattersi sulle pareti del casinò. Cary, invece, non era riuscito ad abdicare. Cary, pigiama di seta blu scuro su cui si stagliavano due-tre piume bianche, barba lunga quasi mezzo pollice, li guardò e rispose: Cary, seduto a prua, penzola una mano fuori bordo, a raccogliere spruzzi per bagnarsi la testa, sgombra di pensieri come il cielo di nubi. Casino Royale di Ian Fleming. Casino Royale, di un certo Ian Fleming. Cassazione scalpitava quasi quanto il morello che era entrato per ultimo. Continuava a soffiarsi il naso nervoso. Casse di che? Castelvetri. Catarina, Buenos Aires. Cavicchi Franco detto Checco, il colosso di Pieve di Cento, era un idolo per Pierre. Cavicchi lo seppelliva sotto una valanga di pugni, cercando il momento per scaricare il famoso gancio sinistro. Cazzo badile! Cazzo, bionde cosí ne aveva viste poche. Cazzo. Cazzone, me l'avevano detto che eri di nuovo in città. C'è chi si schiera contro la proprietà privata, chi vuole organizzare una lotteria, chi invoca lo sciopero dell'amaro finché Benassi non cala le braghe e chi propone di chiedere a Gas se ha qualche modello per le mani. C'è finita di mezzo anche Alida Valli, per via di una telefonata a Piero Piccioni. C'è la fila per stringergli la mano, come se fosse lui ad aver perso un fratello e non tu. Ce l'aveva col programma radio di Drew Pearson, e colpí lo sponsor dicendo "Chiunque compra quei cappelli sta dando un contributo alla causa del comunismo". Ce l'aveva l'abbonamento? C'è modo e modo di salvare le streghe. C'è pure la foto, Montroni con i suoi occhialini, seduto dietro una grossa scrivania piena di carte. C'è rimasto male quando ha saputo che ti eri arrabbiato. C'è una nave per il Messico, salpa dopodomani. C'è una specie di grotta, sul limitare della spiaggia, poco profonda, appena un'insenatura tra le rocce. Celebrazioni in terra e in mare, su piazza dell'Unità e sulle navi attraccate di fronte, nel bacino di San Giusto: l'incrociatore Duca degli Abruzzi, tre caccia bianchi e un veliero di foggia antica, tutto sartie e pennoni, la nave scuola Amerigo Vespucci dell'Accademia navale di Livorno. Cemento. Centinaia di migliaia di dollari dei contribuenti americani regalate a un decadente aristocratico indocinese, che se li sputtanava al casinò di Evian. Centinaia di migliaia di dossier, schede, profili, dati personali. Centinaia di ragazze da tutta Italia si contendevano quattro particine in un film importante, che guarda caso era proprio Siamo donne. Centocinquanta chilometri, centottanta minuti e migliaia di parole furono piú che sufficienti per i restanti dieci. Centomila? Centro al quarto tentativo. C'era anche Enrico Pinamonti, magro e occhialuto, insegnante di ginnasio con idee anarcoidi. C'era anche Grace. C'era anche un aneddoto: il 25 maggio 1944, poco prima dello sbarco in Normandia, L'Oberkommando tedesco aveva sferrato l'ultimo attacco allo Stato maggiore di Tito, acquartierato a Drvar, in Bosnia. C'era anche una foto... C'era bisogno di gente pratica e fidata. C'era chi parlava di droga, di prostituzione e di chissà cos'altro. C'era cresciuto in mezzo fin da quando aveva potuto camminare sui docks, per scroccare qualche centesimo agli scaricatori e sentire i marinai raccontare le loro fantastiche balle. C'era la nebbia. C'era nebbia, e qualcuno urlava: C'era qualcosa di strano: Bologna non sembrava piú la stessa. C'era un collegamento? C'era una ragazza di Mantova, di nome Emma. C'erano anche anziani con la mantellina nera, ma quelli non contavano. C'erano anche ex fascisti, ma, diamine, non erano italiani anche loro? C'erano arrivati anche loro. C'erano i fumogeni. C'erano i soldi. C'erano stati parecchi cambiamenti ai vertici nelle ultime settimane, e tirava aria di novità per tutti. C'erano tracce compromettenti? C'erano voluti tre inservienti per riuscire a trattenerla e impedirle di slegarlo. Cercare una motivazione incidentale al suicidio di Fefe era soltanto un modo per giustificarsi. Cerchi i suoi occhi, occhi neri che ti bruciano dentro da quando li hai visti la prima volta e che adesso scompaiono dietro le lenti scure. Cercò di calmarsi. Cercò di calmarsi. Cerimoniale perfetto. Certe guaglione eccezionali. Certo che no. Certo la discussione non era partita col piede giusto. Certo non Ettore, che comunque di casini, merda e fucilate era certo di averne visti abbastanza, ma questa Calcutta del Mezzogiorno, Napoli, gli faceva effetto, e Palmo lo preoccupava, quanta cazzo di gente c'era a girare là intorno? Certo non poteva fare a meno di pensare che quel toro col doppiopetto che il ragazzo chiamava Mistestív era proprio un diavolo, ma tanto non serviva a un cacchio comunque. Certo! Certo, altri l'hanno fatto. Certo, aveva la faccia di chi ne ha passate tante ma... Certo, Fanti non era un compagno, e nemmeno apparteneva alla classe operaia. Certo, il tempo di Cary Grant stava volgendo al termine. Certo, l'odore dei porti gli dava il voltastomaco, detestava il sale sulla pelle e i miliardari da salotto con la passione della vela; ciononostante, quando fantasticava sul luogo dove avrebbe speso gli ultimi anni, senza nemmeno farlo apposta si ritrovava sempre là, col culo al caldo e il mare negli occhi. Certo, non aveva la varietà di un panorama di montagna e nemmeno il tocco romantico di una costa a picco sul mare, ma a volerlo scovare, c'era un fascino anche nel susseguirsi sempre uguale di campi arati, cottage e filari di alberi. Certo, non era la ripresa che sognava per Cary, un film che gli facesse tornare voglia di lavorare e fiducia in se stesso. Certo, quel che aveva letto di lui, sul dossier dell'MI6, non lo aveva proprio ben disposto nei suoi confronti. Certo, regali come un McGuffin Electric Deluxe, valore commerciale duecentocinquantamila, per i piú smaliziati erano già una ragione sufficiente. Cervello FUORI SERVIZIO. Vedi solo una macchia luminosa. Cessi pubblici, scale della metro, un marciapiede anonimo costellato di merde. C'est bon, si fa. Chandu, oppio preparato. Chaplin in esilio. Charles Siragusa Charles Zucca precedeva Zollo con passo sostenuto, faceva strada in silenzio, tenendo un fazzoletto premuto su bocca e naso. Charlotte in prima fila, felice, fiera di lui. Che altro? Che anno convulso. Che avresti fatto? Che cazzo c'entra? Che cazzo ci facevano quei mattoncini bianchi dentro il televisore? Che cazzo gli stava succedendo? Che cazzo vuoi... Che ci faceva lí? Che ci sarà da ridere? Che ci tornava a fare, in Italia? Che ci vuoi fare. Che conservo il suo indirizzo e quando mi sentirò di farlo, gli scriverò senz'altro. Che erano forestieri si capiva a colpo d'occhio. Che ero un contrabbandiere, un malfattore. Che faccio adesso, madonna che paura! Che faccio che faccio che faccio? Che gli era preso a tutti? Che gli piacesse uscire nudo, non era una novità. Che gran finale. Che importa? Che importava? Che la usasse o no, quella pistola era la ciliegina sul semifreddo. Che ne pensi di Grace Kelly? Che non ce ne sarà un'altra. Che poi, pensava don Vincenzo, se lo trovavano, che succedeva? Che poi, pensava Pierre, Nicolaj Lenin non si chiamava cosí. Che razza di situazione! Che roba era? Che schifo. Che sfortuna, che fine di merda! Che so: del caffè. Che spettacolo! Che strano che invece non sognai l'imbarco. Che strano che stanotte sognai Mona. Che strano che stanotte sognai Mona. Che su questioni come il fascismo di Tito va pure bene, per carità, ci interessa a tutti, ma altre volte si fa giusto per chiacchierare e lui niente, parte lo stesso con la lezioncina, che si parli di calcio o del divorzio di qualche attore. Che, mi mettevo a parlare a schiovere su don Luciano, io? Chi cazzo ce l'aveva messa, dentro il televisore? Chi cazzo erano quelli che avevano cercato di rapirlo sull'isoletta? Chi dice va bene, chi è convinto che cosí finiamo per fargliela pesare di piú. Chi erano Kociss e Mister Roccia? Chi esce sdegnato, chi di nascosto, chi di corsa, chi scuotendo la testa. Chi fosse arrivato solo in quel momento, avrebbe capito che Capponi era stato arrestato, che lo avevano fregato per bene, che era chiaro, gli avevano fatto arrivare qualcosa di losco insieme alle solite forniture, solo per incastrarlo, per buttare fango su un vero compagno, un eroe della Trentaseiesima e di Monte Battaglia, macché, di Ca' di Malanca. Chi ha ucciso Wilma Montesi? Chi mi vede dà di gomito all'amico e dice: "Una volta era comunista, guarda come ci si riduce!" Chi non frequenta un bar forse non può capire fino in fondo, ma non c'è niente di peggio di quando il gestore c'ha i maroni girati. Chi porterà il frutto piú buono, nutriente e benefico alla salute, sarà il capo. Chi poteva aiutare suo padre? Chi prendi a calci in culo, eh? Chi può sapere che il film non si farà? Chi renderà possibile l'incontro? Chi se ne fotte, pensò Toni. Chi si era fatto avanti per sbaragliare gli avversari e vincere a mani basse, era rovinato nel fango. Chi stava parlando d'altro si mette zitto e tende l'orecchio. Chi stava parlando, Archie o Cary? Chi stava parlando, Archie o Cary? Chi urlava che il ferrarese avrebbe fatto meglio ad allevare anguille, chi chiedeva di salire lui, sul ring, per dare una lezione al fascista. Chi volevano proporgli di interpretare, Stuart o Deakin? -Chi? Chiamava dalla clinica. Chiamò banco. Chiariamoci: noi del bar Aurora non siamo di quelle vecchie sottane che guardano sempre il piatto degli altri perché nel loro, ormai, ci son soltanto gli ossi. chiede Bottone incredulo mentre inforca gli occhiali per leggere i caratteri microscopici del giornale. chiede il Barone rosicchiando il fondo della biro. chiede Pierre da dietro il banco. chiede subito Bortolotti. chiede Walterún. Chiedete di ritornare a casa vostra! Chiediamo venia agli amici "vampirizzati" nel romanzo: Stefano "Zollo" Colombarini; Fabrizio Giuliani; Alberto Rizzi; Leo Mantovani; Maurizio Melega; Giovanni Azzoni; Luca Mariani; Federico Martelloni. chiese a bruciapelo. Chiese agli amici di entrare da solo e quelli, come vassalli fedeli, abbassarono gli occhi con pudore facendosi da parte. chiese Angela. chiese Bottone. chiese Cary a Hitch. chiese Cary guardando ancora la fotografia. chiese Cary stanco dell'infinito preambolo. chiese Cary. chiese Cary. chiese Ettore accendendosi una sigaretta. chiese Ettore cercando di tagliare la discussione. chiese Ettore mentre uscivano dalla città. chiese Ettore. chiese Gigi, sistemando la cravatta dopo tutto quel ballare. chiese Grace, voce un po' troppo alta. chiese il giovane. chiese il ragazzo. chiese la Gaggia dal tavolo vicino alla stufa. chiese lei tirando su col naso. chiese lui stringendo il corrimano. chiese mentre gli applausi si attenuavano. chiese Palmo, che ansimava, agitato. chiese Pierre quando ebbe assaggiato il vino. chiese Toni, accendendosi un'altra sigaretta. chiese Toni. chiese Zollo indicando Pierre. Chimici di fiducia. Chiodo fisso: le scarpe. Chissà Angela. Chissà come se l'era cavata Bondurant al posto suo? Chissà cosa intendeva quello per "film". Chissà cosa inventeranno. Chissà cosa scrive il "Carlino", se muoio stanotte. Chissà cosa si sarebbero detti. Chissà Fefe. Chissà i titoli dei giornali di domattina! Chissà le facce quando perderanno il contatto con il loro "ambasciatore artistico". Chissà perché quel giorno dava le spalle alla porta. Chissà se Angela aveva già parlato con Montroni. Chissà se è amico di quel famoso "Steve Cemento", quello che lo nominano per spaventare gli scugnizzi. Chissà, forse avrebbero inserito un personaggio immaginario, per gonfiare e abbellire la "partecipazione di personale britannico". Chissà, magari ha conosciuto qualcuno del bar. Chiuse il grosso lucchetto intorno all'anello di ferro e si allontanò fischiettando Viale d'autunno. Chiuse la curva, finendo con due ruote sulla ghiaia, controsterzò e rimase in carreggiata. Chiuse l'acqua, la padella tra le mani, in ascolto. Chiuse le carte e si alzò. Chiuse, assenti. C'ho ancora in tasca il biglietto che m'ha fatto avere assieme alle chiavi, povero Stiv, cosí sto sicuro che non mi scordo le cose. Ci aveva pensato a lungo in quelle settimane. Ci aveva sempre tenuto. Ci avrebbe riflettuto sopra. Ci criticavano perché attaccavamo sempre. Ci dissi di tornare la sera dopo, che friday night è la sera che si fotte, ca uno c'ha lo stipendio e un poco ne porta a casa e l'altro poco lo spende in fimmine e liquore. Ci fanno il mazzo quadrato. Ci fu un attimo di esitazione nelle file dei celerini, poi uno di loro avanzò verso Zanasi col fucile puntato intimandogli di togliersi dai piedi. Ci fu un attimo di silenzio. Ci fu un minuto buono di silenzio. Ci fu una lunga pausa, durante la quale Sir Lewis parve meditare su cosa dire. Ci furono dodici feriti gravi, e una quarantina di arrestati. La polizia devastò le sedi del Msi e della società sportiva "La fiamma", per far credere di aver represso una manifestazione neofascista. Ci hai provato, compare. Ci hanno sempre temuti. Ci metterò dentro tutte queste strane storie di Hollywood. Ci mise un attimo a focalizzare la situazione. Ci pensi, Steve? Ci piace che passino di qui a farsi un cicchetto, prima di andare a ballare, perché ci sentiamo un po' tutti come quegli omini con gli asciugamani sulle spalle che massaggiano i pugili prima dell'incontro. Ci sa fare. Ci si può fidare per interposta persona? Ci si può iscrivere al nostro sito, www.wumingfoundation.com Ci siamo amati, forse ci amiamo ancora. Ci siamo. ci sono insegnamenti che ci portiamo dentro dovunque, anche dall'altra parte del mondo. Ci sono persone che non si possono dimenticare. Ci sono razzi chiamati "carciofi" o "vortici" che girano su se stessi e schizzano verso l'alto, lasciando una scia luminosa. Ci sono tutti. Ci teneva cosí tanto. Ci voleva sempre un po' di tempo prima che Ferruccio si lasciasse andare. Ci vollero due ore. Ci vorrà un'ora al massimo. Ci vuole cuore. Ci vuole pazienza nella vita, ripeteva zia Iolanda. Ci vuole un'azione ardita. Cianfrusaglie. Ciarlatano bastardo! Ciascuno coincideva con un ritorno di Archie Leach e del suo lacerante sarcasmo proletario. Ciascuno dei due ha una macchina fotografica a tracolla, benché uno la tenga in un astuccio rosso, l'altro in un astuccio azzurro. Cieco. Cinquantamila italiani ai funerali delle vittime di Ribolla... " Cinquant'anni ben portati, fisico asciutto, capelli appena spruzzati di grigio, i tratti del volto duri, come scolpiti nella roccia. Cinquant'anni passati, due volte vedovo, in odore di galera, senza un lavoro, bollato come "titofascista". Cinquantasettenne. Cinque minuti cosí e la pioggia avrebbe cominciato a filtrare. Cinque minuti. Cinque, dieci anni? Cinque, sei mesi. Cinquemila lire. Cinzia per la copertina. Ciò che era stato ottenuto da un individuo, a maggior ragione sarebbe stato ottenuto da tutto il resto della classe operaia. Ciò potrebbe voler dire che il soggetto è effettivamente criptocomunista, ma che ciò gli provoca sensi di colpa e scrupoli. Ciò rende difficile svolgere un'inchiesta nei suoi confronti. Cioè, io non ci dissi proprio cosí, ci dissi solo di tornare la sera dopo. Cioè, non certo per Lisetta, anzi, se viene a sapere che mi sono fatto accompagnare, capace pure che mi spara. Circa trent'anni, contabile e avvocato dell'organizzazione, figlio di Pascal Zucca, avvocato di fama, benemerito della Resistenza francese e consigliere strategico delle disinvolte operazioni del sindaco Defferre. Città del Capo, sole, prati verdi, e un Manhattan sempre sotto il naso. Città del Capo. Città del Capo. Città del Messico, 4 settembre 1954 Clandestini, per separarsi ancora. Clapas era francese. Clapas non aveva capito niente. Clapas pendeva dalle labbra dell'attore. Clapas sudava e stringeva il lino dei pantaloni all'altezza delle ginocchia. Clapas, sinceramente colpito, aveva deciso di dargli l'Lsd, senza informarlo degli effetti per non ingenerare reazioni di difesa. Classico stile Scelba. Classificato: livello 1. Clima troppo umido. Cocaina, eroina, morfina? Cocaina? Coda Codice decrittato: 43. Cogitabondo e fumante una pipa Bent Army, sottile e ricurva. Cogliere riferimenti e informazioni nascoste. Coi caduti del gruppo Valanga, con Dubat, che si suicidò in una caverna per non farsi prendere dai tedeschi, con Carioca, Ettore Bruni, Edoardo, Ribino, Aldo, Ferro, Silenzio, Renato. Coi miei amici, per sempre. Coi rossi, non si sa mai. Coi vigili di Bologna il trucco dell'inglese funzionava sempre. Coi vigili di Bologna, non gli era mai successo. Col Belgio o si vince o si va a casa. Col braccio fasciato. Col brutto tempo, il freddo, il lavoro, non è in vena di pensare alla politica, farsi il fegato amaro, digerire la solita pappa, ascoltare cosa c'han da dire i pezzi grossi. Col cazzo. Col fazzoletto tamponò la ferita sulla bocca. Col serramanico squarciò la camera d'aria e trasferí i mazzetti di franchi nella valigia. Col sesso sotto la pelle, non in superficie, come piacevano a Hitch. Col solito savoir faire, Fanti evitava domande dirette. Colleferro Km 10. Colleferro Km 10. Collegamento diretto da Lugano. Colore, 87, la piú costosa produzione della cinematografia jugoslava. Colpi d'ala e di becco per contendersi la prima fila. Come a Porta Lame. Come a Porta Lame. Come accadeva sempre, sulle prime Cary aveva accolto la novità con entusiasmo, cercando di imparare tutto sull'argomento. Com'è allora che non sei tranquilla? Come aveva fatto a scoprirlo? Come aveva potuto capire fin da quando era stato trasferito lí, la maggior parte dell'attività del Ministero era volta ad accumulare informazioni. Come avrebbe fatto a pagare il debito? Come avrebbero campato una volta arrivati all'estero? Come buttar giú d'un fiato una grappa a stomaco vuoto. Come cercare un ristorante sul planisfero. Com'è che dicevano i latini? Com'è consuetudine quando fa l'anfitrione, Tito prepara il caffè di persona. Come diceva il capo che buttava la pallina? Come diceva Odoacre: il piú delle volte specchiamo noi stessi nell'incomprensibile. Come dire che anche su questo, noi comunisti, siamo contrari alla proprietà privata. Come doveva stare? Come già con Cary Grant, Pierre riuscí ad afferrare soltanto l'ultima parte della domanda. Come gli aveva detto una volta il vecchio Sam Giampa, mentre spezzava le braccia ai crumiri dei docks? Come ho potuto non capirlo? Come i tedeschi e le Brigate nere. Come il tizio con tre palle che sul tram si avvicina a uno e gli fa: Come la storia del naufrago e di Marilyn Monroe sull'isola deserta. Come le finestre del villaggio. Come mia madre. Come nel '21, quando i capi raccomandavano di non accettare provocazioni, di non farsi prendere dalla violenza, e intanto le squadre fasciste bastonavano, e non solo quello, e alla fine c'eran voluti vent'anni per mandarli a casa. Com'è ovvio, Kociss non trattenne un grido di gioia e sorpresa, quando il croupier, in quella lingua che non capiva ma che intuiva, segnalò che la pallina si era fermata proprio nella casella del 15, Nero, Dispari. Come potrebbero? Come quella volta, nel '48, che Stalin ha buttato fuori Tito dal Cominform, e siam rimasti tutti quanti qui a discutere, con la serranda mezza giú, fino a che non ha fatto giorno. Come se anche l'atmosfera si fosse fatta piú sottile, in quel Quattro novembre, per avvicinare a Trieste le terre irredente, che biechi interessi di parte allontanavano dalla madrepatria. Come se dovesse rallentare al ciglio del burrone. Come se Fanti si fosse dissolto, tra le note di Woody Herman e i vapori della teiera. Come se i piloti non lo avessero riconosciuto. Come se lo prendesse in giro, dopo averlo provocato per godersi la scena. Come se non fossero stati i primi a fermare Hitler, mentre gli angloamericani giocavano alle battaglie navali. Come se ti pesasse". Come sellare un cavallo brado. Come sempre, quando lavorava con Alfred Hitchcock. Come sempre. Come si vede, il mare non compariva tra i requisiti fondamentali. Come una grande compagnia statunitense Come unico risultato Bottone si ritrova con diciotto carte e deve rifare la distribuzione. Come vincere al Lotto e perdere la ricevuta. Com'è, Steve? Comincia adesso. Cominciava a capire come ragionava quell'ucraino tarchiato: molte cose stavano cambiando e la politica estera dell'Unione Sovietica non sarebbe stata piú la stessa. Cominciava a essere troppo stanco per nuotare. Cominciava a pensare che non sarebbe riuscito ad andarsene a modo suo. Cominciava cosí quella storia: un figlio partiva alla ricerca del padre mai conosciuto. Cominciò a girare, scrollando il collo, quasi a sciogliere la tensione. Cominciò a gridare: Cominciò a scrivere appunti su uno dei fogli. Comincio a urlare, mi caco addosso, imploro Sant'Anna che mi ha abbandonato, le Madonne che ho fatto piangere e mo' si stanno vendicando, chiedo perdono, sí, mi piscio addosso, perdono perdono perdono a Maria Vergine e a Steve Cemento. Comincio addirittura a dubitare che siate davvero un agente federale. cominciò, Comitato centrale del Partito comunista della Slovenia commenta Bottone senza lasciarlo finire. commenta Bottone sottovoce. commenta Bottone. commenta Capponi da dietro il banco. commenta con la tazzina in mano un tranviere che vien sempre qua a bersi il caffè. commentò baldanzoso Kociss. commentò Grant con un sorriso ironico. commentò il giovane. commentò il ragazzo. commentò la mozzarella sistemandosi gli occhiali. commentò Pierre di fronte allo scodinzolare festoso del cane. commentò Pierre divertito. commentò Pierre dopo l'ennesimo sbaglio. commentò Pierre senza pensare. commentò rassegnato. Compaiono dopo qualche minuto. Compare in giardino. Completo chiaro (beige, forse; lino, si poteva intuire) a revers stretto, molto probabilmente a due bottoni. Comunico che il reclutamento degli informatori in merito all'operazione "Indocina" ha avuto luogo come da ordini ricevuti. Comunque d'accordo, una punta d'orgoglio, ma non solo. Comunque fosse andata, quel viaggio avrebbe significato qualcosa. Comunque hai i soldi, Pierre. Comunque la macchina non gli ha fatto quasi effetto, giusto i primi cinque minuti. Comunque stessero le cose, era gente in gamba, che aveva fatto carriera dentro le file nemiche, rinunciando all'amor di patria per servire la causa del socialismo. Comunque, bastava il soprannome: Pier. Comunque, quand'era ragazzino, Nicola gli sembrava un eroe, uno di cui vantarsi con gli altri: Comunque, quello che ha detto Dall'Oglio è vero. Con affetto, Con altre persone riuscí a entrare in chiesa e a chiudere il portale. Con chi se la sta prendendo adesso McCarthy? Con Dyle, si limitò al settanta. Con gli occhiali, a studiare carte topografiche. Con i soldi si può fare tutto. Con il nove già fuori, il punto dell'imperatore era uno. Con il Trio Bonora c'era una buona intesa. Con inchini di uguale angolazione, i portieri in livrea salutarono l'ingresso del corteo imperiale. CON LA FIRMA DELLA RESA TORNA NEL GUATEMALALA LEGGE DEL TERRORE DELLA UNITED FRUIT Con la Jugoslavia ho chiuso. Con la manica lucidò la falce e martello dorata, tirò un lungo respiro e uscí nel corridoio. Con la moglie si era trasferito in California nel '49, a cinquant'anni suonati. Con l'aiuto della moglie riusciva a fare tutto il lavoro, trasportare le cassette, pesare la frutta, metterla nei sacchetti, addirittura contare i soldi e dare il resto, tenendo le monete strette tra i due ganci e versandole in mano al cliente. Con l'ennesima occhiata, Pierre notò la luce sull'altro lato della via. Con l'esercito. Con lo stesso numero. Con l'ultimo fiato, implorò l'autista di fermarsi. Con l'unico tizio in grado di comprendere la sua passione per i dettagli, capace di discutere per ore sul livello del liquido in un bicchiere e allo stesso tempo in grado di capirlo con una sola occhiata. Con o senza la polvere: schemi diversi, stesso risultato. Con Odoacre, in viaggio di nozze. Con poderosi colpi sui fianchi, e l'aiuto di un paio di inservienti, Cabras riuscí a farlo entrare. Con quanto fiato gli restava. Con rumore improvviso il frigorifero attaccò a ronzare. Con Stalin l'anno successivo. Con Stelio, torturato per trentasei ore in via Siepelunga, come Irma Bandiera, come Sante Vincenzi la notte prima della Liberazione. Con stima, Con tutta l'amicizia del mondo, era un'altra cosa. Con tutto quel ferro si potevano forgiare armi per difendere la rivoluzione e il legno poteva bruciare nei bivacchi dei soldati. Con un carico come quello, non si era mai abbastanza premurosi. Con un cenno del capo Cary lo invitò a proseguire. Con un colpo di pinne inseguirebbe un banco di piccoli suri nelle virate unanimi e improvvise. Con un colpo di reni si inerpicò verso il parapetto, seguito dal padre. Con un gesto congedai Frankie, che sembrava l'avesse abbuscato iddu, lo schiaffo, poi ci dissi: Con una pronuncia orribile, l'uomo disse: Con una scopa cercava di colpire il gatto di casa. Con una vena di orgoglio nella voce Sir Lewis lo rassicurò: Con uno scatto improvviso, Fefe prese a schiaffeggiarsi la testa. Con vaghi cenni, fecero capire che avevano fatto del loro meglio per risparmiargli un quinto grado, ma erano ospiti del governo locale e dovevano lasciar fare Brown. Con Winston Churchill a Napoli, nel 1944. Conceditelo, per favore. Concentrarsi solo sui passi, un piede davanti all'altro. Concentrata senza rinunciare alla leggerezza. concesse Angela, e attraversò la stanza pulita di fresco fino alla finestra. CONDANNATE LE ARMI ATOMICHE Condizione ideale per prosperare. Condoglianze, processione di sagome nere con le spalle curve. Condusse fuori per le corna la prima Lambretta. Congeli gli occhi e schiacci l'indice tra naso e mento. Conosceva bene Cary e conosceva bene anche Archie. Conosceva il mondo, il cinema, la musica. Conosceva la battuta a memoria. Conosceva la via dei frontalieri, l'aveva fatta altre volte. Conosceva Odoacre, sapeva quanto teneva al lavoro e Fefe non era poi cosí grave. Conosceva ogni tegola, in quel punto. Conoscevano Carmine e certo non ci sputavano sopra. Consegnate le armi e le munizioni ai partigiani e alla Difesa popolare! Consegnato all'editore il 21 settembre 2001, in attesa dell'escalation. Conservazione e inscatolamento sardine. continua Melega con aria da provocatore. Continuarono a scriversi, al ritmo che permettevano le Poste: una lettera ogni cinque o sei mesi. continuò a girare e gli tornò di fronte. Contò i soldi che aveva cambiato, chiuse la valigia e strinse la cinghia piú del necessario. Contrabbandiere di cosa? Contrario all'etica professionale. Contro il mondo di Cary Grant, l'Imbrattatele aveva perso con disonore, in una pozza di sangue e feci. Contro ogni buona abitudine, teneva la camicia di fuori come un coglione hawaiano. Controlla se prima di partire ha sospeso la medicina a Fefe e quando hanno ripreso a dargliela". Controllò che le unghie fossero pulite. Controllo. Convincente. Coperti dalle loro spalle, tre uomini eccentrici avanzavano parlando fitto. Coperture d'acciaio. Coraggio. Corpo Morto rimane appeso alla corda. Corpo: involucro di tremiti e sussulti, nemmeno un muscolo che faccia il suo dovere senza lamentarsi. Corre a grandi falcate, stile da velocista. corresse Pierre, certo che il napoletano lo stesse prendendo per il culo. Correva un bel rischio a farsi vedere lí. Corri in camera. Corrono. Corruccio appena le sopracciglia. Corse giú per la discesa a grandi balzi e si bloccò davanti a Vittorio per porgere il muso alle carezze. Cosa avrebbe fatto il sosia? Cosa c'entrava Cary Grant? Cosa che accadde il giorno dopo, al confine tra Zona A e B del Territorio libero di Trieste. Cosa diceva sempre il presidente ai suoi uomini? Cosa dire! Cosa dire? Cosa dirle? Cosa doveva fare? Cosa fare? Cosa gli avrebbe raccontato della cartella clinica? Cosa gli avrebbe raccontato? Cosa mi dice un mio amico se ci strappo la merenda? Cosa so del Messico? Cosa succede quando ho i miei scatti? Cosa voleva da lui l'MI6? Cosa vuoi, lui è un "handicappato". Cosa? Cosa? Cosa? Cos'è che mancava? Cose da uscire pazzi. Cose inutili. Cos'era quella cazzata di Cary Grant? Cos'ha Cary che David può invidiare: è inglese, americano e cittadino del mondo. Cos'ha David che Cary invidia (invidiava?): medaglie e onorificenze. Cosí anche Pierre poté lasciare l'officina, salutare zia Iolanda, trasferirsi in città. Cosí aveva deciso di giocarsi il tutto per tutto. Cosí come le comunicazioni interne dell'MI6 giunte fresche fresche da Londra. Cosí la boxe, che languiva sul quadrato, si accese sugli spalti. Cosí Pierre imparò a odiarli. Cosí sarebbe andata. Cosí se ne stava lí in poltrona, a premersi il fazzoletto sulla bocca e pensare dove sarebbe potuto andare, senza una lira, senza passaporto, e con una conoscenza del mondo che andava da Modena a Marina di Ravenna. Cosí, non gli restava che chiedere aiuto al figlio Pierre, che non aveva una lira, che doveva restituire dei soldi e non sapeva come fare, che era stato lasciato dalla sua donna, che era preso di mira dal marito di lei, un pezzo grosso della Federazione di Bologna. Cosí, quando la musica si interruppe, Pierre fece per congedarsi. Cosí, Salvatore Pagano, detto Kociss, braccio sinistro avvolto da un termitaio, si ritrovò solo in quel luogo incredibile. Cosí, verso l'una, ci sono soltanto gli scapoli, i vedovi senza figli, e quelli come la Gaggia o Brando che han la bottega a due passi da qui e non hanno voglia di tornare fino a casa. Cosí. Costeggia con la schiena la parete che si apre sulla grotta, fino a un metro dall'imboccatura. Costui era un paziente, s'era presentato per la seduta, ma la polizia, da tempo sulle sue tracce, aveva circondato l'abitazione. Crash. Credevano di avere ancora un impero, ma si facevano prestare i soldi dagli americani per tenerlo in piedi. Credimi. Credo che l'unico modo che un allievo ha per sdebitarsi è affrontare la vita mettendo a frutto quello che ha imparato. Cresciuto sui campi di battaglia, conosceva il freddo bielorusso e polacco, e il piombo nazista. Criccò il mozzicone oltre il parapetto e imboccò le scale per il ponte inferiore. Cristo santo, possibile che lo zio Sam mandasse in giro i suoi uomini conciati in quel modo? Cuori e fiati galleggiano sospesi tra fumo e soffitto. Curioso, era su di lei, ma parlava solo la madre. Curioso, solo poche settimane prima avevo parlato di specchi con Kardelj. Curioso, vero? Custodiva in cuore un segreto. Da allora era passato soltanto un anno, necessario a regolare i conti e decidere chi avrebbe proseguito e chi sarebbe rimasto al palo. Da allora, Ferruccio usciva dalla clinica solo la domenica, quando Angela lo andava a prendere e lo portava al cinema o a passeggiare. Da allora, piú niente. Da allora, un susseguirsi di piccoli segnali. Da almeno un anno, Archie era tornato a rimuginare su Frances Farmer, del cui destino riteneva colpevoli tutti quanti, anche Cary, e soprattutto Cliff. da dove sono saltati fuori? Da lí partiva la materia grezza, disponibilità illimitata, o già trattata o semilavorata, ma di quantità e qualità inferiori. Da Marsiglia alla Sicilia. Da Marsiglia si filava dritti dritti per quasi ventimila chilometri, fino a Saigon, il Laos, la Thailandia. Da Mosca, dopo molto tempo, arrivano timidi segnali. Da noi non si può, fan cosí soltanto i forestieri, perché la schedina riguarda tutti, è una cerimonia comune, che per riuscire bene ha bisogno della fortuna di molti e dell'esperienza di qualcuno. Da picciriddu e magari da omo. Da qua non si vede un cazzo. Da qualche giorno frugava tra le sue carte e apriva cassetti, pure quello chiuso a chiave, con l'aiuto di una forcina. Da qualche parte in America. Da quando Fefe non c'era piú, i momenti vuoti parevano moltiplicati. Da quando stava con gli italiani, McGuffin non conosceva pace. Da quei tragici eventi Ferruccio non s'era mai piú ripreso. Da quel che Pierre poteva capirne, si trattava ancora di un esperimento, ma, in sostanza, lo Stato concedeva ai lavoratori la possibilità di prendere in mano le redini delle aziende in cui lavoravano. Da quel giorno, Nicola si era chiuso in un silenzio funereo. Da quel poco che sapeva, chi lavorava con Ettore aveva un passato da partigiano e quei due dovevano aver preso le armi a neanche diciott'anni. Da Roma, il presidente del Consiglio Pella esortò i Triestini a "conservare la calma dei forti". Da sempre antifascista, di famiglia liberale, durante la Resistenza andava a curare di nascosto i partigiani feriti. Da sette a due e mezzo. Da sopra la credenza sfilò la foto di Cary Grant e la incastrò tra il muro e lo specchio. da sotto il tavolo allungò una grande busta gialla sigillata. Da troppi anni non rischiava la pelle. Da un cespuglio basso saltò fuori un cane pastore che Pierre non aveva ancora notato. Da un momento all'altro, una mano gigante avrebbe potuto capovolgerla e far scendere neve finta. Da una via laterale, raffiche di mitra, in aria... poi ad altezza d'uomo! Da vicino faceva paura. Da: residente 04, "Jules Verne", Ginevra, Svizzera. D'accordo la gran novità, ma forse è bene dire che tutta 'sta bella gente non è qui solo per vedere un televisore, anche perché, piú o meno, com'è fatto lo sappiamo. D'accordo, il giornale e la passeggiata. D'accordo, lui era il primario della clinica, seguiva di persona la terapia di Ferruccio, era il capofamiglia e tutto il resto, ma chi se ne frega, la sorella avrà pure il diritto di saperlo per prima, no? D'accordo, merito anche dell'inverno russo, ma una cosa era certa: L'Uomo Nuovo, almeno per il momento, non avrebbe avuto le braghe infilate in stivali di cuoio alti due piedi, per marciare al passo dell'oca. D'accordo, non avremo da raccontarci delle gran chiavate, però, anche senza quelle, ce n'è da dire lo stesso, altroché, che il tempo è uno schifo per via degli sperimenti nucleari e il Bologna è uno schifo perché Viani fa catenaccio anche col Legnano e l'Italia è uno schifo perché comandano i preti. D'accordo, vecchio mio. Dai tavoli si alzavano grida di incoraggiamento e applausi per le evoluzioni piú complicate. Dai tavoli vicini qualcuno buttò un'occhiata. Dal 1952 è associato a J. A. nelle medesime attività paralegali. Dal cilindro poteva uscire ogni genere di situazione, compreso l'incontro segreto tra un famoso attore di Hollywood e un capo dell'intelligence inglese interessato a un film sul Maresciallo Tito. Dal colloquio di Pagano Salvatore con l'avvocato d'ufficio, nominato dalla Procura circ. del Trib. di Napoli, dott. Carlo Ercolino, in data 10 marzo 1954. Dal cortile sul retro saliva un vociare fitto. Dal fondo del corridoio lo specchio ci spiava, i doppelgängeren seguivano le nostre mosse, forse pronti a rimproverarci. Dal fornaio, tutto tranquillo. Dal Mediterraneo all'America. Dal movimento delle labbra avresti detto che pregava. Dal portamento. Dal portone della Prefettura era uscito un ufficiale inglese della polizia civile, che aveva aggredito e malmenato l'alfiere del corteo, strappandogli di mano il tricolore. Dal punto in cui erano non si distingueva il volto, ma era lui. Dal retrobottega spuntò un giovane. Dal silenzio che seguí, Pierre dedusse che stava a lui di nuovo: Dal televisore, subito di fianco alle due foto, arriva la voce del presentatore, che intervista alcuni personaggi di passaggio da Roma. Dal tetto. Dalla bomba di Hiroshima all'utilizzazione pacifica dell'energia atomicaLA CENTRALE ATOMICA SOVIETICAAPRE UNA NUOVA FASE DEL PROGRESSO UMANO Dalla fessura alla finestra la vide passare, rapida, la borsa stretta sotto il braccio. Dalla fiancata della nave ormeggiata stava scendendo un piccolo ponte mobile. Dalla Francia all'Italia, 3-4-5 luglio Dalla sala attigua, dove i vecchi giocavano a domino, l'accento esotico dell'avvocato si faceva sentire. Dalla Sicilia a Marsiglia. Dalla soglia della stanza lo guardava con disprezzo e commiserazione. Dalla Turchia alla Sicilia attraverso Bulgaria e Jugoslavia. Dall'altra macchina scesero nell'ordine Victor Trimane, una ragazza della buona società napoletana aggregata per l'occasione, e un bellimbusto amico del giovane Anastasia con relativa amichetta. Dall'altra parte del tavolino, la Gaggia fa una smorfia e prova a cambiare argomento. Dall'altra parte del viale alberato, due strani figuri appoggiati a un platano, vestiti allo stesso modo: completo scuro "di tessuto pesante" (come lasciarsi sfuggire un simile dettaglio, a sole cento yarde di distanza?) e cappello di paglia ornato da un nastro nero. Dall'altra parte dell'oceano. Dall'altra parte i cinesi erano pronti a giocare la partita per diventare il paese guida dei comunisti asiatici. Dall'altra parte occhi bassi, sensazioni riflesse allo specchio. Dall'altra parte, solo armi automatiche, fucili e bombe a mano. Dall'altra stanza, il flusso inesauribile di parole, lento, cadenzato, scandiva il ragionamento dell'avvocato. Dalle cuffie un debole fruscio. Dalle facce non trapelava niente. Dalle quinte, mentre sul palco s'esibiva lo straordinario mago Devant, Archie s'incantava a guardare gli occhi del pubblico piú giovane, vibranti nel riverbero delle lampade. Dall'incrocio tra via Irnerio e via Indipendenza si sentiva già il rumore e sotto i portici il flusso di persone andava in un'unica direzione, verso piazza dei Martiri, dove sarebbe partito il corteo per i Giardini Margherita. Dall'Indocina a Marsiglia sulle navi dei Legionari. Dallo sguardo. Dallo specchietto laterale Zollo controllò il recupero del malloppo. Dallo spiraglio della porta, McGuffin riusciva a inquadrare due braccia e un manubrio. Dall'Oglio aveva annuito: Dall'Oglio aveva sospirato. Dall'Oglio era riuscito a guardarla negli occhi, dietro le lenti spesse. D'altra parte, anche solo sporgersi fuori per afferrare gli scuri voleva dire infradiciarsi dalle spalle in su. D'altra parte, non è che ne capisse tantissimo, di quegli apparecchi. D'altra parte, non era tutta colpa del maggiore se, in quei giorni di aprile, le palle di Cary giravano in maniera tanto vorticosa. D'altra parte, si sa, i problemi di Scelba sono due: prima di tutto Trieste, che proprio in questi giorni, a Londra, stanno firmando il trattato. D'altra parte, tra moglie e marito sono di troppo tre falangi, figurarsi diciassette pollici di televisore. Daniele Vitali, Luigi Lepri, Alberto Menarini e Gaetano Marchetti per l'inestimabile opera a difesa della lingua bolognese. Dannazione, ho rischiato di fratturarmi la mano, proprio alla vigilia del mio rientro! Dare le consegne a Capemmerda. Dare un senso a tutto questo. Dava su una stretta scala a chiocciola di metallo. Davanti al cassone vuoto guardò Vic con aria interrogativa. Davanti, una montagna di fiches. David non può: compare e senti le cornamuse, echi dei romanzi di Kipling, il "fardello dell'uomo bianco", cambio della guardia a Buckingham Palace. David si tuffa. David, ti presento l'agente William Brown, del Federal Bureau of Investigations. Davvero buffo. Davvero curioso. Davvero lo farai? Davvero, non sa cosa si è persa. Davvero. Decide di tirarsi su, prima di arrostire. Decidono di dividersi e cercare della frutta. Decine di sguardi maschili sgomitarono nella sala per planare sulla migliore. Decine, forse centinaia di piccoli cesari di provincia a caccia di soldi e gloria. Decine, forse centinaia, di barattoli impilati ed etichettati: ammoniaca, cloroformio, acido muriatico, acido cloridrico, sali di solfato. Tutto quanto serviva a raffinare la linfa di papavero per ottenere la morfina base. Decise di concentrarsi sul proprio stomaco. Decise di farla a piedi fino alla fermata successiva. Decise di prendersi una cioccolata calda, poi sarebbe andato a trovare Brando. Decise di provare lo stesso, cercando di superare il rumore del vento: Decisione salomonica? Decuplicando la puntata al secondo tentativo. Deglutí. Dei due figuri non restano che brandelli sanguinolenti. Dei duri, scappati nel '49 da Goli Otok, dove li avevano rinchiusi perché cominformisti. Del resto era una bella giornata. Del resto una che sta per conto suo, con un'amica... Del resto, anche potendo, chi ha famiglia preferisce andare a casa, che le tagliatelle di una moglie saran sempre piú buone di quelle di Pierre. Del resto, messo com'è, potresti dirgli che c'è l'Armata rossa trincerata a Budrio e non farebbe una piega. Del resto, non si lamentavano sempre le vecchie del quartiere che il pane non era piú lo stesso, da quando Gino aveva smesso di alzarsi la notte e passato la mano ai figli? Del resto, non so neanche da dove viene questa pilla. Del sorriso rassicurante di chi tiene la porta aperta a una donna per farla entrare in camera da letto. Delinquente! Della battuta pronta e dell'allusione. Della padrona di casa si vedevano sempre e solo i piedi, e grossi polpacci. Dell'espressione sicura e rilassata, per ogni uomo che voleva specchiarsi in lui e pensare che quel fascino non era inafferrabile. Dentro alcune inchieste c'era finito anche Ettore. Dentro c'era una bestiola dal piumaggio grigio scuro. Dentro cui scomparire. Dentro gli ippodromi, dentro i televisori. Dentro: due righe di spiegazione e un messaggio di Vittorio Capponi. Denunce e arresti Depositi di laterizi, rimesse delle ferrovie, discariche di rottami. Depositò una sporta di corda ai piedi di Nicola e aggiunse: D'estate la gente vuole pensare alla vita, poi quasi tutti erano in piazza o sui colli a guardare l'eclisse. Destinazione: Martinica. Destino crudele! Dettagli irrilevanti. Detto questo, togliersi il groppo a qualcosa serviva, se capitava l'occasione con la persona giusta. Deve dire grazie a Bortolotti se ha evitato una sgridata, e noi anche, che altrimenti la lezione su Gramsci e la questione meridionale non ce la toglieva nessuno. Deve reagire. Dev'essere sicuro del fatto suo, il nostro procacciatore d'affari. Dev'essere una macchinazione. Dev'essersi pure cagato addosso. Devi fermarti. Devi saper fare entrambe le cose, altrimenti, per quanta brillantina profumata tu possa metterti in testa, resterai sempre un picciotto pidocchioso". Devi tenere lui. Devi tenere tutto. Deviò soltanto il flusso della logorrea verso l'autista, vittima innocente di roboanti valutazioni di politica internazionale. Devo agire per primo. Devo osare anch'io, o non ne usciremo piú. Di buon augurio. Di buono in Italia c'erano solo il clima e le donne. Di certo erano dentro la busta che gli avrebbe consegnato il comandante della nave. Di conseguenza, parlava uno strano mélange di croato, serbo e russo. Di cosa? Di famiglia comunista, si è sempre dichiarato tale, ma non è mai stato iscritto al Partito comunista francese né ad altre organizzazioni di sinistra. Di fatto, l'ipotesi accusatoria si reggeva solo sui trascorsi di Montagna come spia fascista, truffatore e (soprattutto) ruffiano, e sul fatto che Piccioni fosse figlio del ministro degli Esteri Attilio. Di fermare la corsa. Di fianco a lui, Henry Raymond, soprintendente sul suolo americano della medesima struttura d'intelligence. Di fianco a lui, sul tetto, c'era Robespierre Capponi. Di fronte a questa realtà confusa se non indifferenziata, il soggetto si sente parzialmente giustificato per la sua scelta comunista. Di fronte alla serranda abbassata, senza un cartello, un "Torno subito", niente, qualcuno si lascia andare alle supposizioni. Di giorno Angela lavorava, faceva le pulizie al S. Orsola, la sera tornava nell'appartamentino del Comune, e si ritrovava sola con Ferruccio, a volte del tutto assente, altre volte irascibile. Di giorno faceva il metalmeccanico in fabbrica, sempre coperto di olio nero e con un odore di macchina che ti raggiungeva da lontano. Di lí a poco, Pierre, Nicola e Iolanda lo abbracciarono per l'ultima volta. Di lí, non si era piú mosso. Di norma accetto. Di nuovo partí la gragnuola di pietre, coi fedeli che cercavano di porvi fine e il parroco che tentava di proseguire la funzione. Di nuovo quel mezzo sorriso: Di nuovo silenzio. Di nuovo silenzio. Di nuovo silenzio. Di passaggio a Bristol. Di primu acchittu mi feci pigghiari dalla raggia, poi tornai calmo, ca Salvatore Lucania li canosce i picciotti, e magari li capisce, e lu sacciu ca non fu colpa sua, gli succedette che chista minchia di paese gli 'nchiummò 'nto stomacu come 'u vino di mmerda, come 'u vino dei niggers di Harlem, e iu lu capisco a Steve, perché 'u stomacu lu tegnu anch'iu. Di quell'amante e amico ideale, che chiunque avrebbe voluto incontrare in treno, intento a leggere un buon libro e disposto a conversare amabilmente di qualunque argomento. Di quelli seri. Di rendita non vive, Bottone conosce un po' suo padre e dice che non è possibile. Di sicuro ne era stato informato. Di sicuro nessuno s'era mai figurato Montroni nell'intimità della camera da letto, quel signore sempre elegante e distinto, addirittura un po' tetro, che sorrideva senza mai mostrare i denti. Di solito erano sufficienti. Di solito vanno abbastanza d'accordo, ma quelle volte che la pensano diversa, non si finisce piú. Di solito, faccende simili le sbrigava il Partito. Di tanto in tanto quel ricordo tornava nei sogni di Pierre. Di tendenze libertine, si professa "comunista e libertario". dice ad alta voce, dice Bottone mentre taglia il gioco a danari. dice Bottone sollevando la tazzina. Dice che è molto stanca, che ha lavorato fino a tardi. Dice sempre: Non sei un medico. Dice: certe cose ai profani sembrano strane, ma il dottore sa quel che fa. Dicembre 1935. Diceva bene il presidente: "Quando andrete in giro per il mondo siate orgogliosi di essere occidentali. Diceva che l'autogestione era l'unica strada per il vero socialismo. Dichiarando che le conversazioni di Ginevra sono già durate troppo Dichiarazione resa il 08/01/1954 al commissario di P. S. Pasquale Cinquegrana in merito alla scomparsa di un costoso apparecchio televisivo di marca americana dalla base militare delle Forze alleate di Agnano, Napoli. Dichiarazione resa in data 02/02/1954 al commissario di P. S. Pasquale Cinquegrana da Pagano Salvatore di ignoto, trattenuto con l'accusa di aver sottratto un costoso apparecchio televisivo di marca americana dalla base militare delle Forze alleate di Agnano, Napoli. Dichiarazione resa in data 25/01/1954 al commissario di P. S. Pasquale Cinquegrana da Pagano Salvatore di ignoto, sospettato del furto di un costoso apparecchio televisivo di marca americana dalla base militare delle Forze alleate di Agnano, Napoli. dichiarò raggiante. Dicono che l'hanno lobotomizzata. Dicono sarà provvisorio, ma non ce la dànno a bere: Tito ha fatto il leone e noi italiani gli agnelli, perché all'America gli andava bene cosí. Dieci anni prima, la madre sua e di Angela era morta sotto un bombardamento. Dieci cartelle dattiloscritte con le informazioni di cui aveva bisogno. Dieci chili? Dieci di zolfo puro, non acido; in alternativa sostituito o accompagnato da amido, gomma, zucchero. dieci miglia... No, "diecimila". Dieci minuti dopo arriva l'ambulanza. Dieci minuti piú tardi, mentre le seppie sfrigolavano nel vino bianco, Marisa sentí volare i primi colpi. Dieci ore di guida, tre caffè, due pasticche di simpamina. Dieci ore di treno. Diede un colpo di clacson in mezzo al frastuono e per un momento vide l'espressione poco intelligente di Palmo scuotersi, un momento solo, prima di spostare il faccione fuori dal finestrino. Diede un'occhiata fuori dalla finestra: DIEN BIEN PHU È CADUTA Dietro di lui, gli artieri introdussero gli altri animali, superbi, un metro e ottanta al garrese, il fiato che si perdeva nell'aria pungente del pomeriggio. Dietro di lui, il rumore dei freni del camion di Palmo e le grida impazzite gli annunciarono la merda che temeva. Dietro di lui, un bodyguard sta provando a svegliarsi. Dietro gli angoli, dietro i muri. Dietro il massiccio portone, odore di tabacco profumato al bourbon e note sbilenche di jazz giú per le scale. Dietro le spalle, i soliti menagrami lo definivano un "fantasma", "irriconoscibile", "solo scheletro". Dietro veniva Branca Giuseppe, barbiere, che quando era arrivato al cinema Il selvaggio tutti l'avevano soprannominato "Brando", per la somiglianza, appena accennata, con l'attore. Difatti, all'incrocio designato, si trovarono davanti la classica scena: moschetti da una parte, bandiere rosse dall'altra, e in mezzo un fossato invisibile e magnetico, come quando si cerca di avvicinare i poli uguali di due calamite. Difatti, piú volte si difende con veemenza dall'accusa di essere "James Bond", cioè di avere legami con questa società. Difendere i compagni. Difendevano il pianeta da simulacri di asteroidi. Difendevano la civiltà da ombre cinesi di dinosauri. Difendevano l'ombra cinese di una civiltà. Difendevano un simulacro di pianeta. Difficile capire quale piega stessero prendendo le cose. Difficile dire quanti anni avesse, forse una trentina, portati molto bene. Difficile immaginarselo in pigiama, o ricordare che anche lui, come tutti i comuni mortali, cagava e pisciava tutti i giorni. Difficile pensare ad altro. Difficile premere lo stantuffo della siringa. Difficile. Dillo, dillo: non è successo niente. Dimostrare a se stesso di essere ancora capace di emozionarsi e di emozionare. Din. diranno ai nipoti. Diretto in Jugoslavia. Discorsi da colonnelli in pensione. Discreto intenditore di esplosivi, noto per la parlantina sciolta e i modi eccentrici, tra il 1948 e il 1952 ha sbarcato il lunario esibendosi come caratterista in un locale di dubbia fama della capitale francese, frequentato da intellettuali e artisti decadenti. Discussioni lunghe, per non dir litigi, sull'inverno piú freddo del secolo, come se parlarne intorno alla stufa tenesse lontani i brividi e l'influenza. Discutono come vecchi amici. Discutono l'acquisto di vacche, quintali di barbabietole, patate e vitelli. Disertate dall'esercito italiano, il nostro popolo ve ne aiuterà volentieri! Dispacci provenienti da Francia e Svizzera. Disprezzo, ferri insinuati in parti intime, pugni, persino uno sputo. disse alla fine annusando il liquore. disse alla fine rivolto alla tazzina. disse allora Ettore. disse Angela aiutandolo a infilarsi la canottiera, - e adesso vestiti, che ti porto a fare un giro. disse Angela guardandosi intorno. disse con l'accento di non sapeva dove. disse Ettore accendendosi una sigaretta. disse Ettore, a voce alta, con Palmo che annuiva poco convinto. disse Ferruccio con tono di rimprovero. disse Ferruccio senza voltarsi, quando il crepitio di foglie secche lo avvertí dell'arrivo della sorella. disse Grace sorridendo, e si mosse verso il tavolo da cui proveniva il clamore. disse il fratello senza aggiungere altro. disse il lionese. disse in tono compassionevole. disse l'altro. disse l'interprete. disse non appena quello fu salito col serpente che si divincolava e urlava: disse Pierre con la voce roca. disse Pierre tamponandosi il naso. disse Pierre. Disse quella frase senza troppa cautela. disse Rizzi strizzando un po' gli occhi e carezzandosi la barba. disse Robinson passandosi il pollice lungo la gola. disse sbuffando fuori il fumo. disse Sir Lewis con un lieve sorriso. disse Toni intercettando il cameriere. disse Toni. disse un giovanotto zazzeruto. disse Zollo massaggiandosi le tempie, Disse: Disse: Disse: Disse: Disse: Disse: Disse: Disse: Distante poi, non troppo. Distruggete la forza armata italiana, magazzini di armi e di viveri in quanto non potrete consegnarli ai partigiani, distruggete i mezzi di trasporto dell'esercito italiano, camion, motocicli, cavalli, strade, ferrovie ecc! Distrutto, gli occhi arrossati e la faccia segnata, sembrava piú vecchio di dieci anni. Dita esperte frugano cursori e rotelle. Diventò un dirigente della multinazionale dei cosmetici Fabergé. Dividersi. Dizzy Gillespie riempiva la stanza di fiammelle blu, come di lampada Bunsen, sospese a mezz'aria, poi giú, verso il pavimento, note appese a minuscoli paracadute. Djilas alza un polverone. Djilas era stato destituito da tutte le cariche e costretto all'autocritica. Dobbiamo pensare al soprannome di Walterún e capire se Garibaldi strizza l'occhio perché vuole una certa carta o se invece gli ha dato fastidio il fumo. Dobbiamo sperare in lui. Documenti falsi, espatrio clandestino, deposito di merce illegale, contrabbando. Documento riservato redatto da Charles Siragusa, District Supervisor, US Bureau of Narcotics, in data 13 giugno 1954. Doganieri compiacenti, occhi chiusi di eserciti e stati, investimenti tramite banche. Dolore, lacrime, paura, odio. domanda Bottone. domanda Garibaldi che senza occhiali fa fatica a leggere. Domanda inutile, ormai. domanda la Gaggia ficcando dentro la testa, con la mano ancora sulla maniglia. Domanda stupida per don Vincenzo, ma il tono e il fisico dell'autore pretendevano il massimo rispetto. domandò all'autista. domandò ancora Ferruccio, e senza aspettare la risposta, continuò a parlare: domandò Betsy interrompendo i suoi pensieri. domandò Cary a Hitch. domandò Cary con grande tempismo. domandò Ettore. domandò Ettore. domandò il fratello rigirandosi nelle coperte. domandò l'agente nel piú totale silenzio. domandò lisciandosi le basette. domandò paterno, domandò Pierre attratto dall'abilità del cane nell'indirizzare il gregge. domandò Pierre divertito. domandò Pierre, mentre il camion scendeva sobbalzando dal Pontelungo, estremo occidentale della città. domandò quando i binari furono di nuovo tranquilli. domandò Rizzi, incuriosito dall'inusuale punto di vista. domandò Sacchetti. domandò Sacchetti. domandò Stecchino, incastrato tra televisore e muro. domandò Zollo al piccione, non appena i conati si interruppero. Domani controllo. Domani controllo. Domenica. Don Luciano freme. Don Luciano mi crede ore piú avanti. Don Luciano, apprensivo e insopportabile, in certi momenti. Donna di fiori e due di picche. Donne e bambini spingono per toccare, salutare, accarezzare le divise. Donne ricche sfondate che fingevano di rimpiangere la "vita semplice" e invidiavano i poveri. Dopo alcune ore tornano. Dopo alcuni giorni hanno bisogno di cibo, energia, vitamine. Dopo aver fatto scivolare in strada un buon numero di piccole radio, l'uomo infilò la testa sotto la saracinesca, controllò che tutto fosse tranquillo, scambiò due parole con qualcuno là fuori e, con estrema cautela, alzò l'avvolgibile fino a metà. Dopo avergli spillato un sacco di soldi si preoccupavano della sua salute. Dopo cinque o sei ore di attacco, con la palazzina praticamente rasa al suolo, i partigiani erano riusciti a spostarsi e asserragliarsi in un altro edificio. Dopo dieci ore di viaggio, Gulliver era stremato. Dopo era come stare con una persona normale, a parte che qualche volta non rispondeva a tono e cambiava discorso all'improvviso. Dopo il colloquio Montagna disse: "Ho messo tutto a posto" Dopo il suicidio di Ferruccio, Montroni aveva fatto sprangare tutte le finestre e adesso i matti erano come in gabbia. Dopo il Te Deum di ringraziamento, il Vescovo aveva ricordato la diocesi smembrata, le parrocchie istriane trasferite sotto Lubiana e Parenzo. Dopo il viaggio sarebbe stato una persona diversa. Dopo l'8 settembre del '43 aveva fatto passare centinaia di militari italiani allo sbando nelle file dell'armata di Tito. Dopo la capitolazione del ministro dell'Esercito Dopo la conferenza a quattro Dopo la fine della guerra le occasioni di mettersi in luce erano state poche. Dopo la guerra, i primi mesi del '48, Ferruccio era stato ricoverato due settimane in ospedale psichiatrico. Dopo la Liberazione s'era iscritto al Pci ed era entrato direttamente nel Comitato federale di Bologna. Dopo la morte della Montesi la Caglio andò con Montagna e Piccioni al Viminale. Dopo la prima piroetta chiese: Dopo la Rivoluzione, passato coi bolscevichi, aveva combattuto contro le armate bianche. Dopo l'arrosto il fratello si era alzato da tavola con la scusa di far due passi per digerire. Dopo le prime due riprese, "Brustulli" cominciò a lamentarsi con Pierre. Dopo lunghi minuti e altre due cicche, l'uomo che tutti chiamavano Vic sollevò finalmente il braccio destro, e con tre secchi movimenti della mano segnalò che il carico era completo, di fare inversione e avviarsi lungo la strada interna che costeggiava le banchine, verso l'uscita. Dopo mezz'ora Azzoni e Mariani erano quasi ubriachi e sempre piú scomposti. Dopo mezz'ora, il parroco uscí in processione e, portando alta la croce, cominciò a benedire le mura esterne. Dopo mille vicissitudini, la "Stella rossa-Sugano" era scesa in pianura ed era confluita nella Settima Gap, distaccamento di Anzola. Dopo non c'era piú stato niente di davvero interessante. Dopo qualche capitolo la spiegazione: due sicari bulgari. Dopo qualche minuto, Ettore parlò di nuovo. Dopo qualche settimana, Frances era tornata a visitarli. Dopo quasi un minuto di silenzio, Rizzi sospirò e declamò a bassa voce: Dopo quello, l'orchestra attaccò un valzer molto tranquillo. Dopo tre quarti d'ora di colloquio col sostituto del marito, Angela non era affatto piú tranquilla, men che meno soddisfatta del resoconto sommario che si era dovuta sciroppare. Dopo un anno e mezzo che gli era parso interminabile, affiorava cauto il desiderio di tornare a recitare, lanciare sguardi complici agli spettatori, poter di nuovo improvvisare quelle superbe battute. Dopo un po' qualcuno riaprí gli occhi. DOPO VENTI ORE DI BATTAGLIA Dopo, cazzi suoi. Dopo, però, toccava spogliarlo, asciugarlo, rivestirlo. Dopocena in casa di Carmine a guardare Per favore, dica lei. Qualche amico, la musica giusta, Nosé che passa a prendere Marisa, Nosé che la riaccompagna a casa. Dopotutto, il mare non gli dispiaceva. Dorme. Dorme. Dormire, era l'unica cosa. Dotazione da frontaliere, per casi d'emergenza. Dov'è il padrone? Dove l'aveva già visto? Dove vanno a finire quei soldi? Dove? Dovete con azioni dar prova del vostro amore della libertà e della pace, del vostro odio contro i vostri e nostri oppressori, se no vi spetta, come loro, la rovina. Dovette fare uno sforzo per mantenere la faccia tosta. Doveva ammazzare i bastardi. Doveva averlo scambiato per un ottuagenario malato. Doveva capire meglio, sviscerare ogni parola. Doveva chiederglielo, adesso o mai piú. Doveva comprarsi un cappotto nuovo. Doveva dirglielo. Doveva dirglielo: uno che rischia la vita vuole sapere per cosa lo fa. Doveva dirle tante cose e non sapeva da dove cominciare. Doveva esserci un buon motivo se cornificava il marito con un individuo cosí squallido. Doveva essere lui l'acquirente, e lo è, ma il televisore, non c'è lo stesso. Doveva essersi messo d'accordo con quell'altro, Mister Roccia, che aveva domandato a Grant in persona se per caso non era mai stato in Jugoslavia. Doveva fare uno sforzo, si sentiva sempre in ritardo, ma cercò di fare del suo meglio. Doveva filar via alla svelta, riattraversare il confine, chissà mai che non ce ne fossero in giro degli altri, di quei demoni. Doveva lavorare per Luciano. Doveva pensare al rientro del padre. Doveva recuperare il tiví. Doveva ricambiare Angela per avergli salvato il culo. Doveva ricordare tutto. Doveva ripetere quello che aveva sentito. Doveva sbrigarsi a trovare il nuovo televisore. Doveva sbrigarsi. Doveva scendere. Doveva sdebitarsi con Ettore. Doveva solo fare la parte, che gli veniva bene, perché infuriato era infuriato, ma non si poteva fare altro. Doveva soltanto tenerselo fuori dai piedi quanto bastava per concludere lo scambio. Doveva stare attento. Doveva troppo a troppa gente. Doveva trovare quel televisore. Doveva uscire. Dovevano essere i famosi "quindici giorni senza Odoacre". Dovevano scalarla e invece l'hanno sospesa. Dovevi uscire di lí, Fefe, dovevi evadere, fuori, dove il soffitto non potesse crollarti in testa, come quel giorno di tanti anni fa, abbracciato al cadavere di nostra madre, sotto le macerie, per ore. Dovevo accettare e rinunciare all'elezione. Dovevo morire a Porta Lame. Drammi familiari, tradimenti, commedie degli equivoci, lusso ostentato. Droga. Dubbi e ipocondrie assalivano la fiducia in se stessi. Due commissari feriti da sassate e numerosi agenti contusi Due energumeni stavano in piedi alle sue spalle. Due giorni senza radersi e senza alcuna voglia di farlo. Due guerre, prigionie, pestaggi, latitanze e privazioni. Due italiani. due matrimoni, lavoretti, trasferimenti da Seattle a S. Francisco fino all'approdo a Indianapolis, dove condusse uno show televisivo e, prima di morire di cancro, scrisse la propria autobiografia, Will There Really Be A Morning?, uscita postuma nel 1972. Due mesi lontano da casa, un impegno quanto mai singolare, poi il ritorno sulle scene. Due o tre volte al giorno aveva attacchi da restarci secco. Due occhi che ti folgoravano. Due ore buone d'inseguimento, poi il camion aveva preso male una curva, dalle parti di Castel Guelfo. Due ore buttate nel cesso, perché Brando s'era preso l'influenza all'ultimo momento, e non si poteva usare casa sua. Due palle cosí. Due pastiglie di simpamina per la sua emicrania e due contro il loro sonno. Due pieni consecutivi. Due ragazzi poco piú vecchi di lui scaricavano grossi fusti di latta e li sistemavano contro la parete. Due settimane a inseguire una traccia che portasse al cristo che ha messo le mani sul Tv, col capo che fremeva per gli affari e i casini. Due spari. Due uomini che procedevano un po' scostati, senza riuscire a sottrarsi alla distanza che il tempo aveva imposto, all'imbarazzo e alla difficoltà di quella situazione. Due, perché sei tu, "Mr. Grant", quello costretto a camuffarsi perché nessuno lo riconosca, ma sei tu, Archibald Alexander Leach, quello paradossalmente libero da camuffamenti, autorizzato a respirare, sei tu che con la voce della mente vai canticchiando Anything Goes: Due, tre? Due. Duecento chilometri al giorno, a remarkable accomplishment. DUEMILA ARRESTI NEL GUATEMALA D'un tratto gli tornò in mente Angela, Ferruccio che era andato fuori dai coppi, e chissà come si sentiva lei. Durante gli anni della guerra, per lui era stato un personaggio delle fiabe, una presenza che lo visitava di notte, prima di addormentarsi, nei racconti della zia Iolanda e nelle fantasie infantili. Durante il lungo viaggio di ritorno dalla Francia. Durante il parapiglia, Rizzi era miracolosamente riuscito a recuperare il tricolore dell'alfiere, che ora recava con sé, ripiegato tra giacca e cappotto. Durante la rotta della Maginot, ha disertato e si è dato alla latitanza. Durante le riprese di Suspicion e Notorious, Cary si presentava sul set fischiettando. Durban. Dyle scrutò il foglio come se si trattasse della stele di Rosetta. E adesso che Tito e l'Unione Sovietica si riavvicinavano, lui stava con Djilas. E adesso l'Inghilterra. e aggiunsi che, al contrario, lo specchio congiunge l'individuo alla comunità, e il suo ingresso nelle case dei proletari ha cementato l'orgoglio di classe, quel senso del decoro sbattuto in faccia ai padroni, E Alfred Hitchcock. E alla fine piantò lo sguardo negli occhi della ragazza. E allora dico: portatemi Cary Grant. E allora dove sono? E allora ecco l'idea della gita a Pompei. E allora l'altro sarà Vittorio. E altrettanto godeva la maggioranza dei presenti, mormorii compiaciuti accompagnavano ogni gentilezza affettata, ogni e altri avevano proposto ulteriori mestieri tipici della "vita semplice", dalla raccolta dei pomodori alla legatura degli innesti, dal manovale alla sparapugnette. E anche muto. È anche possibile iscriversi a Warbrides, la lista di discussione tra i fan: www.carygrant.net/warbrides.html E ancora il capo. È andata senz'altro cosí. È andata senz'altro cosí. E Angela? E aveva vinto una barca di soldi, che adesso se ne stavano al sicuro dentro la ruota di scorta. E bisogna poi sperare che l'Inghilterra faccia fuori gli svizzeri, dilettanti da strapazzo, che a sentire Czeizler sono appena piú scarsi degli ungheresi. E cadrete sempre giorno per giorno, notte per notte, finché sarete strumenti nelle mani dei nostri oppressori. E c'è chi dice che lo fa per carattere, che vuoi essere sempre il primo della classe, mentre altri giurano che è il Partito a insegnargli cosí, "l'attivismo comincia in famiglia, sul posto di lavoro, al bar... " O qualcosa di simile. E c'è da scommettere che sarà cosí fino al momento di chiudere, perché qui al bar Aurora, del grande attore arrivato proprio oggi a Roma, o del tal politico, ci interessa davvero poco, e se non era per il fòtbal e il ciclismo, la televisione non la compravamo nemmeno. E c'era ancora quell'odore mentre zavorrava i piedi a quei cristi, sordo alle suppliche e alle promesse di tutte le ricchezze del mondo. E c'era il brivido lungo la schiena. E certo non era facile capire. E che cazzo è allora? E che fine ha fatto? E che il televisore funzionasse o meno, non era piú stato un problema. E che male c'è, scusate? E che mi dici di come si veste? È che novanta volte su cento, conoscevi già le reazioni di tutti: qualcuno ti compativa, e ti faceva rimpiangere di non essere stato zitto; un altro suggeriva distrazioni, donne, vino, bagordi, senza capire che quando sei pronto per quelle o stai già meglio o sei all'ultimo stadio, ed è la via intermedia che ti fa star male, un altro ancora cominciava a raccontarti i suoi, di problemi, e non avevi proprio la testa per ascoltare, i peggiori in assoluto dicevano che non era niente, oppure ti trattavano da scemo se non trovavi geniali i loro consigli. E che, pensarono che chistu è nu fèstivàl, ca vince chiddu ca canta megghiu? E come molte buone idee, richiedeva pazienza e perseveranza, ed era anche estremamente rischiosa. E come? E cosa c'è di meglio per svagarsi di un bel televisore McGuffin Electric Deluxe, che col suo schermo a luminosità fisiologica non stanca nemmeno la vista? È cosí che funziona, dammi retta. E da oggi non saremo piú costretti a emigrare, ad andare in un altro posto, dove l'amaro costa di piú, il caffè non è quello solito e quasi l'accento della gente ti pare diverso. E da Parigi al Sudafrica. È da quando gli hanno sospeso la medicina che non sta piú tanto tranquillo. È deceduto oggi, verso le ore 16, nella sua abitazione di via Cavour 20, della nostra città, il popolarissimo ex campione del ciclismo Giovanni Gerbi, noto a tutti gli appassionati come il Diavolo rosso". È del resto impossibile spiegare come egli possa godere di un lussuoso tenore di vita, senza avere introiti evidenti. E di fronte alla Rossa, quella che ci stava? E di solito chi ha quella fretta è disposto a pagare bene. E dove avrebbe preso i soldi per pagare il viaggio? È dovuto partire in fretta per un lungo viaggio". E fissando l'occhio della mente su un punto sopra il labbro, dove il fiato in uscita dal naso va a sfiorare la pelle, avrebbe evitato di annegare nel torrente melmoso di cazzate che usciva dalla bocca del maggiore. E forse non era cosí lontano dal vero, se il nuovo residente gli aveva dato appuntamento in un caffè sulla Schwindsüchtigstrasse. E fu cosí che Josip III, erede di una stirpe di intrepidi, nipote di un'eroica staffetta della guerra partigiana, intraprese il viaggio di ritorno a Dubrovnik. E fu proprio accussí che andò. È fuor di dubbio che si tratti di due ambigui figuri, ruffiani e privi di qualunque principio etico. E Garibaldi, che c'ha rimesso piú di tutti, se l'è legata al dito, e da allora non gliene lascia passare una. E Gas, chissà dov'è finito, che ci deve ancora i soldi del vecchio Tv. E gli squallidi film di guerra dove i russi non comparivano mai. E ha fatto pure notare che a giugno comincia la Coppa del mondo e per televisione dànno le partite, e Franco gli ha detto che solo in quel mese conta di rifarsi della spesa per l'apparecchio, con dieci lire in piú per il caffè e cinquanta sugli alcolici. E ha un volto estremamente familiare. E i pazienti. E i soldi che riceve dai cittadini? E i vasi di porcellana? E il "Carlino"? E il camion? È il Cary Grant che tutti conoscono, che Tito immagina di conoscere, nervi d'acciaio intenti a sgominare una rete di nazisti in Notorious. È il passato che sembra sprofondare, passare una volta per tutte, diventare fotografia. E il regista, non ci crederai, Winston Churchill, addirittura... È in Italia dal 1951. e indicò dietro le spalle la vecchia, ingombrantissima radio. E infatti, appena il pugliese poggia sul tavolo le due carte, la Gaggia, compagno di Bottone, scoperchia quattro regine e parte con ventotto punti d'accusa. E infatti, appena quello saluta tutti e si dirige verso casa, ce lo vediamo comparire nella sala grande col dito puntato e lo sguardo da cow-boy: E infatti, Melega e Stefanelli sono già di là, dal biliardo, e lo schioccare delle bocce copre la discussione sul destino del Bologna, che con l'Atalanta deve rifarsi del tre a uno di Palermo. È ingiusto. E invece qui abbiamo rotto la schiena al Duce prima e ai tedeschi dopo. E io? E la biondina di Rear Window. E la Jugoslavia. e la laconica risposta: È la prassi, con quella medicina. È la prassi. È la prima volta che un nostro animale fa piú de settecento chilometri. È la realtà a essere sconclusionata, amico mio. E la riparazione sarebbe costata una cifra. E la seconda nei giorni dell'attentato a Togliatti, per questioni un filo piú delicate. È la seconda sparatoria che ti ci vai a ficcare dentro in meno di tre mesi. E la voce di Pagano! E L'ABOLIZIONE DELLE ARMI ATOMICHE E l'altra questione è quella della Montesi, uno scandalo grosso, il ministro Piccioni s'è dovuto dimettere, suo figlio è andato in galera insieme a quel Montagna, i poliziotti giocano a scaricabarile, il questore di Roma a momenti finisce dentro anche lui. E l'altro: E le bandiere? E le blatte non hanno orecchie. E le blatte, da dietro i battiscopa. E le lacrime dorate delle Stelle d'Oriente che inondavano il cielo erano diverse dal sangue che ormai impregnava il vano anteriore dell'automobile e colava copioso fuori, sul marciapiede, tingendolo di rosso cupo. E le volte che uno se la lega al dito, e non si fa vedere per un po', sono rare, ce le ricordiamo tutte, e pure di quelle, ancor piú rare, che qualcuno un po' ciucco alza le mani, vola qualche spintone, qualche schiaffo e i piú sobri devono mettersi in mezzo. E lí c'è poco da esser comunisti o che, lo vediam tutti che le strade fanno pena, e allora qualcuno cerca il modo di dir la sua senza dar la colpa al sindaco Dozza. E lui era D'Artagnan, il guascone, il migliore. E lui era lí per fare la sua parte. E lui era Telemaco. E lui lo aveva fatto. E lui nel mezzo. E lui non poteva fare niente. E lui? E molti di noi, settimana scorsa, erano al bar Franco a godersi l'arrivo di Coppi a Bolzano, l'unica tappa che s'è impegnato davvero, mica per finta, giusto per far vedere a tutti che quando vuole è sempre il Campionissimo. È morto. E Nicola gli scanchera dietro, quando la mattina non riesce ad alzarsi perché è tornato tardi, però lo sa anche lui che noialtri siamo orgogliosi di avere il re della filuzzi che ci serve da bere, di averlo nel nostro bar. E Nicola? E non appena ha preso il punto, vorrebbe continuare il discorso, e soprattutto le offese per zingari, terroni e vagabondi, se non fosse che Bortolotti riesce a salvarlo: E non è poi che ci prenda cosí spesso, tant'è vero che il suo soprannome, Gas, viene dalla faccenda del gas per accendini, che ha fatto perdere tremila lire a parecchi di noi. E non era che preferisse Teresa a lei. E non perché avesse bisogno di camminare e prendere dell'aria, il parco di Villa Azzurra bastava e avanzava allo scopo. E non portava la cintura, stavano su da soli. E non sono piú un ilegalac. E None but the Lonely Heart, del 1944, praticamente una seduta di autoterapia. E oggi, altro che bar, bisognava andare a Imola e poche storie. E ora, nella poco ridente città di Bristol, scortati da servitori di Sua Maestà in completo di grisaglia, siete di nuovo due. E Palmo non lo rivedrò mai piú. E Paolino cosa mi dice quando mi vede arrivare senza Ettore? E pensa, pensa pure tu, Salvato', veloce, pensa a qualcosa che ti salva la vita, piangi in cinese, imbrogliagli le cervella, qualsiasi cosa, che se no ti puoi scordare Lisetta e questa vita di merda. e per appoggiare un colpo di mano contro il Guatemala E per guadagnarsi il prezioso caviale sovietico da spalmare sui crostini. È per terra, sotto l'appendiabiti. E però era costretto a muoversi sul gigantesco palcoscenico della città. E povera Angela. È privo di sensi, rischia di affogare. E pure Giuseppe Stalin aveva un nome lunghissimo e complicato che nessuno si ricordava. E quali siano questi affari, nessuno riesce a essere d'accordo: chi dice scommesse, chi carburante di contrabbando, chi truffe bell'e buone. E quando per radio senti che Mitri aspetta l'avversario, non te lo immagini con la guardia bassa, a pensare alla figa, ma concentrato sulla minima distrazione, pronto a esplodere. E quant'erano stati duri per Cary! È quasi certo che fu un monaco cinese, nell'VIII secolo, a dare il via all'era bum-bum e alle sue incalcolabili conseguenze. E quei due strani italiani che l'avevano aiutato... E quel discorso lo fa almeno una volta al giorno, sugli argomenti piú diversi, col dito che picchia sul tavolo e il fungo atomico a cancellare le ingiustizie. E quell'altro, 'u giurnalista ca vinni l'autunno scorso, vuole scrivere un libro su di me. E quelle che aveva visto prima, non ne parliamo. E quelli foraggiavano lui e la sua corte di nani e ballerine, per usarlo come jolly e reinsediarlo in Vietnam. È questa l'ultima immagine che vuoi portarti dentro? E questo dimostrava che aveva ragione lui. E questo Rizzi chi sarebbe? E quindi, ricapitolando: Montevideo? E Sante allora? Sante era dietro la porta e aveva sentito. E se fosse per noi, lo rimanderebbero in America a calci nel sedere. E se gli fai notare che l'ultima partita in casa la Roma c'ha rifilato due pappine, ti dicono che senza quella cravatta ne avremmo prese almeno il doppio e non c'è verso di fargli cambiare idea. E se il coglione veniva a fare storie, lo svergognava proprio. E se la stringevi non si lamentava. E se lo diceva lui che aveva viaggiato tanto... E se non avevano idea, garantito che non lo trovavano. E se non fosse cosí deciso? E se qualcuno si avvicinava per un autografo? E se vuole il tè? È sempre stato cosí, in fondo. È sepolto al St. John's Cemetery del Queens, New York. È sepolto nel cimitero cattolico romano di Appleton, Wisconsin. E si erano ritrovati davanti alla faccia le lucette blu o i pesci del fondo della baia. E si può stare sicuri che se non fosse per Melega, che gira per la stanza tutto impettito, Bottone la sua bombina atomica la tirerebbe volentieri. E siccome nessuno ha da ridire, il pareggio viene preso per buono. E siccome non aveva simpatia per il cognato, gli faceva piacere che la sorella si divertisse un po'. È stanca. È stato Cary Grant e non può dirlo a nessuno. È stato fatto il suo nome in diverse e importanti inchieste condotte in Italia relative al traffico di stupefacenti e allo smercio di contrabbando di grandi quantitativi di eroina negli Stati Uniti. È stato già incriminato e multato per aver importato illegalmente dollari americani e un'automobile americana. È stato zitto dieci minuti, guai sprecare tempo per la propaganda: È strano pensare di una persona cosí vicina che potresti non rivederla mai piú. e strizzò gli occhi, irritati dal fumo. E su questa nota greve si concluse il dibattito. e subito gente si accalcava intorno. E sulla minaccia del nostro cow-boy, la voce del radiocronista impone la tregua. È sventrato. e Tito: "Dappertutto". È tornata a Seattle. E tu? È tutto finito, Betsy, e sto bene. È tutto qui? E un abbraccio non lo si nega a nessuno. e un altro applauso. È un paradosso. È un tipo strano: un salto al bar, dalla mattina alla sera, non glielo cava nessuno, ma è uno di quelli che non c'ha il suo orario, arriva cosí, all'improvviso, e per questa sua abitudine molti si chiedono cosa faccia di preciso nella vita, che non gli daresti ancora quarant'anni, e per la pensione è un po' troppo giovane. È vero che ha comprato un televisore importante, di seconda mano. È vero che lo sapevi? E VUOLE "FARLA FINITA" CON IL GUATEMALA Ebbe paura e fu sul punto di confessare che non sapeva nuotare. Ebbe un attimo di esitazione poi prese per il vialetto lungo la destra, verso le piste, vedendo in lontananza i cavalli entrare nelle gabbie. Eccitato dal consenso, Melega allarga le gambe nella posa da Pecos Bill: Ecco cosa preoccupava Capponi. Ecco dove stava la fregatura. Ecco perché Gualandi Rino è per tutti Bottone. Ecco perché quel bagaglio non funzionava. Ecco un libro da cui non trarranno mai un film! Ecco, dovete sapere che, insomma, certi amici e altri amici ancora, voi lo sapete come sono gli amici, pazzéano, insomma mi chiamano cosí, per il fatto che loro dicono che quando faccio discussione con qualche malamente che non sa campare, cosa che non succede quasi mai, sia chiaro, ecco insomma, quella rara volta che succede e che poi chi sei tu, chi sono io, poi escono fuori le mamme dalle bocche e chi si è visto si è visto, voi mi capite, ecco insomma loro dicono che io li colpisco con la testa, ma sarà stato una volta, due al massimo, lo sapete gli amici come sono, e loro dicono che li addormento, e cosí mi hanno dato quel nome là. Ecco, era finita. Ecco, la pallina è ferma. Ecco, nessun problema. Ecco. Ecco. Eccoci qui, forse per l'ultima volta, per dirci addio e tutte le cose che in questi anni ci siamo tenuti dentro. Eccoci qui, pensò Pierre, gli ultimi superstiti del mezzo secolo trascorso. Eccoci, ben nutriti e agghindati, cosí diversi dai giorni della konspiracija. Eccoli. Eccolo lí, tuo marito, il grande Odoacre Montroni. Eccomi. Ed è questa la cosa difficile, perché per vivere bisogna sporcarsi le mani". Ed è successo qualche mese fa che ancora un po' facevamo a cazzotti, tra quelli che davano ragione a uno e quelli che stavano con quell'altro e Capponi, per mettere tutti tranquilli, ha deciso di giocare una colonna in piú. Ed eccovi qui, 1954, a Bristol, nei giorni piú strani della vostra vita, aprite la porta e vedete la donnina seduta in fondo al corridoio. Ed era la passione a farlo insegnare in un corso come quello. Ed era suo padre. Effetto della luce artificiale. Egli è stato persino oggetto di discussione davanti alla Commissione stupefacenti delle Nazioni unite. Egregio commissario, Eh, lascia perdere, lui i mostri ce li ha qua dentro, meglio non parlarne. Eh, lo sai che non ci devi strappare la merenda, a Giorgio, lo sai. Eh, lo sai che quando sei agitato bisogna che stai a letto. Eh, ma quando si hanno tutte quelle idee in testa... Eh, ragazû, c'è da aspettare, non è il momento, va a finire come in Grecia. Einaudi appunta la medaglia d'oro sulla bandiera gigantesca che Roma ha donato alla città. EINSTEIN CHIAMA GLI AMERICANI A RIFIUTARSI DI COOPERARE COI TRIBUNALI DELL'INQUISITORE McCARTHY El Loro, La Habana. Elegante. Elettroshock, "idroterapia"... Elsie che parlava da sola, si lavava le mani centinaia di volte, si toglieva strati e strati di epidermide con una spazzola dura, chiedeva a tutti e a nessuno dove fossero le sue scarpette da danza. Elsie, che continua a chiamarvi "Archie". Elsie, che vostro padre Elias fece internare in clinica psichiatrica, a tua insaputa. Elsie, solo una sterlina all'anno per tenerla in un immondezzaio, igiene inesistente, infermiere scontrose. Elsie, ventuno sterline in tutto, fino alla morte del marito e alla lettera spedita da un avvocato inglese. Elsie, viva. Emanavano quell'odore. Emicranie, incubi, lo spettro di vostro padre che cerca di giustificarsi, maldestro. Enter Cary. Entrambi avevano accenti affettati da rampolli dei ceti superiori, e occhi chiarissimi, di quelli che nel bianco e nero sembrano slavati e insinceri. Entrambi avevano attraversato diverse identità. Entrarono. Entrato in casa, aveva puntato il dito su McGuffin ed era esploso: Entrò cosí nella cerchia dei cospiratori. Eppure gli diceva qualcosa, di questo era certo. Eppure ne era certo, ci avrebbe messo la mano sul fuoco. Eppure si era commosso. Eppure sí, Radko, guarda. Eppure, saltava sempre fuori. Eppure. Equilibrio instabile. Era affascinante, bello, ricordava ancora la prima volta che i loro sguardi si erano incrociati, in balera. Era agitato ma soddisfatto. Era andata. Era andato al ristorante. Era bastato il giro delle raffinerie siciliane a rivoltargli il rancore nella pancia: adesso gli toccava un porticciolo pidocchioso, frequentato dalla peggiore feccia che il buco del culo del mondo potesse cagare sulla terra. Era bellissima. Era bellissima. Era buio pesto. Era buio, unica illuminazione quella dei grandi lampioni, altissimi, che facevano piovere la luce su capannoni, merci pronte a essere stivate e gru immobili. Era buono, attento e vecchio. Era Cemento. Era certo che prima di entrare in azione, Kruscev si sarebbe assicurato l'appoggio dell'esercito. Era come nell'Odissea che suo padre gli raccontava da bambino, nelle lunghe serate davanti al fuoco. Era come se fosse salito sull'autoscontro di un luna park, costretto a guidare e intanto a infilare anelli al collo delle paperelle. Era cosí che finiva tutto? Era cosí che la lasciava andare? Era davvero l'ultimo stronzo? Era depresso e confuso, ma di una cosa almeno era certo. Era di nuovo Archie Leach, un ragazzino che strappava il primo applauso e si precipitava dal vecchio Pender con l'espressione che diceva: Era di nuovo un attore maturo e nostalgico di se stesso, ma soprattutto degli altri, desideroso d'esser rimesso alla prova, per dimostrare che il pubblico, quella sconfinata distesa di occhi anonimi, lo voleva ancora. Era di pessimo umore. Era di quelli che accentuano qualsiasi atteggiamento, come caratteristi di serie B. Era diverso dalle colorate figure geometriche l'intestino che prorompeva dal suo ventre squarciato. Era elegante, quasi azzimato, nel completo buono. Era finita. Era finito in ospedale, con la testa spaccata, e c'era rimasto quasi una settimana, ma la cicatrice, sotto i capelli, non era andata piú via. Era fuori dalla Storia, se mai c'era entrato. Era ghiaccio, sí, gli faceva venire in mente il ghiaccio, un cubetto che ti scivola lungo la spina dorsale. Era già sotto di diecimila e toccava a lui parlare. Era già stato da quelle parti in allenamento. Era già sull'uscio, quando si voltò e aggiunse: - Ah, Pierre, un consiglio: lasciala perdere la Rossa, che quella porta guai. Era il 27 luglio. era il titolo. Era in anticipo e ingannò il tempo facendo la stessa cosa. Era in cima. Era inciampato per colpa loro. Era indolenzito e stanco e non sentiva piú il lato destro della bocca. Era iniziato il suo declino d'attore e di uomo, l'alcolismo, le droghe, l'autodistruzione. Era innamorato di Angela. Era la Frances del '37, la nuova attrice bellissima e selvaggia, la ragazza che non credeva in Dio ed era stata in Russia. Era la linea della costa, lí, a poche decine di metri. Era la madre di Ferruccio, per forza. Era la madre di Pierre, anche lui orfano, a caccia di avventure per dimostrarsi all'altezza di un padre misterioso. Era la prima volta che andava a Roma, e su quel tasto si batteva un po' troppo: le mancava il papà, non s'era mai allontanata cosí tanto da casa, eccetera. Era la prima volta che viaggiavano con due mezzi, grossi telonati, eredità bellica, che facevano piú fumo del vulcano là di fronte. Era la sede di una ditta di tappeti, ora chiusa. Era la sua natura. Era l'aria disinvolta con cui lei rimaneva lí, in piedi, a guardarlo fare il numero di Cary Grant. Era lo sguardo di uno che lo sapeva, il perché. Era Marco, l'infermiere, l'amico di Fefe. Era nella merda. Era ora. Era partito sperando che Archibald Leach e Frances Farmer lo avrebbero lasciato in pace per un po'. Era passato di casa in casa. Era passato. Era perfetto, gemello monozigote dell'uomo piú elegante del mondo. Era pesante, ma fece finta di niente. Era pronto, forse lo era da dieci anni. Era pronto? Era quello il nuovo fronte, Serov ci avrebbe scommesso. Era rimasto esposto per troppo tempo. Era seduto sul letto, la schiena appoggiata a due cuscini e il pigiama azzurro che gli aveva regalato lei a Natale. Era sempre soddisfatto quando poteva sciorinare le sue massime di filosofia affaristica. Era serio. Era sicura? Era solido, ma non indistruttibile. Era solo vanità a dettarci la presa di posizione che ci consegnava alla Storia? Era solo. Era soltanto un uomo. Era stata soltanto un brivido dietro le orecchie, quando nel salotto di casa gli avevano prospettato la missione in Jugoslavia. Era stata, forse, la sua impresa piú difficile. Era stato colombofilo fin da ragazzo. Era stato il primo ordine del capo del Comitato. Era stato il suo ultimo scoop. Era stravolto, gonfio, privo di prospettiva. Era tempo di riconquistare la dignità perduta. Era tornato. Era un affronto bello e buono. Era un bel salto. Era un brutto momento per la famiglia. Era un cane braccato come tanti. Era un enorme cabriolet convertibile - ma convertibile veramente - color grigio scuro, che poteva comodamente raggiungere la velocità di... " Era un McGuffin. Era un medico, assuefatto alla sofferenza. Era un modo per dire che non credeva a una parola? Era un paese arretrato, incivile. Era un primo tentativo di destabilizzazione. Era un punto giallo in mezzo al verde salmastro del laghetto. Era un quindicinale, si chiamava "Il programma comunista". Era un vulcano che a tutti i clienti ci faceva ribollire 'u spacchiu. Era una bella donna, Marisa. Era una bellezza: bruna, alta, occhi neri e labbra che a guardarle ti fermavi un quarto d'ora. Era una brava ballerina. Era una brava persona e nessuno l'aveva mai sentito lamentarsi, ma Brando lo aveva preso di mira e soprannominato "Houdini", perché diceva che se lo ammanettavi lui si liberava in men che non si dica. Era una cosa innata, forse. Era una delle frasi piú lunghe che avesse mai rivolto a un estraneo. Era una delle ultime Bentley da un gallone e un quarto, fornita di compressore Amherst Villiers... Era una domanda sincera, stupita. Era una donna in gamba Iolanda, per lui quasi una mamma. Era una lezione quella che cercava, una lezione di vita da un uomo che aveva meno della metà dei suoi anni e che un giorno aveva abbandonato per seguire la sua natura combattente. Era una provocazione. Era una punizione perché aveva lasciato Angela da sola? Era una reazione al "mestiere" che faceva: sempre su e giú, avanti e indietro, mai mancare gli appuntamenti, consegnare la merce senza ritardi, dare gas al motore, coprire la massima distanza prima che arrivi il colpo di sonno. Era una spiaggetta incastrata nella scogliera. Era un'alleanza negli intenti, rafforzata dalla consuetudine. Era un'altra abitudine imposta dalle circostanze. Era uscito un po' di sole e faceva meno freddo. Era vuota. Erano abituati alla morte, anche alla propria, assuefatti da migliaia di generazioni trascorse. Erano diversi i regimi, ma non la cultura, le tradizioni, lo spirito. Erano già tre volte il suo stipendio mensile. Erano i due guardaspalle. Erano in due e avevano pure il coraggio di fissare Luciano dritto negli occhi, prima che il codazzo di accompagnatori li respingesse fuori portata. Erano in due. Erano lí per quello. Erano morbidi. Erano parole bellissime. Erano personaggi del genere a muovere la ruota del narcotraffico mondiale. Erano piú di quanti ne avesse mai contati in vent'anni di vita. Erano piú di una trentina, ansimanti. Erano rimasti lí, a leggersi i pensieri, senza bisogno di dire niente. Erano riparati in Bulgaria e il Ministero li aveva assunti al volo. Erano riusciti ad accedere al tavolo delle trattative a Ginevra, per discutere le sorti dell'Indocina. Erano roba nuova, complicata, soprattutto per chi, come lui, era specializzato in motorscooter. Erano sei casse. Erano soltanto gesti retorici per dimostrare chi aveva il cazzo piú duro. Erano stati giorni di speranza ed entusiasmo. Erano suoi, poteva prenderli, anzi doveva. Erano suoi. Erano tanti, troppi, con un leader non meno carismatico di Stalin. Erano trascorsi sei anni, durante i quali aveva soprattutto studiato, perfezionato la conoscenza delle lingue e potenziato la memoria. Erano un bel po' di soldi. Eroina? eruppe nell'abitacolo, constatando che nella foto c'era Bondurant, sorriso volonteroso e cravatta sbagliata. Esatto. Esatto. Esci, risali, innesti la marcia. esclamò Cary, leggendo il proprio nome in un titolo di giornale. esclamò Dyle in un'interpretazione molto sopra le righe di Scemo Stupefatto. esclamò l'autista non appena lo vide. Escluse però quest'ultima ipotesi, perché là in fondo, i cartelli incriminati erano davvero pochi e ai celerini serviva un pretesto per suonare la carica. Esclusi un paio di viaggi a Chicago, non aveva mai lasciato New York fino al giorno in cui il maggiore degli Anastasia aveva deciso di "regalarlo" a Luciano in partenza per l'Italia. Esempio di inestimabile fede patriottica, di costanza contro ogni avversità e di eroismo". Esistenze grigie, all'apparenza inutili, che non avrebbero mai destato sospetti. Esisteva un buco di culo che la minchia di Luciano non potesse sfondare? Esistono prove che Lucania ricevette da questi individui forti somme di denaro, consegnategli personalmente da gangster venuti in Italia a questo scopo specifico. Esito beffardo! esordí Brando. esordì Ettore con la sigaretta penzoloni sul labbro. Esperimenti nucleari nei deserti e in mezzo agli oceani. esplose qualche minuto dopo. Espressione a metà tra il preoccupato e l'autoironico: Esprimono desideri. Essere all'altezza delle situazioni. Essere certi che fossero uomini come loro. Essere convocati dal capo del neonato Kgb non era cosa di tutti i giorni. Essere incoscienti. Essere venuti fuori da quel luogo malsano e indegno del suo valore: quello contava, bisognava avere fiducia. Est modus in rebus, o qualcosa del genere. Estrae un paio di cuffie e le indossa. Estrasse dalla tasca la fiaschetta e si concesse un sorso di consolazione. Estrasse la Smith & Wesson silenziata e centrò entrambi alla rotula sinistra, prima che avessero il tempo di prendere la mira. Estrasse la torcia elettrica e cominciò a frugare nello schedario. Estrasse un Thompson e due Luger, avvolgendoli in una coperta. Ettore afferra l'arsenale e salta giú. Ettore annuí, aveva capito che con tutta quella fretta l'amico americano l'aveva messo nel culo a qualcuno. Ettore annuí. Ettore annuí: Ettore annuí: Ettore aveva conservato il trafiletto. Ettore aveva due palle cosí, pensò Zollo. Ettore Bergamini era stato partigiano a Monte Sole, sull'Appennino, con la Brigata "Stella rossa" del maggiore Mario Musolesi, il mitico "Lupo". Ettore doveva essersi raccomandato. Ettore e Pierre scesero davanti alle fiancate imponenti delle navi, che battevano bandiere di mezzo mondo. Ettore era per terra, la testa spappolata nella polvere. Ettore era per terra. Ettore era sicuro di averne uccisi almeno quindici, sparando col Thompson e lanciando due bombe a mano. Ettore finiva di controllare le gomme: Ettore fu colpito da una raffica alla schiena. Ettore gli allungò una sigaretta: Ettore gli aveva detto che faceva il contrabbandiere tra Italia e Jugoslavia. Ettore gli diede di gomito e tese i bicipiti, ridacchiando sotto i baffi. Ettore gli diede qualche dritta su come usarla, poi si infilò nel bosco. Ettore gli lanciò un'occhiata appena: Ettore gli mollò un manrovescio. Ettore il bolognese. Ettore indicò il magazzino, dove Pagano cercava di riacchiappare la pistola dell'aria che aveva inavvertitamente azionato, come se lottasse con un serpente. Ettore indicò un tizio grosso che si stava avvicinando. Ettore invece c'era stato, l'aveva detto lui. Ettore lanciò un'occhiata alla sacca che Zollo teneva stretta. Ettore lo guardò torvo: Ettore lo sapeva: quei mesi in montagna erano stati i piú belli della sua vita. Ettore lo stava chiamando con un gesto della mano. Si aprí un varco e lo raggiunse. Ettore mise in moto e partì con una leggera sgommata sulla ghiaia. Ettore non aveva potuto che guardare, a meno di quindici metri di distanza. Fosse sceso, avrebbe perso anche il suo camion. Ettore non c'era piú. Ettore non fece una piega, gli occhi puntati sulla strada. Ettore non girava in bicicletta. Preferiva camminare. Ettore non sprecò fiato. Ettore ordinò ancora due cognac, vide la smorfia preoccupata sul volto di Pierre e disse: Ettore pensò che era una buona risposta. Ettore preferisce la dialettica. Ettore puntò il palmo verso terra, per far intendere di aspettarlo lí, e sparí dietro l'angolo. Ettore ricambiò, un sorriso pieno che si spense quasi subito. Ettore riprese a parlare: Ettore sbarrò gli occhi e scacciò l'idea con un gesto nervoso. Ettore sbucò dietro il cassone e fece cenno di entrare. Ettore scalò la marcia e squadrò Pierre per decidere se aveva il diritto di fare quella domanda. Ettore si accese un'altra sigaretta, doveva aspettare e sperare che gli andasse bene, che non li stessero prendendo in giro, lui e quell'imbecille di socio che si ritrovava. Ettore si avvicinò a un gruppo di scaricatori, scambiò alcune parole con loro, gli indicarono la passerella. Ettore si guardava la punta delle scarpe con la cicca arroventata tra le labbra. Ettore si lasciò andare contro lo schienale, accese una sigaretta e tirò due boccate. Ettore si lisciò i baffi. Ettore si mise alla guida, Pierre al fianco. Ettore si sentí piú leggero, ma anche il camion lo era. Ettore sogghignò: Ettore soppesò i pro e i contro. Ettore sorrise. Ettore sorrise. Ettore uscí dal gabbiotto che fungeva da ufficio e si piantò di fronte a Zollo, che nel frattempo si era acceso l'ennesima sigaretta. Ettore, seduto sulla sedia a dondolo, lasciò che i due tizi si avvicinassero. Ettore. Euforia e benessere, un pollice dopo l'altro. Evacuare i feriti. Evian, sponda francese del Lago di Ginevra, 21 maggio EVIVA IL PARTITO COMUNISTA DELLA JUGOSLAVIA! EVIVA LA COMUNE LOTTA DI TUTTI I POPOLI CONTRO LE BARBARIE FASCISTE! EVIVA L'SSSR E IL SUO INVINCIBILE ESERCITO ROSSO. DIFENSORE POTENTISSIMO DELLA LIBERTA E DEL PROGRESSO! EVIVA STALIN, IL CAPO DEI POPOLI E DEI LAVORATORI DI TUTTI I PAESI! Ex sovrano dell'Impero britannico col nome di Edoardo VIII. Exempli gratia, non ci sono prove del fatto che Frances subí una lobotomia transorbitale. fa Garibaldi, dopo aver liquidato Sanbenedettese-Arstaranto con un uno ics. fa la Gaggia, mentre sistema le quindici carte. fa Stefanelli dall'altra stanza. Fa una piccola pausa e la Gaggia tenta l'impossibile. Fabrizio Giuliani per le informazioni sul Kgb. Facce stupite, sguardi, qualche "perché?" buttato nel mezzo. Faccio una bella ficcata al giorno, e non dura solo tre minuti. Facendosi meno domande, l'allenatore di Wiese gettò la spugna alla sesta ripresa. Faceva caldo, dentro, odore di umidità e benzina. Faceva impressione e nello sguardo aveva qualcosa di raccapricciante, qualcosa di molto simile alla morte. Faceva paura. Faceva un caldo d'inferno, l'aria era densa, impacco di sale e lubrificante sulla pelle, pesce avariato in bocca e nel naso. Faceva un po' gangster, ma mostrava un certo stile. Facile immaginare che il vice di Berija agli Interni, Sergej Kruglov, si sarebbe venduto per due rubli pur di prendere il posto del capo. Fai scattare il coltello. Fammi un esempio. Fan finta di capitare per caso, di passaggio, e per questo non tolgono mai il cappotto, anche quando non vanno da nessuna parte. Fanti alzò il braccio, fermò il piatto e ripose il disco nella custodia. Fanti annuiva, emetteva qualche "uhm" ogni tanto, ma pensava ad altro: occhi leggermente strizzati, fissava un puntino nero a nordovest, al centro di uno spicchio di cielo non occupato dallo stormo. Fanti avvertí il punto di domanda lanciato da Pierre agganciarsi come un rampino alle fantasticherie celtiche in cui stava per perdersi. Fanti bevve un sorso di Lung Ching, Pozzo del Dragone, dolce retrogusto di liquerizia. Fanti diceva che i viaggi sono cambiamenti. Fanti diceva che l'intelligenza dell'uomo sta nelle alternative all'istinto. Fanti era in corrispondenza via homing pigeon con diversi amici in Inghilterra, Francia e Irlanda, però Eloisa non l'aveva ancora messa alla prova. Fanti era un colombofilo, uno degli oltre tremila dell'Emilia Romagna. Fanti gli avrebbe dato sue notizie. Fanti nascose la commozione dietro un mezzo sorriso. Fanti non rispose e guardò la musica. Fanti notò l'espressione di Pierre: Fanti portava guanti di pelle nera e un caratteristico, britannicissimo bowler hat (in italiano "bombetta"). Fanti protese le mani avanti, la bestiola si lasciò afferrare. Fanti si alzò per girare il disco e con qualche indecisione l'orchestra di Count Basie attaccò di nuovo. Fanti si girava tra le mani la copia di un libro in inglese, front-cover dai colori squillanti, Casino Royale. Fanti s'immaginò di aver parlato ad alta voce, e forse Pierre aveva frainteso il suo stream of consciousness, immaginandolo collegato a quel che stava dicendo lui. Fanti sorrise, sorseggiò il tè e corresse l'errore enne piú uno: Fanti sospirò, si tolse la bombetta e si ravviò i capelli. Fanti tornò in sé, borbottò una frase di scuse, si alzò e cambiò disco. Farabutto! Fare il contrabbandiere, ci mancava solo quella. Farina fece cenno a Capponi di muoversi: Farina gli passò accanto con una cassetta di munizioni raccolta nel camion su cui erano arrivati: Farò il film. Fathers Blessing, Monrovia. Faticava a tenere le palpebre alzate, e sudava, Nom de Dieu! Fatto sta che andare fuori con Carmine, salire sulla sua 1100, farsi pagare l'ingresso nelle sale da ballo, erano cose da segnorina, zoccola fiutasoldi eccitata dalle dimensioni di un portafogli. Fece due passi nella polvere, infilò la mano sotto la camicia, appoggiò la borsa tra le gambe. Fece gli ultimi cinque metri rotolando. Fece l'offerta: Fece per mettersi le mani nei capelli, ma finí solo per lisciarsi la pelata. fece Pierre senza capire. fece Pierre. Fece qualche passo verso i tavoli dello chemin de fer. Fece scattare un doppiofondo sotto il sedile ed estrasse la Smith & Wesson. fece Sticleina offrendosi allo sguardo del nuovo arrivato, Fece un cenno a Palmo, che non smetteva di girare intorno al camion per controllare che fosse intero. Fece un cenno al protagonista, a cui stavano ritoccando i capelli. Fece un gesto con la mano e quelli, increduli, uno dopo l'altro, si misero a correre verso la montagna. Fece un passo avanti. Fece un passo indietro e cercò di assumere la stessa indescrivibile espressione. Fece una pausa scuotendo la testa. Fecero un cenno a quelli che li aspettavano davanti ai picchetti, passandogli i soldi con un movimento istantaneo. Feci una cosa che manco io facevo mai, raccontai di quannu m'avevano aggredito nel '29. Fefe aveva capito. Fefe aveva capito. Fefe aveva deciso di farlo. Fefe aveva deciso di vendicarsi del cognato. Fefe aveva detto Niente Medicina. Fefe era incastrato. Fefe era l'arma in mano al marito becco. Fefe era matto. Fefe non aveva retto. Fefe non aveva voluto starci. Fefe non era credibile. Fefe non poteva accettarlo. Fefe non poteva dirlo. Fefe non poteva sopportarlo. Fefe non può saperlo. Fefe parlava una lingua sua, ma c'era un senso nelle parole che gli restavano in testa. Fefe si sentiva in colpa. Fefe si sentiva la causa. Fefe, avanti, alzati. Fefe. Femmine pazzesche. Ferme proprio sotto la finestra. Ferraglia buona per la limatura. Ferruccio annuí guardando da un'altra parte. Ferruccio ansimò, si guardò intorno, poi tornò a fissarla. Ferruccio aveva capito che tra lei e Pierre era successo qualcosa e non voleva rassegnarsi all'idea. Ferruccio aveva la stessa età di Pierre. Ferruccio aveva problemi nervosi ma non era mica tardo di comprendonio, anzi. Ferruccio era sdraiato sul letto, lo sguardo fisso, la coperta ben rimboccata. Ferruccio era stato male. Ferruccio era tornato a casa. Ferruccio l'avevano messo in una stanza diversa, al terzo piano, una stanza tutta per lui. Ferruccio non doveva stancarsi troppo. Ferruccio obbedí, poi si asciugò la bocca con le lenzuola. Ferruccio serrò la mascella e strinse i pugni sulle lenzuola. Ferruccio si voltò per guardarlo, Angela si diede mille volte della cretina e si avvicinò al letto per imboccarlo. Ferruccio teneva il broncio. Fiato sospeso. Ficcarsi due dita in gola e tanti saluti. Fiducia. fiiiiiiiiiiiiiiiiiii... Filamenti e polpastrelli, bimbi che giocano con resina di pino. Filo d'olio, pizzico di sale, una punta di senape. Fin da piccolo. Fin dagli anni Trenta s'era affrancato dallo strapotere degli Studios. Fin dai primi vagiti, McGuffin si era dimostrato un televisore fuori dal comune. Fin dal primo momento, quando fu convocato per ricevere le nuove consegne ("Niente piú epurazioni di ebrei dal Partito, niente piú processi, qui bisogna rifare tutto da capo"), il generale capí che quello stolto non sarebbe andato lontano. Fin dalla sua espulsione dagli Stati Uniti in Italia la sua attività è stata tale da costringere le forze di Pubblica sicurezza italiana e la Guardia di finanza a svolgere accurate indagini nei suoi confronti. Fin troppo, pensò. Finalmente il trattamento poteva dirsi adeguato. Finalmente qualcuno sembrava cogliere il grande valore di un McGuffin Electric Deluxe, per quanto un po' danneggiato, con le rifiniture in similradica e diciassette pollici di schermo. finché l'ultimo pezzo della terra slovena non sarà liberato. Finché un giorno non era entrata nella camera del fratello e l'aveva trovato bloccato nel letto con le cinghie. Fine. Finí per terra. Finito di assemblare il 16 febbraio 1953 nelle fabbriche della McGuffin Electric, presso Pittsburgh, Pennsylvania, era stato uno dei primi modelli Deluxe sfornati dall'azienda. Finito Dos Passos, doveva farselo prestare. Finito il ballo, fece cascare la sigaretta e la schiacciò sotto la scarpa. Attraversò la pista come piazza Maggiore una domenica mattina, tenendo la mano nella tasca dei pantaloni, sotto la giacca, piú Cary Grant che mai. Fino ad allora, però, Cary ha stabilito di non pensarci, e vuole essere di parola con se stesso. Fino al giorno precedente, prima del cielo terso di quella domenica invernale, su Napoli aveva piovuto e la pista era ancora allentata. Fino al giorno precedente, tra le sopracciglia faceva da ponte un ciuffo di peli. Firenze, un'altra pasticca, Bologna. Fischi. Fissò il ragazzo con aria interrogativa. Flynn era stato assolto, ma l'etichetta di stupratore gli era rimasta appiccicata addosso. Fonso l'aveva guardata, stravolto, incapace di credere a ciò che vedeva. Fonti autorevoli mi dicono che li spende all'ippodromo. for I've certainly turned the corner. Forse a fare il barbiere - con tutte quelle ore ad ascoltare chiacchiere insulse, recriminazioni e invettive di ogni tipo - si diventava un po' acidi, e se uno lo era già di suo, chissà cos'è che diventava. Forse anche Robinson sentiva la noia del viaggio. Forse avrebbe dovuto essere rabbioso, disperato, invece riusciva soltanto a sentirsi stordito, sommerso da quelle parole, da quella calma. Forse avrebbe trovato anche la forza di dire addio ad Angela. Forse che a New York qualcuno sarebbe stato cosí coglione da dare uno schiaffo a don Luciano? Forse cominciava ad averne bisogno davvero. Forse dovevi andare a Frosinone da solo, poi passare a prenderla e portarla al mare, allora sí che avrebbe funzionato, anche se la macchina, bella, lucida, di lusso, non era proprio la tua, i vestiti non erano adatti a una scampagnata, i soldi del casinò ce li aveva Stiv e il film, non ti ricordavi il titolo e sarebbe uscito soltanto l'anno prossimo. Forse è anche per questo che non sono mai riuscito a odiarti. Forse era anarchico, chissà, quasi sicuro non votava. Forse era Archie ad aver parlato. Forse era la legge universale del caso, valida per chiunque metta in gioco tutta la fortuna in una mano sola, sapendo che potrà anche perdere. Forse era la morte la differenza tra lui e quelli dell'età di Robinson e di suo fratello: l'aver dovuto uccidere e veder morire. Forse era l'approssimarsi dell'avventura, dell'ignoto. Forse era piú vecchia anche di Odoacre, che non aveva conosciuto fame e miseria, non aveva tirato su un fratello matto, senza una lira, senza niente. Forse era quel qualcosa che lo rodeva dentro a tenerlo sul chi vive. Forse era solo francese. Forse era un buon segno. Forse gli effetti di uno stato depressivo causato dalla scarsa considerazione che lo circondava. Forse ha intuito qualcosa, forse sa. Forse ho soltanto agito d'istinto, spinta dal dolore e dal senso di tradimento. Forse la guerra. Forse l'umidità accumulata in quella stamberga polverosa, o la polvere stessa, oppure ancora le mani di ferro di quel tizio che gli avevano dato una bella scrollata. Forse niente: l'ambasceria di Cary Grant è un'operazione segreta, quegli inetti si troveranno nell'impossibilità di giustificarsi. Forse per questo aveva deciso di prendersi una pausa? Forse per questo ha avuto tre mogli? Forse per questo Vittorio Capponi, che vive lí da circa due mesi, non ha mai visto nessuno gettare l'ancora da quelle parti. Forse perché Steve aveva imparato la geografia da mozzi e nostromi e non conosceva nessuna città che non si affacciasse almeno su un oceano. Forse proprio quel 5 novembre sarebbe stato il giorno della verità. Forse proprio questo l'aveva resa bella. Forse Purocielo. Forse qualche malamente, qualche uomo di merda avrà fatto il mio nome che stavo in galera, ma senza dire "quello ha cantato", no, tanto per dire, forse. Forse quel sabato era il giorno libero di Brown e l'avevano richiamato in servizio all'ultimo minuto. Forse sarebbero tornati all'attacco, ma se il profilo caratteriale di Cary Grant era giusto, avrebbe scommesso i gradi che l'attore non si sarebbe piú fatto blandire da quei cialtroni. Forse saremmo un po' di piú, se Capponi si sforzasse di offrire qualcosa di diverso dal solito panino con la mortadella, non so, magari un bel piatto di pasta, ma lui dice che per cucinare ci vuole una licenza speciale, e Benassi non ne vuol sapere di prenderla perché costa troppo. Forse si stava cacciando in un guaio da cui non sarebbe piú uscito. Forse sono soltanto riuscita a contenerlo, a racchiuderlo in fondo al cuore, dove posso conservarlo insieme ai ricordi di Ferruccio. Forse troppo dall'altra parte, anche lí doveva far freddo, di tanto in tanto. Forse un libro. Forse, come diceva Fanti, un segreto senso di colpa dava corpo al ricordo, con quel poco che era rimasto nella mente. Forti. Forza. Fosse stato Clark Gable, in Mogambo, Cary non avrebbe avuto dubbi se scegliere lei o Ava Gardner. Fosse stato per gli inglesi, Trieste sarebbe diventata un'altra Berlino, divisa in settori, smembrata. Fotogramma fisso, una delle scene-culmine di The Awful Truth, 1937. Fra una settimana compio sessantadue anni. Frammenti di mattone, sangue, un paio di occhiali mi cade sulla mano. Frana per terra. Frances (1982) è sorretto dalla mesmerica interpretazione di Jessica Lange e descrive molto bene la progressiva caduta in disgrazia e discesa agli inferi, anche se contiene diverse forzature. Frances Farmer arrivò alle due del mattino. Frances Farmer era venuta a trovarlo. Frances Farmer in manicomio. Frances Farmer. Frances riposa all'Oaklawn Garden Memorial Cemetery di Indianapolis, Indiana. Frances Stevens. Frances. Frankie ci fece tirare su la gonna per vedere com'era fatta là sotto, e idda fece una risatina. Frankie ci tastò le minne con quelle mani ca parevano dei badili, e idda ci fece un sorriso, come per sfidarlo. Frankie era tutto sudato e fituso, pareva veramente nu scravagghiu, e ci chiese perché minchia rideva. Frankie fece per partire con uno schiaffo, ma prima ca facesse 'sta grandissima minchiata, di rompere la faccia della migliore puttana ca c'era capitata tra le mani, io gli urlai: Frase ammiccante per tentare l'affondo: Frase brillante per saggiare il terreno: Frasi ad alta voce, pettegolezzi sommessi, pensieri inesprimibili e sguardi eloquenti ribollivano intorno al corteo come olio di frittura. Frasi indistinte. Frazioni di secondo. Fredda e magnetica allo stesso tempo. Frequentavano artisti, pseudorivoluzionari, mitomani, sedicenti "profeti" di ancor piú sedicenti movimenti. Frosinone, un buco nell'oceano. Fruga la tasca della camicia ed estrae un foglietto. Frughi una tasca. Frugò sotto il giaccone, poi qualcosa saettò in mezzo a loro, andandosi a conficcare sul sedile, di fianco a Pierre. Frutto acerbo di Papaver somniferum. Fu allora che accadde l'imprevisto. Fu Brando a interrompere il silenzio, imbarazzato: Fu come vederli tuffarsi in mare da una scogliera. Fu cosí che, per un po', Cary smise di pensare a Tito e si dedicò a strigliare telefonicamente i servitori di Sua Maestà, salendo la scala gerarchica a balzi di tre gradini finché non parlò con Sir Lewis in persona e minacciò di abbandonare la missione se si fosse verificata un'altra consimile caduta di stile. Fu il padre a parlare: Fu il suo ultimo commento. fu la risposta, e prima che Jean Azzoni potesse fare qualsiasi cosa, si udí nuovamente la voce di Kociss pronunciare una folle parola di tre sole lettere. Fu pure interrogato dalla Guardia di finanza per aver importato illegalmente un'automobile Sedan Oldsmobile modello 1948 che gli era stata portata da un gangster di New York, Pasquale Matranga, corriere di certo Willie Moretti, noto gangster del New Jersey, piú tardi assassinato. Fu risvegliato dal ticchettare della freccia e vide il muso della Bentley puntare un cancello metallico ed entrare nel cortile di un villino in stile vittoriano. Fu Ruggero Bacone, filosofo del XIII secolo, a tramandarcene la formula cosí com'è ora, da questa parte del mondo, mentre Berthold Schwarz, monaco tedesco del XVI secolo, fu il primo a utilizzarla per sparare un proiettile. Fu ulteriormente interrogato dalla Guardia di finanza per aver importato illegalmente $ 57000. Fu un'occhiata truce ed esplicita a convincere la carta stampata a non insistere oltre. Fu visto anche volare un piccone, che mancò di pochi centimetri il cofano di una jeep. Fumava con sussiego una pipa ricurva come un sassofono. Funamboli, clown e prestidigitatori, ogni sera e matinée di fronte alla classe lavoratrice del Regno. Fuori faceva meno freddo e la neve si scioglieva in una fanghiglia sporca. Fuori piove da ore. Fuori pioveva. Fuori proseguivano strepito, urla, sirene, colpi contro il portale. Fuori s'era messo a nevicare. Fuori si preparava un temporale di quelli estivi, e Fefe li odiava. Gambe allungate sulla sedia: Gambe liquefatte dal caldo e vapori nel cervello. Gambe rigide, ma agili e slanciate, ginocchia leggere. Garibaldi abbassò la voce e si curvò sul tavolo, come se dovesse confessargli un segreto: Garibaldi allargò le braccia: Garibaldi alza gli occhi al cielo e scuote la testa: Garibaldi annuisce serafico: Garibaldi arpionò la spalla di Walterún con uno spasmo da passato pericolo. Capponi guardò Pierre col ghiaccio negli occhi e la promessa dell'ennesima sfuriata. Garibaldi e Walterún subito dietro. Garibaldi gli si incolla alla faccia, o meglio al mento, e si mette a sbraitare. Garibaldi grondava sudore, nonostante il fresco della cantina. Garibaldi inchioda la mano a Bottone e sporge la testa per leggere. Garibaldi pensava al tesoro: due Bren, tre mitragliatori a canna forata, dieci caricatori di pallottole, otto bombe a mano. Garibaldi scuote la testa, chiude le carte e butta giú l'ultimo goccio di grappa. Garibaldi si agita. Garibaldi si sedette lentamente, appoggiando il bicchiere di vino con cura e spingendolo verso di lui. Garibaldi si tirò l'orlo degli occhi con le dita, per facilitare la messa a fuoco. Garibaldi sí: era piú alto e ci vedeva meglio. Gas annuí tra sé, meditabondo, tirando ancora un paio di boccate, come se gli avessero sottoposto un quesito esistenziale. Gas aveva fatto lo spiritoso: perché non scrivete anche voi? Gas aveva promesso. Gas aveva schivato un ceffone. Gas diceva che in tutto erano una quindicina. Gas si era illuso. Gas sorrise e sbuffò fuori alcuni anelli di fumo. Generoso, altruista, serio, sempre impegnato in una buona causa, sempre certo di quello che doveva fare. Gennaro Iovene richiuse la valigetta con gli strumenti veterinari e si avviò all'uscita delle scuderie. Genova, 27 giugno Genova,notte tra il 5 e il 6 luglio Genova. Gente come lui. Gente sugli alberi, sui lampioni: Gente tosta. Gentile professor Fanti, George e Ira Gershwin. Gesú Cristo Montroni ha parlato per parabole. Ghigliottine entrano in funzione, le teste cadono in un unico grande cesto. Già da un po' non lo sentiva sparare. Già dai primi boati si metteva in testa di dover uscir fuori, via, all'aperto. Già un anno? Già, ma da chi l'avevano liberata? Già. Giacca sportiva blu sbottonata, camicia magenta, cravatta con nodo storto, occhiali da sole (montatura troppo pesante per i suoi lineamenti). Gigi aggrottò le sopracciglia per scrutare meglio l'amico. Gigi e gli altri sapevano bene che gli occhi neri di Capponi piacevano a piú di una ragazza e preferivano precederlo nella scelta della ballerina. Gigi e Sticleina lo aiutarono a rialzarsi, l'orchestra aveva smesso di suonare, il fisarmonicista si sporgeva dal palco, preoccupato: Gigi gli fece una pernacchia: - Andiamo sí, è già tardi. Gigi sfruttò lo specchio oltre il bancone, quello con la scritta "Martini", per controllare che i capelli imbrillantinati fossero ben lisci lungo le tempie, stirati e lucidi fino ai piccoli ricci dietro la nuca. Gigli bianchi. Gilda la Rossa lanciò un'occhiata intorno: Gillespie e il suo combo avevano terminato l'esecuzione, la puntina girava a vuoto sull'ultimo solco. Giornate brevi. Giorni di trepidante attesaLE BANDIERE DI TRIESTE PRONTEA GARRIRE SUI BALCONI DELLE CASE Giovedí, da Franco, parecchi di noi nemmeno ci sono andati, che pagare la sovrattassa sul caffè per vedere Italia-Svizzera non sembrava il caso. Girano, sentono, vedono. Girava voce che rispondesse a tutti di persona, cosí gli ho spedito un pezzo da cinque indicando come mittente la mia donna delle pulizie. Girò attorno al bancone e attraversò il locale lentamente, elegante e dinoccolato. Girò dietro il bancone, si versò una dose abbondante di cognac, quindi sollevò il ricevitore. Girò in via Lame, e arrivò alla Porta. Girò intorno al sosia e afferrò il bavero della giacca tra due dita. Girò la chiave e sedette sull'orlo della vasca. Girò la testa e lasciò che la luce gli scivolasse addosso. Girò le spalle deciso, incamminandosi sul vialetto ghiaioso. Girò lo sguardo intorno e lo posò su Bao Dai. Girò sui tacchi, anche se l'idea di dare le spalle a quella gente lo entusiasmava poco. Gironzolò là in mezzo, con i fiori in mano. Giuliani ha tradotto dal russo l'opera di Evghenji Primakov Storia del Kgb (3 voll.), Hobby & Work, Milano 1999-2000. Giuliano non era un tipo paziente: gli saltavano i nervi quasi subito e, dopo, diventava intrattabile, manesco e volgare. GIUNTI A GINEVRA I DELEGATI DI HO CHI MINH Giunto di sotto, prima del boccaporto, un rumore sulla destra attirò la sua attenzione. Giurò che non avrebbe mai piú vomitato in vita sua. Giuseppe Marano accarezzò il collo della sua Ninfa, favorita assoluta, anche se sapeva di essere lui il piú nervoso dei due. Giuseppe Orlandi, detto Nosé, era un uomo di merda, portiere di condominio alla Garbatella, sempre mal vestito, l'inverno col cappotto rivoltato, l'estate con le toppe sulle scarpe di tela. Giustificare la strana pronuncia come prova di recitazione di un nuovo personaggio, ancora peggio. Giusto per coprire l'armamentario. Giusto un accenno di bora fa garrire le bandiere, su tutti i balconi, su tutti i palazzi, e in modo particolare due, enormi, all'ingresso della piazza: il Tricolore e l'Alabarda di Trieste. Gli "amici", con la Cina sopra la testa e i piedi in un pantano di sangue e merda. Gli "illegali", pensò Zhulianov trattenendo l'emozione. Gli abitanti di questo villaggio hanno dato asilo ai ribelli comunisti! Gli affreschi del soffitto facevano paura. Gli agenti comunisti erano descritti come perfetti imbecilli, incompetenti dagli atteggiamenti equivoci, riconoscibili a cento yarde di distanza. Gli agenti del Gma glielo avevano sottratto senza tanti complimenti. Gli agenti Fbi non portavano tutti abito scuro, camicia bianca e cravatta nera? Gli agenti non riuscirono ad attaccare subito, perché i dimostranti li bloccarono con una salva di pietre e manciate di ghiaia. Gli agenti segreti erano cosí. Gli agenti, diventati sei, premevano ai lati della folla come una forbice per tagliar fuori gli ultimi spettatori. Gli allibratori si voltarono in un unico movimento per riscrivere la quota sulle lavagnette. Gli alti gradi del Reich dovevano essere al corrente del dandismo del loro arcinemico, dato che avevano esposto la divisa come trofeo di guerra in una sala di Vienna. Gli altoparlanti scandiscono la motivazione dell'onorificenza: Gli altri erano già tutti dentro, eccetto Monte Allegro, che continuava a opporre resistenza. Gli altri moschettieri avevano rinunciato per via del prezzo. Gli altri non dissero niente. Gesti sconsolati. Gli altri soldati guardavano esterrefatti. Gli altri tre gli stanno dietro a fatica. GLI AMERICANI COMINCIANO A VERGOGNARSI DEI "TRAFFICANTI DELLA PAURA E DEL RICATTO" Gli americani erano il popolo meno parsimonioso della storia. Gli americani erano pronti a soppiantare in tutta l'area quei rottami fascisti pieni di boria. Gli americani, poi. Gli Anastasia continuavano a trattarsi bene. GLI ANGLOAMERICANI COMUNICANO Gli anni di addestramento alla Scuola speciale facilitarono il compito. Gli anni successivi li aveva trascorsi soprattutto a Mosca, all'epoca delle grandi "purghe", a cui era sopravvissuto per il rotto della cuffia. Gli arpioni una spalla, lo trascini al muro. Gli ascoltatori inviano lettere. Gli attori però non avevano colpa. Gli autisti di piazza sanno tutto di tutti. Gli autisti di piazza sguazzano nel mercato nero. Gli aveva detto: Gli aveva ricordato il convegno di Odoacre, quei quindici giorni solo per loro, a fine aprile. Gli aveva salvato la vita, con quella trovata del razzo. Gli avevano detto che era come Calcutta, e lui aveva annuito. Gli avevano detto che il generale era un osservatore scrupoloso, occorreva essere in ordine e senza niente di superfluo. Gli avevano fottuto il camion, dio cristo! Gli avevano tolto il meccanismo e lo avevano riempito per non far sentire la differenza. Gli bastò spargere la notizia di una prossima epurazione tra gli agenti dislocati nei paesi "caldi". gli dà di gomito Bortolotti, un po' seccato, Gli darà fastidio il fumo? Gli diede un calcio sotto il tavolo. gli disse qualcuno a una spanna dal naso. Gli era cambiato il carattere, era diventato scontroso, con addosso un incazzo da far paura. Gli eventi degli ultimi mesi avevano scacciato la depressione, restituendo Cary Grant al mondo che ne esigeva il ritorno. Gli eventi si susseguivano. gli fece eco quell'altro. Gli ha sparato il compagno ferito, o forse uno dei ragazzi. gli indici si scontrano a formare una croce, Gli inglesi mi propongono un film. Gli inglesi, buoni soldati, certo, ma con tutte quelle stupide consuetudini, tipo prendere il tè sotto i bombardamenti. Gli innaffiatoi avevano appena smesso di funzionare. Gli insulti dei compagni erano tutti per lui. Gli invitati, tutti amici, pronti a defilarsi al momento giusto o ad assistere discreti. Gli manderò un telegramma di scuse e ringraziamenti. Gli mollò un calcio in piena faccia, con tanta spinta da finire quasi per terra. Gli occhi del ragazzino di Bristol che, un fatidico pomeriggio d'agosto del 1910, era rimasto ipnotizzato dalle pantomime e acrobazie di Bob e Doris Pender, tanto da volerli seguire, essere attore, allontanarsi da un padre evasivo e dal vuoto di una madre scomparsa. Gli occhi di Rizzi si erano inumiditi nel vedere le delegazioni delle città irredente: Zara, Cherso, Lussino, Isola... Gli occhi duri quanto la voce. Gli occhi non erano ancora abituati all'oscurità. Gli offrirono acquavite che sorseggiò appena. Gli osservatori politici dicevano che la sua carriera di cacciatore di streghe non sarebbe durata fino a Natale. Gli pareva ancora di sentire la voce di Mistestív prima di andare via su quel lussuoso macchinone americano, che diceva al ragazzo Gli pareva che nessuno potesse capire una situazione tanto intricata, tutt'al piú ci avrebbero ricamato su una chiacchierata da bar, e tanti saluti. Gli parlava di McCarthy. gli ribatte Pierre con un ghigno. Gli ricordavano aristocratici decaduti con le pezze al culo, che sbraitano cose tipo "Voi non sapete chi sono io!" Gli rispose un uomo di mezza età, con un fazzoletto tricolore al collo: Gli scaricatori si fermarono a metà strada tra camion e parete, buttando uno sguardo in quella direzione. Gli scavi erano chiusi, ma per la visita di don Luciano e dei suoi amici nessun guardiano avrebbe fatto obiezioni. Gli scontri s'erano estesi fino ai portici di Chiozza. Gli sembrava di sudare merda. gli sentí dire Pierre, ma senza dargli tempo di finire, scattò verso il camion e si infilò sotto, strisciando sui gomiti verso l'uscita. Gli servivano un mezzo di trasporto e un compare determinato. Gli sguardi si incrociarono senza trovare appiglio. Gli sorridevano tutti, lo ringraziavano, e lui si sentiva felice. Gli spicci della mattina erano bastati appena per comprarne sei. Gli spintoni e le botte non durarono piú di dieci minuti, il tempo sufficiente, per i piú agitati, a dare e ricevere almeno un cazzotto, necessario invece, per i tranquilli, a convincere i moschettieri del bar Aurora a prendere la via di casa e quelli del Pratello a mettersi buoni. GLI STATI UNITI HANNO GIÀ PRONTE LE ARMI DA CONSEGNARE AI SOLDATI DELLA NUOVA WERMACHT Gli stava dicendo qualcosa... Gli stessi che ieri notte hanno vilmente assassinato due soldati italiani! Gli stessi che, a casa, soffiavano dal sole nel primo mattino. Gli stolti combattevano i nemici di oggi foraggiando quelli di domani. Gli stolti difendevano la pace sostenendo il braccio armato del denaro. Gli stolti gonfiavano il petto, parlavano di "libertà", "democrazia", "qui da noi", mangiando i frutti di razzie e saccheggi. Gli studenti, e non solo loro, avevano deciso di scendere in piazza la mattina dopo. gli sussurrò Jean "Ammiccante" Azzoni. Gli tornavano su le parole della zia. Gli tornò in mente il giorno del funerale, le masse urlanti, le donne che si strappavano i vestiti e si percuotevano la testa. Gli uffici erano in fondo al corridoio, girato l'angolo. Gli ultimi due erano stati i peggiori. Gli uomini contro il muro tenevano gli occhi sbarrati sulla scena. Gli uomini si tolsero il cappello. Gli uscí solo un mormorio: gli va dietro un altro, ma non fa in tempo a spiegarsi che la Gaggia zittisce tutti con un'occhiata spazientita, come fossimo un branco di alunni ignoranti. Gli veniva tristezza. Gli venivano i brividi a pensarci. Gli voleva bene. Gli yankee, solerti come sempre, fecero il resto. Gliel'aveva detto Toni. Gliel'avevano detto, era lo stile dei due italo francesi. Glielo devo dire a Palmo che il camion l'ho messo lí? Glielo devo dire che... Glielo sventoli sotto il naso. Glielo vorrei proprio dire a suor Titina, proprio adesso, che mi diceva sempre che io campavo cent'anni almeno, perché "'a carn' trist' nun 'a va' Crist'", eh, suor Titina, e allora? Gocce grosse come biglie rimbalzarono sul davanzale. Gocce sul naso. God, quanta ignoranza! Gola acida. Gonna nera, camicetta bianca e occhiali scuri. Good Bait, melodia trascinante, assoli brevi alternati alla ripresa del tema, and you can't help snapping your fingers. gracchiò la megera. Grace arrossí e sorrise. Grace Kelly aveva un fascino davvero insolito. Grace Kelly era la donna piú bella del momento. Grace uscí dal camerino, pronta a interpretare "Frances" per l'ultima volta, felice e ignara di ciò che stava succedendo, morti presunte e rinascite, palingenesi e discese agli inferi. Graffiò il taccuino con pochi geroglifici convenzionali e se lo ficcò in tasca. Grande praticità al servizio del piú grande ideale. GRANDINATA ATOMICA SU WASHINGTON OTTANTA ORE DOPO UN'ESPLOSIONE NEL NEVADA Grant arrossí e rise di gusto. Grant chiede a Tito della rottura con Stalin, aggiungendo: Grant controllò l'imbarazzo: Grant elargí un sorriso: Grant gli lanciò un'occhiata: Grant guardò Zollo allontanarsi, raggiungere il ragazzo, che in un inglese improvvisato stava discutendo con il capo della troupe sulla paga della giornata, prenderlo per un braccio e trascinarlo via. Grant indossa una polo blu e un paio di pantaloncini da bagno dello stesso colore. Grant intendeva un momento di soddisfazione, in cui il se la coula douce. Grant lo fissò. Grant rise ancora. Grant sbircia oltre le rocce: Grant se ne accorse e sbottò: Grant si alzò e lo raggiunse. Grant sorseggia il caffè, ottimo, e delizia l'interlocutore con dettagli sulla conquista dell'indipendenza artistica ed economica. Grassoccio, stempiato, occhiali dalla montatura pesante. GRAVE LUTTO DELLA NAZIONE L'IMPROVVISA MORTE DI DE GASPERI Gravi incidenti in provincia di Caltanissetta GRAVI MUTILAZIONI PREVISTE DAL PIANO PER TRIESTE Gravissime accuse in aula di Anna Maria Caglio Grazie a tutti gli iscritti a /Giap/, il nostro bollettino telematico. Grazie a: Grazie allo schermo a luminosità fisiologica, nessuno della famiglia si era stancato gli occhi seguendo l'interminabile diretta della sentenza contro Ethel e Julius Rosenberg, accusati di spionaggio a favore dell'Unione Sovietica e condannati a morte. Grazie anche per questo. Grazie davvero di tutto, Grida e insulti dalle decine di esclusi. gridò alzando un braccio una delle due versioni a colori, quella non sudata. gridò Ferruccio mentre concentrava tutte le forze del corpo nello scuotere la testa. gridò Mariani in un inglese plebeo ma passabile, gli occhi ridotti a piccole feritoie da un sorriso incontenibile. Grigi, impassibili, se li ritrovò piantati in faccia. Grossi affari ai quattro angoli del pianeta. Grosso come una montagna, determinato e generoso. Gualtiero e Lorenzo non erano un problema. Guardala, Cary. guardando verso il mio occhio in mezzo alla fessura, anche se non lo poteva vedere. Guardava dietro i quadri, negli schedari, sfogliava i libri, li spostava. Guardò fuori dal finestrino per vedere le colline, ma non riuscí a orientarsi. Guardò il completo buono, le scarpe lucide. Guardò il piazzale davanti a sé. Guardò le carte: due assi e due otto. Guardò nel retrovisore per assicurarsi che l'altra macchina li stesse ancora seguendo, poi svoltò a destra in direzione degli scavi. Guardò oltre il vetro e ancora una volta provò la sensazione di essere parte di un grande ingranaggio. Guardò oltre il vetro e ancora una volta, come ogni giorno, si sentí parte di un grande ingranaggio. Guardò Pierre nella penombra, alle prese con la cravatta. Guardò Vittorio, seduto sulla branda, avvolto nella stessa penombra di allora. Guidare. Gulliver sapeva di dover partire. Ha abilmente sfruttato l'infatuazione di una giovane ammiratrice, impiegata al ministero degli Interni francese, per carpire informazioni e passarle al nostro residente in cambio di una cifra pattuita. Ha fatto la guerra di Spagna. Ha finito. Ha gli occhiali da sole e stringe qualcosa in mano. Ha la mascella di vetro, questo G-man. Ha l'aria stizzita. Ha lavorato fino a tardi. Ha messo a frutto le stesse qualità lavorando come attore in un teatro popolare parigino tra il 1947 e il 1953. Ha passato diciotto mesi in riformatorio per furto (1937-38). Ha raccolto la sfida. Ha ragione Bortolotti, a 'sto punto meglio lasciarli cuocere nel loro brodo, quei due, e pensare piuttosto a questa cosa del televisore, che la Coppa del mondo si avvicina, e l'Italia non sarà un granché, ma intanto ha fatto 3 a 1 coi francesi, e ci gioca pure Cappello, che è uno dei nostri, uno del Bologna, come ai tempi di Schiavio. Ha studiato tre anni all'Accademia d'arte drammatica di Parigi (1937-40). Ha tutta la mia fiducia. Hai accettato? Hai altri problemi. Hai attraversato gli Inferi alla ricerca del mio fantasma, alla ricerca di te stesso e del tuo doppio, del tuo doppio e di tua madre. Hai capito? Niente tavoli. Hai fatto bene a parlargli. Hai fatto bene. Hai fatto il tuo dovere contro l'Imbrattatele, hai attraversato di corsa i deserti, le colline illuminate dai roghi della caccia alle streghe, inseguito dai cani, sei scampato ad agguati per incontrare l'Uomo d'Oriente, e non hai nemmeno il fiatone. Hai le tasche piene delle sue cose. Hai parlato con il primario: cos'altro cerchi? Hai ragione, Odoacre, quanto sono stupida, dar retta a quello scemo di mio fratello. Hai ragione. Hai voglia, poteva passare pure un mese, e intanto l'occasione, quel prodigioso televisore di marca americana, schermo a luminosità fisiologica da diciassette pollici, era bella che andata. Hanno la faccia stropicciata di chi s'è appena svegliato. Hitch digeriva la scena. Hitch era di fianco a lui. Hitch era un lento stomaco antropomorfo. Hitch si pavoneggiava tra ammiratrici in visita e gigantesche parrucche, corsetti sbriciolavertebre e pappagalli da passeggio, maschere esotiche, panneggi e broccati... Hitch sorrise. Hitch. Hitchcock aveva segnato un punto a favore. Hitchcock liquidò il capo della troupe con un gestaccio. Hitchcock si rivolse al capo della troupe: Hitler non c'era piú. Ho chiamato Hitch. Ho chiesto a Odoacre: dice che non è vero, ma non mi ha convinta. Ho colpito per primo. Ho fatto carte false per venire qui. Ho i documenti, c'è già su il timbro della frontiera, sto con gente che sa il fatto suo. Ho i soldi. Ho l'assaggio. Ho molta difficoltà con la lingua, ma sono già riuscita a procurarmi il libro di traduzioni che mi avete consigliato e mi ci sto applicando giorno e notte. Ho sentito dire che gli infermieri la prostituivano ai soldati in libera uscita. Ho un lavoro, un talento per il ballo, un'amante, e nessuna prospettiva. Ho visto Dall'Oglio, ieri l'altro. Hollywood ha cercato di spegnere le fiamme della propria coda di paglia dedicandole un film. Hollywood, CA, 28 giugno Hong Kong? Hoover metterà la mordacchia ai reporter. I baffi nascondevano la bocca, impossibile capire se stesse sorridendo, ma a lui sembrava di sí: il sorriso serafico, saggio, di chi ha già capito tutto. I bar, le piazze principali, i parcheggi dei taxi. I botti dell'ultimo spettacolo pirotecnico, remoti, attutiti. I camionisti andavano da quelle parti, o piú sopra. I camionisti si chiamavano, forse, Ernesto, o Ettore, non si ricordava, e l'altro Palmiro, ma Antonio ci stava piú in confidenza. I cancelletti si aprirono con un unico clangore metallico riversando gli animali sulla pista. I cani del cinese. I capelli bianchi e pettinati all'indietro, baffetti neri, ben curati. I Capponi riuniti a quel modo. I Capponi. I CARABINIERI CONFERMANO LE ACCUSE AL MONTAGNA IL SUO LOSCO PASSATO E I RAPPORTI CON ALTI PERSONAGGI I caucasoidi, volgarmente detti "bianchi", sono i piú irsuti. I cavalieri di ventura entrano a Toledo e spazzano via l'inquisizione, ma per me è troppo tardi: non c'è piú spazio tra una parete e l'altra. I chili fottuti a Luciano. I cigni allungavano il collo. I cimiteri non gli mettevano tristezza. I cinesi. I colori sono vividi. I colpi partirono dal tetto del ristorante. I combattenti partigiani Mirco Zappi (36a Brigata Garibaldi) e Carlo Venturi "Ming" (Brigata "Stella rossa"), per il materiale fornitoci. I conati spaccavano lo stomaco e la gola, ma ormai non usciva niente. I condannati alzarono gli occhi per guardare in faccia i carnefici. I corrispondenti italiani dei giornali britannici, nei loro pezzi, parlarono di "azioni teppistiche" di "gangster neofascisti". I cortei erano stati organizzati la sera prima, staffette corse di casa in casa sfidando il controllo degli angloamericani che occupavano la città da ormai nove anni. I crucchi avevano fatto intervenire un carro armato, lo avevano fatto entrare nel cortile e urlavano: I denti battevano come nacchere. I diritti dei popoli venivano calpestati dalla politica: peggio che nella Corea e nel Vietnam, perché almeno lí si parlava tutti la stessa lingua, a Nord come a Sud. I dubbi sulla politica ce li cava Benfenati e a quelli sulla Sisal, come Carrarese-Parma, ci pensano Melega e Bortolotti. I due agitarono le pagliette all'unisono. I due ascoltatori riemersero dal racconto sbattendo le palpebre. I due autisti seguivano qualche passo piú indietro. I due che studiavano le carte alzarono la voce. I due cronisti lo avvicinarono taccuino in mano. I due funzionari dell'MI6 abbassarono gli occhi imbarazzati. I due galoppini guardarono le banconote senza trovare il coraggio di stringerle. I due guardaspalle erano neri dalla testa ai piedi. I due infermieri di guardia stavano sempre nel gabbiotto all'ingresso. I due inglesi potevano quasi vedere il fumo uscire dalle orecchie dell'attore. I due passeggeri salirono dietro, nel cassone, dove avevano allestito sedili rudimentali, con sacchi e coperte. I due secondi che mi servono. I due si guardano. I due si guardarono fissi per un lungo attimo. I due si infilarono nella calca, urlandogli: I due spettatori, sul ponticello, trattennero il fiato. I due uomini rimasero zitti per lunghi secondi. I fantini, già in sella per il riscaldamento, fecero sgambare i cavalli per saggiare la pista. I fari scoprono un cartello: "Relais l'Etape, 500 m". I fascisti gli saltarono addosso, sette contro uno. I fascisti, amnistiati. I francesi ci sguazzavano da un secolo. I francesi erano dei buffoni. I fuochi d'artificio si ottengono mescolando metalli alle polveri esplosive. I fusti rotolarono a terra, il rumore della corsa rimbalzò fino al soffitto. I genitori di Marisa erano brave persone, per carità, il padre non faceva mancare niente alle sue donne e la madre era un'ottima padrona di casa. I genitori diedero il benestare. I germogli di soia non avevano sapore, l'avena formava con lo yogurt un'unica palla collosa, la crusca non faceva niente per invogliarlo e bastava guardare il frullato di verdure per sentirne in bocca il sapore e restarne disgustato. I governi riaffermano che un attacco a Berlino Ovest sarà considerato come un atto di guerra contro gli Alleati I Guerini avevano le idee molto chiare. I lavori del nuovo ospedale procedevano. I marsigliesi, Siragusa figghibbottana, la Sicilia. I marsigliesi. I migliori scrittori sulla lista nera. I militari italiani si schierarono, fucili in spalla. I moschettieri non si lasciarono impressionare e affrontarono la salita issati sulle biciclette come Coppi all'ultimo strappo del Gavia, Brando in testa, Sticleina e Gigi affiancati in volata e Pierre ultimo, sul bolide che gli aveva prestato Bortolotti. I moschettieri... I movimenti sono fluidi, le ossa leggere. I muscoli della schiena gli facevano male per la tensione. I muscoli intorpiditi risposero in ritardo: dovevano essere piú o meno le dieci di mattina. I musicisti sapevano quali erano i pezzi preferiti dai ballerini e glieli suonavano volentieri. I Nirvana le dedicarono una canzone, Frances Farmer Will Have Her Revenge on Seattle, dall'album In Utero, 1993: I padelloni sporgevano sull'argine tutti in fila, come grandi pance protese nel vuoto. I pagamenti saranno effettuati su un conto anonimo in una banca ginevrina (vedi "Allegato 1"). I Pagano fece un cenno di saluto che risultò del tutto ridicolo. I pagliacci si intendono con altri pagliacci, e il mondo era ormai una parata di clown. I parenti della moglie. I parenti in visita domandavano spesso che senso avesse quel catorcio, e qualcuno si era messo pure una mano sul portafogli, se c'era bisogno di contributi. I partigiani - persino i feriti - combattono disperatamente, sempre corpo a corpo, correndo con scarpe rotte su impervi sentieri di montagna. I partigiani se l'erano cavata con dodici caduti. I partigiani, sbattuti fuori dalla polizia e perseguitati dalla magistratura. I passi risuonavano sulla ghiaia dello stradello. I pennuti erano grassi e sgraziati. I pensieri di Pierre si inaridivano. I piccioni saltellavano ai margini cercando varchi. I piccioni, come fanno a tornare a casa? I piedi bruciavano, le gambe erano di marmo. I piú duri venivano dalla "Stella rossa", gli altri si erano aggiunti piú tardi. I piú giovani, invece, non parlano mai di niente. I posti sono già assegnati. I primi a entrare a Berlino, quando gli Alleati ancora arrancavano nei pantani del Reno. I primi due della serata fecero il loro ingresso sul quadrato. I Primi ministri asiatici chiedono la pace in Indocina I proiettili gli avevano perforato i polmoni. I putti sul soffitto sfottevano il suo dolore. I quattro del tarocchino si fecero largo per le scale con i gomiti e con l'età. Dalle feritoie vicino al soffitto filtrava poca luce. Alcune candele aggiungevano la loro. I ragazzi lo affiancarono. I ragazzi sembravano infaticabili e non smettevano di darsi da fare intorno al camion. I ragazzini giocavano a pallate di neve sotto i tigli scheletrici di piazza Aldrovandi, mentre i genitori prendevano d'assalto una pasticceria. I ricordi non bastavano a darle forma reale, appariva sfocata, in bianco e nero, su uno sfondo color seppia. I sacchi di carbone parvero convincerlo. I seguaci, nel migliore dei casi avevano dovuto lasciare il lavoro e la politica. I servizi segreti inglesi avevano passato il peggior quarto d'ora da quando gli stuka di Hitler avevano sorvolato Westminster. I soggetti in questione sono due. I soldi aprono tutte le porte, gli oblò e i bocchettoni. I soldi che mi avete mandato da parte di Pierre, tolti quelli che mi servivano per le prime spese, li ho messi in banca, in attesa di decidere cosa farne. I soldi di Ettore, anche di piú. I soldi ti fanno comprare il guscio di noce su cui piantare una vela di carta, stuzzicadenti come pennone, via, seguendo la Croce del Sud. I soprammobili, poi, sarebbero spariti per primi, li aveva sempre odiati, oggetti inutili, ingombranti. I sorrisi sembravano nascondere una crudeltà infinita. I suoi guai facevano ridere a confronto di quelli di Angela. I suoi scatti di collera erano piú rari, perché Odoacre gli dava una nuova medicina col nome complicato, una pastiglia modernissima che lo faceva stare piú calmo. I suoi tratti erano piú distesi e aveva una strana luce negli occhi. I tedeschi, affiancati dalle brigate nere, avevano fucili, mitragliatrici, cannoncini e due cannoni. I topi avevano peli e code lunghe, e non somigliavano a "Jerry". I torturatori di Irma Bandiera, Stenio Polischi e tanti altri patrioti. I tre imboccarono il sentiero in salita di buon passo, il sardo in testa ad aprire la pista. I tre punti dell'infame baratto ai danni delle popolazioni istriane I tre recuperarono gli zaini e li misero in spalla. I tronchi dei pioppi affondavano nel mucchio di neve ai lati della strada e le ruote dell'auto sollevavano schizzi di fango sui finestrini laterali. I Tropici. I tumulti erano proseguiti di fronte al monumento a Verdi in piazza San Giovanni, piazza Goldoni e viale XX Settembre, dove la folla aveva assaltato un cinematografo riservato agli ufficiali inglesi. I tuoni gli ricordavano i bombardamenti, la morte della madre, la paura. I vari sottotitoli componevano questo messaggio: "A un anno dal suo ritiro dal cinema, abbiamo rivolto alcune domande al piú famoso attore britannico del mondo - Nella sua residenza di Palm Springs: I vecchi alzano la testa dalle carte. I vecchi davanti, i giovani dietro, qualcuno in piedi. I vostri potentati ve la dànno a bere che il popolo sloveno vi ami, che vi assalgano soltanto "pochissimi comunisti". I vostri superiori vi nascondono in che disperata situazione Mussolini ha gettato "l'Impero italiano", avendolo venduto a Hitler. I. Fronte jugoslavo, primavera 1943 I. Parigi, 14 luglio Idda mi guardava la cicatrice, e l'occhio destro cchiú basso di quell'altro, poi fece una cosa che nessuno faceva mai. Idda non mi poteva vedere, ma guardava verso di me. Iddu non cantò. Iddu pare un poco strano, di recente. Ideale quando hai bisogno di scaricarti dopo un inseguimento. Idem. Idiozie. If I should suddenly start to sing or stand on my head or anything,don't think that I've lost my senses it's just that my happiness finally commences. II. Periferia Est di Bologna, 2 settembre III. Intorno al mondo, 25 dicembre 1953 III. Montréal, Québec, 11 settembre Il "compagno italiano" cominciava a essere scomodo: sui connazionali pesava l'accusa di essere spie del Cominform, i rapporti con l'Italia erano sempre piú tesi per via di Trieste, e una buona dose di razzismo completava il quadretto. Il "delfino di Stalin" Malenkov contro il "grande amico di Stalin" Berija. Il 21 aprile del '45 Ettore aveva liberato Bologna, a fianco degli altri compagni. Il 27 giugno, per via di gravi divergenze strategiche e politiche con Lupo, Sugano Melchiorri aveva formato un nuovo battaglione di quarantasei partigiani. Il 27 maggio 1957 il tribunale di Venezia mandò assolti tutti gli imputati. Il 27 marzo 1952 con decreto n. 4621 D. G. T. 28853/228/7212 il tribunale di Napoli lo giudicò colpevole e gli inflisse un'ammenda di lire 2500000. Il 29 aprile '44 scese in piazza con le donne di Imola, il 13 maggio soccorse i feriti del bombardamento, qualche mese dopo ospitò due partigiani e lasciò che Nicola li seguisse sulle montagne. Il 4 novembre, anniversario della vittoria nella Grande guerra, Rizzi era andato alla manifestazione di Redipuglia, primo paese al di là della "frontiera". Il 5 marzo, dopo nemmeno un mese di vita, aveva esaltato il padrone di casa con la sensazionale notizia della morte di Iosif Visarionovic Džugašvili, meglio noto come Stalin. Il 7 giugno 1951 si celebrò a Napoli il processo relativo a quest'automobile e l'auto fu confiscata ed egli multato per lire 32000. Il 9 giugno, durante un bombardamento tedesco, Stuart era morto, Deakin era rimasto ferito a un piede. Il babbo si è fatto la sua vita e noi dobbiamo farci la nostra. Il balenottero e i due squali caddero quasi nello stesso istante. Il bancale. Il bar Aurora non è mai stato cosí pieno. Il bar Aurora si svuota. Il bar dei rossi era in cima alla lista. Il bar si era svuotato. Il bar... Il barista indicò l'apparecchio. Il Barone ci pensa un attimo poi mette giú la testa e scrive. Il bastardo piú figlio di puttana della Terra. Il bello era che non fumava. Il bengala scende e illumina due volti sbalorditi: tedeschi appostati sul tetto spiovente, cadono tegole, cade un elmetto, uno dei due è legato al comignolo con un'improvvisata imbragatura. Il bianco sporco del cielo schiacciava tetti e colline. Il bidello spalancò il portone. Il biondo disse ancora qualcosa. Il bolognese è un diavolo infuriato. Il braccio gli stava dicendo addio. Il branco umano raccoglieva polli come fossero patate. Il brusio accelerava il flusso del sangue. Il brutto poi è che di questo problema non puoi parlarne cosí, come se niente fosse, bisogna che non ti fai sentire e siccome sei nel loro bar, la cosa diventa complicata. Il buco nero dei pensieri divenne voragine. Il buio cancellava i contorni della stanza. Il cacciatore di streghe darà il suo nome a quest'epoca. Il cacciatore di taglie venuto da lontano entra nel saloon per raccogliere informazioni. Il calcio del moschetto, però, l'aveva assaggiato solo otto anni piú tardi, nei giorni della rivolta contro il carovita e del saccheggio dei negozi. Il camallo gesticolò nell'ombra: Il cameriere interruppe la discussione depositando i bicchieri sul tavolo. Il cameriere si avvicinò e chiese se volevano altro. Il camion accosta all'incrocio. Il camion balzò in avanti in una nuvola di polvere. Il camion girò attorno all'edificio. Il camion inchioda lí di fianco. Il camion lo aveva portato indietro di duecento-trecento metri, lo aveva lasciato nel fitto del bosco. Il camion ripartí di scatto. Il camion sbandò. Il camion sgommò sul porfido spaventando a morte due gatti, poi svaní come un soffio nella notte di Napoli. Il camion, quello era fondamentale. Il camionista. Il campanello suonò. Il canale scorreva nero e placido. Il cane azzanna piú a fondo. Il cane morde dentro, morde il cuore, un pezzo alla volta. Il canotto di servizio cala in acqua con tre uomini a bordo. Il capannello assiepato intorno a loro applaudí e rise all'unisono. Il capanno era illuminato da una lanterna a petrolio. Il capannone era coperto dagli alberi. Il capannone era vecchio, grande e fatiscente. Il capitano Franko Spiliak tenta di alzarsi, ma i muscoli non rispondono bene. Il capitano non aveva certo interesse a denunciarlo, una volta arrivati, ma tanto valeva non mettergli il dubbio. Il capitano sbiancò: Il capitano si girò verso le case e ordinò all'interprete di avvicinarsi. Il capitano strillò l'ordine alla compagnia. Il capo dei Servizi segreti militari a Vienna manteneva un tono gentile, di facciata, quanto bastava a non sfigurare. Il capo della troupe finí di tamponare il naso all'attore e lo consegnò alla truccatrice perché facesse sparire il rossore. Il capo della troupe si asciugò il sudore sotto il cappello e lanciò un'occhiata in direzione di Hitchcock, che se ne stava placidamente seduto dietro la cinepresa con l'aria divertita. Il capo non parlava come i comuni mortali: solo in apparenza poteva sembrare un parlare per parlare, in realtà le parole erano soppesate, scelte, e mescolata alla chiacchiera c'era saggezza e una buona dose di savoir faire. Il capo si chiamava Bianco, ma era malato, e ormai seguiva gli affari da lontano, sostituito sul campo da Ettore. Il cartello che ne decantava qualità e prezzo era tutto scrostato. Il Casino Municipal era un tripudio di luci artificiali. Il caso è tuttora irrisolto. Il caso fu farcito di false testimonianze e "confessioni" a orologeria. Il caso fu sfruttato dalla "sinistra" Dc di Amintore Fanfani (col Pci e i suoi organi di stampa come "utili idioti") per assumere il controllo del Partito (da poco orfano di Alcide De Gasperi), facendo le scarpe alla corrente di Piccioni, la cui carriera fu gravemente compromessa dallo scandalo. Il Cavalier De Dominicis applaudí: Il Cavaliere rise, subito seguito dal capannello di gente che li circondava. Lucania si strinse nel cappotto di cammello e continuò a fumare. Il celerino andò giú come un rudere. Il celerino si fece ancora piú sotto e lo colpí sulla spalla per convincerlo a spostarsi. Il cervello attraversato soltanto da una sfilza di bestemmie. Il cervello non sa dirigerla. Il che è comprensibile, dato il terrore che suscita nella malavita italiana. Il cielo era pieno di stelle, centinaia di stelle, forse un migliaio. Il cielo era sereno. Il classico sputo da vecchio centrò l'occhio dell'onorevole Giorgio Almirante. Il coglione e il compare suo ridevano di gusto. Il coglione interrompe. Il Comitato aveva ereditato l'intera rete. Il Comitato per la sicurezza dello Stato. Il comizio nella stanza accanto invece non accennava a finire. Il compagno colpito è vivo, risponde al fuoco. Il compendio parlava della "partecipazione di personale britannico" allo sfondamento delle linee nemiche. Il controspionaggio militare era soddisfatto di come si era comportato in almeno un paio di circostanze. Il copione prevedeva un altro minuto o due di fronteggiamento, poi il maresciallo avrebbe dato l'ordine di caricare e via con la prima ripresa. Il corridoio pareva piú lungo del solito. Il corridoio si era di nuovo accorciato. Il corridoio. Il corteo raggiunse il tavolo di chemin. Il crombie grigio arrivava poco sotto le ginocchia e lo distingueva da tutti i bolognesi portati a spasso da lunghi pastrani o insaccati in impermeabili a doppio petto con cinture ben strette ai fianchi. Il cronista, tale Paul Moorish, non era stato in casa sua (non forniva descrizioni) né aveva incontrato il sosia. Il croupier estrasse due carte dal sabot. Il croupier gli consegnò un nove di picche. Il croupier non riuscí a trattenere del tutto un sorriso di meraviglia, o forse di sincero apprezzamento. il cucchiaio picchia la bottiglia e la voce ruvida di Capponi gratta via i commenti. Il cuscino aveva un piccolo squarcio, quasi invisibile. Il dedalo di viottoli e capannoni scorreva sempre uguale fuori dal finestrino. Il delirio di un povero matto? Il difficile era capire da dove iniziare. Il diretto di Cary sbriciola la mascella di Brown. Il direttore del dipartimento lo aveva lasciato intendere: c'era aria di promozione. Il discusso, dileggiato, sputtanato, odiato, foraggiato, circuito nababbo asiatico contro il ragazzino italiano con un culo che faceva repubblica. Il dito comincia a mitragliare. il dito di Melega gli finisce quasi in un occhio. Il divano lo attrasse con i morbidi cuscini. Il divano non era rimboccato bene? Il dolore è una cosa tua. Il dolore l'aveva incisa a fondo, resa di ferro. Il dolore non si può dividere con nessuno. Il dossier "Leach-Grant" ammontava ormai a un cospicuo numero di cartelle dattiloscritte. Il dossier riportava anche l'imbarazzata battuta di Dyle: Il dottor Clapas si era spaventato e, temendo una vendetta della malavita, aveva lasciato il paese. Il dottor Montroni aveva la meglio su Odoacre. Il duca di Windsor. Il fascio di luce illuminò la cartella clinica. Il fato è uno sceneggiatore abile e ironico, Archie. Il fatto è che al bar Franco, qua vicino, hanno appena comprato il televisore, e fin all'altro ieri, tutto il quartiere li sfotteva, perché la televisione sarà anche un miracolo, ma non c'è mai niente da vedere, e allora quelli del bar Franco avevano fatto la figura degli sboroni, che buttano via un sacco di soldi per far vedere che loro son piú belli degli altri. Il fermo è stato prolungato per l'emergere di nuove accuse nei suoi confronti, legate questa volta alle rivelazioni di Gennaro Abbatemaggio sui collegamenti tra Ugo Montagna e la malavita napoletana. Il film era una porcheria. Il film salta a pie' pari gli ultimi vent'anni di vita e "carriera": Il film sulla Quinta offensiva fu realizzato nel 1973: Sutjeska (in Italia: La Quinta offensiva), con Richard Burton (nel ruolo di Tito), Irene Papas, Milena Dravic, Ljuba Tadic e Bata Zivojinovic. Il fornaio non si faceva mai i cazzi suoi, sempre sull'uscio, a tener d'occhio tutti, sempre informato, sempre a far domande ai passanti fingendosi cordiale. Il fratello e il proprietario devono restarne fuori. Il fratello lo guardò scuotendo la testa. Il fratello suicidato e il marito che forse aveva scoperto il suo tradimento. Il fumo della sigaretta volteggiò sulla pelata lucida. Il fumo di sigarette e narghilè creava una nebbia fitta, oltre la quale Zollo intravide quello che doveva essere il suo uomo. Il funzionario dei servizi segreti rimase impassibile all'ironia: Il funzionario dell'MI6 fece una pausa, aspettandosi che Grant dicesse qualcosa, ma Cary rimase zitto, sorseggiando il liquore. Il furgonato lo superò per imboccare il cortile in retromarcia. Il gabinetto Scelba si presenta oggi in Parlamento Il gancio arrivò come un fulmine sullo zigomo di Brustulli. Il gatto aveva sporcato il tinello. Il gatto frugava l'interno in cerca della sua pallina merdosa. Il gatto gli andò tra i piedi inseguendo la sua pallina. Il gatto si chiamava "Tom". Il generale capí che era la grande occasione. Il generale ebbe un brivido di rabbia. Il generale Giap dava la stretta finale all'assedio di Dien Bien Phu: il contingente della Legione straniera asserragliato sull'altipiano aveva i giorni contati. Il generale guardò fuori dalla grande finestra. Il generale Ivan Aleksandrovic Serov saggiò la poltrona del grande ufficio. Il generale lesse i dati con attenzione. Il generale non aveva paura di niente, non dopo tutto quello che aveva visto nella vita. Il generale non ci pensò due volte a entrare nella cospirazione per eliminare Berija e la cosca "caucasica". Il generale non ricambiò: Il generale rimase nel suo ufficio al Ministero, aspettando il compiersi degli eventi. Il generale riprese, senza togliergli lo sguardo dalla faccia, ogni reazione sarebbe stata registrata: Il generale Serov avrebbe disapprovato. Il generale Serov avrebbe disapprovato. Il generale Serov capí subito cosa sarebbe successo. Il generale Serov dispose la documentazione sulla scrivania, i fogli allineati alla perfezione. Il generale Serov dispose la documentazione sulla scrivania, i fogli allineati alla perfezione. Il generale Serov disse: Il generale Serov si alzò, fece scrocchiare le articolazioni del collo e delle spalle e percorse i dieci passi che lo separavano dalla finestra. Il generale sogghignò, immaginando la scena. Il genere di soggetto che Zollo detestava dal profondo. Il genere di soluzione che Cary trovava disgustosa. Il giardino della villa è cosí silenzioso che sembra di sentire, lontano, rumore di risacca. Il gioco sporco di Montroni. Il giornale era il "Daily Telegraph", sfogliato dalla guardia del corpo seduta di fianco allo chauffeur. Il giorno che avesse detto basta dovevano rimanere tutti col fiato sospeso. Il giorno prima di partire per Roma, Montroni aveva sospeso la cura a Ferruccio. Il giorno stesso gliel'hanno rubata. Il giorno successivo aveva convinto il fidanzato, Odoacre, a firmare l'assunzione di responsabilità. Il giovane Anastasia aveva l'aria del damerino seduto sugli spilli, si limitava a ridere alle battute e a fare qualche sporadica domanda sull'Italia. Il giovane aveva parlato di una rivoluzione mancata. Il giovane aviere che gli avevano assegnato comunicò che mancavano pochi minuti all'atterraggio. Il giovane Capponi sollevò la gabbietta che teneva tra le gambe. Il giovane intervenne sicuro: Il giovane nipote era da tenere in palmo di mano. Il giudice di gara diede il segnale di avviare i cavalli alle gabbie. Il gorgo risucchia gesti, pensieri, respiri. Il grande drammaturgo Clifford Odets, amicone di Cary, intellettuale del cazzo. Il grassone si rivolse a uno dei giocatori: Il gruppetto si inoltrò in mezzo alle rovine. Il guardaspalle allungò un po' di soldi ai due giovani, tenendo d'occhio il boss fino a quando non smise di annuire. Il guardiano porta la mano alla nuca e ha appena il tempo di gorgogliare qualcosa, prima che il narcotico raggiunga il cervello mandandolo lungo disteso sul ponte. Il guardiano voleva impedire alle ragazze di accedere alla casa. Il guasto alla macchina ha prevenuto l'ultima cazzata. Il James Bond dei poveracci. Il jazz terminò nel rumore della puntina sugli ultimi solchi vuoti. Il ladro aveva sfondato il parabrezza con la faccia. Il lionese raccolse la bustina, assaggiò col dito e la passò al socio che fece lo stesso. Il lionese spense la sigaretta nel posacenere con calma, poi indicò l'amico seduto di fianco. Il magazzino era immerso nell'afa estiva. Il magazzino sorgeva a ridosso del cantiere per il nuovo ospedale. Il maggiore Dyle si interruppe. Il maggiore Dyle, funzionario britannico sul suolo jugoslavo, veniva a prendere in consegna Cary, per condurlo fino a Dubrovnik. Il maggiore inforcò un paio di pince nez e si concentrò sulla grafia svolazzante. Il maresciallo Zukov mandò i carri armati in città per riportare l'ordine. Il marinaio gli aveva detto di starsene buono là dentro ed evitare di farsi vedere in giro. Il marinaio gliel'aveva detto chiaro: se ti scoprono, non fare il mio nome. Il marinaio sorrise: Il marito entrò in salotto e spalancò occhi e bocca di fronte a McGuffin. Il marito premuroso salva il fratellino della moglie. Il martello pneumatico gli squassò i timpani. Il materiale che aveva in mano proveniva da Londra. Il matrimonio con Barbara Hutton, amica degli amici di Mussolini, ricevimenti interminabili e bombardamenti su Londra (i secondi probabile conseguenza dei primi), Errol Flynn bombarda Londra, Errol Flynn incula una bambina nella carlinga del suo aereo Luftwaffe, l'MI6 lo coglie sul fatto e lo rinchiude in manicomio, ogni notte Errol scavalca il muro che divide l'ala maschile da quella femminile, si reca a fottere Frances Farmer ed Elsie Leach, qui Cary piange, la mano di Clifford Odets scrive "Qui Cary piange" e chiude la scena, il senatore McCarthy manda al rogo chiunque sappia leggere e scrivere, la Gestapo cerca di arrestare Charlot che si difende e li stende col bastone da passeggio, l'MI6 libera Elsie in cambio di una collaborazione, Cary si rifiuta e dice: "Io non sono James Bond!" Il mento poggiato sulle ginocchia, Pierre non perdeva di vista il suo compagno di viaggio, angosciato dall'idea che potesse schiattare da un momento all'altro. Il mercato del bestiame di Marcianise, vicino Caserta. Il Messico era il refugium peccatorum, la terra nuova e antica dove perseguitati e reietti arrivavano in cerca di fortuna. Il Messico. Il Messico. IL MINISTRO DEGLI INTERNI DI BONN SI È FATTO SOSTITUIRE DALL'EX CAPO DELLE SS HITLERIANE WALDEMAR KRAFT Il mio sostituto è un dottore in gamba. Il modo per dire che il nuovo calmante faceva effetto. Il momento di gloria. Il mondo le crollava addosso. Il motore del furgone ne faceva ben piú delle sue scarpe. Il motore fu spento e i passeggeri scesero. Il motore venne spento di nuovo. Il musicista preme un fazzoletto sul buco. Il muto aveva parlato. Il napoletano era per terra, riverso in una pozza di sangue. Il naso della strega sfiorò la griglia dell'altoparlante. Il naso gli faceva un male d'inferno. Il nemico era molto potente. Il nemico non gli avrebbe piú dato tregua. Il nervosismo contagiò anche Verdi e Redipuglia, che iniziarono a sbuffare e strattonare le briglie. Il nome ha a che fare con i cervi, ma non è chiaro se sia dovuto alla presenza di questi animali, ora del tutto scomparsi, oppure all'aspetto d'insieme dell'arcipelago, che ricorda, come una costellazione, le fattezze del cervo. Il nostro Pale è arrivato senza problema. Il nucleo mobile era schierato con jeep protette da reti metalliche, autoblindo, almeno trecento agenti con elmetto d'acciaio, manganello e moschetto, tascapane pieno di lattine lacrimogene. Il numero giocato, sempre lo stesso. Il nuovo ospedale è un enorme cantiere polveroso. Il padre di Pierre, bracciante poi operaio di Lugo, classe 1901, era reduce dai moti del biennio rosso, e portava incisi sulla carne i segni del destino che si era scelto: le mazzate degli agrari, l'adesione al neonato Partito comunista, il nome del primo figlio, arrivato pochi giorni dopo la morte di Lenin e chiamato Nicola in onore del grande rivoluzionario. Il padre era stato entusiasta del progetto. Il padre era una sagoma scura indistinta e una voce profonda. Il padre gli toccò una spalla, "lascia stare". Il padre non aveva preso la tessera del fascio e scontava quella scelta fino in fondo. Il padre promise che si sarebbero visti almeno una volta all'anno. Il padre, burbero e trasandato, insiste per farsi tradurre una domanda, ma il ragazzo non gli da troppa corda. Il padre, da tempo ricoverato in sanatorio, era morto di tibicí pochi mesi dopo. Il padre, Ettore, Montroni, Angela. Il padre, le lettere, Angela. Il padrone lo accontentò, poi gli tese il braccio di fronte alla mascella e lasciò che glielo azzannasse per gioco. Il paesaggio inglese conciliava il sonno. Il paese della prima rivoluzione del secolo, quella di Villa e Zapata, quella che non si capiva se aveva vinto oppure si era persa per la strada, tra la capitale piú grande del mondo e la sierra. Il paesino pareva racchiuso in una boccia di vetro e silenzio. Il panetto sembrava incandescente. Il panico: nel fuggi fuggi generale, i feriti venivano caricati a spalla ma la polizia bloccava e picchiava i soccorritori. Il panno verde era cosparso di fiches e bruciature di sigaretta. Il paperotto arrancava verso riva. Il paperotto cominciava a essere troppo stanco per vivere. Il paperotto continuava a nuotare, ma cominciava a essere stanco. Il paperotto era allo stremo delle forze Il paperotto non aveva piú fiato. Il paperotto riemerse. Il paperotto vomitò, cercò di starnazzare, ma non gli uscí alcun suono. Il parabrezza era esploso. Il paradiso dei tossici. Il paradiso di nabos, babis, corsi e altra feccia assortita dal resto dei quattro continenti, amorevolmente accomunati da un solo compito: dominare il porto e i traffici di Marsiglia. Il parcheggio era illuminato male. Il parco pullulava di nonne e balie che scarrozzavano piscioni da zero a otto anni. Il parroco riconsacrava la chiesa insanguinata. Il Partito comunista della Slovenia vi chiama: Il Partito e l'Anpi l'avevano espulso per "indegnità morale" nel '49, ma il motivo preciso non lo sapeva nessuno. Il passaggio di un treno gli impedí di pensare piú a lungo. Il perclorato di potassio sprigiona ossigeno e genera la combustione. Il periscopio Walterún emerge sul mare di teste bianche e pelate. Il personaggio interpretato da Grace. Il pesce lo tirò sotto ancora, questa volta ci mise un bel po' a riemergere. Aveva imbarcato piú acqua del Titanic. Il pesce lo tirò sotto una terza volta. Il piano di Carmine prevedeva champagne e cenere per l'esistenzialista. IL PIANO DI SPARTIZIONE DEL TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE Il piccolo nuotò verso il centro del lago, la paura gli aveva tolto l'orientamento. Il piede d'appoggio andò per conto suo, d'istinto cercò di mantenere l'equilibrio con un colpo di reni, volteggiò in avanti, ma non riuscí a fermarsi. Il piú anziano dei due aveva parlato di un'altra rivoluzione. Il piú delle volte erano stati allontanati dai loro paesi, dagli amici, dai parenti. Il popolo sloveno ha cominciato una lotta inesorabile contro gli occupatori. Il portellone si chiuse. Il porto si apriva in tutta la sua ampiezza sotto di loro. Il portone è aperto. Il prato di Villa Azzurra era sempre ben tenuto, all'inglese: tanto verde da sembrare finto. Il presidente del Kgb gli allungò una cartella azzurra. Il Presidente passa in rassegna i soldati. Il presidente Tito ha lasciato Mljet da meno di quattro ore. Il primo americano che ho conosciuto... quando è stato? Il primo attore a ottenere il dieci per cento sugli incassi. Il primo era sempre una mazurka, non troppo veloce, per scaldarsi. Il primo sole del mattino riempirà la stanza, con la promessa di una giornata calda, ideale per il bagno. Il primo tuono violentò le finestre. Il problema era un altro. Il professar Fanti... Il professore fece passare gli animali dal cameretto al gabbione, aprí la piccola saracinesca, liberò lo stormo e cominciò ad agitare la banderuola per dirigerli nell'alzata, con movimenti da direttore d'orchestra su andante maestoso. Il professore pressò il tabacco nella pipa. Il profumo, i capelli e infiniti dettagli del corpo gli piovono in testa all'improvviso. Il progetto cinematografico dell'MI6 finiva nella pattumiera della Storia prima ancora di vedere la luce. Il programma della giornata è tutto lí, un toccasana prima delle fatiche di un nuovo, lungo viaggio. Il proiettile deve aver toccato la spina dorsale. Il protagonista è un agente MI6 di nome "James Bond". Il protagonista era un agente segreto spavaldo e arrogante, in missione nella cittadina francese di Royale-les-eaux. Il pubblico applaudí. Il pubblico insorse. Il pubblico lo adorava. Il pubblico nemmeno. Il pubblico si lasciò scappare i primi sussurri. Il pugno lo colpisce proprio sopra la nuca. Il puzzo nauseabondo di pesce saliva anche dal buco del culo. Il quartiere era il Panier, fossa di scolo di Guerinitown. Il quarto deve aver catturato Robespierre. Il quarto è un signore dinoccolato che si guarda intorno come ammirasse il paesaggio, poi siede sulla sabbia e apre un libro. Il ragazzino si contorceva sotto le ruote posteriori, o meglio tra le ruote e il carretto su cui veniva trainato dai compari, urlando come un forsennato, mentre un altro si aggrappava al parabrezza, gridando anche lui: Il ragazzo aveva culo. Il ragazzo aveva fiutato aria di casa. Il ragazzo aveva una faccia strana, sembrava rassegnato a un'idea nefasta. Il ragazzo che non si rassegnava a prenderle senza darle fece roteare in aria il candelabro, poi calò un fendente sulla spalla di un poliziotto, ne colpí un altro allo stomaco, infine venne sopraffatto da almeno sette agenti, gettato al suolo e preso a calci finché non smise di muoversi. Il ragazzo con la gabbietta era un poveraccio qualunque, probabilmente un pazzo. Il ragazzo emanava fiducia. Il ragazzo italiano, invece, sembrava avere uno stile altrui. Il ragazzo lasciò la presa e rotolò per terra. Il ragazzo lo prega di non informare le guardie della loro presenza sull'isola. Il ragazzo non deluse. Il ragazzo non era un problema. Il ragazzo non resistette: Il ragazzo poteva rendere la serata me-mo-ra-bi-le. Il ragazzo ricambiò il gesto e urlò: Il ragazzo sapeva quasi tutto. Il ragazzo scattò. Il ragazzo scese. Il ragazzo teneva la faccia attaccata al vetro, guardava la strada fuori dal locale. Il ragazzo vinceva e rideva sgranando gli occhi. Il ragazzo. Il ragazzo. Il ragno tesseva senza stancarsi mai. Il rapimento di Cary Grant era fallito, ma il risultato era stato raggiunto. Il rapporto di Zhulianov era meticoloso. Il re della filuzzi prolungò il volteggio di un giro e mezzo, e gli finí proprio addosso, sfruttando l'effetto sorpresa e la rincorsa per rovesciarlo a terra. Il Re della filuzzi. Il re pastore si era fatto avanti solo per tirare la corda. Il Relais l'Etape non serviva soupe de pistou da almeno dieci anni. Il rendez-vous oltre frontiera era imminente. Il respiro si fece quasi violento. Il responsabile della baracca è il fratello maggiore. Il resto all'inferno, Toni, I'm sorry. Il resto lo fece a calci e col serramanico che portava in tasca. Il resto quando vuoi, oui, avec plaisir. Il resto tra un mese, Toni. Il resto venne da sé. Il riarmo della Germania e la sua adesione alla Nato. IL RICONOSCIMENTO DELLA CINA Il ricordo di quel posto le dava ancora i brividi. Il riferimento alle presunte perversioni corefile e simpatie nazionalsocialiste dell'attore Errol Flynn, che piú tardi si accoppia con la madre del soggetto e con un'attrice di minor celebrità, tale Frances Farmer, è indicativo del medesimo rapporto conflittuale. Il rimorso gli strinse il cuore, ma già Sticleina lo prendeva per un braccio e lo trascinava verso i tavolini. Il rischio pur di non ammuffire su quel golfo pestilenziale, facendo l'autista a un vecchio gangster impenitente. Il ritorno di Cary Grant e la definitiva affermazione di Grace Kelly. Il romano alzò le spalle: Il romano, senza convinzione, li seguí, incespicando e voltandosi piú volte a spiare il cadavere, quasi si aspettasse di vederlo rialzarsi. Il romanzo di un ex agente segreto. Il sacchetto della pasticceria era ancora intatto, sul comodino. Il sacerdote si avvicinò al portone, e gridò: il sangue gli salí in gola, cercò di sputarlo fuori con un gorgheggio, la mano aggrappata al bavero della giacca di Zollo. Il sangue impastava la polvere tutt'intorno. Il sangue impregnava la camicia. Il sangue si mescolò all'acqua. Il sapone annullò l'attrito. Il sarcasmo era acido cloridrico, l'immaginazione un gioco di enzimi, Hitch digeriva le forme di vita circostanti, proteine e vitamine per il corpus delle sue opere. Il secondo episodio non aveva senso, era inguardabile. IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO MINACCIA Il segretario lo accolse senza sorrisi, controllò il tesserino e gli disse di aspettare in anticamera, dopodiché si infilò dietro una porta e lo lasciò solo. Il senatore precipitò nel rancore e nell'etilismo. Il sesso doveva essere parte del mistero, non detto, implicito in uno sguardo, nella battuta giusta sul copione, in un dettaglio. Il sesso era un'allusione sottile tra romanticismo e ironia. Il sesto capitolo s'intitolava: Due uomini col cappello di paglia. Il sesto senso da uomo d'affari gli permetteva di leggere nell'animo degli altri. Il Settimo cielo doveva essere gremito. Il signore dinoccolato gli è subito dietro. Il signore dinoccolato sbuca per primo dagli scogli. Il silenzio cala senza bisogno della bottiglia. Il silenzio che seguí fu molto diverso dal precedente. Il silenzio della campagna gli metteva addosso una strana agitazione. Il silenzio gli ronzava nella testa come un aeroplano. Il silenzio tutto intorno si tramutò in mormorio di sorpresa e disapprovazione. Il sindaco ricorda le genti sorelle della costa orientale dell'Adriatico. Il siparietto alla Laurel & Hardy attirò l'attenzione di tutti. Il sipario stava per alzarsi. Il sito piú completo è: www.carygrant.net Il socialismo avrebbe coronato tale impressionante serie di risultati con la giustizia sociale, l'armonia tra gli esseri umani e la liberazione d'ogni energia creativa. Il soggetto non ha richiesto la presenza di un funzionario del consolato americano. Il soggetto si è creato un alter ego dal cognome rivelatore, l'inesistente James Bond. Il soggetto striplato è alla costante ricerca di tre padri (forse il trio Stalin-Robespierre-McCarthy?) e tre madri. Il sole delle otto scalda la piazza. Il sole non doveva piú oscurarsi, la mano che muoveva il rasoio non doveva piú tremare. Il sole sbadigliava a Oriente. Il sole, disteso sulla via Emilia, bussava a Porta San Felice. Il solito ufficiale - secondo alcuni, un tale "maggiore Williams" - intimò di sciogliere "l'assembramento". Il sonno arrivò a spegnere i pensieri. Il sonno schiaccia la testa. Il sonno sta per coprire tutto e domani c'è il film. Il sonno sta per coprire tutto. Il sopracciglio di Cary s'inarcò di nuovo (sarebbe rimasto in quella posizione per buona parte dell'ora successiva). Il sopracciglio inarcato di Bondurant era quasi perfetto, stessa espressione svampita dell'originale. Il sopracciglio inarcato funzionava. Il sopracciglio sinistro di Cary Grant raggiunse una vetta mai toccata, nemmeno sul grande schermo. Il sorrisetto à la Cary Grant fu tutto quello che l'attore concesse. Il sorrisetto amaro di Gilda sottintese molte cose: Il sorrisetto di Cary Grant era formale ed elegante e allo stesso tempo naturale. Il sorriso che Zollo conosceva bene, quello con cui poteva invitarti al tuo funerale: Il sorriso di Bondurant. Il sorriso riempí le guance di Jean-Jacques. Il sorriso si allargò: Il sosia appoggiò il bicchiere sul tavolino e si mise in piedi. Il sosia di Cary Grant e sua moglie. Il sosia quebecchese è nudo, quindi in uno stato di innocenza vicino alla verità, ma al contempo indossa una cravatta, segno di indecisione tra natura e civiltà. Il sosia quebecchese nell'armadio, sorpreso a parlare col dittatore jugoslavo Tito, rappresenta proprio il timore di non riuscire a conformarsi (il Québec rappresenta l'anomalia culturale, lo straniero in casa), addirittura di essere accusato di antiamericanismo e simpatie comuniste. Il sosia si guardava intorno imbarazzato. Il sosia sorrise. Il sosia studiò un paio di passaggi, poi affiancò il modello. Il sottoposto si schiarí la voce, scacciò briciole invisibili dalla manica della giacca e attaccò: Il sub si toglie la muta, spoglia il guardiano e ne indossa la divisa. Il suo arrivo non era passato inosservato. Il suo corpo, ancora giovane, e già stremato, il suo corpo senza figli. Il suo gioco è temporeggiare, vedere cosa fanno a Mosca, tenere il piede in due staffe. Il suo parere conta cosí, tanto per parlare, che di quanta neve c'era in piazza del Duomo, nel '28, ci interessa solo per curiosità. Il suo pugile preferito. Il suo stupore, nel vedere che qualcuno conosceva il film e il giorno che gli aveva offerto il biglietto per Rashomon. Il suo successo. Il suo viaggio e la ricaduta del fratello dovevano averle fatto scattare qualcosa dentro. Il taglio perfetto della mia uniforme dà concretezza all'orgoglio dei lavoratori. Il tassista si era addormentato. Il taxi sarebbe arrivato a momenti. Il tè era l'unico ingrediente di una colazione tradizionale sopravvissuto alle nuove convinzioni alimentari di Betsy. Il tè era troppo bollente. Il tè wulong, col suo gusto di nocciola, dissetava il palato. Il tedesco lo guarda perplesso, poi sorride e mostra fiero il suo frutto: Il telefono interruppe i convenevoli. Il telefono riprese a squillare. Il telefono squillò. Il telefono. Il televisore da Frosinone non c'è proprio passato, perché Antonio conosce i tipi che lo trasportavano col camion, e glielo portavano loro su a Roma. Il televisore non funzionava manco a schiaffi, ma lui adesso se ne fotteva. Il televisore. Il tempo a disposizione stava finendo, non c'era piú margine, doveva saltarne fuori adesso. Il temporale, in sé, non lo preoccupava affatto. Il terremoto polka era l'ultimo pezzo della prima sessione. Il terzo colpo andò a segno: vide il cervello di Vic schizzare per aria. Il terzo colpo fischia a pochi centimetri dall'orecchio destro di Zhulianov, che si lascia sfuggire un'imprecazione. Il timing del diverbio, comunque, era tutto sbagliato. Il tipo di barba e la frequenza con cui occorre raderla dipende, in parte, da fattori antropometrici. Il titolare non approvava trasporti al buio: troppo rischioso. Il tizio che aveva davanti rientrava nella categoria delle persone come lui. Il tizio che aveva minacciato il fascista era in piedi dietro di lui. Il tizio con l'accento siculo che gli stava davanti era parecchio grosso e a giudicare dall'abbigliamento non si trattava del primo coglione. Il tizio con le mani grandi e il berretto sugli occhi se lo caricò su una spalla con un mezzo gemito. Il tizio di fianco a lui mangiava brustulli a ripetizione. Il tizio sapeva l'inglese molto meglio di lui. il tizio sbianca dal mento alla nuca. Il tizio tradusse e Bulatovic rimase a fissarlo per alcuni secondi, come stesse valutando qualcosa. Il tizio voltò soltanto la testa, senza cambiare posizione. Il Toni di oggi aveva idee piú confuse. Il Toni di una volta avrebbe riso solo all'idea. il tono di Garibaldi si fa pesante. Il tono è quello di un'accusa. Il tono era imbarazzato. Il tono era meno seccato del solito. Il tono non era amichevole. Il tono sembrava malinconico, ma a sentirla avresti detto che se la spassava. Il tono si alza, la voce trema, gli occhi chiari si spalancano. Il topo di nome "Jerry" viveva dietro il battiscopa di un tinello spazioso e ben arredato. Il traditore Berija venne giustiziato e al generale risultò evidente che nel giro di pochi mesi Kruscev avrebbe preso tutto il piatto. Il trafficante udí un pluf dentro il bicchiere che aveva davanti. Il tram era mezzo vuoto. Il tramite da quelle parti era un certo Jean-Philippe Mesplède, uno della Legione che lavorava anche con gli americani. Il tranviere Lorini interviene per dire la sua, mentre paga il caffè: Il tre di Pagano era piú che buono. Il trillo si ripeté ossessivo, finché lei, come un automa, riuscí ad alzarsi. L'armadio a muro. Il triplo salto mortale di Cemento Zollo. Il triplo salto mortale di Stefano Zollo si è fermato a due capriole. Il tripudio delle Stelle d'Oriente era al culmine, Toni le vedeva ovunque, sempre piú sfocate. Il tripudio e la tristezza. Il tuffo di Fefe aveva cambiato tutto. Il tuo amico Clifford. Il va' a cagare esplose nel cervello. Il Vangelo secondo Odoacre Montroni. Il vecchio annuí: Il vecchio cercò le parole: Il vecchio fece un gran respiro e annuí serio. Il vecchio Garibaldi ha già messo da parte la schedina e se ne sta seduto al tavolo a sfogliare il giornale, come se della Montesi non gliene importasse un fico secco. Il vecchio Hitch sapeva come stuzzicarlo, lo conosceva meglio di chiunque altro, si erano capiti fin dal primo momento: inglesi sul suolo americano, innamorati di Hollywood, ma capaci di cambiarla, attaccati alle loro manie, ma affascinati dalle infinite possibilità del cinema, tutt'uno con esso, e in qualche modo inseparabili da quasi quindici anni. Il vecchio sapeva tutto? Il vecchio sorride di fronte alla fontana. Il venerdí, al bar Aurora, è il giorno della "schedina". Il vento coprí la risposta. Il vento e le bandiere diedero al poeta un fremito d'ispirazione. il vento non smetteva di soffiare, gelido. Il vento portava un vociare lontano, urla e canti. Il vero nome era Vladimir Il'ic Ul'janov. Il vestito, invece, da qualche segno di cedimento: gomiti lisi, colori un po' spenti, un bottone diverso dagli altri, ma sempre molto elegante, almeno quanto Pierre, le sere che va a fare il fenomeno al baladur. Il viaggio a Genova era cascato a puntino. Il viaggio era ancora lungo. Il viaggio in Francia per conto di Luciano era la miglior copertura del mondo. Il viso di Fefe riemergeva dal buio profondo. Il viso di Raymond esplose in un'espressione ilare, come se le sue azioni della Union Pacific Railroad fossero appena salite di venti punti. Il vocione di Garibaldi arriva dal tavolo delle carte: Il volto di lei era quello della foto di famiglia, dove lui era un bambinetto con lo sguardo arrogante. Il vomito gli impedisce di parlare. Il vostro Churchill lo capí dopo la Quinta offensiva, anche se poteva capirlo prima e molti compagni sarebbero ancora vivi. Il vuoto fu riempito da un pezzo piú recente, 23° North and 82° West, dell'orchestra di Stan Kenton. Il. Territorio libero di Trieste, 5 novembre 1953 Imboccano il sentiero tra le rocce. Imbocchi il corridoio, Niente Medicina. Imboccò la strada a tutta velocità. Imburrò una fetta di pane, ci spalmò la marmellata d'arance e dopo il primo morso tornò a fissare il taccuino disseminato di briciole. Immaginare gli ultimi istanti. Immaginate che Cary si sia divertito a mettere nei suoi film successivi riferimenti nascosti all'avventura jugoslava. Immaginava Cary che gli metteva una mano sulla spalla e diceva: "Non mollare, Robespierre. Immaginava che stesse lottando contro nemici spietati e numerosissimi, sui monti di una terra straniera, come un antico guerriero. Immaginava esistenze bruciate in un lampo, o consumate a lungo, fino all'ultima goccia. Immancabili, alcuni pacieri cercavano di calmare gli animi, di mettersi in mezzo, di trattenere i piú agitati. Immobile. Impara ad aspettare. Impeccabile. Impettito, compreso nel ruolo. Impossibile girarsi sul fianco. Impossibile quando don Luciano decideva di essere ospitale, perché i suoi discorsi fluivano ininterrotti, una frase dietro l'altra, e finivano con l'avvolgerti la mente e ti ritrovavi a seguirli, che ti andasse o no. imprecò Garibaldi mentre si schiariva la gola ed elaborava nuove munizioni. Improvvisare, poteva essere la soluzione. Impugnavano delle Luger del '45. In aggiunta a quanto già riportato nel precedente rapporto, accolgo con piacere la notizia che ieri è stato ritirato e revocato il passaporto italiano di Lucania, n. 3243602, rilasciato a Napoli il 10 ottobre 1950. In attesa del decreto di confinamento per la durata di cinque anni, che a mio parere risulta urgentissimo, suggerisco di procedere a limitare sempre piú la libertà di spostamento di Lucania, imponendogli: - di recarsi in questura a scadenze regolari per una denuncia di domicilio; - di rientrare presso il suo appartamento entro le 23 e di non abbandonarlo prima delle 7; - di non frequentare locali pubblici di intrattenimento per piú sere consecutive, in modo tale che Lucania non possa eleggere tali locali a sede logistica dei suoi traffici. in atto da trenta giorni contro l'United Fruit Company IN ATTO LA MANOVRA COMUNISTA PER SOLLEVARE LE MASSE CONTRO IL GOVERNO In centro non camminavano mai fianco a fianco: Angela stava dall'altra parte della strada, una delle tante cose che amareggiavano Pierre. In che s... Ah! Certo! In che situazione si era ficcato! In circostanze eccezionali, somministrava ai pazienti un nuovissimo composto, il dietilamide di acido lisergico, meglio conosciuto come Lsd, sostanza atta a "schiudere lo scrigno dell'Es". In città nessun altro vestiva come il professore, il che non bastava a farlo sembrare un eccentrico, perlomeno non agli occhi di chi non conosceva la sua way of life. In condizioni particolarmente difficili, sotto l'artiglio nazista, dimostrava nella lotta partigiana quale fosse il suo anelito alla giustizia e alla libertà, che conquistava cacciando a viva forza l'oppressore. In data: 22/05/54. In entrambi i casi c'era poca strada da percorrere, a meno che gli sceneggiatori non lavorassero di fantasia. In essi, la barba raggiunge la massima foltezza intorno ai trentacinque anni. In fatto di libri poi, non erano le presunte idee degli autori a spaventarlo, ed era un grande ammiratore di quel John Fante che su "Rinascita" dicevano fosse un mezzo nazista. In fin dei conti, siamo in Oriente. In fondo alla strada, sotto i tigli che perdono le foglie, compare una bici. In fondo era per quello che l'avevano messo lí. In fondo era sempre stato bravo nel suo campo. In fondo, dietro la porta dello studio, Odoacre. In fondo, invisibili se non nei bagliori dei mitra. In giro supra 'na fottuta Topolino, come un barbone, me ne dovrei andare? In giugno Kruscev si guadagnò l'appoggio di Malenkov. In guerra non li conti. In Indocina i comunisti vietnamiti avevano messo alle corde i colonialisti francesi. In inglese. In Italia rischiava una dura condanna: accuse di insubordinazione e omicidio. Inoltre, era membro del Partito comunista jugoslavo, c'era un paese da costruire, un paese socialista, una rivoluzione da portare a compimento. In manicomio, proprio come Elsie. In mano a Stiv era un'altra cosa. In mano sua la pistola non serviva a un cazzo. In mezzo a loro, Bao Dai distribuiva saluti, sorrisi e banconote da cento franchi. In mezzo a tanta confusione, una camionetta della polizia s'era scontrata con un filobus: dieci poliziotti feriti. In mezzo a un capannello di ragazze, una tipa appariscente gli sorrideva. In mezzo alle gambe divaricate, un piccione lo fissava da dietro le sbarre di una gabbia. In nemmeno mezza giornata però, erano saltati fuori come funghi tutti i mariuoli della strada, con il rione messo sottosopra. In nessun film. In nessuno spettacolo radiofonico. In ogni caso l'arte del fuoco è molto antica, densa di zone d'ombra e per lo piú sconosciuta. In ogni caso, l'idea del film è una cazzata. In ogni caso, trasandato o no, è lui che ha sparato, mettendo in fuga gli inseguitori. In ogni momento aveva la sensazione che la valigetta scivolasse dalla mano sudata o che qualcuno gliela potesse strappare. In parole povere, alcune razze sono piú pelose di altre. In piazza dell'Unità ormai piú di mille persone si erano fermate tra il palazzo municipale e il Caffè degli specchi. In piedi, pugni sopra la testa in segno di tripudio, Capemmerda. In pigiama rattoppato e ciabatte lise, seduto sul bordo del letto coi ciuffi scomposti che cadevano sugli occhi come tirabaci, la barba non fatta da almeno tre giorni, Brando non somigliava piú tanto all'attore, anzi, sembrava un derelitto. In piú di un'occasione ha manifestato disapprovazione per la politica dell'Unione Sovietica. In pochi minuti, e nonostante l'iniziale ritrosia, aveva prima investito, poi travolto, infine circuito e piegato ai suoi disegni un Salvatore Pagano ancora frastornato, shakerato, eccitato dalla vincita ingente e dagli effluvi celestiali della sirena dalla pelle dorata. In prima fila, sei ragazze sui vent'anni, scollature e spacchi che parevano congiungersi e andatura da passerella, nonostante i trampoli sottili sotto il tallone. In pubblico non lo faceva mai. In qualità di braccio destro, il generale aveva accesso alle informazioni sulla rete delle residenze estere. In quegli occhi cupi c'era qualcosa di simile alla rassegnazione. In quel mestiere, meno davi nell'occhio meglio era per tutti. In quel momento avrebbe accettato qualsiasi cosa, tutto l'odio del mondo. In quel momento bussarono alla porta ed entrò Marco, l'infermiere, un sorriso affabile sulla faccia tonda. In quel momento il fiume di parole proveniente dall'altra stanza si fece piú intenso, quasi roboante. In quel momento la figura alta e corpulenta dell'avvocato raggiunse il bancone. In quel momento tre soldati si scambiarono un cenno d'intesa e girarono i moschetti. In quel momento, dal trambusto spuntò Gigi, afferrando Pierre per la giacca: In quel momento, mentre filavano verso il Pratello, si sentivano invulnerabili e uniti. In quel momento, nel film in bianco e nero, una terza versione (piú giovane) di Cary Grant sedeva a gambe incrociate e braccia conserte, sul volto un sorriso di beatitudine, quello di un uomo che assapora fino in fondo il proprio trionfo. In quel preciso istante, i testicoli erano saliti sulla giostra. In quel punto, l'espansione urbana verso la pianura si era come bloccata e scorreva in due rivoli di asfalto e mattoni ai lati della ferrovia, lungo la via Emilia, da una parte, e fuori porta Lame, dall'altra. In quelle scattate durante la guerra, Tito era sempre in divisa. In quell'istante volò lo schiaffo. In realtà entrambi gli astucci erano bombe, il fine era eliminare Bond con la sicurezza di non lasciare in giro testimoni. In realtà era una masnada di cialtroni, beoni e bagasce di ultima, si sbronzavano tutto il giorno e tutta la notte, attaccavano briga per ogni sciocchezza, piú volte la nostra polizia dovette risolvere i problemi che causavano. In realtà, il vino della bottiglia scendeva a vista d'occhio, mentre il libro, sempre lo stesso, pareva non finire mai. In realtà, nei mesi piú caldi non c'era un gran rischio di polmonite, e sfogarsi un po' sotto l'acqua non gli avrebbe certo fatto male. In realtà, sapeva bene cosa c'era sotto, le domeniche che Angela lo affidava a Teresa. In riunione col suo Stato maggiore. In seguito aveva rotto con Stalin e l'Unione Sovietica, provocando un vero e proprio scisma nel campo comunista. In seguito il suo interesse era andato scemando ed era entrato decisamente in crisi quando il frullatore impazzito, invece di produrre un succo di carota per l'amico Niven, aveva spruzzato l'intera cucina di poltiglia arancione. In seguito, poco altro. In Sezione non approvavano la sua amicizia con il professore. In tanti anni di traffici e contrabbando aveva imparato a inquadrare gli uomini alla prima occhiata. In testa al corteo, su via dei Mille, c'erano i pezzi grossi del sindacato, alcuni consiglieri comunali e persino il senatore Zanardi. In testa un inconfondibile Panama. In The Talk of the Town, del 1942, il caucasoide Grant - all'apice della propria produzione pilifera - interpretava Leopold Dilg, sindacalista vittima di una montatura, ingiustamente accusato di omicidio, evaso e imboscatosi nella casa di un austero docente di diritto. In tribuna, Salvatore Lucania accese una sigaretta e osservò il vento portarsi via la prima boccata di fumo. In tutti i bar di Bologna è il termometro a tenere banco. In tutto erano rimaste ferite venti persone. Sedici arresti. In un attimo, Bob fa fuori Scelba, la Montesi, Trieste. In un caffè del centro. In un locale di Rue des Abesses, a Parigi, il telefono squillò tre volte prima che un uomo grasso e sudato sollevasse il ricevitore. In un posto del genere? Possibile? In un primo momento distinse solo una sagoma scura dietro la scrivania di mogano nero. In un primo momento non capí. In un secondo momento, capí a metà. In Unione Sovietica il cinema era al servizio del popolo. In uno zaino, tutta l'attrezzatura da sub. In verità qualcuno li contava, faceva le tacche sul calcio del fucile. In via del Teatro la polizia aprí il fuoco anche sulle persone affacciate alle finestre. In via delle Torri, dove si riasfaltava la strada, i dimostranti avevano tentato di ergere una barricata usando transenne e un rullo compressore. In via Libia, a pochi metri da casa di Brando, abitava un fruttivendolo senza mani, le aveva perse sul fronte russo e adesso aveva delle specie di uncini. In volo sulla Manica, 26 aprile Inasprita l'agitazione sindacale Incamminandosi verso le tre sagome in fondo alla banchina, ripensò alle parole di Luciano: Incapace di decidere. Incazzati neri. Incerta sorte della Corea e dell'Indocina Inchinatevi al talento e alle sapienti regie di Jean Azzoni & Lucien Mariani. INCIDENTI A ROMA E A MILANO DURANTE LE DIMOSTRAZIONI DISPERSE DALLA POLIZIA Incitavano i giocatori come fossero a una corrida, si urlavano commenti in un argot incomprensibile, suscitavano l'ilarità degli astanti. Incomincio a strisciare. Incontrare i compratori per la sua droga. Incontro? Incorruttibile, integerrimo. Incredibile. Incredulo, grattandosi la fitta peluria sulle guance, Cary aveva riletto l'intero brano ad alta voce, a beneficio della scorta. Incrociava indice e medio. Incrociò le braccia e osservò il sosia con il busto inclinato da una parte come uno scultore davanti alla propria opera. Incrociò lo sguardo di Nicola e si stupí di non leggerci la solita incazzatura. indica Gas, vicino alla porta. Indicava la strada. indicò il capitano. Indicò il cassone: indicò il Thompson avvolto nell'incerata sul fondo della barca. Indicò la branda. Indimenticabile. Indocina: la rotta dell'oppio, della polvere, delle armi. Indossava i vestiti di Grace e diceva frasi di Elsie. Indossava un completo blu sopra una vistosa cravatta gialla e scarpe lucide di vernice nera. Indossava un completo nero, elegante, i capelli corti ondulati, tirati indietro con la brillantina e la faccia gioviale, un po' paffuta, su cui spuntavano i baffi sottili. Indossava una giacca di lana e la cravatta intonata. Indossavano giacconi puzzolenti e berretti da marinai di lana putrida. Indugiando in quella posa, sentí contro il labbro inferiore ciò che restava di uno dei vecchi calli d'acrobata, cunetta quasi trentennale di tessuto secco e bianchiccio. Indumenti non piú rammendabili. Infallibile. Infatti, da quando c'è anche il calcio ballila, lui ha quasi smesso di giocare a biliardo, ed è sempre dietro che smanetta con quegli omarini. Infatti, quando riesce a mettersi sulle gambe e a regolare il cristallino, l'uomo è uno solo. Infila gli occhiali da sole, si mette comodo e apre il libro al capitolo ventitre. Infilarono quattro figurazioni diverse una dietro l'altra, e alla quinta tutta la sala ebbe un unico respiro, le ragazze stavano aggrappate ai tavoli per paura di essere ribaltate tanta era l'energia con cui Robespierre Capponi eseguiva il famoso frullone a chinino, un modo di ballare in cui rivaleggiavano soltanto lui e Neri Raffaele, detto Felino, del Borgo San Carlo. Infilò gli stivali di gomma che gli porgeva Robinson e saltò giú, a mollo fino al polpaccio. Infilò le dita negli incavi laterali del bestione e con gran fatica lo sollevò dal tavolo. Infilò lo sguardo in uno strappo sul baldacchino del dondolo. Infine apparve Anna Magnani e salí su un tassí con un cane da grembo del cazzo. Infine estrae un walkie-talkie dalla borsa impermeabilizzata. Infine si abbracciarono. Infine si alzò, fece scrocchiare le articolazioni del collo e delle spalle e percorse i dieci passi che lo separavano dalla finestra. Infine si fermò e spense i motori. Infine uno alla volta raccolsero gli zaini e si incamminarono in fila indiana dietro i primi. Infine, trovare un buon punto d'osservazione, per avvistare lo yacht in arrivo da Mljet. inflessibile e conciliante in una stessa frase. Inforcò gli occhiali da sole, raccolse la valigia e andò verso la luce. Informati sulle condizioni per un rientro in Italia. Informazioni aggiornate da Hanoi, capitale del Vietnam del Nord. Informazioni aggiornate da Saigon, capitale del Vietnam del Sud. Informazioni aggiornate su chiunque e qualsiasi cosa. Informazioni aggiornate su Tito, sugli italiani che abbandonavano Istria e Dalmazia, su quello scandalo, il "caso Montesi". Informazioni sul Guatemala, tornato proprietà esclusiva della United Fruit dopo il golpe con cui la Cia aveva rovesciato un governo "sgradito". Ingegnoso. inghiottí Pierre. Inghiottiva boccate d'aria irregolari. Ingrid Bergman inseguiva una gallina che le aveva mangiato le rose. Inizia l'era del diamante. Iniziato nel maggio 1999, durante i bombardamenti Nato su Belgrado. Innanzitutto l'evidente interesse per faccende di stile e di sartoria. Inoltre, l'esperienza personale dei due soggetti dovrebbe garantirne la capacità operativa e consentirci di protrarre un'osservazione costante e totale sull'imperatore, almeno fino a quando i lavori della conferenza non saranno terminati. Inossidabile pochade, storia di due adorabili vecchiette, un nipote pazzo che si crede Teddy Roosevelt, un criminale fuggiasco e un inconfessabile segreto. Inquietudine retrospettiva per Betsy. Inquiline del palazzo potevano insospettirsi sentendo voci sconosciute in casa di Brando. Insieme a questo trovate un mesaggio che dovete spedire per ROBESPIERRE CAPPONI, presso bar Aurora, San Donato, Bologna. Insieme hanno portato a termine alcune operazioni di sabotaggio ai danni dell'esercito tedesco, dimostrando estro e scaltrezza. insistette la voce sempre piú stridula. insisteva Pierre. Insomma, che hai fatto negli ultimi due mesi? Insomma, come dire che è un evento nell'evento, la partita dell'Italia e il televisore al bar Aurora, tra il quadretto con "L'Unità" di quando è morto Stalin e la medaglia di Capponi. Insomma, con tutti i nomi che ci stanno, c'è bisogno d'andarsene a cercare proprio uno francese? Insomma, di sicuro ne vale la pena, poi c'è caso che anche i due fratelli musoni, con la sorpresa del Tv, si facciano trascinare dall'euforia. Insomma, ormai è quasi un mese che Capponi fa il moscone in fondo al fiasco, sempre a brontolare, e da quando è tornato il fratello, anche peggio, i due quasi non si parlano, se non per dire passami quello. Insonne, incapace di interrompere le proprie rimuginazioni, aveva guardato l'alba dalla finestra della camera da letto. Insopportabile. Intanto bisogna che la nascondi. Intanto gli americani manovravano nell'ombra. Intanto, fuori non si sentiva piú niente... Interessante annotazione. Interesse sincero. Interi capoversi di inutili dettagli, a dipingere uno stile di vita che a Cary pareva chiassoso, finto elegante: Interrogò la piccola folla con lo sguardo. intervenne l'altro. Intervenne Mariani: intervenne Pierre prendendo a calci una pigna. interviene Bortolotti. Intestino sotto pressione. Intorno ai piedi aveva un tappeto di bucce. Intorno, una vera e propria folla non voleva perdersi lo scontro piú eccitante degli ultimi mesi. Intravide il camion. Introdusse subito il ragazzo alle regole del gioco della "ferrovia": Inutile cercare di alzare la testa, sei come di legno. Inutile. Invece appena si rincontrano lui ammicca, le pianta un gomito nelle costole e fa: Invece con Brando, Gigi e Sticleina era piú di un'amicizia. Invece di correre avrebbe camminato, percorrendo la stessa strada con impeccabile eleganza. Invece eccomi qui, incaricato di proteggere uno che trasporta droga. Invece erano venuti all'Imperiale. Invece in primavera, aaah, tutta un'altra cosa, fa un po' piú caldino, le giornate sono migliori, si comincia a pensare alle ferie e il lavoro diventa meno pesante. Invece l'altro disse: Invece le abbiamo prese. Invece niente. Invece no. Invece Rosa fece perdere il cavallo. Invece Teresa, proprio come Brando, non era mica tanto d'accordo, però era un'amica. Invece, sulle ultime note dell'Inno dei lavoratori, un solitario individuo, subito identificato da alcuni esperti come Zanasi Giuseppe, ex pugile dilettante, si staccò dal cordone dei compagni, fece quattro passi e andò a piazzarsi proprio nel mezzo del campo magnetico. Inviandolo al confino, il governo italiano potrebbe neutralizzare Lucania e le sue nefande attività criminali internazionali. Io esco tra qualche giorno. Io ho fatto bella figura anche a Buckingham Palace, un uomo vero tra damerini esangui e vecchi bacucchi. io non sono brava come voi a scrivere, ho sempre scritto troppo poco nella mia vita e soprattutto ho cominciato troppo tardi. Io perdo il lavoro. Io replicai: Io sono Cary Grant, loro no. Io sono cittadino britannico, zuccone! Io sono internazionalista, non credo alle patrie. Io sono qui e cammino. Io sono stato Josip Broz, Georgijevic, Rudi, John Alexander Carlson, Oto, Viktor, Timo, Jiricek, Tomanek, Ivan Kostanjsek, Slavko Babic, Spiridon Mekas, Walter e infine Tito. Io sono stato, per citarne solo alcuni: Archibald Alexander Leach, "Rubber Legs", il mago Knowall Leach, Max Gunewald, Cary Lockwood, Jimmy Monkley, Jerry Warriner, il paleontologo David Huxley, il sergente Archibald Cutter, il pilota d'aeroplani Jeff Carter, il direttore di giornale Walter Burns, Leopold Dilg, Ernie Mott, Joe Adams, il miliardario C. K. Dexter Haven, Johnnie Aysgarth, Mortimer Brewster, Cole Porter, l'agente Devlin in Notorious, il signor Blandings che voleva costruirsi la casa... Io, operaio, figlio di contadini poverissimi. Io, stella cadente, sono uscita dalla tua vita proprio mentre tua madre vi faceva ritorno, cometa che annunciava rinascite. Iovene si fermò pochi metri prima del cancello. Iovene si limitò a un cenno del capo, e quando quello si accese una sigaretta seppe che il segnale era giunto a destinazione. Ipotesi azzeccata. Ipotesi senza senso. Issa! ISSATO IL TRICOLORE D'ITALIA SULLA TERRIBILE VETTA DEL K2 Istituto regionale "Ferruccio Parri" per la storia del Movimento di liberazione, via Castiglione 25, Bologna. Italia eliminata. Italia!" Italia-Belgio, cronaca di Niccolò Carosio. Italiani come se piovessero. Italiano. IV. Los Angeles, 11 settembre IX. Mosca, Palazzo della, Lubjanka, 21 Novembre J. A. (dalle prossime comunicazioni "Vladimiro") e L. M. (dalle prossime comunicazioni "Estragone") seguiranno Bao Dai in ogni spostamento e faranno rapporto al sottoscritto con cadenza settimanale. James Bond cammina sul marciapiede. James David Graham Niven. Jean Azzoni non aveva perso tempo. Jean Azzoni non ebbe nulla da obiettare all'unica, inderogabile clausola fissata da Salvatore al neonato sodalizio: che Justine, quella dea, gli rimanesse attaccata, tazza e cucchiaio, se no niente, non se ne parlava neppure. JEAN AZZONI, nato a Lione il 14/2/1920, da madre francese e padre italiano, istruzione superiore, celibe, professione dichiarata: attore. Jean-Jacques Bondurant attraversò il salotto a lunghi passi. Jean-Jacques Bondurant correva, strabuzzava gli occhi, alzava il sopracciglio. Jean-Jacques Bondurant si sforzava di guardare lo schermo. Jo fece un cenno con la testa che Zollo non ricambiò. Joe McCarthy in Tv tutte le sere, che punta l'indice contro questo e contro quello! Joe McCarthy. Jugoslavia, i Balcani. Justine accarezzò la nuca di Kociss, che era in trance. Justine la fata che trasformava il ranocchio in principe. Justine toccò prima il culo di Kociss poi quello di un incredulo, tramortito, felice Jean Azzoni. Kaminsky parlò a voce bassa, scandendo le parole e senza mai smettere di fissare la tazza fumante. Kardelj disse che lo specchio è una macchina infernale, perché separa l'individuo dalla comunità, stimolandone il narcisismo piccolo borghese. Kardelj, che quella sera aveva cenato con me, sosteneva l'esigenza di fare il punto sulla teoria leninista in Jugoslavia e respingere le accuse di "trotzkismo" partite da Mosca. KGB. Kociss allungò il mazzo di banconote: Kociss diventò paonazzo quando vide che il capo gli depositava, stavolta proprio davanti, una vera montagna di gettoni, mentre tutti gli davano pacche sulle spalle e sorridevano. Kociss e Cassazione erano piazzati sul traguardo, trattenendo il respiro. Kociss era addirittura sfolgorante: vent'anni, la carnagione olivastra, occhi da saraceno brillanti sopra il tuxedo d'ordinanza, noleggiato da Zollo con gli ammennicoli necessari. Kociss fece il gran gesto: ne lasciò lí un po' meno della metà come mancia, crepi l'avarizia, se vince Kociss vincono tutti, chi se ne frega. Kociss intrecciò le mani dietro la testa e si lasciò andare sui sacchi. Kociss non capí di nuovo. Kociss pareva ipnotizzato. Kociss sfrecciò come un fulmine al totalizzatore, dentro l'edificio coperto, spintonando alcuni scommettitori, raggiunse la ricevitoria all'ultimo secondo disponibile: Kociss si acchiappò il ciuffo in una mano: Kociss sorrise a Cassazione Kruglov era un burocrate arrivista, messo lí per rendere inoffensivi i Servizi mentre si ridistribuivano le carte. Kruglov si ritrovò in pensione senza nemmeno rendersi conto di cosa fosse successo. Kruscev aveva convocato il vecchio Molotov, gli aveva spazzato via la polvere dall'abito buono e l'aveva spedito in Svizzera a fare del suo meglio. Kruscev voleva riallacciare i rapporti con Tito. L'"Eroe del popolo" Vittorio Capponi tornava a essere uno straniero, mentre l'internazionalismo operaio andava a farsi benedire. L'8 ottobre s'era quasi riaccesa la speranza, con la promessa di restituire all'Italia la zona A. La "pace" non sarebbe durata a lungo. La "ricaduta" di Fefe. La "sua" faccia! La 1400 era parcheggiata di traverso sotto un'acacia. La abbracciò, le sfiorò i capelli e si scambiarono un lungo bacio, quasi da film. La apre con cura. La avvolse in una copia di "Il Mattino" e si mise sul ciglio della strada. La barba nera perfettamente in ordine, slanciato e fiero come posasse per un monumento equestre, guardò intorno per un istante, aggiustò il tricolore infagottato sotto il montgomery e finalmente s'incamminò verso S. Antonio Nuovo, dove di lí a poco si sarebbero radunati gli studenti. La barca era piú piccola di quanto se l'era immaginata. La Basilica era gremita, la piazza, anche, nonostante la bora cominciasse a farsi sentire. La battaglia era cominciata alle sette. La Bergman urlava: "Fieni, fieni, pikolo pollo!" catturava la gallina e la nascondeva in una credenza, poi la proprietaria la scopriva e lei faceva una figura di merda. La bici non era di quelle normali: sopra la ruota davanti, sul portapacchi, stava agganciato un bancale bello largo, di legno. La bici. La biro scriveva a fatica. La bocca gli si storse in quello che doveva essere un sorriso: là dentro i nazisti non avevano lasciato gran che. La bora che alzò l'amato aroma dal mare ingombro di navigli t'investí, ti scompigliò la chioma Trieste, orgoglio dei tuoi figli! La brigata nera esce allo scoperto, bang!, cade. La cabriolet del coglione. La cadenza con cui parlava inglese era una sintesi di tutte quelle esperienze. La caffettiera sibila, il caffè è pronto. La calligrafia sembrava la stessa del poema. La cameriera si scusa: signore, ho cercato di fermarlo ma... La camminata di Cary Grant: prototipo di eleganza disinvolta, preludio di mille corteggiamenti e di altrettanti successi. La canna della pistola gli ghiacciava l'inguine fino alle palle. La cantina del bar Aurora. La canzone non voleva andarsene dalla testa e dalle labbra. La casa di Odoacre era oltre il torresotto, nel punto in cui la via si allargava, lasciando già intravedere il cassero della vecchia cinta muraria. La cassa nascosta lí, dopo il luglio '48. La cassiera non batté ciglio ed emise la ricevuta. La cavalla sbuffò a pochi passi da Lario: i maschi non le andavano a genio. La Certosa era semideserta. La chiave inglese calò sulla testa due volte, con forza. La cinquantesima sigaretta dall'inizio del viaggio finisce in bocca senza che te ne accorgi. La città manifestava contro i soprusi del generale Winterton, per la restituzione all'Italia di Trieste e di tutte le terre irredente. La colpa era diventata paura. La colpa si era accumulata per anni, era cresciuta dentro di lui come un cancro. La composizione della polvere pirica, o nera. La comunicazione fu interrotta. LA CONFERENZA ASIATICA SI APRE OGGI A GINEVRA La conferenza di Berlino. La controproposta di Bottone non si fa attendere. La conversazione era rimasta sospesa cosí. La copia dell'"Unità" passa di mano in mano, insieme alle chiacchiere. La cosa mi è parsa alquanto strana e per questo, giusto ieri, ho ottenuto dalle autorità di P. S. il permesso di interrogare Abbatemaggio. La cravatta stringe il braccio. La cresta sull'ultimo carico ammontava a tre chili. La decisione di ritirarsi dalle scene. La diffidenza del generale per le donne era risaputa. La dissenteria ha decimato l'equipaggio costringendo il bastimento a sbarcare buona parte delle truppe a Suez perché fossero ricoverate in ospedale. La ditta ritirò la sponsorizzazione. La domestica appoggiò sul tavolino del soggiorno il vassoio con le tazze di porcellana Wedgewood e la teiera fumante, attese un cenno e si allontanò in silenzio. La domestica si sporse sulla porta e Betsy le fece segno di entrare. La donna ebbe un sussulto. La donna era socia dei noti spacciatori di sigarette Sol Charles Mirenda, cittadino statunitense, e Alvey Sheldon, suddito britannico proprietario della ben nota nave contrabbandiera Sayon-Miami-Flo. La donna portò una mano al petto, chiuse gli occhi e fece un gran sospiro. La donna schioccò un bacio traditore sulla guancia pallida e sparí. La droga di Stefano Zollo, in giro per l'Italia dentro un televisore. La faccia del tizio che voleva farsi pagare pareva un'anguria spaccata. La faccia di Cary assunse un'espressione ironica, come se si accingesse a pronunciare la battuta di un copione: La faccia di Nicola ormai era paonazza, stava per scoppiare: era ora di levare le tende. La faccia grigio cenere contemplò le carte senza nessuna espressione particolare. La famiglia si tenne in piedi grazie a lei. La fascinazione degli umani per le infinite varianti dell'arte del fuoco resta però immensa, tanto da lasciar pensare che sia tale proprio per l'aura di segretezza che l'accompagna. La femmina puntò il muso oltre il cancelletto. La fiamma dell'accendino illuminò il mazzo di chiavi. La fiamma dell'accendino ravvivò la brace e le labbra schioccarono in rapide boccate: La fiducia di Kruscev era ben riposta. La figlia di Kurt Cobain e Courtney Love si chiama Frances. La fila di persone che andavano in balera cominciava da piazza VIII agosto. La fila sbandò, rimasero un po' scostati, incerti su cosa sarebbe successo. La fine del "caucasico" era vicina. La fine del "dopoguerra". La fine di un incubo, in tutti i sensi. La folla si aprí come un piccolo Mar Rosso. La fortuna lo aveva assistito, gli aveva fatto ritrovare l'eroina. La fortuna, si sa, è una cosa che la puoi avere, come no, però ci sono delle cose che aiutano, come quelli che allo stadio ci vanno solo con la cravatta di quando il Bologna ha battuto l'Inter. La foto di Fefe lo ritraeva sorridente. La foto era in bianco e nero, ma la cravatta sembrava una Royal Pioneer Corps. La fotografia di Cary Grant campeggiava in cima alla documentazione, insieme alla descrizione fisica e ai segni particolari. La fotografia mostrava un uomo giovane, quasi calvo, mento appuntito e mascella forte. La frase lo colpí come un pugno allo sterno. La frase piú lunga che aveva pronunciato. La frase sul dondolo? La fronte aggrottata di Cary spinse Sir Lewis a insistere: La Gaggia abbassò la saracinesca. La Gaggia capí. La Gaggia cerca di catturare l'attenzione sulle vicende della Montesi. La Gaggia fa per parlare, ma Bottone è a scatto libero: La Gaggia guardò gli altri. La Gaggia inchiodava il ferretto sul tacco di una scarpa. La Gaggia poggiò scarpa e attrezzi. La Gaggia scuote la testa nervoso e con cenni prova a indicare Bottone, che ancora non ha distribuito le carte. La Gaggia scuote la testa sconsolato e Walterún prova a farsi perdonare. La Gaggia s'è già dimenticato il lavoro, tutta roba urgente, che tra un po' comincia a piovere sul serio e abbiamo tutti bisogno di sistemarci le scarpe. La Gaggia sembrava paralizzato. La Gaggia sente le voci infilarsi sotto l'uscio e mette la testa fuori per capire che succede. La Gaggia si interrompe con l'aria soddisfatta, aspettando che condividiamo il suo entusiasmo. La Gaggia si ricordò. La Gaggia spara per primo: La Gaggia, in questi giorni, è l'esperto piú ambito di tutto il bar, altro che Melega e Bortolotti, il campionato è solo all'inizio, e sulla questione della Montesi il nostro ciabattino è l'unico che sa tutto per bene, perché ha seguito le cose fin da subito, e ce l'aveva sempre detto che, prima o poi, se ne sarebbero viste delle belle. La gamba gli faceva ancora male. La gamba, una mano, i muscoli della faccia. La gatta era incinta. La gatta miagolò piú forte. La gatta tacque all'improvviso. La gente si commuove. La giacca coreana gli dava un'aria da statista serio, alla Nehru, ma unita al cache-col violetto che fioriva tra gli ultimi bottoni, sembrava piuttosto l'ultima trovata di un flâneur parigino. La giornata di Pasqua a Roma La giornata si era conclusa a San Giusto. La giovane moglie del grande e benemerito compagno Montroni. La giustizia è in cammino: emessi due mandati di cattura La guerra di successione si era risolta in pochi mesi. La guerra era finita. La guerra fredda. LA GUERRA IN ASIA La guerra partigiana era un ricordo sbiadito. La Habana. La Jugoslavia era un paese strategico, cuore dei Balcani, a ridosso dell'Occidente, con centinaia di chilometri di costa. La Jugoslavia non offriva sufficienti garanzie. La lanciò dentro, nel cassone. La leggenda vuole che quel gesto sia la garanzia di una seconda visita, ma il vecchio non è piú tornato a Roma. La lente del cannocchiale inquadra la scena. La lettura a sorpresa scatena i commenti. La lettura piú adatta che potesse trovare. La lezione di eleganza aveva rimesso Cary di buon umore. La libertà di stampa è una bella cosa, ma sarebbe meglio ca non ci fosse. La lontananza di Betsie si fece subito sentire. La loro storia era a termine. La luce del pomeriggio filtrava tenue dalla finestra, la primavera moscovita stentava a imporsi sul gelo: era stato un inverno duro. La luce della lampada era troppo fioca. L La luce fioca di una bicicletta scivolò con un bagliore sullo schermo vuoto di McGuffin. La luce intensa lo abbagliò appena fu all'esterno. La luce si affievolí fino a spegnersi. La Luger. La luna è già visibile. La luna è un palloncino. La luna sembra un palloncino. La macchina del caffè, la televisione, il calcio ballila, la stufa a gas e le luci nuove: tutta roba comprata coi soldi di Pierre. La macchina di Stiv, quel grand'uomo, prestata apposta per l'occasione. La macchina fila come un treno, l'hai pure pulita e lucidata, e tu sei vestito come neanche il giorno della Comunione. La madre ha la coda di paglia. La madre lo giudicava un ragazzo "innocuo", il padre sospettava fosse ricchione. La maggior parte degli sguardi, però, va a cercare Garibaldi, che allarga le braccia sconsolato e butta giú un sorso per darsi contegno. La maggior parte del carico si piazzava in pochi giorni, tutte ordinazioni, ma restava sempre qualcosa, e non era saggio tenerlo in capannone. La maggiore densità di follicoli piliferi per centimetro quadrato di volto si registra sopra il labbro superiore. La Magnani non aveva nemmeno finito di cantare. La mano aggiusta l'antenna circolare. La mano andò a battere il petto. La mano che usi di meno sembra appartenere a un altro. La mano del morto. La mano dell'ex pugile arpionò la canna del moschetto e costrinse lo sbirro ad abbassarlo. La mano in tasca aveva qualcosa di esagerato e il volto era un po' pallido. La mano si spostò a saltelli verso l'altra tasca e la frugò. La mano sotto la mandibola, come fosse una bottiglia di champagne da stappare. La mappa del luogo, trovata sul Varna, non aiuta granché. La mascella dell'ufficiale era talmente serrata che non riuscí piú a dire niente. La mascella rifiuta di chiudersi. La mazurka riempí la pista, comprese le donne, che di solito non reggevano i tempi vorticosi di quelle danze. La mela lo aveva centrato sull'occhio insieme agli insulti. La memoria. La mente atterrò Oltremanica, i timpani alle Antille. La mente dell'americano fu attraversata dall'immagine del ragazzo piegato in due dal vomito, sulla nave che torna dalla Jugoslavia. La mia guancia destra. La migliore delle prese per il culo. La minore, sulla guancia. La miseria perseguitava i Capponi da un decennio, con pochi momenti di requie. La missione inglese constava di sei persone, fra cui il maggiore William Stuart e il maggiore W. F. Deakin (c'erano solo le iniziali). La moglie fedifraga che lo cornifica con un ballerino di filuzzi. La moglie non aveva potuto rispondere, zittita già dalla seconda domanda. La moglie si sente in colpa e capisce che senza Odoacre il Magnifico non può stare. La morte di un dimostrante La morte pure. La nascita del Kgb. La nascita di mostri in tutta l'Unione Sovietica: agnelli a due teste, vitelli senza gambe, una capra con un occhio solo. La nicchia dietro l'armadio delle stoviglie. La nostra guerra ne usciva come un conflitto secondario, un diversivo per tenere occupata l'Asse mentre l'Armata rossa faceva il vero lavoro. La nota costante è il rancore per un padre che non solo ha ucciso la madre, oggetto del desiderio edipico del soggetto, ma che ha rinunciato al proprio ruolo di guida, lasciando il soggetto in un eterno limbo tra infanzia e adolescenza. La notte lo assorbí poco alla volta, come una macchia d'inchiostro. La notte non consentiva di vedere niente. La notte si dorme e non ci si alza e non si va in cucina a preparare il caffè che poi ti fa malissimo. La notte, grilli e squittii, latrati lontani, miagolare insistente, rumori di scarpe o bottiglie lanciate ai gatti perché tacessero. La pallina è in movimento, Steve. La pallina sta girando. La pallottola colpí il braccio destro. La palpebra di Bao Dai si scosse ancora, mentre girava le due carte ancora coperte. La parete della montagna scendeva a picco sul mare. La parte centrale della serata, per gli appassionati, era piú vicina al liscio romagnolo che alla vera filuzzi. La partenza di Angela era un calcio in culo alle sue incertezze. La pelata di Castelvetri Adelmo fa capolino nel locale, lucida, come le scarpe di pelle del proprietario. La pelata luccicò sotto il neon. La pelle sembrava d'oro. La peluria brizzolata, ispida, scomoda. La penna scivolò sul foglio: La pensione di Steve Cemento. La pensione. La pensione. La persona da prelevare era uno degli attori americani piú famosi, in realtà un inglese naturalizzato. La plancia sul retro si era staccata. La polizia non avrebbe mai caricato in quel punto. La polizia. La polvere di calce ammantava ogni cosa. La porta del bar si apre all'improvviso, e tutti si voltano e smettono di parlare, che è un orario strano per arrivare e Melega e gli altri sono ancora al lavoro. La porta del fornaio era chiusa. La porta della bettola sbatté dietro di lui. La porta principale era sprangata. La porta si aprí con un cigolio e comparve una figura scura, a malapena illuminata dalla lanterna. La porta si aprí. La porta si spalancò di fronte a loro: ci passavano a malapena. La porta. La porto a Stiv? La prassi del medico coi parenti di un paziente morto? La prassi militare era veramente una cosa stupida. La prassi. La prendi. La presenza di Lucania incrina il prestigio dell'Italia. LA PRESSIONE COMUNISTA AUMENTA A DIEN BIEN PHU La prima nel '45, per decidere se il bar doveva riprendere il vecchio nome glorioso oppure trovarsene uno nuovo, piú moderno. La prima ripresa si concluse con il tedesco Wiese alla corde. La prima volta che lo vidi, mi diede una penosa impressione di goffaggine. La prima volta dopo anni. La prima volta era stata nell'11, un corteo contro Giolitti e la guerra di Libia. La prima, non rispose subito alla mia domanda. La principessa e il ballerino. La proposta dei Servizi segreti aveva qualcosa di allettante. La prua del gommone striscia sulla sabbia, sospinta dall'ultimo colpo di remi. La Quinta offensiva era fallita. La radio ha dato le prime, confuse notizie su una carneficina poco oltre la frontiera. La raffinata specchiera restituiva nitida l'immagine dei due inglesi incaricati di seguirlo ovunque, intenti a tracannarsi una birra alle tre del pomeriggio. La raffinata Sure Thing di Bud Powell lo accompagnò mentre si toglieva la veste da camera e indossava la giacca. La ragazza arrossí, mentre i due giovani americani alzavano il naso curiosi. La ragazza del Pratello cominciò a muoversi a tempo di musica e Pierre, dopo una prima esitazione, scordò la regola e prese a dimenarsi anche lui. La ragazza guardò il vecchio boss perplessa: La rapina dal macellaio aveva incasinato la giornata. La rassegnazione di Angela lo faceva incazzare, ma Pierre non aveva risposte. La réclame strappa sospiri e mugugni piú dei soprusi della Montecatini. La richiesta di Garibaldi è l'unico segnale di attenzione per l'apparecchio da quando Bortolotti l'ha acceso. La ricordava sorridente, un sorriso modesto e angelico, sguardo rivolto su di lui, per mormorare una frase, qualcosa che mitigasse l'irruenza di un bambino precoce e agitato. La risposta di Zucca non si fece attendere: La risposta fu un grido unanime e centinaia di pugni alzati contro il cielo: La risposta già pronta: La risposta giunse secca: La risposta secca di Bottone chiude la parentesi politica. La riva digradava subito. La rivoluzione? La roba c'è. La rotazione del giorno prevedeva: visita alla Lavanderia nuova di zecca, convenevoli, conferma degli accordi. La rotta dei Padri pellegrini percorsa a ritroso per dispensare un nuovo Verbo, mostrare la nuova meraviglia. La rovina di Djilas, ancor piú critico di Tito dei confronti di Mosca, pareva un primo segnale di riavvicinamento. La rovina di McCarthy. La rullata della batteria fu l'ultimo spasmo del corpo prima del colpo di grazia. La sagoma delle montagne si sciolse all'orizzonte, tutt'intorno nient'altro che acqua. La salutò tra sé, accese la luce e diede una sistemata al letto. La scalinata e le strade circostanti erano gremite di gente, l'atmosfera era tesa, già si radunavano le jeep della polizia. La scena era convulsa, una rissa in mezzo ai fiori, da cui sbucò la testa di Cary Grant, maglia a righe e foulard rosso al collo. La sciatica reclamò piú rispetto. La scintilla della rievocazione aveva riacceso la fiamma dell'orgoglio ferito, che portava con sé una risentita curiosità. La sconfitta dei francesi in Indocina e la divisione del Vietnam. La scoperta di uno stile e l'utopia di un mondo dove coltivarlo. La seconda gravidanza, che lo aveva visto nascere, l'aveva provata oltre ogni limite. La seconda pallottola colpisce lo slavo proprio sopra il malleolo. La seconda, mi chiese: La segreteria generale dell'Interpol in Francia ha distribuito a cinquanta nazioni membre dell'Interpol una circolare stampata su Lucania, come sospetto di traffico di narcotici di importanza internazionale (vedi "Allegato D"). La seguí senza esitazione. La sentenza descrisse la Caglio come una testimone inattendibile e mitomaniaca. La sera, tornati in treno a Trieste, uomini e donne non erano rincasati alla spicciolata, ma erano sfilati per le strade in piccoli cortei, poi confluiti in una grande manifestazione spontanea. La sfiancante ricerca di palliativi, lo yoga, nuove letture, la perenne intossicazione da self-improvement ma senza il momento della verità, senza l'ingresso sul set. La sfiducia nel medico fa guarire peggio. La simpamina lo rispedisce al mittente. La siringa lí dentro valeva duecentocinquantamila lire. La sistemazione che mi avete trovato presso la famiglia della vostra povera moglie è delle migliori. La soggezione che dà trovarsi in presenza di un dolore troppo grande per essere compreso. La solita merdosa storia. La sorella di un pazzo, pazza di dolore. La sorella si sarebbe resa conto per l'ennesima volta di che razza di bestia s'era sposata. LA SORTE DELL'INDOCINA DOMINA La sparatoria. La sparizione di Cary Grant avrà sui Servizi segreti occidentali l'effetto di un terremoto e screditerà gli jugoslavi, trasformando l'idillio in incubo. La stampa aveva riferito le sue ultime parole: "Sparate al sesso!" La stanza era ammobiliata con gusto e la riempiva un piacevole odore di legna e tabacco. La stessa scena si ripeté agli altri tre banchi. La stessa sorte era toccata agli ebrei. La storia del disoccupato cockney Ernie Mott, e dell'amara, tardiva riconciliazione con la madre dopo anni di distacco. La storia della cravatta regimental era acqua passata, riusciva quasi a riderci sopra. La storia di un ladro in pensione, costretto a tornare in azione perché qualcuno lo vuole incastrare usando la sua stessa tecnica nei furti. La storia non è male. La storia raccontava che quando un ragazzino a caccia di gloria sparò nella schiena al famoso pistolero "Wild" Bill Hickock, lui fosse seduto al tavolo verde e avesse in mano due assi e due otto. La strada bianca si inerpica tra i castagni. La stringe in fretta, e torna a lanciare occhiate verso la spiaggia. La sua battuta aveva dato la stura all'incazzo di Brando, che già era un po' scorbutico di suo. La sua irriverente imitazione del Maresciallo De Gaulle gli ha procurato una denuncia. La sua maledizione. La sua pazzia in cambio di quella di Fefe. La sua telefonata, il rosario degli ultimi giorni: La sua vita era diventata piatta. La tela stava avvolgendo il mondo intero. La televisione. La televisione? La tensione crebbe finché, verso le dieci del mattino, non ripresero gli scontri e le sparatorie. La tensione si scioglie e nella stanza tornano a sedimentarsi, uno sull'altro, fumo, chiacchiere e puzza di piedi. La tisi faceva il resto. La traduzione fu rapida. La trama aveva a che fare con lo spionaggio e il gioco d'azzardo. La trama di To Catch A Thief. La vai a pigliare sotto casa con una fuoriserie che pare un motoscafo. La velocità dei pensieri gli opprimeva il cervello. La verità è che non voleva sentire i racconti del viaggio in Jugoslavia. LA VIA DELLA DROGA La vicinanza geografica tra la tenuta e il tratto di spiaggia su cui fu trovato il cadavere era l'unico, debolissimo collegamento con Montagna e il suo amico Piero Piccioni. La visione "economica" delle cose era il punto di forza della sua carriera e della sua formazione politica. La vista gli si annebbiò. La vita attiva reclamava la sua presenza. La vita aveva senso, in quei giorni, non era solo correre da un'ora all'altra, trascinarsi da un giorno all'altro. La vita continua, e le cose che mi avete scritto sulla perdita delle persone care sono dette da una persona che è passata dal mio stesso calvario. La vita è una merda. La vita gli aveva insegnato a dare retta ai presentimenti. La vita in città lo aveva disabituato ai rumori della campagna. La vita non può essere. La vittoria coronava anni di stenti, di fame e di morte. La voce del gestore era un vecchio disco impolverato: La voce del vecchio: la voce di Bottone zittisce tutti, La voce di Ettore era morbida e ammiccante. La voce di Grace, dal camerino. La voce di Hitch lo sottrasse alle riflessioni sulle coincidenze assurde della vita. la voce di Kociss era sconsolata. La voce di Nicola li raggiunse quando erano già sui primi gradini. La voce di Pagano lo raggiunse da un'altra dimensione, sopra il rumore del motore. la voce di Pierre era stanca. La voce di Pierre lo raggiunse dal camion: La voce di Robinson lo costrinse a girarsi: La voce gli si strozzò in gola, e Pinamonti ne approfittò: La voce limpida della centralinista disse: La voce parlò ancora. La voce roca di Nicola si caricò di disgusto: La voce si alza sul brusio di sorpresa. La voce si scalda: La volta che non hai lo scrupolo resti fregato. La vuoi una sigaretta? La zia Iolanda... L'abito di Quintino era una seconda pelle. L'accenno ai tutori dell'ordine sposta subito il discorso. L'ACCORDO PER TRIESTE FRA IL 9 E IL 15 AGOSTO L'acqua ammorbidí la caduta. L'acqua era calda e piena di schiuma. L'acqua era fresca anche a riva e bastava mettersi seduti per entrarci fino al collo. L'acquirente per la sua droga era un ciccione importante. Lacrime dorate che invadono il cielo. L'acuto delle onde lunghe perfora i timpani. L'aereo militare che l'aveva prelevato negli Stati Uniti era il trabiccolo piú scomodo sul quale gli fosse capitato di viaggiare: mal pressurizzato, rumoroso, gelido. L'aereo scese rapido e toccò terra con un lieve rimbalzo che provocò a Cary una stretta allo stomaco. L'afa degli ultimi giorni lo aveva invecchiato di una decina d'anni. L'afferrò e cominciò a trangugiare contro voglia. L'agente anziano tese una mano per congedarsi: L'agente Fbi, biondo, di media corporatura, trent'anni e qualcosa, s'era presentato come "Bill Brown" ed era rimasto in piedi di fianco al caminetto in marmo. L'agente piú anziano alzò la candela e si piegò su una pila di tavoli e sedie. L'agente piú giovane diventò paonazzo: Lago di San Giovanni Incarico, 18 giugno L'alba dalle parti di Siena. L'alba filtrava appena da dietro la collina e in cielo erano ancora ben visibili le stelle. L'alberghetto si riempí di voci e trambusto. L'albergo era un vecchio edificio jugendstil requisito dall'esercito. L'allibratore allungò il collo: L'allibratore clandestino adocchiò ancora i cavalli che sgambavano sulla pista e ricordò gli ordini: tenere basse le quote finché si poteva. L'ALTA PROTEZIONE GODUTA DAI PROTAGONISTI DELLO SCANDALO RICONFERMA LE RESPONSABILITÀ POLITICHE DEGLI UOMINI DI GOVERNO L'altra afferra un ricevitore e lo porta alla bocca. L'altra è piú sfuocata, sono due tizi, non è Pierre quello? L'altro aiutò Zollo a salire. L'altro alzò le spalle: L'altro annuí. L'altro calò un tris di dieci. L'altro cerca di risalire verso il comignolo, slitta, cadono altre tegole. L'altro contò i soldi: L'altro disse qualcosa in francese. L'altro gli si lancia addosso, facendogli scudo col corpo, ma c'è un dardo anche per lui. L'altro lo guardò come se avesse detto una stronzata, poi gli passò un piatto che aveva tutta l'aria di essere l'unico in dotazione. L'altro lo guardò come si guarda una merda sul marciapiede: L'altro non fece una piega: L'altro parlò sibilando: L'altro ragazzo ti offre la mano: L'altro sfogliava un giornale. L'altro si alza in piedi, incespica e scivola verso il bordo, urla, abbagliato, alza le braccia a coprirsi il volto. L'altro si distese sullo schienale: L'altro si incamminò circospetto verso l'auto dei francesi. L'altro si presentò come Kaminsky. L'altro versò tre dita di scotch in due raffinati bicchieri e ne porse uno all'attore. L'amava davvero, era lei che lo tradiva. L'America Latina, "cortile di casa" degli americani, un sottile strato di terra a coprire il magma. L'americano annuí: L'americano fece segno di risalire, tutti e tre in cabina. L'americano tolse gli occhiali scuri, cercò di assumere un'espressione solenne e disse: L'americano, senza esitare, sfodera il suo raccolto: L'amico era un tizio biondo ben piantato, il completo portato con una certa classe e l'aria giovanile, anche se doveva aver superato i quaranta. L'amico fece altrettanto e con l'aria contrita, quasi piangendo, disse: L'amico gli lanciò una strana occhiata: LAMPI SUL GUATEMALA Lana pettinata, grey pinstripe, due bottoni, panciotto, probabilmente Anderson and Sheppard, e le camicie avevano l'inconfondibile taglio Turnball & Asser di Jermyn Street. L'anamnesi di Clapas era stata talmente accurata e impietosa, che il delinquente era impazzito e, riuscito a fuggire, si era suicidato nella maniera piú grottesca: irrompendo armi in pugno in una stazione di polizia e aprendo il fuoco contro gli agenti. Lancette a novanta gradi. Lanciarazzi da segnalazione. Lanciò uno sguardo verso l'orizzonte tinto di rosa. Lanciò un'occhiata in direzione dell'abitacolo: forse il destino gli aveva messo sotto mano la persona giusta. Lanciò un'occhiata interrogativa agli spettatori, poi completò il giro controllando le finiture per l'ennesima volta. L'anima delle feste. L'ANNUNCIO DELL'ACCORDO PER TRIESTE SARÀ DATO FORSE A METÀ SETTEMBRE L'ANNUNCIO DELL'ACCORDO PER TRIESTE VERREBBE DATO DOPO IL FERRAGOSTO L'anziano inserviente strizzò lo straccio da pavimenti, lo lasciò cadere nel secchio e fece un leggero inchino. L'appartamento di Brando era al primo piano e la finestra, dritta sul marciapiede, non era il massimo della riservatezza. L'aprí spingendo il peso verso l'alto, per evitare che i cardini cigolassero, quanto bastava per infilarsi dentro, e se la richiuse alle spalle. L'arbitro avrà pure annullato il gol di Lorenzi per un fuorigioco inesistente, ma alla fine conta solo il risultato: due a uno e tanti saluti. L'architetto e poeta Carlo Alberto Rizzi si alzò di buon mattino e preparò un'abbondante colazione. L'architetto e poeta Carlo Alberto Rizzi uscí di casa alle dieci del mattino. L'arco del golfo di Genova si tendeva verso il mare. L'aria fresca della sera gli piaceva. L'aria gonfiava bolle distorcendo aeroplani e donnine sorridenti. Lario sentí odore di femmina e scrollò la testa. L'arretratezza dell'Italia era uno degli argomenti preferiti anche da Lucky Luciano. L'arrivo del cameriere tolse Pierre dall'imbarazzo. Lascia che facciano. Lascia che ti stringa, che ti culli, che ti accarezzi. Lasciare che il nemico avanzi, poi colpirlo senza pietà fino all'annientamento. Lasciare il paese, andare in un luogo sconosciuto, tra gente sconosciuta, ma con un obiettivo. Lasciatemi il buio. Lasciò che Bao Dai si godesse tranquillo l'ultima giocata. L'assolo di tromba avanzò come una fiamma lungo la miccia, fino all'esplosione che fece decollare il sax, simile a quei razzi dei cinegiornali. Latitudine e longitudine dell'Avana, capitale di Cuba, annunciavano l'esplorazione dei Caraibi e dei loro ritmi esotici, incrocio tra Spagna e Africa. L'atmosfera peggiorava bruscamente, abbracci appassionati interrotti dal ritorno alla realtà. L'attendeva una tirata fino a Napoli. L'attenzione del bar è tutta su di lui. L'attenzione di Pierre era già catturata. L'attore british per antonomasia. L'attore distolse lo sguardo un istante per tornare subito a fissare Raymond: L'attore ebbe un sussulto, tossí e gli lanciò un'occhiata strana. L'attore si liberò dalla presa di Kociss e si allontanò tossendo. L'attrice preferita da Hitch, bellissima, un successo assicurato. L'autista alzò le spalle: L'autista, ricomparso sulla porta, chiese a Cary quali valigie scaricare. L'auto del coglione rallentò e si fermò bruscamente. L'auto ripartí con un sobbalzo. L'auto si arrestò con un sobbalzo. L'avesse avuto anche lui, un motoscooter come quello, lui e Angela avrebbero potuto divertirsi davvero, senza fare tutto sottovoce, con la paura dei passanti e dei vicini. Ma non poteva permettersi la Lambretta, e nemmeno un viaggio cosí costoso. L'avesse visto Fanti, discutere in inglese con Cary Grant! L'avesse visto Lisetta, quel principe libanese, gli sarebbe saltata addosso all'istante. L'aveva ammirata a distanza, ora la ammirava da vicino. L'aveva buttata via, aveva trovato un buco per terra, sotto un albero mezzo sradicato, e ce l'aveva ficcata sotto, ricoprendola alla bell'e meglio. L'aveva raccontata il ragazzo. L'aveva ricevuta come si riceve un profugo, con tutta la comprensione di cui era capace e l'aria di chi spiega l'ovvio alle vittime della loro ignoranza. L'aveva sedotta coi paroloni, le giuste cause (purché lontane da casa e con McCarthy ancora da venire), il busto di Lenin sul comodino, citazioni da libri. L'aveva sedotta e scacciata, abbandonata alle vendette di Hollywood, alle rubriche di pettegolezzi di Edda Hopper e Louella Parsons, a una madre carogna che l'avrebbe fatta internare. L'avevano fatta a pezzettini, tutti insieme: i produttori, i politicanti, la polizia, la stampa scandalistica, gli strizzacervelli... e naturalmente Cliff. L'avevano già squagliato per poche migliaia di lire, cacati sotto dalla paura, a una stazione di servizio dalle parti di San Giovanni a Teduccio. L'aviere si sporse da dietro la tendina sfoggiando il miglior sorriso: Lavora accettando le parti rifiutate da Cary perché troppo dannatamente inglesi. Lavora come cassiera in un cinema, se non ricordo male. L'avrebbe portata sulla punta delle dita e amata da uscire pazzo. L'avresti scambiato per un distinto straniero di passaggio, chissà, magari un ufficiale alleato in abiti civili. l'avvocato Carlo Ercolino, per la pazienza. L'azione sul campo delle donne si sarebbe limitata al ruolo di "esche" per carpire informazioni e smascherare infiltrati o doppiogiochisti. Le "bombe" o "granate" invece, hanno bisogno di mortai di ferro fissati a terra da listelli di legno. Le anatre spingevano da sotto. Le auto attraversavano la piazza di fronte al palazzo, sotto una pioggia fine. Le autorità di Pubblica sicurezza ritengono che due "luogotenenti" di Lucania siano implicati nell'omicidio di Umberto Chiofano, piccolo malvivente reo di avere schiaffeggiato Lucania in pubblico, all'ippodromo di Agnano, nel gennaio scorso. Le autorità salgono in Municipio e alle 11,35 si affacciano al balcone. Le aveva ceduto il contatto di Fanti in Inghilterra. Le aveva sfruttate al meglio. Le avrebbe offerto un passaggio in scooter e fatto scattare il piano. Le avrebbe scritto, sí, una volta giunto a destinazione. Le bocche si arrotondano, i sospiri si sprecano. Le bottane spergiurano in tribunale che io sono il cchiú grande sfruttatore delle Americhe e dappertutto tengo le mani in pasta, Dio le fulminasse, e tra di loro vedo Mona, che sempre la tenni in palmo di mano e le diedi un sacco di soldi e la feci fottere solo con gente che non teneva malattie. Le botte in testa, non era la prima volta. Le braccia erano blu di tatuaggi: sirene e dragoni si rincorrevano lungo i muscoli. Le casse sarebbero arrivate una volta al mese. Le cicche straripavano da due posacenere di vetro. Le coordinate del futuro. Le cose andavano come dovevano andare e basta. Le cose hanno un tempo limite. Le cose precipitarono. Le cose si erano messe male all'inizio degli anni Cinquanta con le prime elezioni dei consigli operai nelle fabbriche. Le cose si sono aggravate con lo sdoppiamento, anzi, striplamento schizoide della personalità del soggetto, diviso tra l'infante Archie Leach (emerso grazie alla repressione topica indotta, vedi la parlata spiccatamente britannica), il personaggio Cary Grant e il misterioso "James Bond". Le date coincidevano. Le dimensioni del porto lo annichilirono. Le direttive erano chiare: avrebbe comandato una squadra di quattro elementi, militari preparati e motivati. Le dita afferrarono un pezzo di carta. Le dita strinsero il bordo del piatto. Le donne le portava a casa con comodo. Le donne, sí, erano molto belle, ma come diceva don Luciano, stavano troppo in casa e con i vestiti cercavano di nascondere, piuttosto che mostrare. Le due accusatrici, tali Betty e Peggy, non mostravano meno di ventitre anni, qualcuno le aveva deflorate ben prima di Flynn ed erano piú che consenzienti, ma durante il processo l'accusa le aveva fatte conciare da bambinette, coi calzetti corti e le treccine... Le due di notte. Le due file si fronteggiarono immobili, come statue abbandonate sul prato. Le due guardie del corpo si tengono a distanza da Grant. Le due ragazze ridacchiarono fingendo di scandalizzarsi, mentre i giovani americani si scambiavano battutacce sottovoce. Le fiches e la targa finirono in un tombino. Le firme del dottor Montroni anche. Le firme erano quasi identiche, con piccole varianti qua e là, quasi a sperimentare la piú elegante. Le fonti riferivano che il commento conclusivo dell'attore, una volta raggiunto il contatto dell'MI6, era stato: Le forze dell'Asse schierano otto divisioni per un totale di centoventimila uomini ben addestrati, tra cui gruppi di artiglieria e reparti corazzati, piú una squadriglia di bombardieri della Luftwaffe. Le foto del dopo-rivoluzione erano molto diverse: Tito era quasi sempre ritratto nella quiete delle proprie residenze sparse per il paese. Le ginocchia vogliono cedere. Le grandi potenze non volevano che i popoli della Venezia Giulia, d'Istria e di Dalmazia scegliessero liberamente il proprio destino, italiani tra gli italiani. Trieste era diventata un limbo, chiamato con sprezzo del ridicolo "Territorio libero". LE GRAVI LACUNE DELL'INDAGINE GOVERNATIVASUGLI SCANDALI CONNESSI AL CASO MONTESI Le gru lavoravano a ritmo continuo, gli scaricatori si lanciavano sacchi da mezzo quintale come palloni da calcio. Le guardie del corpo sono in tenuta militare. Le guardie del corpo, in maniche di camicia, spalancarono la porta tenendosi fuori dal vano, si tuffarono sul pavimento della stanza puntando rivoltelle, poi videro che Cary era (apparentemente) solo, si rialzarono, e uno di loro chiese: Le illusioni dei partigiani e le direttive di Togliatti, il Bologna e Cavicchi. Le influenze degli Anastasia l'avevano tenuto fuori. Le informazioni al Ministero arrivavano sempre di prima mano. Le informazioni del dossier aggiungevano venti punti percentuali. Le labbra di Azzoni e Mariani si incollarono alle orecchie dell'imperatore. Le lettere nere campeggiavano sulla fiancata grigia: Querida, e sotto, piú in piccolo, Caracas. Le loro istruzioni: dall'astuccio azzurro si sarebbe sprigionata una cortina fumogena, quello rosso era una bomba da scagliare contro Bond. Le macchinette. Le mani che toccano il tuo corpo, che te lo restituiscono e ti dicono che sei viva. Le metteva in fila, le guardava, ci toccava il culo e le minne. Le navi erano frecce puntate in mille direzioni. Le necessità dei nipoti non impedirono a Iolanda di impegnarsi contro il fascismo. Le parole gli rimasero intrappolate in bocca. Le poche donne in forza al Ministero erano state escluse da ogni incarico operativo. Le porse all'imperatore. Le prime cinque pagine piene di termini sottolineati, come se qualcuno vi avesse decifrato un messaggio in codice. Le prime cose giuste al momento giusto che gli capitavano dall'inizio dell'anno. Le prime file informarono quelli dietro, questi quelli sulla scala, poi chi passeggiava in cortile, i ragazzini del quartiere e infine le fruttivendole. Le prove di forza non gli piacevano. Le puttane mandavano baci ora all'uno ora all'altro. Le quattro in punto. Le quattro. Le regole del casinò vietavano l'ingresso ai cani. Le rosse hanno gli occhi nocciola o verdi. Le scarpe lucide affondarono nel fango e dal basso salí l'odore di merda e stalla. Le schioppettate ne hanno fatti scappare tre. Le sedie sul marciapiede erano vuote. Le si avvicinò e prese a baciarla sul collo e a carezzarla. Le sinistre intendono scardinare il nuovo Ministero prima ancora che si sia messo all'opera per combattere la miseria. Le solite voci incontrollate, prodotto tipico di galoppanti fantasie in tempo di guerra, assicuravano fino a ieri che nel corso di una operazione di polizia contro una banda di fuorilegge, ben centocinquanta fra donne, vecchi e bambini erano stati fucilati da truppe germaniche di rastrellamento nel comune di Marzabotto... Le strade di Trieste erano pattugliate dalla polizia civile del Gma, il cui nucleo mobile era soprannominato la "Quinta colonna di Tito" per la violenza con cui reprimeva le manifestazioni degli Italiani. Le tende non c'erano piú. Le tende, pesanti, potevano riscaldare gli uomini, invece di prendere polvere alla finestra. Le terre irredente, vicine nella distanza. LE TRATTATIVE ALLA CONFERENZA DI GINEVRA Le tre cinghie si intuivano appena: sul petto, in vita e alle caviglie. Le tre facce erano una collezione completa di quello che un'arma da taglio può produrre su un volto umano. Le tre lettere in cima al foglio, maiuscole solide ed essenziali, in perfetta sintonia con la sua visione delle cose. Le ultime due nuotano di fianco a lui, chiaro riferimento al liquido amniotico del ventre materno. Le ultime due scelte avvelenarono il sangue di Nicola. Le ultime volte in cui Ettore aveva usato una bicicletta. Le vacche dimagriscono, amico mio. Le vibrazioni del motore scuotevano McGuffin come un attacco di delirium tremens. Le voci di corridoio dicevano che alcuni di loro erano "rientrati" a Mosca e che quelli rimasti "fuori" avevano preso precauzioni, ridimensionando la propria attività. Le voci provengono dalla grotta. L'eccezionale coincidenza strappò a Pierre un sorriso mentre ripensava a Renato Fanti, appollaiato sul tetto di casa tra le colombaie. L'eccitazione cresceva. Lega la cravatta intorno all'altro braccio. Legarono le bici ai lampioni, si sistemarono gli abiti ed entrarono. Leggendo, si rese conto che l'articolo e la cosiddetta "intervista esclusiva" erano un collage di vecchie dichiarazioni, con reiterazione di scorrettezze a suo tempo rettificate. Leggevo portando occhialini a pince-nez che mi facevano sembrare un intellettuale. Lei accese una sigaretta e gliela passò. Lei accettò contenta. Lei annuí senza aggiungere altro e si ritrovarono in pista, appiccicati l'uno all'altra per via della ressa. Lei aspettò che trovasse la forza di parlare. Lei cercò le parole. Lei depositò i fiori nel vaso. Lei gli parlava, in quei sogni, ma le parole svanivano al primo risveglio. Lei gli sfiorò una guancia con la mano. Lei lo guardò. Lei non ebbe il coraggio di guardarlo in faccia. Lei non ti conosce, Cary. Lei osservò l'ombra magra stagliata contro la lama di luce che filtrava. Lei pensa a un gioco erotico. Lei rimase un po' scostata, abbassò lo sguardo: Lei scosse la testa: Lei si innamora perdutamente. Lei sorrideva, era carina, e se la cavava davvero bene anche sul ritmo piú veloce. Lei ti ricorda coi calzoni corti, Archie. Lei volse lo sguardo sulla tomba. L'emozione ottunde il cervello, chiama all'appello il suo inglese. Lenin fissava un punto indefinito all'orizzonte. L'ennesima conferma. L'entusiasmo per le cose, che credeva perduto, in cui aveva perfino smesso di sperare, l'entusiasmo che Betsy aveva provato a fargli ritrovare in giro per il mondo, senza riuscirci, gli era ricresciuto dentro come un rampicante. León aveva raccontato del cazzo di Rasputin. León Mantovani indicò i suoi ospiti: León Mantovani squadrò le due persone sedute all'altro capo del tavolo. León pensò: L'epoca delle cazzate è finita. Lepoglava, Maribor... Non ho piú avuto tanto tempo per leggere. L'esame era cominciato. L'esperienza insegna che sono proprio le cose insignificanti quelle che ti fregano. L'esperienza lo aveva reso abile a intuire gli umori della folla e dei pulismani, a capire quando e dove sarebbe scoppiata la scintilla. L'esperto sfoglia il taccuino, poi emette la sentenza: L'esplodere dei tromboni coprí le parole di Fanti. L'espressione del generale non mutò. L'espressione della faccia non mutò: Lesse e rilesse la scritta, staccò e riattaccò la spina, arrampicò vari specchi in cerca di obiezioni, tentò le manopole restanti e alla fine dovette arrendersi all'idea che forse, oltre a moglie e buoi, anche i televisori è meglio sceglierli tra compaesani. L'estremo tentativo di farla sopravvivere. Letto il rapporto da Londra, il generale Serov si era subito preoccupato di metterne a parte il Segretario e il Primo ministro. L'ex tabagista da tre pacchetti al giorno, aiutato dalla moglie a smettere, cedette subito alla tentazione. Lezione appresa combattendo contro Hitler: un buon generale deve sapere quando ritirarsi, lasciare che il nemico avanzi, si stanchi, quindi colpirlo senza pietà fino all'annientamento. L'ha comprata Mr. Bondurant, poverino... L'ho visto sparare. Li ascoltavamo insieme, i bollettini dal fronte slavo, sulla radio scassata di zia Iolanda. Lí aveva conosciuto Amleto Benini "Bianco" (perché aveva già i capelli grigi), che piú tardi gli avrebbe dato un lavoro. Li aveva convinti a lasciarlo solo per qualche ora, il tempo di fare un giro, che stessero tranquilli, conciato in quel modo nessuno poteva riconoscerlo. Li aveva guardati attentamente. Li aveva inculati due volte. Li avevano messi in fila lí davanti. Li avrebbe lasciati con la voglia, altroché. Li avrebbe usati ancora. Li osservò avvicinarsi, fumando. Lí per lí, qualcuno ha provato a opporsi, che il "Carlino", si sa, quando non ha le notizie se le inventa, poi su "L'Unità" non diceva niente di simile, e dalla stanzetta del biliardo qualcuno ha urlato che gliela venissero mica a raccontare a lui, quella storia, che nel '32 gli era morta la scrofa di freddo, e quello voleva dire che faceva almeno quindici sotto zero. Li riconobbe dalle pagliette. Li sento urlare... Li vide avvicinarsi. Li voleva affrontare con la grinta di chi ha conquistato la vita a caro prezzo e vuole tenersela stretta. Liberarsene, farlo sparire? L'idea gli parve sensata... L'identikit si diffonde come un'eco. L'imbuto della mente si otturò di pensieri. L'immagine del fratello rannicchiato sotto il letto con il cuscino sulle orecchie peggiorò di molto lo stato d'animo di Angela. L'imperatore perdeva e distribuiva sorrisi garbati. L'imperatore rideva e diceva: L'imperatore sbuffava, faceva esotici scongiuri, si passava il fazzoletto sulla fronte e si faceva tradurre i commenti del ragazzo dal secondo accompagnatore, che chiamava "Monsieur Mariani". L'importante non è vincere o perdere, ma rimanere impeccabili. L'imprecazione chiama in causa il Creatore. L'inattività era davvero snervante. L'incontro con Ettore era per le sette. L'incontro del pomeriggio l'aveva turbata piú del solito. L'indomani fu proclamato lo sciopero generale. L'indomani l'attendeva una lunga giornata in treno. L'infame aveva fatto anche il suo nome, "Steve Cemento ne ha mandati un bel po' in fondo alla Baia, una mezza dozzina, forse di piú". L'infermiere camminava svelto, spronato dal battere nervoso dei tacchi dietro di lui. L'inferno è un angolo buio del cuore. L'inglese con le pezze al culo aveva solcato l'Atlantico per compiere un'impresa titanica: inerpicarsi sulla montagna piú alta dando l'impressione di affrontare una misera collinetta, anzi un dosso, un gradino, muovi un piede dietro l'altro senza nemmeno darti la pena di pensare. L'ingresso alla sala del Pratello costava trecento lire, ma Pierre e i suoi amici entravano gratis, perché c'era gente che veniva apposta per vederli, quando si spargeva la voce di dove avrebbero ballato. L'ingresso era ostruito dal cassone di un camion. L'interno era spoglio: branda, tavolaccio, tre sedie, calderone sul fuoco e rotoli di reti da pesca negli angoli. L'interprete rimase seduto con le braccia dritte in alto: L'interprete tradusse. L'intesa con Hitch era perfetta. L'INTRANSIGENZA DI TITO RENDE PROBLEMATICA L'inutile schermo da diciassette pollici pareva riflettere ancora le ultime scene, consumate senza pudore davanti al suo occhio spalancato. L'inverno del suo scontento, sotto quel sole lisergico, si fece gloriosa estate. L'inverno era finito, per far bere i piccioni non era piú necessario rompere lo strato di ghiaccio. Lisetta è imbronciata, avete appena lasciato la costiera e il mare è ormai alle spalle. Lisetta era tornata a fare il broncio. Lisetta quando dorme è proprio una bellezza. Lisetta sbadiglia. Lisetta sbadiglia. Lisetta sbadiglia. Lisetta, mi fai uscire pazzo. L'isola. L'istinto diceva: il ragazzo non è il problema. L'Italia non gli piaceva. L'MI6 gli aveva messo a disposizione un budget illimitato: stratosferiche puntate al baccarat, generosissime mance elargite ai concierge dell'albergo, litrate di costosi alcolici trangugiati con nonchalance. l'MI6 scomodava uno dei piú grandi attori di Hollywood pur di convincere quella puttana di Tito a diventare amico degli occidentali. Lo accolsero con un misto di gioia e stupore, scambiandosi sorrisi e pacche sulle spalle. Lo affiancò, per lanciarsi solo ogni tanto in brevi puntate in avanti. Lo allontanò con un calcio. Lo aveva dimostrato. Lo aveva fatto perché ne aveva piú bisogno lei. Lo aveva già fatto mille volte, lo fece ancora. Lo avevano danneggiato, era piú che evidente. Lo avevano portato lí poco prima di Natale. lo avevano riempito di calci e rispedito a casa. Lo avevano sempre prosciolto, ma aveva ancora qualche carico pendente. Lo avevano sempre saputo. Lo avevano spento in una sera di metà agosto per non riaccenderlo mai piú. Lo avvolsero per bene e lo incastrarono tra la Lambretta e un mobile radio, per evitargli traumi. Lo capisco, è homesick, 'u picciotto, ci mancano Manhattan e Brooklyn, e forse ci mancano quei lavoretti da calzolaio ca faceva sul molo. Lo cercavano dappertutto. Lo chaperon si chiamava Charles Zucca. Lo chiamava "Archie". Lo chiudevano in camera, ufficialmente "per evitargli un malanno". lo corregge Garibaldi. lo corregge Garibaldi. Lo disse con assoluta calma, quasi con indifferenza. Lo disse con naturalezza e Pierre corrugò la fronte, quasi gli avessero dato una brutta notizia. Lo disse con tenerezza. Lo doveva vendere a un tizio che sta a Roma, fuori Roma, insomma vicino a Roma, non si ricordava bene. Lo girerà tra le mani con devozione. Lo guardò come si guarda un bambino. Lo guardò negli occhi mentre gli regalava le ultime parole: Lo imbraccio e il Thompson spara. lo incalza subito Bottone. lo incalzerà il padre. lo interruppe Ettore. lo interruppe Rizzi. lo interruppe Zollo. - lo invita Stefanelli, l'altro esperto. Lo porto al mare una settimana ed è responsabile Odoacre. Dice una cosa strana e me la spiega Odoacre.". Lo prese una gran tristezza, come ogni volta dopo un litigio col fratello. Lo restituirono senza nemmeno sapere che non funzionava. Lo sai anche tu che se torna rischia una condanna dura. Lo sai che le hanno fatto? Lo sai come va a finire quando cominciano le stronzate. Lo sanno fare il Manhattan a Città del Capo? Lo sanno tutti che Kociss non parla né con le guardie né con gli infami né con gli schiattamorti. Lo sapevano entrambi, ma non avevano il coraggio di parlare. Lo sapevano fare un buon Manhattan, a Singapore? Lo sappiamo tutti che è quasi impossibile che sbagli gioco, l'unica è sperare che gli vengano i nervi, perché se parte con il discorso della bomba atomica e del bottone, è facile che butti via la mano. Lo sbarco in Normandia era stata una delle azioni di guerra piú dispendiose e assurde della Storia. Lo scalpo di Gas, rasato di fresco, luccica piú che mai. Lo schermo era crepato. Lo schiaffeggi. Lo sciopero agricolo nel Cavarzerano Lo sciopero del caffè, proclamato da Garibaldi e seguito piú o meno da tutti, ha dato i primi risultati. Lo scortarono dentro una bettola da cui provenivano musica e risate. Lo scrollone lo fece trasalire. Lo scugnizzo vinceva forte. lo sentí maledirsi sottovoce. Lo sferragliare di un treno seppellí ogni altro rumore. Lo sforzo di somigliare alle dive del cinema. lo sfotté Gigi, mentre consegnava il cappotto, poi, a bassa voce: Lo sguardo determinato ispirava una fiducia profonda nelle sorti umane. Lo sguardo di Pierre puntava nel vuoto. lo sguardo di Pierre si spostò sul conducente. Lo sguardo di Sante era un misto di pena e soggezione. Lo sguardo perplesso di Stecchino fece due-tre volte la spola tra il viso della moglie e lo schermo inanimato di McGuffin. Lo so che è strano, abbiamo avuto due vite diversissime, eppure... Lo so cosa pensi. Lo so, lo so, anch'io mi sentirei cosí se sapessi che hai sfiorato... Lo sparo gli fa l'effetto dello starter nei cento metri piani. Lo specchio era troppo piccolo perché Pierre riuscisse a vedersi tutto intero. Lo spettacolo piú impressionante a cui avesse assistito. Lo spettro che tormenta te e Archie. Lo spiraglio della porta si allargò cigolando e la faccia del ragazzo si sporse dentro. Lo sta interrogando. Lo Stato maggiore s'era messo in salvo, ma i tedeschi avevano rubato un'elegante divisa confezionata per Tito, da indossare il giorno della vittoria. Lo stava aspettando dall'altra parte della strada. Lo stemma campeggiava nitido: lo scudo, per difendere la rivoluzione, e la spada, per colpire i nemici del paese. Lo stesso croupier, il capo, depositò un consistente gruzzolo di fiches proprio di fianco al suo gettone vincente sulla casella del quindici. Lo stomaco si strinse di nuovo. Lo stronzo sapeva. Lo stupore s'accompagnava alla consapevolezza: chi non aveva mai desiderato quella perfezione, strappare all'iperuranio l'Idea di "Cary Grant", donarla al mondo perché il mondo cambiasse, e infine perdersi nel mondo trasformato, perdersi per non riemergere piú? Lo svegliarono all'alba, come si conviene prima di un lungo viaggio. Lo trovò già seduto ad aspettarlo. Lo udí anche il compare, e appena diede segno di voler reagire, vide Trimane, in piedi accanto alla Fiat 1900, che lo teneva di mira. Lo vedi, Angela, che riesco a partire anch'io? Lo vedremo, se sarà un buon giorno. Lo vide diventare rosso e tenersi la rabbia dentro. Lo vide remare verso il largo. Lo vide sfrecciare nella sua direzione e avvicinarglisi con un bisbiglio: Lo vide strofinare il bancone sempre piú in fretta e decise che la provocazione poteva bastare. Lo volti con un calcio, gli piombi di peso sul petto. Lo yacht privato del presidente Tito cavalca le onde a velocità sostenuta. Lo zigomo opposto si tingeva di amaranto. Localizzati a Parigi, quartiere latino. L'odore dei porti. L'odore di bistecca cruda metteva appetito. L'oggetto in avvicinamento era Bertram, uno dei suoi viaggiatori. L'ombra butta la testa all'indietro e soffia verso le stelle una boccata di tensione. L'ombra esce furtiva dall'ingresso posteriore. L'ombra insiste: L'ombra lo seguí e lo tirò sotto di nuovo. L'ombra sussurra nel ricevitore: L'Onesto Tom vuole candidarsi alla presidenza, è meglio per tutti che io vado in culo a Cristo. Lontano. L'oppio del fallimento e l'adrenalina della fuga si contendono il sistema nervoso. L'orchestra partí mentre erano ancora avvinghiati, un pezzo veloce che presagiva il gran finale filuzziano. L'orchestra swing dissetava le orecchie. L'organetto di Nino Bonora, sostenuto da contrabbasso e chitarra, pareva non doversi fermare piú. Loro li esaudiscono. Loro ne scelgono dieci. Loro non hanno mai risparmiato per comprare il cappello ornato di penne dell'associazione ginnica. Loro quattro erano una squadra, i migliori ballerini del quartiere, e far mangiare la polvere a tutti gli altri era quasi una missione, come combattere i soldati di Richelieu e fargli vedere che contro i filuzzi del bar Aurora non ce n'era per nessuno. Loro sí dopo vanno in balera, e alcuni hanno anche dei numeri, roba da far vergognare Fredastèr. L'orologio di cucina faceva le cinque. l'orologio... L'ospitalità. L'ossessione era l'unica cosa a cui aggrapparsi per restare lucida. L'ostaggio doveva restare a bordo della nave per settantadue ore. L'oste diceva di chiamarsi Dedé. L'ostentata avversità per l'occupazione coloniale francese in Indocina è sincera e provata. L'osteria sotto le Torri era piuttosto affollata, per quanto fosse tardi. L'otto volante prese a girare piú forte, coi suoi testicoli sopra. Lucania abita qui dal giugno 1952. Lucania annuí serafico: Lucania aveva pagato Rosa perché un certo cavallo vincesse. Lucania avrebbe allora minacciato di far uccidere Rosa. Lucania è stato interrogato dalla Guardia di finanza il 5 maggio 1951 e il 15 maggio 1951 in relazione al processo Frank Callace-Joe Pici per traffico di stupefacenti. Lucania ha mantenuto i contatti con i principali criminali americani, con vari mezzi e in particolare mediante visite di membri della malavita. Lucania lo raccontò a uno dei miei confidenti. Lucania non è stato incriminato per tali reati relativi allo spaccio di stupefacenti; ma ciò non significa che egli non sia implicato nel traffico. Lucania pagò l'immobile cento milioni di lire. Lucania possiede anche una proprietà al n. 184 della via Aurelia, a Santa Marinella, composta di duemila metri quadrati. Lucania possiede, senza figurarne proprietario, un edificio sito in via Tasso 484, Vomero, Napoli. Lucania riceve telefonate segrete dall'Italia e dagli Stati Uniti al numero 20738, corrispondente a Salvatore Scarpati, via Grandi grafici, Napoli. Lucania si aggiustò gli occhiali. Luci che Piedigrotta era una pazziella. Luciano e i Guerini stavano risolvendo il problema. Luciano faceva strada verso la casa di Priapo, dopo aver preso il giovane Anastasia sotto braccio: Luciano fece il gesto di raccogliere un calice di vino dalla cavità che si apriva lungo il muretto basso. Luciano fece un gesto quasi impercettibile, Zollo infilò la mano nella tasca interna della giacca, sfiorò il manico in legno della "alternativa", per prendere con la punta delle dita la banconota sempre pronta. Luciano incrociò le mani dietro la schiena: Luciano l'avrebbe spedito a Marsiglia a trattare la partita piú grossa. Luciano sogghignò furbo e parlò sottovoce, come stesse rivelando un grande segreto: Luciano tornò a incrociare le mani dietro la schiena. Luciano. Lucien Mariani concluse uno sproloquio sul significato nascosto dei gesti apotropaici italiani, con particolare riferimento al toccarsi le palle. Lucien Mariani proruppe in un peana tenuto in serbo da giorni. LUCIEN MARIANI, nato a Nantes il 22/5/1921, da genitori italiani, autodidatta, celibe, professione dichiarata: attore. Lucky Luciano se ne stava sprofondato sul sedile posteriore della Plymouth decapottabile e parlava, sorrideva generoso alla ragazza seduta davanti, che non riusciva a non voltarsi, torcendo il collo, per annuire ai discorsi del vecchio. Lucky Luciano stirò un sorriso. L'ufficiale era il piú giovane, baffi ben curati e bustina di stoffa grigia inclinata sulla fronte. L'ufficiale lasciò ancora che l'interprete traducesse. L'ufficiale rimase immobile, l'arma puntata alla tempia, i denti stretti di rabbia. Lui andava a ballare e magari Angela aveva bisogno di parlare, di sfogarsi. Lui aveva cominciato a farle la corte, finché non s'erano fidanzati e sposati nel '48, poco prima delle elezioni. Lui aveva finito di condire la lattuga. Lui aveva gridato a pieni polmoni: Lui aveva picchiato e ammazzato, ma non aveva fatto la guerra. Lui aveva saputo attendere e scegliere al momento giusto. Lui aveva un occhio livido, lei ben piú di un occhio. Lui corrugò la fronte, un tic appena percettibile attraversava il collo. Lui è arrivato a Parigi, ha conosciuto una ragazzina, e s'è scordato il concorso. Lui era ancora lí, con le spalle cariche d'esperienza e la cura nel vestire. Lui era vivo. Lui ha capito. Lui interpretava Mortimer, nipote sano di mente, sposo novizio in procinto di partire per la luna di miele. Lui l'aveva scavalcato mentre lei si buttava verso la porta. Lui l'avrebbe riportato a Frosinone, facendosi dare i soldi. Lui me lo sta dicendo: non ti avvicinare. Lui mi crocifigge con gli occhi. Lui mi odia. Lui non guarda che pastiglie gli dànno. Lui ogni tanto si agita, sai? Lui ovviamente ne andava fiero e da quel giorno il confidenziale "Pippo" era andato a farsi benedire, lasciando il posto a quell'altisonante "Brando", che faceva colpo sulle ragazze e guai a chiamarlo in un altro modo. Lui sa. Lui scosse forte la testa: Lui sente che sto scalpitando. Lui s'era salvato per miracolo, bloccato sotto le macerie per diverse ore, abbracciato a quel corpo senza vita, sentendolo raffreddarsi e irrigidirsi. Lui si convinceva che se non li avesse guardati, nemmeno loro l'avrebbero visto. Lui si è accorto che ti sto guardando, altroché, ma non me ne frega niente. Lui sostiene di essere un sensale e un - com'è che dice? - "procacciatore d'affari", sempre dietro a dar consigli a tutti su come spendere i risparmi, come metterli a frutto, cosa conviene acquistare e dove, qual è l'affare del momento. Lui uscí dal bagno ed entrò nello studio. Lui vede come ti guardo. Lui, chissà perché, continuava a detestarlo, anche se non l'aveva piú aggredito verbalmente. L'ultima traccia: Antonio Cammarota, commerciante di vini all'ingrosso, Frosinone. L'ultima. L'ultimo attacco è durato poche ore... " L'ultimo carico ed era fatta. L'ultimo colpo di Ghigo meritava di essere raccontato. L'ultimo giro di pallina ti sta fottendo la pensione, Steve. L'ultimo ricordo sensibile era l'odore del giaccone di pelle nera, quella notte. L'ultimo stronzo. L'ultimo tentativo di dare un senso a quello che era successo. L'ultimo viaggio del vecchio guerriero indiano che sceglie una bella montagna dove crepare in pace. L'ultimo. L'umiliante imposizione era sancita dal cosiddetto "Trattato di pace" del '47. Ma la pace di chi? Lunedí indagato il "cacciatore di streghe" McCARTHY PER "CONDOTTA INDEGNA" DAVANTI A UNA COMMISSIONE DEL SENATO Lungo e stretto, oltre la porta a vetri sbucava nel salone. Lungo la strada, scambiarono poche parole, giusto per scegliere dove andare. L'unica cosa che gli interessa vedere ce l'ha di fronte: lo scafo bianco dello yacht privato del presidente Tito. L'unica cosa che riuscí a pensare, giunti a quattrocento metri dal palo, fu: NON ANCORA. L'unica maniera è mettersi tutti intorno a un tavolo, con "L'Unità" nel mezzo, a far finta di leggere e commentare, ogni tanto Bottone dice un titolo ad alta voce e se Capponi viene da questa parte, Garibaldi si mette a parlare dell'Indocina. L'unica persona che non li aveva mai lasciati, sempre all'altezza delle situazioni, anche le piú critiche. L'unico dettaglio che si era concesso era la spilla del Partito all'occhiello della giacca. L'Unione Sovietica doveva assumersi le sue responsabilità. L'uomo aprí il sacchetto di carta e lanciò una manciata di chicchi di mais oltre il reticolato. L'uomo aveva perso la pazienza. L'uomo aveva quarantacinque anni. L'uomo blocca la ruspa e indica oltre le impalcature la zona dei capannoni. L'uomo che tutti, deferenti e assoggettati, chiamavano Vic, dirigeva quel caos pressoché immobile, dentro un doppiopetto blu scuro che lo rendeva ancora piú tarchiato, un cubo di basalto con i capelli tirati indietro dalla brillantina e il ciuffo sporgente. L'uomo col cappotto nero, mani nelle tasche, dava le spalle al circuito. L'uomo di merda fuori combattimento nel giro di un'ora. L'uomo emise un grugnito, che Pierre interpretò come assenso. L'uomo era alto, dinoccolato, coi capelli biondo-grigi e gli occhi azzurri. L'uomo era basso e magrolino, gli occhi neri e il naso adunco. L'uomo grasso appoggiò la cornetta al bancone e attraversò il locale in penombra, massaggiandosi il collo. L'uomo li squadrò, uno alla volta. L'uomo lodò la pazienza di quelle bestie. L'uomo mosse la testa involontariamente: L'uomo non seppe se ridere o mandarli all'inferno. L'uomo non si voltò. L'uomo non smise di guardare il lago: L'Uomo Nuovo, semmai, si sarebbe rispecchiato in Cary Grant, perfetto prototipo di Homo Atlanticus: civile, ma non noioso; moderato, ma progressista; ricco, certo, magari ricchissimo, ma non arido né tantomeno imbolsito. L'uomo piú stiloso del mondo osserva la mano tesa del ragazzo con una vena di sconcerto. L'uomo s'era fatto d'un grigio rabbioso. L'uomo si spazzò i chicchi dall'impermeabile: L'uomo soffiò tra i denti e disse: L'uomo sogghignò e lanciò un'altra manciata di semi alle papere. L'uomo sorrise, non sarebbe stato facile fare rapporto su quei due tizi. L'uomo strinse la mano al vecchio partigiano. L'uomo vide due tizi avvicinarsi. Lupo era fatto cosí, osava, alzava il livello della sfida ai tedeschi, faceva incursioni che ad altri sembravano smargiassate. L'urlo e la rincorsa li colgono di sorpresa piú del bengala. L'urlo rimbomba e l'eco si mescola alla voce di Robespierre: L'urto rovescia Bond, crollano i due alberi piú vicini, gli altri se la cavano con le chiome bruciacchiate. L'usciere riconobbe la signora Montroni non appena la vide entrare e subito mandò a chiamare l'infermiere che si occupava del fratello. Ma a Ferruccio Odoacre non piaceva, gli rispondeva male, gli teneva il muso, a volte dava in escandescenze, diceva che era "un delinquente" e solo perché aveva i soldi pensava di approfittarsi di sua sorella. Ma a trentacinque anni suonati Zollo aveva capito di essere disposto a correre Ma a Zollo la campagna non era mai piaciuta. Ma adesso ce l'hanno con me. Ma aggiustando le cose, si sarebbe rimesso in funzione. Ma al di là delle sofisticherie e dei magnetismi, Angela capiva Fefe meglio di chiunque altro. Ma alla sera era un'altra persona: la destrezza nel ballo, le mosse sciolte e fulminee, gli avevano procurato il nome d'arte di "Umarein ed gamma", l'omino di gomma. Ma allora perché il suo non gliel'avevano piú restituito? Ma anche euforia, voglia di farla finita con la guerra e il fascismo, desiderio di costruire un'Italia nuova. Ma anche lui stava deragliando. Ma anche questo era vero in parte, lo dimostrava il gennaio freddissimo appena trascorso. Ma aspetta, ce l'aveva lui l'antenna? Ma Cary Grant non avrà scritto nulla: né sul frontespizio, né in fondo, né da nessuna parte. Ma c'è chi giura: presto tornerà a recitare". Ma c'era abituato, le sue storie sortivano spesso quell'effetto. Ma che era, d'oro, quella? Ma che ho fatto io che gli faccio schifo alla fortuna, che ho fatto? Ma che, ero pazzo io? Ma che, lo pigliava per il culo? Ma chi l'aveva mai vista, Calcutta? Ma chi se ne importa delle macchinette. Ma ci sono pure gli altri cavalli se li volete, e là le quote sono alte. Ma come cazzo aveva fatto a scoprirli? Ma come faceva ad attirare la sua attenzione? Ma com'è possibile che era la sua? Ma con Angela non c'era da fare il misterioso: Ma con chi cazzo credevano di avere a che fare quei cavernicoli? Ma conoscevano anche quello scimunito Nosé, e per quanto sapessero che era uno squattrinato, lasciavano che la figlia ci uscisse spesso, molto piú che con Carmine. Ma cosa vuoi, è il gusto per la novità, e dice Bortolotti che non ha senso avere una cosa e non usarla. Ma cosa? Ma dove cazzo sei finito? Ma dovevano esserci vecchie ruggini, tra i due. Ma è un film pure questo? Ma era anche la tensione. Ma era da cafoni prenderli tutti, là in mezzo a quei ricconi che ai soldi gli sputavano sopra da quanti ne avevano? Ma era un amico. Ma erano intervenuti altri fattori, primo fra tutti l'abbigliamento, poi la pronuncia affettata da milordino, bocca a culo di gallina e gran lavoro di faringe. Ma Ettore non era di quelli che si mettono a disquisire se Tito sia fascista o compagno, traditore oppure no. Ma facevano i conti senza Nikita Kruscev, l'orso travestito da agnello, e senza il generale Ivan Serov. Ma fin da piccolo per tutti lui era stato Robespierre e quello era il suo vero nome, perché i nomi veri sono quelli che ti scegli e che preferisci, non quelli che stanno sui documenti. Ma forse adesso tutto sarebbe cambiato. Ma forse è naturale che sia cosí. Ma forse era un cenno d'intesa. Ma forse il tipo non era ricchione. Ma gli imprevisti potevano essere molti. Ma ho i soldi, e una nave da prendere. Ma i movimenti ormai erano automatici: poteva farsi il nodo alla cravatta a occhi chiusi, curare al centimetro il risvolto dei pantaloni, controllare che lo spacco posteriore della giacca fosse bene in piega e i bottoni lucidati. Ma il 3 novembre, trentesimosesto anniversario della liberazione di Trieste, il generale John Winterton aveva vietato qualunque dimostrazione patriottica e commemorativa. Ma il Creatore chi lo sa se esiste davvero. Ma il desiderio doveva combattere con gli effetti di una lunga depressione, con l'assenza di copioni interessanti e soprattutto con il disgusto di Archie per le scorribande di Joe McCarthy e dei suoi tirapiedi. Ma il generale non si affidò a lui per restare in sella. Ma il gioco valeva la candela. Ma il ragazzo sembrava non aver bisogno di incitamenti. Ma in clinica no. Ma in mano a chi? Ma in qualche settimana, cosa poteva mai esser successo? Ma intanto bisogna che nascondi quella roba. Ma io non ho parlato! Ma Ivo Radelek non è un turista. Ma Kruscev sapeva anche che Tito era pronto ad andare col maggior offerente. Ma la caratteristica che piú affascinava Cary era la continua tensione all'indipendenza, personale oltreché nazionale. Ma la cravatta regimental? Ma là fuori non c'era niente, campi forse, case. Ma là per lo meno ci stavano le persone. Ma l'apparecchio, niente. ma lasciamo stare. Ma le condizioni di Fefe non erano quelle di prima. Ma le doti nell'apprendimento delle lingue lo avevano allontanato dal servizio attivo e trasferito alla Scuola superiore del Ministero. Ma le lacrime erano finite. Ma le ore erano contate. Ma lei, Lisetta, pensa al caldo. Ma l'ensemble era indossato con poca personalità, tipico degli inglesi, che al bell'aspetto preferiscono la perfetta mimetizzazione tra le pareti degli uffici. Ma li stava aspettando. Ma lo aveva fatto anche per se stesso. Ma Marco era in licenza matrimoniale e non sarebbe tornato prima di una settimana. Ma nella sua terapia non c'è nulla che provochi alitosi. Ma nemmeno nelle ore di relax ci si dovrebbe abbandonare a una tale mancanza di gusto. Ma nemmeno un fachiro sarebbe riuscito a prendere sonno, in quelle condizioni. Ma nessun patre veneto chiamerebbe sua figlia con quel nome: idda era di patre irlandese e matre mezza italiana, degli Abruzzi. Ma nessuna rete avrebbe fatto affidamento su agenti di sesso femminile. Ma nessuno gli crede, e invece i piú malevoli dicono che fa degli affari loschi. Ma niente servitú: Ma no, non ci voleva nemmeno pensare. Ma non bastava. Ma non c'era da fare gli schizzinosi: quell'intervento provvidenziale salvava McGuffin dalle velleitarie riparazioni del Donadio, che ne avrebbero compromesso per sempre i delicati meccanismi. Ma non c'era nessun altro, nella saletta. Ma non c'era niente da fare, non se ne faceva una ragione e badava a dire che la moglie, quella sera, gli avrebbe fatto un paiolo cosí. Ma non c'era niente da fare, purtroppo. Ma non c'era piú nessuna aura mitica ad avvolgerlo. Ma non è successo niente, vero? Ma non è tanto importante di cosa si discute, o chi lo fa, basta rispettare sempre la Regola: non si parla sottovoce, se devi bisbigliare in un angolo vai a confessarti dal prete, non vieni qui, che non interessa a nessuno. Ma non era stata capace di dargli una ragione vera per restare. Ma non m'incazzo, si sa, le fimmine sono tutte bottane nell'animo, mica solo nello sticchio. Ma non ora, non lí. Ma non possono piú raccontarlo. Ma non poteva impedire che i pensieri le si contorcessero in testa come serpenti. Ma non sono io. Ma ogni volta aveva paura. Ma oramai 'u dog tiene la rogna. Ma ormai cominciava a riconoscere i luoghi, non poteva mollare. Ma ormai i giochi erano fatti e per il buon Steve era giunto il momento di andare in frigorifero, almeno fino a quando gli equilibri politici non si fossero aggiustati. Ma ormai non importa piú. Ma Palmo era già sceso e da quel momento tutto durò pochi secondi: i ragazzini fanno rotolare a gambe all'aria Palmo, quello di non piú di dodici anni salta al volante, altri tre o quattro col carico, e il vuoto improvviso alle spalle del camion, che gli permette una rapida inversione e la fuga, nonostante i colpi sparati in aria da Ettore, furibondo. Ma passa un'ora, un'ora e mezza al massimo, e il bar torna ad animarsi, come un gatto dopo la dormita, qualche sbadiglio ed è pronto a partire. Ma pensaci, avrà materiale per le sue imitazioni, materiale genuino, non come quelli che ti imitano e dicono "Judy, Judy, Judy... " con quel tono odioso. Ma Pierre aveva la testa altrove. Ma quando aveva telefonato a Hitch per dirgli che ci stava ed era stato rassicurato sul fatto che Grace Kelly sarebbe stata la sua partner sullo schermo, aveva capito che anche quella era una sfida per lui. Ma quando saliva in piccionaia tutto agghindato, e lo vedevi sul tetto, dalla strada o dal palazzo di fronte, entrare nel gabbione col paltò inglese, esporre alle scacazzate il costoso cappello, cacciare la mano nella cassetta delle granaglie con quei guanti minimo da cinquemila lire, ecco, lí lo avresti pensato che era an odd geezer, un tipo strano. Ma quanto sarebbe andata avanti la storia? Ma quanto valevano quei gettoni? Ma quel rimbambito del capo li lasciò lí, senza toccarli, sul quindici, e buttò di nuovo la pallina. Ma quella gente era cosí, parlava una lingua antica. Ma quello aveva già allungato la Chesterfield oltre la spalla e Ferruccio se n'era impadronito con gesto fulmineo. Ma quello, Stiv l'aveva solo noleggiato, non si può fargliene una colpa, chissà quanto costava, e in compenso mi ha preso questi, roba lussuosa, che si può pure dire che me la sono comprata io, con quel famoso fondo. Ma questo non significava niente. Ma sapeva che non avrebbe dormito, era troppo emozionato, il cuore batteva forte. Ma se nessuna ti convince, o non ne vedi del tutto, perché fingere che aspettare sia una strategia? Ma se tu fossi coinvolta in un incidente ferroviario o, chessò, in un naufragio... Ma senza esagerare, sfiorandolo appena, come fossero stati amici di lunga data. Ma senza una bella passeggiata in mezzo alla gente, come le metteva insieme Fefe quelle quaranta, cinquanta sigarette da offrire il lunedí? Ma si sarebbe messo a imprecare contro la malasorte, avrebbe bestemmiato contro la propria impotenza, la povertà, la loro storia senza futuro. Ma siamo in molti a grattarci la testa, finché Walterún non dice: Ma sono vivo, e sto bene. Ma sono vivo. Ma soprattutto erano gli occhi. Ma subito. Ma ti vuole un bene dell'anima. Ma tu non cadrai. Ma tu non sei qui, sei da un'altra parte, sei morta anche tu. Ma tu sei Orfeo, sei l'Acrobata i cui salti incantano le fiere, fermano i fiumi e i venti. Ma uno yacht di quelle dimensioni, mai. Ma Vespa e Lambretta erano uscite da poco, non se ne vedevano troppe, in giro, e se uno voleva lavorare, bisognava che allargasse il campo: radio, televisori, giradischi, per Vince' andava bene tutto. Ma Vittorio Capponi era rimasto con Tito quando Mosca e gli altri compagni l'avevano mollato. Ma Walterún non ne vuole sapere. Ma, a ben guardare, sembrava esserci dell'altro. Macché. Madonna mia, Stiv, spara, spara! Madonna, che femmine! Magari era morto. Magari si spingerebbe in profondità, per cercare una stella marina o l'occhio di una seppia che spunta dalla sabbia. Magari un giornalista? Magione dentro per primo, seguito da Augusta. Magione prese subito un paio di lunghezze, all'ingresso della curva. Magione uscí per primo al tondino, accompagnato dall'artiere che indossava i colori azzurro e oro della scuderia. Mai commesso errori. Mai sottovalutare il nemico. Mai un appunto. Mai un attimo per rilassarsi. Mai. Malavasi, invece, era nato dentro le mura, ma molti se lo ricordavano con la divisa della Brigata nera. Malavasi... Maledirà la rapidità degli eventi e la babele delle lingue che hanno impedito il prolungarsi dell'incontro. Maledisse i bassi istinti che collidevano di brutto col suo umore e diede le spalle al gruppo, fingendo di accendersi una sigaretta, nella speranza che non si notasse il cazzo duro. Malossi... Mambrini... Mamma mia, meglio tenere la testa impegnata, che a Lisetta non ci voglio fare torto, davvero. Man mano che avanzavano nel corridoio, Angela cercava di imporsi una calma impossibile, unghie piantate nel cuoio della borsetta, lisoformio respirato a grandi boccate. Man mano che la musica cresceva prese coraggio, si lasciò andare, i piedi che si muovevano velocissimi, sí, cazzo, era ancora il migliore! Man mano che lui cresceva erano nati i contrasti. Man mano che si avvicinano, Pierre ne intuisce l'espressione. Manaresi Ferruccio. Manaresi. Mancano dieci minuti. Mancano meno di dieci minuti. Mancava solo l'orologio. Mancavano ancora i dettagli dell'azione. Manco la giacca di lino gli ha fatto effetto, mannaggia. Mandare a memoria tutto quanto: nuovo nome, data di nascita, biografia abbozzata, dettagli del viaggio. Mandò a cagare il mondo e del padre non volle piú sentir parlare. Mani Grandi aveva un bel da spingere, spalleggiato da Stecchino, ma non c'era nulla da fare, chiaro, e per fortuna se ne accorsero, dieci bestemmie piú tardi, prima di graffiargli l'involucro in finto legno, ottimo accostamento per buffet in radica, del tutto fuori luogo sulla formica blu. Mani sul pavimento in centinaia di capriole, attrito sulle funi di mille volteggi, bagagli trasportati da una città all'altra, centinaia di teatrini e music halls, truccarsi, saltare. Mannaggia, forse avevi sbagliato tutto. Mannaggia, ma che deve fare un cristo? Mannò, che cazzo, non gli devo mica dire niente! Mannò, devo aver vomitato fuori anche il cervello, puténa d'na madòna, il camion lo troveranno i pulismani francesi dopo che avranno trovato tutti i corpi e rastrellato la zona. Mano di turco, mano di laotiano, mano di birmano. MANO TESA DI TITO ALL'URSS Auspicata la "normalizzazione" con l'Est Manopole di apparecchi radio. Mantenne l'equilibrio e riuscí a intravedere una piccola insenatura del canale, proprio dove si allargava per congiungersi al mare. Marano lo lasciò andare tenendo Ninfa un po' discosta, sulla sua scia. Marano si assicurò il frustino al polso e calcò il berretto sulla fronte. Marano si voltò per controllare la situazione, e vide il morello guadagnare terreno fino a piazzarsi in coda a Magione. Marano tenne Ninfa ben stretta. Marano trattenne Ninfa finché non entrò anche Lario. Marco aveva detto che non si poteva scherzare coi dosaggi perché era un farmaco pesante. Marco aveva detto: il tempo instabile gli mette sempre agitazione. Marco De Seriis per altre consulenze linguistiche. Marco deglutí aria e singhiozzi. Marco è una bravissima persona, però a Fefe gli lascia sempre un goccio di caffè e non dovrebbe. Marco in ferie. Marco preparò le pillole e versò l'acqua nel bicchiere. Marco scosse la testa: Marco tenne lo sguardo basso e parlò: Mare Adriatico, 16 aprile Mare. Mariani affettò la voce: Mariani conficcò il gomito nelle costole dell'imperatore. Mariani consolava l'imperatore dicendo che tanto non erano soldi suoi. Mariani fece un gesto plateale per cedere la parola all'amico. Mariani fece un mezzo saluto militare portandosi la mano alla paglietta: Mariani gli allungò un foglietto. Mariani gongolò. Mariani il pitone che immobilizzava la preda. Mariani sbuffava, rideva degli scongiuri di Azzoni e si passava il fazzoletto sulla fronte. Marines americani al largo dell'America Centrale Marisa si piegò a sistemare il divano, specchiando sullo schermo la generosa scollatura. Marlon Brando e James Dean conquistavano gli sguardi e i cuori. Marsiglia, 1 giugno Massimo è uno di quelli che ha fatto il concorso Diecimila chilometri in Lambretta, quello dove s'è piazzato terzo uno studente di Bologna che è andato nel deserto, poi fino a Capo Nord. Materia prima eccellente. Mattina cosí tersa che annulla le distanze. Mattina presto, prima che si riempisse. Mattinata di sondaggi. Mazzoni Gigi pedalava in testa dritto e spavaldo, petto in fuori, la riga a destra, il mento quadrato. McCANN, G., Cary Grant: A Class Apart, Columbia University Press, 1997. McCarthy ha dimostrato che ciò può accadere. McCARTHY INCRIMINA LO SCIENZIATO EINSTEIN? McGuffin aveva trasmesso cartoon di gatti che inseguivano topi. McGuffin Electric McGuffin era sopra il tavolo da lavoro. McGuffin lo immaginava. McGuffin non dava segni di reazione. McGuffin non poteva saperlo, ma l'odore era terribile. McGuffin se l'era vista brutta. Me l'arricordo, perché di giovedí Frankie "The Cockroach" Pistocchio portava le fimmine nove, a farsi vedere, chiedere se potevano lavorare. Me lo sono attaccato ai coglioni. Me ne vado dove mi trova posto Paolino, poi contatto il babbo e gli dico di venire anche lui. Me stesso. Meglio agire subito. Meglio che starsene a casa, pensionato di lusso, yoga, massaggi ayurvedici e le battute di David Niven. Meglio concentrarsi sul lavoro. Meglio distrarsi che rodersi il fegato. Meglio infilarla nel secchio del ghiaccio. Meglio lasciar perdere e sbrigarsi a scendere in spiaggia. Meglio non dover niente a nessuno. Meglio non illudersi. Meglio non tirarla troppo per le lunghe. Meglio prendere le dovute precauzioni. Meglio sapere subito di che morte doveva morire. Meglio tenerselo stretto, ascoltasse il consiglio, e se alla fine si dimostrava che l'apparecchio era guasto, gli restituivano i soldi con gli interessi. Melassa spalmata su ogni gesto. Melega afferra il giornale dalla mensola e lo sfoglia bagnandosi il dito: Melega agguanta il procacciatore d'affari per il nodo della cravatta e lo attacca al muro. Melega e Bortolotti gli avevano fatto visita. Melega gira intorno al tavolo, prende la mira e lancia la boccia. Melega per poco non si morde la lingua, sgrana gli occhi come fa chi ha passato un pericolo, caccia la testa di qua e saluta il nuovo arrivato. Melega però non si lascia incantare: Melega si gira verso di lui e agita l'indice in aria, come una sciabola: Melega si volta a studiare il biliardo, e subito Walterún allunga il collo verso Garibaldi e parla piano, per non farsi sentire nell'altra stanza: Melega sospira, con la faccia che fa quando vuole dire "Il solito terrone ignorante": Melega, gli occhi sul taccuino, respinge la voce con un gesto. Menagrami di merda. Meno male. Mentre camminava verso la nave si chiese quanto ci avrebbero messo a seguirlo. Mentre Capponi Nicola usciva da dietro il bancone, uno dei pensionati infilò la porta seguito a ruota da altri due. Mentre caricavano le casse sulla barca, Robinson sibilò: Mentre ci interroghiamo sull'origine di alcuni nomignoli misteriosi, arrivano Capponi e il resto della banda, Garibaldi, Melega, Bortolotti e Bottone. Mentre due tipi lo aiutavano a mettere tutto quel ben di Dio colorato dentro sacchetti di panno, arrivò la visione. Mentre Grant parlava, il sosia respirava profondamente. Mentre il Cavaliere si congedava con ripetuti inchini, Zollo allungò la busta all'uomo col cappotto nero, sibilando: Mentre il marito agitava il pugno davanti allo schermo con frasi minacciose, la donna si avvicinò al prezioso apparecchio, convinta di poter dare un contributo essenziale. Mentre il pomodoro raggiungeva gli altri ingredienti nella pentola, Marisa si sentí chiamare in tono rabbioso: Mentre l'acquavite si tingeva di rosso intravide due orecchie galleggiare. Mentre l'aereo si abbassava su Los Angeles, Cary sentiva ancora quell'energia. Mentre l'allungava al guardiano, gli tornò in mente il vecchio Anastasia che diceva: "Non avrai mai altra scelta nella vita, Steve: pagare o sparare. Mentre lo teneva sotto tiro, il criminale (rapinatore e assassino plurimo dalle tendenze anarcoidi e sovversive) aveva raccontato a Clapas tutte le nefandezze che aveva compiuto. Mentre moriva. Mentre noialtri la scriviamo, quei pochi che non gli interessa possono pure giocare a biliardo o far due chiacchiere senza disturbare, ma nessuno deve fare un tarocchino, un tressette o una scopa, perché anche quelli sono giochi che conta la fortuna, e nel momento della schedina la buona stella del bar Aurora non deve distrarsi. Mentre parlava e le passava una mano tra i capelli, sentí il respiro di lei farsi piú pesante. Mentre pedalava, Pierre pensava che l'amico aveva ragione. Mentre Pierre è nell'altra stanza, Bortolotti molla le bocce e si unisce al nostro tavolo. Mentre quello si allontanava, Vic disse ad alta voce: Mentre raggiungeva il telefono fu colto da un attacco di tosse che lo lasciò senza fiato. Mentre riagganciava gli era balenata l'idea. Mentre Robinson avviava il motore Pierre guardò verso il mare. Mentre saliva le scale del palazzo gli venivano in mente frasi banali, che scacciava subito: "Se mi vedesse mia madre... " Mentre scendevano, il tanfo del pesce fu via via rimpiazzato da un altro effluvio, non meno intenso, frutto di una miscela di diversi agenti chimici, dolciastro, denso, pungente. Mentre si accomodavano sui divanetti Sir Charles tossí appena: Mentre si agitava su quella branda sudicia, Pierre pensava che quel viaggio gli avrebbe dato la forza di sbloccare la situazione. Mentre si allontanava dalla Certosa, lungo via Andrea Costa, Pierre non riusciva a togliersi dalla testa lo sguardo di Montroni. Mentre si asciugava col fazzoletto mormorò tra sé: Mentre si avvicina cerca di non pensare ai mesi trascorsi a Goli Otok, l'inferno dei cominformisti, dove Tito lo ha recluso perché di lui si perdesse anche la memoria. Mentre si avvicinava notò qualcosa di particolare. mentre si voltava colse un movimento rapido, il capitano che strappava qualcosa dalla cintura dell'interprete. Mentre sollevava la serranda e la luce del mattino gli bruciava gli occhi, li sentí parlare a voce bassa. Mentre tirava le prime boccate osservò il fumo profumato alzarsi in volute azzurre, mescolarsi alle note di Stan Kenton, sorvolare i libri, i soprammobili inglesi e i dischi di jazz, 23° North and 82° West. Mentre tornavano a Bologna, sul furgoncino, aveva voluto dire la sua. Mentre veniva trascinato verso la pista sentí Gilda che lo chiamava. Mentre Walterún mette giú le carte da punti, e Castelvetri si avvicina al tavolo per spiegare meglio a Garibaldi il suo punto di vista sugli orologi, la porta si apre di nuovo, ed ecco Melega, ecco la notizia del giorno. Merce che ogni mercante sogna, additivo bramato da ogni sistema circolatorio. Merci beaucoup, monsieur Grant. Merda! Merda, con i soldi in tasca per prima cosa avrebbe stracciato la patente. Merda. Merda. Merdamerdamerdamerda... Merde. Merde. Messaggio forte e chiaro alle orecchie dell'MI6 e della Cia. Metà di quelli che la recitavano non aveva idea di cosa fosse successo, in Grecia, comunque un gran brott quèl, chiedilo a Benfenati, se non ci credi. Mette insieme fatti distinti: l'alito cattivo e la medicina. Metti la freccia, imbocchi la sterrata, arrivi proprio sulla riva. Mettono in mare la scialuppa, puntano sulla spiaggia. Mezzo inebetito si ritrovò a ballare, cercando di seguire il ritmo incalzante dell'orchestra. Mi aiuta Capemmerda, il re di Agnano. Mi caco addosso. mi chiedono tutti. Mi deve bastare? Mi devo fare coraggio, e parlare. Mi dispiace, sul serio, dopo tutta questa strada. Mi dispiace. Mi dite che avete ricevuto una lettera di Pierre, dal Messico, e che sta bene. Mi è sembrato da subito evidente che la "lacuna" nella precedente dichiarazione fosse dovuta solo a reticenza, e in particolare al timore che la figura di Luciano impone su tutti. mi farà rimpiangere quella cella di merda e gelata. Mi farà sentire dolore, mamma mia perché?, Mi ha dato un solo schiaffo e non sento piú dall'orecchio sinistro, mi fa male l'occhio e la guancia è appicciata come il fuoco di Sant'Antonio. Mi ha detto che il farmaco è stato solo scalato, per via della dipendenza, della labirintite, non so, mi ha detto che tu eri al corrente. Mi ha legato sopra questa sedia, cammina avanti e indietro, un animale, sbuffa come i cavalli qua a fianco, Gesú, sta pensando che fine mi deve far fare. Mi ha messo in casa di un amico suo e di Ettore. Mi ha risposto ringraziandomi e chiedendo altri soldi per aiutare "la dura e costosa lotta contro il comunismo". Mi hai attaccato la tua stessa malattia. Mi hai sempre raccontato tutto di Fefe, a momenti le volte che andava in bagno. Mi hanno espulso da tutto, non ho diritto a essere ricordato da partigiano. Mi hanno offerto di interpretare Phileas Phogg in Around the World in Eighty Days. Mi manca, anche se in quattordici anni l'ho visto una volta sola. Mi sa che in quell'ambientino lí, nessuno è amico di nessuno... Mi sa che sta esagerando, mira sempre piú in alto, qualcuno reagirà. Mi scrivete che l'avete fatto per l'amicizia che vi lega a Pierre, e io vi credo, ma questo non è sufficiente a giustificare tutto. Mi sembrava di avertelo spiegato quando abbiamo cominciato la terapia. Mi sento strana, tesoro... Mi tiene sul collo il fiato delle guardie, 'stu grandissimo figghibottana! Mi toccherà comprargli dei vestiti. Mica potevano aiutarlo. Mikhail Mehmet Bulatovic era seduto a uno dei tavolacci affumicati. Milioni di lavoratori storditi dalle commedie hollywoodiane perché dimenticassero la condizione di sfruttati e corressero a spendere i soldi ai botteghini. Mille altri odori riempivano le narici ma alcuni, di polline e frutta, non erano nuovi. Milovan Djilas scriveva i suoi articoli critici per il giornale di Partito e Vittorio l'aveva seguito su alcuni quotidiani locali o in lingua italiana. Minchia, mi manca quella ragazza. Minne, culo, cosce, ci stava proprio tutto. Minuscolo rintocco di campanello. Mio padre. mio, Jugoslavia, il sosia, il film con Hitchcock. Mise un piede innanzi all'altro, la seguí, e intanto si chiedeva cosa mai... Mister Roccia era per terra, immobile, crocifisso. Mister Roccia taceva. Mistestív l'americano li aveva terrorizzati, ma niente. Mittente: Gruppo colombofilo "Ali del Tirreno". Mljet era un grosso rischio. Mljet, 29 aprile Mo' glielo dite voi a Steve Cemento, oppure lo fate proprio scendere a Gesú Cristo, ma subito, suor Titina, subito. Mo soccia, come passa... Moby Dick aveva il solito completo bianco. Moby Dick è un figlio di puttana in gamba. Moby Dick stringeva in mano una valigetta. Moderni, efficienti laboratori in Sicilia e a Marsiglia. Modi leziosi, da ricchione coi soldi. Modificando la disposizione delle cariche all'interno del fuoco principale si ottengono forme e intensità diverse. Modificare i piani in extremis non gli è mai piaciuto. Mollò la Luger, scivolò al posto di guida, mise in moto. Molta attenzione, Steve. Molta fatica, poche soddisfazioni. Molti dei vostri camerati sono già caduti in questa lotta. Molti pensano che si regolino in qualche modo col sole, però rincasano senza problemi anche nelle giornate di nebbia o di nuvolo. Molto di rado incrociavano i fari di una macchina. Molto meglio sputargli in faccia l'ultima briciola di polmone. Momenti di perplessità. Monopolizzava il discorso senza risultare scortese, anzi, blandendo l'interlocutore, costringendolo con maestria a seguire il ragionamento. Monsieur Alain aveva addosso il fiato puzzolente dei suoi amici parigini: artistoidi, puttanieri e musicisti strafatti. MONTAGNA È UN PREGIUDICATO GIÀ SPIA DELL'OVRA E DEI NAZI Monte Allegro girava ancora al largo creando qualche problema al fantino. Monte Allegro primo, seguito da Ninfa, Magione e Redipuglia. Monte Allegro, il piú nervoso del gruppo, arrivò sbuffando e tirando le briglie, senza badare alla voce dell'allenatore, che parve sussurrargli qualcosa per calmarlo. Montroni abbandona il convegno e torna a occuparsi della famiglia. Montroni avrebbe sospettato di lui? Montroni gli aveva tirato addosso la polizia. Montroni sapeva. Montroni voleva incastrarlo. Morí di epatite nel 1957. Morí d'infarto all'aeroporto di Napoli il 26 gennaio 1962. Mori nel 1986, fu cremato e le ceneri sparse al vento. Morí un ragazzo di sedici anni, colpito al cuore. Morire con la faccia dentro la merda dei cavalli. Mormorò: MORTE AL FASCISMO - LIBERTÀ AL POPOLO!! Morti. Morto stecchito. Morto. Mosca, palazzo della Lubjanka, 1 aprile Mosca, Palazzo della Lubjanka, 2 maggio Mosca, palazzo della Lubjanka. Mosca, quartier generale del Primo direttorato centrale del Kgb, 3 aprile Mosche fameliche si occupavano del resto. Moschettieri comunisti, s'intende. Mozzarella si allentò la cravatta, sfilò la giacca, rimboccò le maniche e sentendosi un piccolo Einstein affrontò il corpo a corpo con la tecnologia. mpossibile, ha detto. Mr. Brown, quello che state facendo viola tutte le regole di condotta del Bureau. Mr. Raymond pensava di rafforzare la credibilità... Muori, bruttocattivo! Muto. Napoli, 16 marzo Napoli, 19 aprile Napoli, 2 luglio Napoli, 2 maggio Napoli, 21 gennaio Napoli, 26 giugno Napoli, 30 giugno, ore 13, durante l'eclisse parziale di sole Napoli, 31 maggio Napoli, 5 giugno Napoli, 9 maggio Napoli, Ippodromo di Agnano, 3 maggio Napoli, Ippodromo di Agnano, domenica 3 gennaio 1954 Nascosto in uno stazzo abbandonato sulle montagne al confine con l'Albania. Né ai proletari né ai borghesi fregava granché del materialismo storico. Semplicemente, ammiravano Cary Grant e volevano essere come lui. Ne aveva conosciuti tanti di tizi in gamba che si erano rovinati per delle inezie. Ne aveva mandati tre al creatore. Né di qua né di là, né carne né pesce: la città e i territori a Nord assegnati al Governo militare alleato e denominati "zona A"; a Sud dei confini comunali, la "zona B", amministrata dalla Jugoslavia. Ne è prova l'estrema facilità con cui sono riusciti ad accedere all'entourage dell'imperatore Bao Dai. Ne provò una decina, coi nervi saldi, finché non trovò quella giusta. Ne spostò un paio, si tirò su, pareva averne abbastanza. Ne volevano tutti i giorni. Neanche a me fa piacere che il babbo è rimasto là. Negli anni al Ministero non si era mai abituato al lavoro di "retrovia". Negli anni Novanta, con suo grande stupore, è diventato un nume tutelare della cosiddetta lounge music e della sottocultura Exotica & Sixties Revival. Negli anni Sessanta e Settanta, Piero Piccioni divenne uno dei massimi compositori italiani di colonne sonore. Negli scontri in mezzo ai boschi era difficile capire chi ammazzava chi. Negli ultimi giorni era stato troppo giú di corda per essere curioso. Negli ultimi tre-quattro mesi, Angela aveva trascorso col fratello solo due domeniche al mese, perché le altre le passava con Pierre. Nei dintorni di Colchester, Essex, Uk, 24 aprile Nei giorni della Quinta offensiva, quando il maggiore Stuart gli aveva annunciato che nessun aereo della Raf avrebbe coperto lo sfondamento, Tito aveva risposto: "Meglio cosí. Nei loro occhi poteva leggere una strana ansia. Nei momenti vuoti, Angela non pensava ad altro. Nei paesi capitalisti il popolo era al servizio del cinema. Nei pochi istanti di disagio che seguirono, Cary pensò velocemente. Nei pressi di Afragola, 7 maggio Nei viaggi precedenti aveva avuto a che fare con intermediari, ma questa volta la partita di eroina era molto grossa: il capo in persona si era scomodato per riceverlo. Nel '13 divenni campione di scherma del reggimento, mi ammisero a quel grande torneo, arrivai secondo e feci una tale impressione che mi mandarono al corso per sottufficiali. Nel 1940 si è arruolato nell'esercito francese. Nel 1942 Flynn era stato arrestato con l'accusa di violenza su minori, in riferimento a quattro episodi avvenuti sul suo panfilo, il Sirocco. Nel 1947, ai tempi di un'insurrezione comunista in quel della Grecia, il maggiore Alexander Dyle si era impegnato per ottenere dal Maresciallo Tito la chiusura della frontiera macedone. Nel 1952 è stato avvicinato dal residente francese n. 03, e si è dimostrato interessato a lavorare per noi. Nel '46 i miei avvocati stanno per dimostrare che l'Onesto Tom ha corrotto, minacciato e ricattato i testimoni, accussí mi liberano di punto in bianco e mi spediscono qui in Italia, per non avermi in mezzo ai cugghiuni. Nel cielo della California, 2 maggio Nel cuore le parole rimbalzavano a ripetizione: Nel far questo scorse sul cruscotto uno strano libro. Nel frattempo era arrivata l'offerta per gestire un bar a Bologna. Nel frattempo, il poeta triestino Carlo Alberto Rizzi avrebbe cercato inutilmente un poema patriottico nelle tasche del montgomery, trovando al suo posto un portafogli in pelle, duecento dollari e il passaporto inglese del signor George Kaplan. Nel lampo di un fiammifero, il volto di Pierre s'illuminò un istante, poi rimase soltanto la brace della sigaretta. Nel locale si stipava una trentina di uomini, all'angolo in fondo un vecchio strimpellava la fisarmonica. Nel marzo 1952 si apprese da fonte sicura che Lucania teneva in una valigia in casa sua $ 100000. Nel Medioevo? Nel mentre, faceva carriera e proseliti un imbrattatele austriaco i cui discorsi centravano il cuore del Volk "a colpi di maglio", e un lontano clangore di armi preannunciava il peggio, lo scontro di due mondi. NEL MESSAGGIO DEL PONTEFICE Nel mezzo dei "Mo soccia", "Hai sentito che roba?", "Fascisti!" la voce di Walterún si rivolge al vicino: Nel plico c'era una scheda anche su di lui, ma non l'aveva ancora... Nel primo episodio la Valli c'aveva una gran alienazione, poverina, non aveva mai tempo di fare niente che la rendesse felice, perché era costretta a correre da un ricevimento all'altro, incontrare milionari, che fatica doveva essere, e come si lamentava, come stava male al mondo: invidiava la sua massaggiatrice, invidiava le famiglie dei proletari, e dài e dài finché dalle prime file uno non urlò: Nel tardo pomeriggio erano arrivati i rinforzi, il Distaccamento gappista medicinese. Nel terzo, l'armamentario. Nel vedere la chiesa allagata, il prete divenne paonazzo, e se non fosse stato un religioso avrebbe certamente bestemmiato. Nella casa di via Castiglione, avevano sistemato il povero Ferruccio in una cameretta al pianterreno. Nella lotta contro gli occupatori andiamo tutti gli Sloveni d'accordo. Nella mano dell'altro spuntò una pistola. Nella sala del biliardo, tra lo schioccare delle bocce, puoi immaginarti Stefanelli che annuisce: - Eh, Montroni, Montroni... Nella seduta del 2 dicembre 1954 il Senato degli Stati Uniti condannò ufficialmente l'operato di McCarthy, con una maggioranza di sessantasette a ventidue. Nella società senza classi, tutti avrebbero potuto essere Cary Grant. Nella stessa occasione una scheggia di granata aveva ferito Tito al braccio sinistro, e un'altra aveva ucciso il suo cane Lux. -nella testa ce l'hai, il soffio! Nella testa, la voce di Angela gli suggeriva cosa cercare: "Controlla il periodo in cui Odoacre è andato a Roma. Nell'altro, binocoli e telescopio. Nell'aprile 1951 si trovava con la contessa Iolanda Adorni Campagnoli presso quest'ultima all'Hotel London, a Napoli. Nelle foto apparse sulle riviste, Charlotte e Jean-Jacques avevano gli occhi pieni di zaffiri e smeraldi. Nelle puntate precedenti era successo di sicuro qualcosa, e un bel riassuntino non sarebbe stato male. Nelle recenti drammatiche vicende e nella umiliazione d'Italia, contro i trattati che la vollero staccata dalla madrepatria, con tenacia e passione pari alla speranza, ribadiva al mondo il suo incrollabile diritto d'essere italiana. Nelle virate ciascun piccione esibisce dapprima il dorso poi il ventre, che hanno colori completamente diversi. Nell'intervallo tra la quarta e la quinta, si voltò per dire qualcosa a Ettore, ma quello si era già allontanato di qualche metro e discuteva fitto con due persone. Nell'istante in cui lo afferri per la cintura, la voce del ragazzo: Nello stormo c'erano piumaggi schietti e gazzi, neri, rossi, "pietra scura", "pietra marmo", "sgurafossi", "brodoceci"... Nell'ottobre del '44 avevano preso parte alla battaglia di Porta Lame, tre giorni da non crederci, l'unico scontro aperto tra tedeschi e partigiani all'interno di una città europea. Nell'unico modo possibile. Nemmeno a Berlino nella primavera del '45, alla vista della bandiera rossa issata sul Reichstag, aveva versato una lacrima. Nemmeno dalla parte di via Marconi potevano permetterselo, perché lí c'era la sede della Cdl e rischiavano di prenderne un sacco e una sporta. Nemmeno la natica era piú quella di prima. Nemmeno sei ore piú tardi, nella strada buia e deserta, animata soltanto dalle liti dei gatti, una sagoma furtiva si piegò su quello stesso lucchetto armata di un mazzo di finte chiavi. Nemmeno tu lo sei". Nemmeno tu potrai farlo. Nemmeno un litro d'olio avrebbe alleviato l'artrosi. Nemmeno un mese dopo, McGuffin aveva annunciato che Mosca possedeva bombe termonucleari sul genere di quelle sganciate a Hiroshima e Nagasaki. Nemmeno un quarto d'ora dopo l'inizio del film, Pierre iniziò a proferire una lunga sfilza di commenti malevoli. Nero. Nero. Nero. Nero. Nessun altro posto dove fare l'amore, e "Perché non andiamo al cinema?" aveva proposto Angela. Nessun comunista doveva sfuggire alla repressione. Nessun confortante gonfiore. Nessun danno, nessun malanno. Nessun dubbio. Nessun legame sentimentale, nessuna relazione oltre un cordiale rapporto di buon vicinato, passeggiate nel parco, cene riscaldate e la dispensa piena di scatolette. Nessuna alternativa. Nessuna delle due cose era nelle intenzioni di Ettore, ma era incazzato, l'aveva detto per fare paura a Palmo e a quel piccolo figlio di puttana. Nessuna grande gioia, nessun grande dolore, nessuna grande rabbia. Nessuna regola. Nessuna sbavatura. Nessuno aggiunse altro. Nessuno ascoltava di striscio. Nessuno che potrebbe comprarla. Nessuno che sappia dirti un prezzo. Nessuno degli avventori si scandalizzò. Nessuno dei due aveva parlato per diversi minuti. Nessuno deve toccarti. Nessuno fingeva altre occupazioni. Nessuno in vista. Nessuno la sente. Nessuno l'avrebbe piú fissato con lo sguardo spento come i mozziconi di sigaretta che ora lo circondavano. Nessuno li avrebbe toccati fino all'inverno successivo. Nessuno lo ascoltava, era già cominciato il massacro. Nessuno lo aveva mai guardato cosí. Nessuno lo aveva piú chiamato "Mr. Leach" da piú di vent'anni. Nessuno poteva sentire cosa avevano da dirsi. Nessuno rispose. Nessuno vuole commentare per primo. Nessuno, eccetto i grandi capi, sapeva chi fossero, ma Zhulianov provava per loro grande ammirazione. Nessuno. Nesti: Pugnace e risoluto, ha profuso nella lotta tutte le sue risorse, brillato per continuità ed efficacia... Nicola aveva sempre avuto il sonno leggero. Nicola Capponi era invalido di guerra, eroe della Resistenza, e il Partito aveva fatto pressioni sul compagno Benassi perché gli desse in gestione il bar Aurora. Nicola Capponi, per noi sempre e solo Capponi, con quella voce da orco, è meglio non farlo incazzare. Nicola guardò entrambi, accomunandoli nella distanza che stava tracciando tra loro, ma si rivolse a Vittorio: Nicola invece, di critiche non ne risparmiava mai. Nicola lasciò cadere lo sguardo sulla borsa. Nicola lo mitragliava di occhiate. Nicola non gli rivolgeva piú la parola: lo show della cantina l'aveva fatto imbestialire. Nicola scelse di rimanere. Nicola scomparve nel buio della camera da letto e Pierre rimase lí seduto, quasi sdraiato sulla poltrona. Nicola s'è sgolato abbastanza e lascia rispondere al fratello: Nicola si avvicina. Nicola si confidava soltanto con lei, Vittorio la coinvolgeva in tutte le decisioni importanti e Pierre faceva qualsiasi cosa pur di compiacerla. Nicola si era limitato a scrollare la testa, continuando a guidare. Nicola, dietro il banco, ha bofonchiato qualcosa e quello è bastato a farci capire che lui, di questa storia, non vuole neanche parlarne. Nicola... Nient'altro. Nient'altro. Niente a che fare con le newyorkesi. Niente bicicletta, anche quella venduta. Niente cazzate. Niente che suggerisse il da farsi. Niente di nuovo: Monte Allegro era di quelle bestie difficili da controllare, che divorano i primi mille metri e crollano sul finale. Niente di piú. Niente di tutto questo. Niente diamanti. Niente divise adesso, ma turisti non lo sono comunque. Niente Ethel Rosenberg, giusto un anno fa. Niente funerale. Niente funerale. Niente Guatemala, la riforma agraria, l'attacco ignobile degli Usa per difendere gli interessi della United Fruit. Niente ha senso, tranne il fatto che sono qui e mi sento bene. Niente inutili sbavature. Niente lacrime. Niente male per uno spettacolo di beneficenza, recitato in gran parte da dilettanti. Niente male. Niente Medicina. Niente Medicina. Niente minchiate, ok? Niente pensione, Steve. Niente per cui farsi venire il sangue amaro, comunque. Niente piú "Mr. Leach", finalmente. Niente piú il ciclismo è morto, qualcuno dovrebbe intervenire, bisognerebbe sospendere gli "assi" dalle corse, lo sciopero sul Bernina, pigliano troppi soldi, Coppi s'è rincoglionito, il "Carlino" dice che ha l'amante, "L'Unità" no, dev'essere un attacco clericale a uno sportivo di sinistra, comunque non è piú lui, Bartali c'ha quarantanni e ci mette piú grinta, altro che "bombe". Niente piú lacrime. Niente piú ordini o stronzi da portare in giro con la macchina, niente piú minchiate, solo buoni ristoranti e sole sulla pelle. Niente piú Rocky Marciano contro Ezzard Charles. Niente Sudafrica. Niente tavoli. Niente televisori, ma un'altra stanza sul fondo e lo schiocco delle palle sul biliardo. Niente va piú? Niente voce spezzata. Niente, solita broda: due cazzotti il Primo maggio, il pilota della Mille miglia che prende sotto un cinno in via Murri, il buon momento del Bologna... Niente. Niente. Niente. Niente. Niente: Lisetta s'è fatta giusto due risate perché, conciato in questo modo, la portavo a Frosinone. Ninfa pareva una principessa bianca in mezzo ai mori. Nizza, 3 giugno No, a ripensarci Pierre non le sarebbe stato di grande aiuto, se non per sfogare in una notte la tristezza che aveva dentro. No, adesso è americano, gli americani bevono caffè. No, babbo, non mi basta, ci deve essere qualcos'altro, forse altrove, forse in un altro mondo, come è stato per te. No, David. No, era questione di "portamento", di postura, di abitudine al controllo della gestualità. No, erano i cinesi a fargli paura. No, figurarsi... No, Hitch. No, inutile raccontarsi favole, era lui a essere cambiato. No, ma non importava. No, no, non è sicuro che ti ammazza, guardalo bene Salvato', sta incazzato come un mammasantissima, sbuffa come un vaporetto, ma pare che pensa ad altre cose, ad altri fatti. No, non la Frances del '54, sfiancata dal manicomio. No, non uscirà niente. No, perché lui l'aveva comprato, di seconda mano... No, Steve, troppi italiani anche a Sidney, semmai la Nuova Zelanda, dall'altra parte del mondo. No, stronzate. No. No. No. No. Nocciola acceso. Noi abbiamo reagito? Noi c'abbiamo Bottone, con le sue bombe atomiche, e la Gaggia, che conosce a menadito il caso Montesi. Noi siamo solo attori. Non a caso lo scasso avveniva proprio quella sera. Non a caso, sei mesi dopo stava di nuovo sul quintale e passa. Non abbastanza per garantire ai tutori della legge un'uscita di scena rapida e indolore. Non accadde nulla. Non adempiere agli ordini dei vostri superiori, non sparare, sugli Sloveni, non perseguitare i partigiani, ma arrendetevi a essi, non impedire la nostra lotta liberatrice! Non adesso che le cose giravano per il verso giusto. Non ama certe domande: le previene. Non andare ai tavoli. Non appena gli voltò le spalle, il cane risalí verso il gregge, abbaiando alle capre perché si radunassero. Non aveva affrontato quel viaggio solo per sapere cosa era successo. Non aveva altro da dirgli. Non aveva dormito un solo minuto. Non aveva fatto altro. Non aveva idea di come avrebbe reagito. Non aveva mai smesso di parlare. Non aveva mai sparato. Non aveva nemmeno delle caramelle o del cioccolato, che ne so. Non aveva nemmeno toccato il caffè. Non aveva parlato con nessuno, nemmeno coi moschettieri, che ormai avevano rinunciato a trascinarlo in balera. Non aveva una lira, si lavava poco, eppure Marisa lo teneva in gran considerazione perché era un esistenzialista, passava le ore al tavolino del bar Le Rose a far finta di meditare e leggere. Non avevano aggiunto altro, forse perché davvero nessuno sapeva (era pur sempre un'operazione segreta), e di certo chi sapeva si vergognava. Non avevano idea di come si conducesse una guerra. Non avrebbe dovuto rivelare un particolare tanto privato. Non avrebbe fatto centro nemmeno a un terzo della distanza. Non avrebbe mai autorizzato stratagemmi narrativi che togliessero un sedicesimo di oncia di merito a lui e ai suoi soldati. Non avrebbe mai indossato una canottiera o un giubbotto di pelle, tuttavia aveva ancora qualcosa da insegnare. Non avrebbe piú captato onde elettromagnetiche per trasformarle in sogni o incubi. Non avrebbe saputo dire perché, ma ebbe l'istinto di voltarsi indietro e lanciare un'occhiata al magazzino. Non avrebbe saputo dire perché, ma mentre tornava a casa si sentiva rigenerato. Non avrebbero mai accettato che l'Indocina diventasse rossa. Non bastava mai. Non bisognava distrarsi. Non bisognerebbe andarci mai. Non bisognerebbe mai entrare in una camera ardente. Non capí l'ordine, ma gli parve di riconoscerne il timbro e sollevò la faccia. Non capiva se era rispetto del dolore o paura di non poterlo condividere allo stesso modo. Non capiva tutta quella fatica, per il solo gusto di attraversare il Santerno, lí dalla pozza, dove si faceva il bagno d'estate. Non c'è fortezza piú inespugnabile del pessimismo a ogni costo. Non ce n'era bisogno. Non c'è nessun "dopoguerra". Non c'è nessun "dopoguerra". Non c'è nient'altro? Non c'è piú niente. Non c'è piú. Non c'è tempo"). Non c'era altro modo di entrare. Non c'era bisogno di essere comunisti per giudicarla una carognata. Non c'era da fidarsi, e basta. Non c'era da sorprendersi che se ne volesse trarre un film, ma Cary era perplesso sul ruolo da interpretare. Non c'era nessuno, neanche il televisore. Non c'era piú nessuna fretta. Non c'era piú tempo. Non c'era stato da recriminare, avrebbe dovuto cambiare aria comunque, visto che quel Procuratore ebreo si era messo in testa di far dragare la Baia di Hudson. Non c'era tempo per la fisiognomica. Non c'era una telefoto in cui Mariani non ridesse, denti in bella vista, zigomi e sopracciglia che quasi si toccavano. Non c'erano molti argomenti a disposizione. Non c'erano parole per ricambiare ore e ore di lezioni gratuite, litri di tè per schiarire le idee, chili di biscotti alle uvette, pile di libri consigliati e prestati, Stan Kenton e Dizzy Gillespie, il viaggio del primo piccione verso la Jugoslavia, trentamila lire mai piú restituite, lunghe discussioni di politica, consigli dati senza farli pesare, Kurosawa, le frasi giuste per parlare a Cary Grant. Non certo il bisogno. Non che fosse riuscito a cavarsela, il porco. Non ci capiva niente. Non ci credo a quello che sto vedendo. Non ci pensò due volte, prese la rincorsa col busto, appoggiandosi a quelli dietro, e partí a testa bassa per rompere il blocco. Non ci poteva credere. Non con una pistola. Non contava l'espressione della faccia o lo sguardo giusto. Non devi perdere niente, neanche il piú piccolo pezzo di stoffa, neanche un fazzoletto o uno spazzolino. Non di piú. Non dice una parola. Non dimostrava piú di trent'anni. Non dirlo nemmeno per scherzo. Non dovevi prendermi a calci nel culo? Come ti permetti di dire che Mr. Hoover è un finocchio? Non dovevi venire, Angela. Non è che le immagini si prendessero bene ovunque, e fino alle cinque e mezzo del pomeriggio, niente, non c'erano programmi. Non è giusto. Non è impresa da titani anche questa? Non è possibile sopravvivere al dolore. Non è una rivalsa, nessuno mi vendicherà mai. Non era certo un problema di "abbigliamento". Non era colpa del televisore, roba americana, di primissima scelta, controllato dall'unico in tutta Napoli che ci capisse, ed era occhei, come uscito di fabbrica. Non era compassione quella che provava. Non era di questo che bisognava preoccuparsi. Non era difficile capire dove voleva arrivare. Non era Ettore, né uno dei ragazzi e aveva una pistola in mano. Non era giorno di visite ai morti. Non era il caso di mostrarsi spaventati. Non era il caso. Non era in vena di commenti nostalgici sulla vecchia isola. Non era lui ad aver parlato, ma uno con due spalle cosí, troppo grosso per quella mezza sega del fascista. Non era mai successo. Non era mal di mare, era schifo per gli infiniti lavori di merda che aveva fatto nella vita. Non era nemmeno ritrovare il pubblico e il successo. Non era previsto. Non era prudente affrontare il viaggio da solo, senza nessuno che gli guardasse le spalle. Non era quello il punto. Non era riuscito a capire bene cosa ci facessero laggiú, ma erano stati gentili, all'altezza della situazione cosí bizzarra. Non era semplice, occorreva pensare ai piedi senza degnarli di uno sguardo, distribuendo tutt'intorno occhiate compiaciute. Non era sicuro che l'esperienza di quello scafato e bacucco rivoluzionario sarebbe bastata a risolvere la situazione in favore dell'Unione Sovietica. Non era solo l'età, era il carattere, da giovane non doveva essere diverso. Non era solo per trovare un buon posto. Non era solo quello a preoccuparla. Non era un "rivoluzionario di professione"? Non era un buon segno quando Fefe attaccava con le parolacce. Non era un problema. Non era un tipo comprensivo. Non era un tipo loquace, Sacchetti. Non era un viaggio comodo, il cassone era sporco e i sacchi su cui sedevano erano duri. Non era una fuga. Non era una notizia, non era una novità e nemmeno qualcosa di strano. Non era una scelta consapevole: criteri ben piú importanti guidavano la selezione. Non era uno sbirro. Non erano le tette. Non faceva nulla senza chiedere cosa venisse dopo. Non fare troppe domande, Archie. Non farlo. Non farti troppe domande, Cary. Non formulò nessuna ipotesi. Non gli piaceva raccontare in giro gli affari suoi, punto e basta. Non gli servirono orpelli per guidare le deportazioni dal Caucaso, stroncare le sacche di resistenza bianche in Polonia, coordinare l'attività del Ministero nella Germania orientale. Non gli venivano frasi brillanti da pronunciare. Non ha i soldi per il viaggio. Non ha reggiseno. Non hai bisogno di sentirti in colpa, né per me né per te stesso né per Cary. Non hanno trovato niente e cercano di farsi mettere le mani addosso! Non il nascondiglio, sicuro come l'asso di briscola. Non importava. Non la rivedrò piú. Non la soluzione a tutti i problemi, ma abbastanza per aprire uno spiraglio. Non l'aveva mai fatto, un lavoro cosí. Non l'aveva mai nemmeno vista quella roba. Non l'avrebbe mai immaginato. Non le andò incontro, prese il viottolo e raggiunse la tomba, fermandosi ad aspettarla lí davanti. Non le aveva mai chiesto di decidere, ma lei sapeva che la clandestinità del rapporto cominciava a pesargli. Non le avrebbe mai fatto mancare niente, l'avrebbe viziata con le cose migliori. Non le faresti mai un torto a Lisetta, mai. Non le poteva tralasciare. Non le sembrava possibile di poter ascoltare una persona, assumere nel cervello un'informazione qualsiasi, che non fosse l'assenza di Fefe per il resto della vita. Non l'ha mai vista. Non li sopportava. Non lo desiderava davvero. Non lo diceva sempre anche Fanti che vedere posti nuovi ti rinnova gli occhi? Non lo odiava, lo sapeva che non era cattivo di suo. non lo rivedrò mai piú... Non lo sa che sei un attore famoso. Non lo sapevano solo in cinque o sei, della nicchia dietro l'armadio? Non lo si nega a se stessi. Non lo so, cosa ho sfiorato. Non m'arricordo i vestiti perché ci vedevo attraverso, come Superman. Non meno importante: tenere quanti piú occhi possibile su Bao Dai. Non metterti pensieri. Non mi fare pentire. Non mi sembrava lobotomizzata. Non ne parli con nessuno. Non passarono due minuti che Pierre sentí la voce rimbombare nel capannone, seguita da uno sparo. Non passava giorno senza che Angela facesse danni. Non pensare. Non per l'incontro di boxe, che Cavicchi dominava, ma per quello con Ettore, e per le sue conseguenze. Non perdeva occasione per rimarcare quale intimo rapporto di amicizia e stima lo legasse allo zio Anastasia. Era lo stile di chi la sapeva lunga. Non piú di cinque o sei, venti stecche ciascuna. Non posso crederci: questo qui? Non poteva biasimare quella circospezione, ma allo stesso tempo provava disagio, li immaginava tutti con le orecchie incollate alla parete della stanza attigua. Non poteva caricarsi di quella colpa. Non poteva chiedere di piú. Non poteva esserci alcun dubbio, era lo stesso provocatore della sera prima. Pallido come un cencio, un'espressione piú fredda della bora di dicembre. Non poteva fallire. Non poteva fare quel salto nel buio da solo, gli serviva una copertura. Non poteva piú restare a guardare. Non poteva tirarsi indietro. Non poteva trattenersi troppo, aveva lasciato il bar per una commissione da poco e Nicola, quella mattina, si era pure svegliato storto. Non poteva, incastrata com'era dalla vita: suo marito da una parte, il fratello dall'altra. Non potevano usare dei sassi? Non potevo lasciarlo in giro. Non potrà trattenersi dal pensare a Bologna, il giorno della partenza, ancora fredda, umida, avvolta dalle ultime nebbie, bagnata da piogge sottili, cielo biancastro a nascondere il sole. Non potresti nemmeno guardarla, ma chissenefrega, la guardi lo stesso. Non provò nemmeno ad abbracciarla. Non può essere vero. Non puoi abbracciarla, non puoi stringerla. Non puoi crederci. Non puoi crederci. Non puoi fare quello che ti verrebbe spontaneo. Non puoi farlo. Non puoi piú scherzare su niente, non c'è verso di bere a credito, bisogna evitare tutta una serie di discorsi e pure l'espresso sembra fatto col surrogato. Non puoi vivere con un buco al posto del cuore e lo stomaco piú piccolo di un pugno. Non quella gretta del paese, no, come una specie di buon senso acquisito con gli anni, quello di chi ha visto la guerra, il male degli uomini, di chi è stato innamorato ma non si è mai sposato. Non quello di Mr. Hitchcock, catturato da frutti di bosco e crema chantilly. Non restare lí steso. Non rimuginare. Non riprovateci. Non riuscí a muoversi. Non riuscí a terminare la frase, i singhiozzi lo stroncarono. Non riuscí a trattenersi. Non riuscí piú a bere un sorso, gli parve di ingobbirsi dentro il completo. Non riusciva a fermare i pensieri, la musica dell'orchestra glieli sfilava da sotto il culo e se li portava via. Non riusciva a respirare bene. Non rivedrò piú nessuno. Non sapeva cosa dirle. Non sarebbe stato giusto, Vittorio aveva scelto da solo e non era pentito. Non sarò. Non sembra uno sportivo in allenamento. Non sembrava troppo frequentato. Non seppe cosa aggiungere, d'istinto sarebbe tornato a sedersi, magari dopo aver bofonchiato un "Grazie per l'informazione". Non seppe cosa replicare. Non seppe cosa ribattere. Non serve piú niente. Non si appoggiava a un bastone, ma a una doppietta. Non si aspettava di parlarne lei. Non si calmava. Non si devono mai portare cravatte regimental a meno di non appartenere al club o all'istituzione "dichiarati" da quei colori. Non si diresse verso casa. Non si era mai reso conto di quanto somigliasse al fratello Vittorio, stessi occhi, stessa forma del mento. Non si erano nemmeno presi la briga di attaccarlo alla corrente. Non si esce dalle spire del serpente. Non si mosse. Non si poteva certo fingere un qualche malore alle corde vocali, avrebbe aumentato le attenzioni, i fotografi, gli articoli di giornale. Non si poteva stare a guardare. Non si può essere all'altezza di qualsiasi situazione. Non si può essere Cemento tutta la vita. Non si può essere cemento tutta la vita. Non si può nemmeno pensare. Non si può sempre stare a guardare. Non si può vivere col sospetto. Non si sarebbe lasciato andare, non avrebbe smesso di curare il suo aspetto, non si sarebbe ubriacato. Non si sentiva ancora a suo agio. Non si sfugge a Lucky Luciano. Non si strappa la merenda agli altri. Non si trattava di rapire un agente nemico, uno scienziato che voleva cambiare bandiera o un residente che doveva rientrare. Non smise di parlare per dieci minuti filati, e, con pause minime, per le restanti tre ore. Non so niente a dir la verità. Non so perché. Non so se è stata la decisione giusta la mia. Non so un cazzo di niente. Non solo me la ricordo: ho letto un articolo su di lei, poco tempo fa. Non solo per l'avventura. Non solo per salvare la pelle. Non soltanto i Servizi segreti di Sua Maestà, ma anche gli americani, che avevano appoggiato l'operazione. Non somigliava a "Tom". Non sono andata da Clifford. Non sono andata da nessun altro. Non sono andata da persone molto piú colpevoli di te. Non sono divise militari, quelle? Non sono mai emersi elementi concreti per affermare che Wilma Montesi avesse partecipato a un festino nella tenuta di Capocotta, a Tor Vaianica. Non sono piú viva. Non stava con Mosca, né tanto meno con gli imperialisti. Non te l'avrei certo impedito, se questo poteva farti stare meglio. Non ti avrei consigliato di... Non ti fidi del dottor Montroni? Non ti fidi di tuo marito? Non ti ho detto niente perché sapevo che non saresti stato d'accordo, ma io ne avevo bisogno, Odoacre, dovevo parlargli o impazzire. Non tornò piú: troppo pericoloso. Non un gesto di commiato. Non un pellerossa, un indiano dell'India, col turbante in testa. Non un segno di vita. Non una parola. Non uno schiaffo forte, ma un gesto di sfida, uno sfregio. Non vederla piú. Non vedeva l'ora di cominciare le riprese. Non vedeva un cazzo. Non vi è mica utile il pretesto che anche voi condaniate la bestialità di Hitler e di Mussolini, che anche voi desideriate la fine del fascismo e della guerra. Non volertene, è andata come è andata. Non voleva altro. Non voleva apparire teso, Tagliavini. Non voleva essere la causa della sua infelicità. Non voleva farlo. Non voleva farlo. Non voleva guardare. Non voleva piú vedere un volante in vita sua. Non vuoi nessuno. Nonostante gli sforzi di Charles Siragusa e il coinvolgimento in diverse indagini, Salvatore Lucania non fu mai mandato al confino. Nonostante il cappello e il giornale, Zollo udí il rumore del cranio che si fracassava. Nonostante il divieto, il sindaco Bartoli aveva issato il tricolore sul tetto del municipio. Nonostante tutto, l'espressione di Fanti tradiva un certo stupore. Noooo, cosa dev'essere mai successo! Normale. Nosé si stupí dell'invito. Not? Notte limpida. Nove anni, durante i quali Rizzi aveva spedito lettere ai giornali, inoltrato petizioni alle autorità, declamato infuocati poemi patriottici nei teatri e nei caffè. Nove cuori sanguinanti attorniavano il titolo, caratteri d'oro su cartoncino marrone. Nove cuori sanguinanti attorno al titolo, caratteri d'oro su cartoncino marrone. Nubi gonfie di temporale si rivoltavano una nell'altra. Nudo. Numerose fonti confidenziali hanno dichiarato che Lucania trucca i risultati di corse di cavalli a Napoli pagando somme di denaro. NUMEROSI ARRESTI A ROMA E NAPOLIFRA GLI SPACCIATORI DI STUPEFACENTI Nuotare, leggere, prendere il sole, passeggiare sulla spiaggia. Nuove minacce incombevano sul mondo. Nuovo stacco, sezione fiati al completo, fraseggio furioso fino all'apoteosi finale, tutta l'orchestra un'unica, colossale mazza i cui colpi abbatterono la canzone come una bestia portata al sacrificio. O almeno si spera. O forse perché aveva vissuto sempre in città di mare, anche se a New York ci sono bambini del Queens che non sono mai stati a Coney Island oppure a Orchard Beach, e nemmeno lo sanno che oltre lo Stretto di Verrazzano comincia l'oceano. O magari Ciro ne aveva parlato con le persone sbagliate, gente che lavorava in tivú? O meglio c'entrava, eh sí, eccome se c'entrava, bastava girare lo sguardo, tutti i segni della Flotta, tutti quei militari, ma in un altro modo, che doveva ancora capire. O qualcuno che abiti vicino al bar. O semplicemente era gusto, attenzione ai particolari, stare al mondo con grazia. O trattasi di Elsie, Frances Farmer e la sconosciuta "Frances Stevens"? O un fastoso scherzo. obiettò lo scommettitore per convincerlo ad alzare la quota. Occhi attenti fissano indicatori tremolanti e ne decifrano ogni oscillazione. Occhi da assassino, grigi e inespressivi. Occhi di giovani già traditi dal proprio avvenire ma pronti a reagire con un'alzata di spalle e un chissenefotte, fasciati nel vestito buono un po' liso, non rigidi né ingessati, sfrontati e sogghignanti in coda per i biglietti, di nuovo bambini di fronte ai saltimbanchi e ai trucchi di un illusionista. Occhi e orecchie puntati sulle divise. Occhi spalancati e sguardo fisso. Occhi traditori seguono sorrisi e pacche sulle spalle. Occhio spento guardava lontano. Occhiospento da Napoli regolava sempre i suoi conti. Occorre riattivarli. Occorre spezzare la catena di tutte le omertà e fare piena luce sull'affare Montesi Occorreva seguire i prossimi spostamenti di Grant. Occorreva un azzardo. Occupa uno dei due appartamenti all'ultimo piano, lussuosamente arredato. Oddio, non è che magari era ricchione? Oddio, qualcuno sí, i filuzzi ad esempio arrivano che sembrano usciti da un film americano, con l'impermeabile e la sigaretta fumata senza mani, e sembra che devono ordinare un whisky, e invece è sempre Fernet o Sambuca. Odio i funerali. Odoacre a Roma. Odoacre al telefono, l'apparecchio nello studio. Odoacre aveva detto: sono i postumi della crisi, è normale. Odoacre aveva lasciato il convegno e stava tornando per starle vicino. Odoacre ci andava almeno due-tre volte all'anno, per via del Comitato centrale. Odoacre diceva di non lasciare che Ferruccio si fissasse troppo sulle cose, gli faceva male, diventava ossessivo. Odoacre era un estraneo che passava dalla clinica allo studio in fondo al corridoio senza quasi parlare. Odoacre lo chiamava autolesionismo. Odoacre non ama certe domande. Odoacre non aveva idea di cosa fosse, la passione. Odoacre non perdeva mai la pazienza, cercava di ragionare, di far calmare il cognato, e a volte ci riusciva, ma Angela era presa da terribili momenti di sconforto. Odoacre, al telefono da Roma, gliel'aveva ricordato, per evitare brutte sorprese. Odore di concio. Odore di uomini truci e spacconi, pescherecci, molluschi avvinghiati ai piloni del ponte. Oggetto: reclutamento informatori. Oggi a Ginevra la conferenza sull'Indocina". OGGI A GINEVRA LE PRIME TRATTATIVE Oggi abbiamo gli elementi per dire che in quella troupe c'erano spie di Stalin. Oggi è Trieste a tenere banco, o meglio, è Mauro Melega, a boccette il migliore di tutto il bar, che parla col solito tono troppo alto e costringe tutti ad ascoltarlo, anche se qualcuno magari vorrebbe pensare ai fatti suoi. Oggi i discorsi sono piú o meno gli stessi, ma nessuno si lamenta, perché certe cose è meglio ripeterle una volta di piú che rischiare di scordarsele. Oggi l'amico potrebbe rispondere: "Tu vedi comunisti dappertutto". Oggi non so nemmeno dove sono, Archie. Oggi sono alla guida della nuova Jugoslavia, sfoggio un panama nuovo e tra venti minuti riceverò Cary Grant. Ogni centimetro del corpo, a contatto con il letto, come sospeso nella stanza. Ogni dettaglio della mia figura pubblica è un simbolo, deve trasmettere il messaggio: "Io sono tutto e voi siete tutto insieme a me!" Ogni due ore facevano un giro nelle corsie per controllare che i matti dormissero sonni tranquilli. Ogni fuoco è un cartoccio ripieno di fuochi piú piccoli che, raggiunta una certa altezza, esplodono in tutte le direzioni. Ogni giorno li nutriva con un chilo di veccia mista a frumento, granturco e miglio. Ogni giorno si sentiva sprofondare, invischiato in quel ritmo lento, contrario a ogni dinamismo. Ogni metro gli costava una fitta alla schiena, ma ce l'aveva fatta. Ogni russo che si rispetti dovrebbe saperlo. Ogni sera, l'imperatore Bao Dai cercava di cogliere una frase dal mazzo, aiutato dai consiglieri particolari Azzoni e Mariani. Ogni settimana le manicure piallavano e limavano, spargevano unguenti, ammorbidivano le mani di Cary, mani che ogni donna dell'universo mondo avrebbe voluto sotto la sottana o intente a sbottonarle la blusa, ma il tessuto calloso riprendeva a escrescere, souvenir della vita precedente, il passato di Archibald Alexander Leach. Ogni settimana, un tè diverso. Ogni tanto anche a lui si seccava la gola. Ogni tanto ci provava, ma ricatti come quello della torta bastavano a trattenerlo. Ogni tanto consultava la bussola, poi riprendeva a fissare davanti a sé, come se potesse vedere la rotta. Ogni tanto lo sguardo gli cadeva sulle gambe della ragazza, quando una curva un po' piú stretta le scomponeva la sottana. Ogni tanto Luciano gli dava un leggero colpo di gomito, quando l'ammicco o l'allusione si faceva piú pesante. Ogni tanto qualcuno provava a scappare. Ogni tanto roteava il collo e dava una sistemata alla pistola infilata nei pantaloni. Ogni tanto sbuffava, poi mandava giú un altro sorso di Gragnano. Ogni tanto usciva una piuma. Ogni tanto, mentre tagliava i capelli a qualcuno, raccontava sogghignando aneddoti immaginari su "Houdini" che gli colava sempre il sangue dal naso perché si scaccolava con l'uncino, e altre simili cazzate. Ogni uomo ha una missione diversa da compiere. Ogni volta che aveva pensato di chiudere la relazione gli si era stretto lo stomaco e non era riuscito a fare niente. Ognuno aveva un dettaglio di particolare eleganza: Brando il cappello, Gigi i guanti di pelle, Sticleina l'orologio del padre con la catenella e Pierre una sciarpa bianca di mohair. Oh things are looking up Oh, scusate, pensavo ad alta voce. Oi! Oltre a concetti presi dalle filosofie e religioni orientali, come karma, chakra o mantra, sperimentava sostanze psicoattive che a suo dire inducevano la regressione topica, come avviene nei sogni. Oltre al Campionato del mondo, l'estate televisiva non offriva granché. Oltre confine. Oltre due mari c'è il Messico. Oltre la prima duna gli scontri proseguivano. Oltre quel limite, la strada si inerpicava sulle colline, rifugio per i piú ricchi, nelle ville lussuose, e per i fidanzati, chiusi dentro le auto o sdraiati nell'erba. Oooh, Ecco, ecco, guarda lí che lavoro! Opinioni e commenti scavalcavano schiere di panni stesi, arrampicavano palazzi e balconi, rimbalzavano in strada, salivano e scendevano le scale di cantina, volavano da un portone all'altro sulle gambe dei ragazzini, innaffiavano cavolfiori e meloni del mercato rionale. Oppure non ha ancora deciso dove buttare il cadavere, mamma mia, no! Oppure quando uno dice una cosa e l'altro la spara piú grossa ancora. Ora i nostri bambini piangono perché non possono guardare il vostro programma. Ora il babbo non può comprarne un'altra. Ora lo sapeva. Ora si passava sulla fronte i polpastrelli della mano destra, tenendo il pollice premuto nell'incavo della tempia, a prevenire l'imminente emicrania. Ora si trattava di capire i motivi della depressione, per impedirle di tornare. Ora sparano da un altro punto, sulla destra. Ora Stalin lo guardava dall'alto della parete di fronte, con espressione "divertita". Ordinarono due caffè. Ordine, diavolo porco! Ordine! ordinò Cary al sosia. ordinò Ettore quando fu in piedi. ordinò il maggiore Dyle, Ore 2:40 am. Sospel. Ore e ore trascorse con Palmo, un deficiente. Ore ventuno. Ormai era lí, prendere o lasciare. Ormai era sulla porta. Ormai Luciano doveva essersi accorto della sua fuga. Osservò e scoprí le sue carte. Osservò i quadri alle pareti. osservò Pinamonti, poi guardò Rizzi e aggiunse: Ottenere e detenere informazioni, questo era il vero potere del Ministero, oggi Kgb. Ottenuto il silenzio, l'uomo si fregò le mani piú volte, quasi a caricarle di un potere taumaturgico. Ottieni commenti indecifrabili e oscillare di teste. Ottieni sguardi persi. Ottimo. Otto al primo colpo. Oui, je suis aux anges! Zut! Je suis aux anges, et je souris! Ovvio. Padre e figli si affezionarono molto a quella donna fiera e piena di attenzioni. Padre e figlio allungarono il collo per sbirciare oltre l'angolo e capire a chi appartenesse quella voce. Padre e figlio. Padrebuono Montroni risolve le cose. Paesi musulmani, sovietici e colonie in fermento erano tagliati fuori senz'appello. Pagano azzardò: Pagano chiese scusa, incrociò le braccia e si mise zitto. Pagano gridò. Pagano l'afferrò. Pagano non se lo fece ripetere. Pagano rimase fermo, grattandosi la testa. Pagano sentí il camion partire. Pagano si affrettò a raggiungerlo. Pagano si cagò sotto: Pagano si rannicchiò nel sedile. Pagano si segnò come avesse nominato il diavolo, Pagano sollevò la valigetta. Pagano strabuzzò gli occhi, mentre una curva lo ribaltava all'indietro: Pagano strapazzava l'avversario senza complimenti. Pagavano bene. Pagavano per averla. Palm Springs, CA, 7 maggio Palm Springs, California 18 gennaio Palm Springs, California, 1 febbraio Palm Springs, California, 15 febbraio Palm Springs, California, 15 marzo Palm Springs, California, 30 gennaio, pomeriggio Palm Springs, California, 30 gennaio, pomeriggio Palmo se ne caricò tre. Palmo si era ripreso le casse appena in tempo. Palmo si liberò del secondo carico e volle controllare il nascondiglio. Palmo spense il motore e saltò giú. Palmo stava affianco a lui, muto e rosso in faccia, fremeva e ancora non aveva mollato il fucile. Pani che riempiono casse che riempiono autocarri che raggiungono aerei o navi in attesa. Panico a livello stellare: Paolino indicò uno dei magazzini: Paolino non ha chiesto niente. Paolino parlò a bassa voce: Paolino spuntò dietro le casse e fischiò: Papere e cigni si pulivano le piume con cura, sul bordo del laghetto artificiale. Parcheggiare la macchina. Parcheggiarono il camion. Pare che Ike lo detesti. Pare impossibile che si possa finire in galera per una quistione di sticchio. Parecchi soldi voleva dire abbastanza da saldare il debito con un buon avanzo. Parecchi soldi, aveva detto Ettore. Pareva avesse schiavi, piantagioni e alleanze con tribú locali. Parevano intenzionati a non fare cazzate. Parevano tasti di un pianoforte. Parigi non poteva sottrarsi. Parigi, 1 luglio Parigi. Parla sottovoce adesso. Parlare e dire: Parlare gli faceva bene, la nausea si era placata. Parlava con accento impossibile, arrotato e nasale e il bavero della giacca copriva il collo della camicia. Parlava cosí durante le pause caffè di The Toast of New York, si rivolgeva a Cary ma parlava ad Archie, bozzolo pronto a schiudersi. Parlava molto bene il tedesco, se la cavava con francese e inglese. Parlava sempre in terza persona di se stesso, quando non stava bene, e ripeteva a pappagallo le frasi che aveva sentito e che lo riguardavano. Parlava spedito, parlava tanto, quanto non lo avevano mai sentito parlare. Parlò con uno sconosciuto. Parlò dandole le spalle: Parole che sciolsero solo in parte la tensione. Parole pronunciate da Salvatore Pagano nell'esatto momento in cui, per via della favolosa ma, ahi lui, appuntita e indocile calzatura, incespicava in un lembo di tappeto e staccava un volo da avanspettacolo, come personale biglietto da visita nell'atrio del casinò. Parole spezzate. Parroco e fedeli scapparono in chiesa, ma l'inseguimento durò fin sotto l'altare, gli idranti inondarono la navata, si sentí urlare: Parte della Storia. Parte della Storia. Partigiani, rivoluzionari, lottatori, questo sí, senza dubbio, sconfitti, forse delusi, contrabbandieri addirittura, dissidenti e teste dure. Partirono tutti e quattro all'unisono, infilandosi tra la gente che assediava i banchi degli allibratori. Passaggio a livello del cazzo. Passaggio a livello. Passandogli accanto, Angela si accorse che ognuno parlava per conto suo. Passata la crisi, sfiorò con la fronte un manifesto del Quattordici luglio e rimase cosí a riprendere fiato. Passata la squadra cinefila, quattro guardie del corpo affiancate facevano fatica a superare la porta. Passata una mezz'ora non si vedeva nessuno. Passato Cerpano, un chilometro prima di San Giovanni Incarico, vedi questo lago, gli alberi, l'ombra. Passava le sue giornate a inseguire "Jerry". Passeggiare, come se al mondo non ci fosse niente per cui valesse la pena andar di fretta, neanche fare l'amore. Passeggiavano sul vialetto delle statue al braccio di figli o nipoti. Passò la lingua sulle labbra. Passò la pistola all'altro e si chinò sotto il camion. Passò la serata chiuso in camera a studiare. Passò una busta agli slavi, quindi tolse il tappo alla tanica di benzina e riempí il serbatoio. Passò una mano sul mento ruvido e allentò il nodo della cravatta. Patti chiari e carta bianca. Paura che il padre non volesse parlarne. Paura che io e te riprendiamo a vederci. Paura che io lo odî per il resto della mia vita. Paura che qualcosa andasse storto. Paura dei tuoni e dell'infelicità. Paura dell'ignoto, scaramanzia, imbarazzo per il "meglio a te che a me" che accomuna istintivamente gli spettatori di una tragedia. Paura di ammettere che Fefe può essere morto per quello. Paura di non essere in grado di spiegarsi. Pazienza o no, aveva imparato. Pazzo maledetto. Peccato, c'eri quasi riuscito. Pedalò piú forte, a capo chino, come Coppi, voleva stancarsi, arrivare a casa stanco morto e buttarsi sul letto per addormentarsi. Peggio ancora i loro mariti ottusi e ignoranti. Pender diceva: Pensa a Kardelj, a Djilas, a decisioni tanto difficili da prendere. Pensa a Mosca, alle purghe, ai piani sempre piú vuoti dell'Hotel Lux. Pensa a quando faceva l'uomo-sandwich sui trampoli, a New York. Pensa a quello che vorrebbe dire al padre, al nodo che vorrebbe sciogliere una volta per tutte. Pensa ad Angela, a cosa starà facendo in quel momento, a quello che le dirà al ritorno in Italia. Pensa al mare. Pensa alla madre creduta morta e tornata dalla tomba dei vivi. Pensa all'infanzia a Bristol. Pensa che Frosinone è troppo lontana. Pensa che i mostri saltano su dal lavandino, figurati se si ricorda che medicine ha preso. Pensa, Steve, pensa. Pensa, Steve, pensa. Pensare a cosa pensava. Pensare al momento prima. Pensare al terrore dei tuoni, al gelo che deve averlo attanagliato. Pensare che Fefe non c'è piú. Pensare. Pensate che ho perfino preso a mangiare le uova e la pancetta a colazione! Pensava ai parenti e agli amici che quelle persone avevano lasciato. Pensava ai sogni delle ultime due settimane. Pensava al senatore McCarthy che, dopo aver accusato il Pentagono di essere un covo di comunisti, si era reso conto di aver mirato troppo alto. Pensò a tutte queste cose Toni. Pensò al suo bell'aspetto, ai suoi ventidue anni. Penso che ha paura. Penso che la morte di Fefe abbia a che fare con una medicina. Pensò che li aveva inculati per bene. Pensò che non avesse sentito, ma quando stava per alzare la voce, da poppa arrivò la risposta: Pensò che sí, magari poteva davvero cambiarsi le scarpe e portare il fratello ai Giardini Margherita. Peppino si era cantato un altro mariuolo socio suo, Nené, e pure un altro che non si capiva che c'entrava. Per adesso vi prego di dargli voi mie notizie, ditegli che non mi manca niente e che sto bene. PER APRIRE LE TRATTATIVE PER LA PACE NEL VIETNAM Per Archie, gli americani erano ormai i tedeschi di se stessi. Per Azzoni lo spettacolo cominciava in quel momento. Per ballare o per il cinema, si metteva un vestito buono col colletto ben inamidato, la cravatta giusta e le scarpe lucide, preferiva camminare sotto i portici, far vedere la piega dei pantaloni che scendeva come un filo a piombo. Per chi lo conosceva bene, Nicola era piuttosto teso. Per conto di Steve "Cazzone" Zollo e del suo nuovo socio, Capemmerda, il re di Agnano. Per dove si trovava. La taverne era in Rue du Refuge. Per dove? Per farlo: freddare i cecchini. Per fortuna fu lei a parlare. Per fortuna, Cammarota l'avevi trovato subito e senza far troppe storie ti aveva raccontato tutto del televisore: se l'era caricato il bolognese, un certo Ettore, lo stesso che l'aveva portato a Roma, uno che teneva il camion e faceva dei trasporti di merce tra Napoli e il Nord. Per fortuna, grazie a quel talento, Cary intuí subito quale terribile errore avrebbe commesso intavolando la discussione sui comunisti greci, Tito, e lo stile dei vincitori. Per forza aveva imparato. Per freddare i cecchini: vederli. Per il momento mi limito ad accudire la casa, ma la signora Jean ha detto che vuole trovarmi un lavoro (o almeno cosí credo di aver inteso). Per il resto, non sono né irredentista né filoslavo, né tantomeno sto con Togliatti, che su Tito cambia idea ogni giorno, a seconda delle direttive di Mosca. Per il resto, potevano essere gli ultimi quattro uomini rimasti sulla Terra. Per il Totocalcio ce ne sono addirittura due: Melega e Stefanelli. per impedire l'affluenza dei liberi operai nelle fabbriche Per la terza volta il sopracciglio di Bondurant si inarcò corrugando la fronte. Per la verità le sbarre c'erano anche prima, ma soltanto in certe corsie, quelle dei piú gravi. Per la verità, non diceva quasi un cazzo. Per la verità, si direbbe che i soldi gli entrano ed escono di tasca come a ondate, lo vedi arrivare con un nuovo completo, poi lo porta tutti i giorni, per qualche mese, e ti racconta che cosí è piú vissuto, e a lui ci piace di piú. Per lasciare che un filo sottilissimo li legasse ancora, l'unico che lei non avrebbe tagliato all'istante. Per le prime due ore di viaggio, Pierre rimase fedele alla consegna. Per lei, non per Ferruccio. Per lui era l'occasione di provare i ritmi piú rapidi con una ragazza invece che col solito Brando. Per Marisa, dose piú leggera, la voleva reattiva. Per memorizzare le biografie occorsero altre due ore. Per mezz'ora parlarono d'altro. Per niente. Per non agitarla? Per non insospettire Odoacre, andava a prendere Ferruccio in tassí, poi lo lasciava in compagnia di un'amica, Teresa Bedetti, che era per Angela quello che Brando era per Pierre, amica e complice. Per ogni dollaro speso in oppio se ne guadagnano cinquemila. Per passare alla Storia servono nomi semplici, corti e incisivi. Per prima cosa, scaricare il gommone. Per primo arriva Bottone, col figlio Massimo, in motorscooter, un po' traballante sul sedile di dietro. Per qualche frazione di secondo Cary temette il peggio: Bondurant alle prese con un giornalista! Per quante ore aveva guidato senza fermarsi? Per quanto forte, era pur sempre una donna sola, adultera, senza lavoro, senza un posto dove andare. Per quanto fosse un modello Deluxe non lo avevano progettato per accendersi da solo. Per quanto lo avessero chiuso in una specie di fortilizio blindato, presidiato come Fort Knox, una limonata alla stricnina non gliela aveva tolta nessuno. Per quelli che doveva incontrare. Per quello che doveva fare. Per questo apprezzava in Robespierre la voglia di emergere, di conoscere, di abbracciare la vita. Per questo da alcuni mesi aveva deciso di agire. Per questo era ancora vivo. Per questo l'aveva raccolta dalla strada, regalandole un futuro decente. Per questo motivo, Bottone calcolò che l'attacco doveva arrivare dal lato della stazione oppure alle spalle. Per questo, al bar Aurora, quel presentatore lí non avrà mai grande successo. Per questo, come membro del sindacato, avrebbe voluto inserirsi nelle liste elettorali per il consiglio operaio della sua fabbrica. Per questo, dopo, non te ne ho piú accennato. Per questo, quando il marito le aveva promesso che sarebbe tornato a casa quella sera stessa, mollando il Convegno e gli illustri colleghi, Angela aveva avuto uno scatto d'orgoglio: PER REALIZZARE LA TREGUA IN INDOCINA Per riflesso condizionato, Cary allungò una mano sonnambula a tastare il montgomery, in corrispondenza della tasca in cui... Per scacciare l'idea che l'avesse fatto per lei. Per scoprire che quello che gli riusciva meglio era saldare i conti aperti da altri, in cambio di una buona paga, un completo pulito e una cravatta intonata. Per sempre: l'Inglese. Per Stefano Zollo l'effetto non era stato diverso. Per tutta la vità se necessario. Per ultimo Monte Allegro: il morello teneva la testa alta, i denti in vista, e Cabras, il fantino sardo, faticava a tenerlo buono, continuava a parlargli e carezzarlo, senza grande successo. Per un attimo Pierre pensò di avere fatto la domanda sbagliata. Per un attimo, gli sembrò che fossero soli, nel locale. Per un istante pensò che da un momento all'altro David Niven potesse saltare fuori dalla stanza accanto per svelare la burla con uno dei suoi motti. Per un istante vide brillarle negli occhi la stessa luce che l'aveva fatto innamorare. Per un pelo erano scampati al pestaggio e all'arresto. Per un po' parlarono di Tito, di Djilas, di Trieste, della linea del Pci sulla Jugoslavia, poi Fanti guardò il piccione e si perse in fantasticherie sui viaggi fatti e quelli ancora da fare, accompagnate da rimembranze della vita con la moglie, degli anni trascorsi in Inghilterra. Per una decina di minuti rimase girato sul fianco sinistro, a pensare agli avvenimenti della giornata. Per una donna creduta morta che riemergeva dagli inferi dei manicomi, un 'altra vi precipitava, e oggi la credono viva. Per vederli: illuminarli. Per venire fin qui ho assunto l'identità di "George Kaplan". Per via di lavori in corso, la strada di fronte alla chiesa era tutta squarciata. Percepí il silenzio imbarazzato all'altro capo del filo. Perché anch'io sono come te. Perché avete deciso di lasciare il cinema, Mr. Grant? Perché Benfenati non è mica una cattiva persona, anzi, tutt'altro, e pure un gran bravo compagno, sicuro, però ha il difetto che di qualunque cosa si parli, lui si deve inserire e spiegarti cosa ne pensa il Partito. Perché cosí li vedeva, come nel libro di Dumas: Athos, Porthos e Aramis. Perché era lí che aveva deciso di attendere l'esito della conferenza di Ginevra. Perché era sulla sua stessa nave di ritorno dalla Jugoslavia? Perché escludeva l'errore di Dall'Oglio o di un infermiere? Perché in fondo a nessuno piace darla vinta ai reazionari del "Carlino", che tutti i giorni escono con le foto di una qualche strada e sopra i titoloni scandalizzati. Perché in questo inizio d'autunno, qui da noi, ma anche in piazza, nei negozi e negli altri bar, ogni scusa è buona per parlare del Governo Scelba, se resterà in piedi o dovrà fare le valigie, se andrà su un altro democristiano o se invece torneremo a votare, ma in primavera, che in Italia, tra giugno e aprile, non c'è verso di fare le elezioni. Perché io non ne sapevo niente? Perché mi fate questo, io non so niente, Lisetta mia, io non ho detto niente, meno male che quel vestito te l'ho comprato, che sfortuna, e le calze di seta pure, eri contenta, non piangere, non sentirò piú il tuo odore che mi fa uscire di testa, Gesú, non vedrò piú la testa riccia di Lisetta che si muove tutta quando ride, non piangere, quel muso di cerbiatto che dice Salvato', tu si' scem'. Perché negarlo? Perché no? Perché no? Perché no? Perché non aveva accompagnato Gilda? Perché non mi ha ammazzato ancora? Perché non proviamo a contarle? Perché Odoacre era cosí tranquillo? Perché quand'eri bimbo era quello che usava, la povera mamma, il lisoformio, giú dentro il buco, per annegare il mostro che salta fuori a morderti il pisello. Perché questa no? Perché Robespierre Capponi, per tutti Pierre, è il miglior ballerino della Sezione, del quartiere, e forse anche di Bologna. Perché si sentiva di troppo, per liberarla dal fardello che le impediva di vivere, di scegliere. Perché, tutto sommato, la Hudson Bay ricorda molto un lago, e di sicuro il tizio che guida il traghetto per Staten Island, in mare aperto non saprebbe pilotare un canotto. Perdeva sangue da un sopracciglio e dalla bocca, il naso si era trasferito sulla guancia destra. Perfino alcuni piccioni abusivi. Però adesso mi fate alzare che mando via i mostri? Però Angela aveva insistito per vedere Siamo donne, proprio quello, perché le dicevano che un po' somigliava all'Alida Valli. Però ci proverò. Però Fefe è mio fratello. Però i soldi li ha, può permettersi vestiti costosi e c'ha pure lo scooter. Però il mare è un'altra cosa. Però il naso a un infermiere non l'aveva mai rotto. Però lo chiamavano borghese e qualunquista. Però nemmeno lui è medico. Però non c'era niente da fare: lí dentro "stare bene" significava "non dare problemi". Però Salvatore Lucania deve magari potersi fidari, sapiri che 'u dog non si mette a pisciari dintra a casa, sapere che 'u dog non tiene le pulci o la rogna. Però scusa, se il lisoformio li scioglie, i mostri, allora mica è possibile che sono qui, nella stanza del lisoformio, per niente. Però si trattava comunque di qualcosa di attivo, incontrare gente nuova, paesi nuovi, togliersi da casa per due mesi. Però Steve era 'nu bravu picciottu, dopotutto. Però 'stu fatto che ragionava con la minchia tornava utile, un'antenna in testa pareva che tenesse, era come una radio che captava se una a letto era troia o era un manico di scopa. Però subito pensai che Mona non era carne da buttare in un bordello, a lavorare sei notti alla settimana. Però un bacio, cosí, di sfuggita, giusto per darti una calmata, per non fare di peggio. Però, cosa vuoi, il ciclismo non è tanto interessante, vedi il traguardo, vedi la gente, vedi sbucare Coppi, ma non sai com'è andata, sulle montagne, cioè, lo sai, ma dalla radio, e non è la stessa cosa. Però, quando lo racconta, al nostro Walterún gli viene come un'amarezza, e noi non capiamo se è la nostalgia o qualcosa d'altro. Perse l'equilibrio e andò a franare tra le braccia del napoletano. Perse l'equilibrio. Perse l'equilibro. Persino alcuni tra i piú acerrimi nemici del capitalismo, dell'America, di Hollywood, erano disposti a concedere che, certo, un conto era il bambino e un altro l'acqua sporca. Persino la stampa comunista ha fatto sprezzanti commenti a proposito di questo. Personale troppo demotivato. Pessima idea. Pezzi della grande macchina propagandistica americana, salariati di lusso che barattavano la dignità in cambio di gloria e denaro. Piaceva anche a quei depravati, froci, artisti musicisti comunisti. Piaceva insomma. Pianse anche lui. Piantò i gomiti nelle costole davanti a lui e con due mosse d'anca guadagnò parecchie posizioni, tra le proteste generali. Piatto del giorno: cazzi amari. Picchia la mano sul tavolo di fronte a Walterún, che non si decide a scartare: Picchia le nocche sul cassone: PICCIONI E MONTAGNA IN CARCERE Piccioni, vabbe', ne uscirebbe pulito, ma il problema non è mica Piccioni! Piccole spinte, gomitate, pestate di piedi e insulti a fior di labbra. Piccoli passi sul cammino che mi portò a vedere la Rivoluzione d'ottobre e diventare bolscevico. Piccoli passi, anche quel cappello. Piegò i vestiti sulla sedia, conquistò un metro di lenzuolo e pensò ad Angela senza troppa convinzione. Piegò la camicia e la poggiò sulle altre. Piegò le ali con un ultimo sforzo e planò sulla colombaia. Pierre Pierre abbracciò il fratello: Pierre afferrò una delle taniche e il grosso imbuto. Pierre allarga le braccia e scuote la testa. Pierre allungherà una mano sotto il muso dell'animale. Pierre alzò le mani sopra la testa, palme avanti: Pierre alzò lo sguardo. Pierre andò a sedersi in fondo e fece scorrere il finestrino. Pierre andò ad abbracciarla e la strinse forte. Pierre annuí rassegnato. Pierre annuí, senza piú parole. Pierre annuí. Pierre appoggiò il gomito sul finestrino abbassato, si lasciò scivolare avanti col sedere e chiuse gli occhi per concentrarsi. Pierre attaccò in coppia con Brando, e a Sticleina toccò volteggiare con Gigi. Pierre attraversò i binari e infilò il sentiero in mezzo alle stoppie. Pierre aveva scavalcato le domande per precipitarsi alla chiamata, ma prima di saltare sul camion avrebbe preteso qualche risposta. Pierre aveva sei anni quando la madre era morta di tibicí. Pierre aveva visto centinaia di galline, e mai nessuna che mangiasse rose. Pierre avrebbe voluto aggiungere qualcosa di piú sensato, ma non era facile. Pierre avrebbe voluto ribattere, ma Angela continuò: Pierre barcollò, trattenne un colpo di tosse. Pierre cambiò tono, mormorando tra sé e sé a voce bassa e strozzata dall'indignazione: Pierre capí che la malattia era stata fatale anche per il padre. Pierre capí che la sconfitta che il padre sentiva non era soltanto l'aver smarrito la causa in cui credeva. Pierre capí di essersi perso qualcosa. Pierre capí. Pierre cercò invano di allontanare il nugolo di zanzare che lo stava assalendo: Pierre chiuse il lucchetto della saracinesca del bar e le andò incontro. Pierre chiuse la valigia. Pierre continuò: Pierre contrasse il viso, si sforzò, ma capí che doveva lasciar fluire le parole. Pierre controllò l'ora sul polso di un passante. Pierre corrugò la fronte e raddrizzò un po' la testa: Pierre decise di riprovare: Pierre disse: Pierre e Angela si alzarono e sgattaiolarono fuori dal cinema. Pierre è partito, Sticleina s'è sposato, ha trovato un vero posto da infermiere a Piacenza ed è andato a stare là, Gigi ha una nuova morosa patita di mambo e di ballare la filuzzi con l'amico barbiere gli è passata la voglia. Pierre ebbe subito voglia di andarsene, che cazzo stava a fare lí? Pierre era troppo stanco per discutere, ma tutte le volte che si imponeva di tacere la rabbia aveva il sopravvento: Pierre eseguí, rigido come un baccalà. Pierre fece altrettanto. Pierre fece la prova. Pierre fece piú o meno altrettanto, cullato dagli scossoni e dal motore. Pierre fece un gesto distratto e accese una sigaretta. Pierre fece un gesto vago con la mano, a sottintendere tutto. Pierre finisce di sistemare le tazzine sul bancone: Pierre gli fece un sorrisetto stirato, di piú non riusciva a offrirgli. Pierre gli strinse la mano. Pierre guardava ammirato l'azione fluida e dirompente, cercando di prepararsi un discorso, la testa ingombra di tifo e cazzotti. Pierre guardò di fronte a sé, oltre il vetro della finestra. Pierre guardò Ettore dritto in faccia. Pierre guardò l'edificio immerso nell'ombra e gli vennero i brividi. Pierre guardò meglio. Pierre incrociò lo sguardo di suo fratello Nicola, durissimo come sempre, come ogni volta che andava a ballare. Pierre indicò le scatole sugli scaffali. Pierre intravide una striscia piú chiara lungo la costa, forse una spiaggia. Pierre la chiamava dignità. Pierre la interrogò con lo sguardo. Pierre la mise alla prova e lei rispose a tono. Pierre l'avrebbe strangolata con le proprie mani, una che fa perdere tempo alla gente che lavora per non pagare una misera lira di supplemento. Pierre l'ha notata scendendo, e adesso ci si infila, a capofitto. Pierre li aveva frequentati per ottenere la licenza media. Pierre li guardò avanzare, nella luce del mezzogiorno, sullo sfondo di un mare agitato. Pierre lo capí subito. Pierre lo fissò. Pierre lo rivide soltanto a guerra finita, zoppicante, magro come uno stecco, sguardo d'acciaio. Pierre mandò giú il magone. Pierre nascose la faccia tra le mani: Pierre ne aveva indubbiamente bisogno. Pierre ne fu quasi spaventato. Pierre ne raccolse una, aiutato da uno degli slavi e la stivò a bordo. Pierre non ci faceva caso: un po' la penombra, un po' l'eccitazione. Pierre non fece in tempo a ribellarsi. Pierre non lo scosse dal torpore, e continuò a bere il tè battendo il ritmo di Stan Kenton sulla coscia sinistra, finché la musica non finí. Pierre non ne parlava volentieri. Pierre non ne poteva piú di sentir nominare Montroni. Pierre non nominò l'attore per evitare che l'altro si innervosisse. Pierre non pensa neanche per un momento di avere le traveggole. Pierre non riusciva a trattenersi: Pierre non sapeva niente. Pierre non seppe cosa aggiungere. Pierre non si sarebbe perso il grande Cavicchi per niente al mondo. Pierre non smetteva di ammirarne l'arredamento elegante, le tende ricamate, la libreria fitta di volumi, il vecchio pianoforte a muro che nessuno suonava. Pierre notò che l'uomo era del tutto immune alle zanzare. Pierre origliò mentre Vittorio e Iolanda discutevano del suo futuro. Pierre parcheggiò sulla destra, a fianco di un muretto. Pierre pensò a quando da bambino si nascondeva da zia Iolanda che voleva fargli il bagno nella tinozza. Pierre pensò alle sue quattro lire, al debito con Fanti e a quello con Ettore. Pierre pensò che avrebbe dato una gamba per abbracciare Iolanda e salutarla come si deve. Pierre pensò che doveva essere brava anche alla filuzzi. Pierre pensò che quella donna aveva piú classe di tante figlie di borghesi. Pierre pensò che se c'erano degli scogli avrebbero fracassato la barca. Pierre pensò che, girala come vuoi, un mezzo bacio sul naso non è una chiavata. Pierre pensò di non avere molta scelta. Pierre percepí un male profondo dentro di lei, qualcosa che l'avrebbe segnata per sempre, una barriera di odio e dolore eretta contro il mondo. Pierre poggiò la schiena contro il cassone. Pierre preferí non disturbarli e si appoggiò alla parete. Pierre proseguí: Pierre provò a sorridere, ma riuscí a sollevare solo un angolo della bocca. Pierre rabbrividí e staccò il coltello dal legno fingendo indifferenza: lo stomaco stretto, ma non per la nausea. Pierre raccolse gli abiti sparsi sul pavimento e si voltò per porgerle la camicetta. Pierre raggiungerà la finestra a piedi nudi. Pierre respirò tra i denti con un sibilo e tornò a guardare fuori. Pierre restò al bancone per almeno tre o quattro giri a sorseggiare un vermouth. Pierre rialzò la testa dopo le due esplosioni. Pierre ricambiò il sorriso. Pierre riconobbe il celerino che lo aveva bastonato al corteo per le vittime di Mussomeli. Pierre ricordava pochissimo di quei momenti: suo padre con la testa tra le mani e Nicola che corre su per le scale. Pierre ricordò di quando al corso Fanti aveva parlato di Un tram chiamato desiderio. Pierre riempí le tazze e aggiunse una nuvola di latte, all'inglese. Pierre rigirò la pistola tra le mani come fosse lo stronzo di un marziano. Pierre rimase a fissare il pavimento e a pensare a quanto può diventare complicata la vita, da un giorno all'altro. Pierre rimase serio, non era lí per comprare accendini. Pierre riprese a parlare, due frasi, di nuovo silenzio. Pierre riuscí a ridere di nuovo. Pierre salí di corsa e se lo trovò di fronte sul pianerottolo, alto e ancora slanciato, pipa stretta nelle labbra e sguardo assorto. Pierre salutò con la mano e si avviò sulle scale. Pierre scattò: Pierre scosse la testa. Pierre scrollò la testa: Pierre scuoterà la testa e si volterà in silenzio, deciso a non farsi mettere di cattivo umore. Pierre se la immaginava fredda, determinata, come l'aveva vista dopo la morte di Fefe. Pierre sembrava piú tranquillo. Pierre sentí che il groviglio di pensieri che aveva in testa doveva essere sciolto. Pierre sentí esplodere almeno quattro colpi. Pierre sentí i crampi allo stomaco: Pierre sentí il seno premergli sullo stomaco e lottò per coordinare i movimenti e mantenersi calmo. Pierre sentí la pelle accapponarsi sotto i vestiti. Pierre sentí la pelle accartocciarsi. Pierre sentí l'impatto contro il parafango, una massa scura fu proiettata oltre il muso del camion. Pierre sentiva che finché non se ne fosse andato di casa, quel conflitto non si sarebbe risolto. Pierre s'era chiesto dove l'avessero vista, quella somiglianza: Angela era piú bella, e aveva gli occhi scuri e i capelli neri. Pierre sfiora la schiena di Bottone con un vassoio sulla mano e il mento che ramazza per terra. Pierre sganciò il freno a mano e ingranò la marcia: Pierre si accese una sigaretta e porse il pacchetto: Pierre si alzò: Pierre si appoggiò al lavabo. Pierre si asciugò la bocca con la manica del cappotto e pensò che se avesse superato quella traversata, tutto il resto sarebbe stato una passeggiata. Pierre si asciugò la fronte con il fazzoletto. Pierre si attardò a comprare le sigarette dalla ragazza che le vendeva, Brando ne approfittò per rimanere solo con lui: Pierre si contemplò a lungo: scrutò gli occhi scuri, gli occhi di sua madre, uguali a quelli della fotografia in abito da sposa che teneva sul comodino; l'arco delle sopracciglia, il naso dritto, le guance magre. Pierre si era abbassato di nuovo sul sedile. Pierre si era allungato sui sedili e ogni tanto sbirciava da sopra il cruscotto. Pierre si fermò a vomitare. Pierre si fermò: Pierre si gode il sole primaverile steso sulla sabbia, torso nudo e pantaloni arrotolati alle ginocchia. Pierre si incamminò dietro il compare con lo sguardo in alto. Pierre si incassò nelle spalle, ma non desistette. Pierre si infilò nello stretto passaggio tra quello e il muro. Pierre si mette a trafficare con le manopole. Pierre si mise carponi e avanzò fin sotto il banco delle accettazioni. Pierre si morse la lingua e rimase zitto. Pierre si morse le labbra e si diede dell'idiota. Pierre si risvegliò come da un sogno ed ebbe chiaro quello che voleva dire, che per giorni si era portato dentro senza venirne a capo. Pierre si rivide nella cantina di Italo, a tredici anni, al fianco di Nicola, un ventenne smilzo e spigoloso. Pierre si rovesciò di lato, sorrise e tese una mano nel buio. Pierre si sbracciò sul cancello. Pierre si schiarí la voce e decise di andare subito al dunque. Pierre si scordò di applaudire: Pierre si sedette al tavolo, Gas centellinava in vermouth immerso nei suoi pensieri. Pierre si sentí piccolissimo. Pierre si serví dal calderone: pezzi di una cosa scura indefinibile. Pierre si sforzava di imitarlo, ma proprio per questo non ci riusciva. Pierre si stese sulla branda e sentí i muscoli delle gambe stirarsi fino a strappargli un gemito. Pierre si tirò su di scatto e raccolse il bagaglio. Pierre si tirò su e rispose: Pierre si tolse la camicia dalla faccia e arrivò davanti alla porta. Pierre si tuffò sul provocatore, piazzando una sventagliata di gomito alla mandibola. Pierre si volta, ancora elettrizzato dalla corsa. Pierre si voltò e lo vide in piedi sull'uscio, vecchio partigiano comunista fiaccato dalla vita. Pierre s'interruppe. Pierre sognava spesso la madre. Pierre sollevò i gomiti dal tavolo e inclinò la sedia contro il muro. Pierre sorrise ed eseguí. Pierre sorrise imbarazzato: Pierre sorrise. Pierre spalancò l'armadio. Pierre spense la sigaretta e l'abbracciò, sentí il respiro caldo di lei contro il petto, le baciò il viso, poi vide le lacrime. Pierre sprofondò ancora di piú nella poltrona, allentando la cravatta: Pierre stava alla finestra: fuori era già buio. Pierre stette male per Angela. Pierre strinse i denti, aggiustò l'orlo della giacca, fece scroccare il collo. Pierre strinse il volante e ingranò la marcia. Pierre strinse la pistola. Pierre strisciò fino al muro, tenendosi fuori portata dai lampioni. Pierre tirò un grosso respiro. Pierre tornò a sentire il tonfo di quella porta che si chiudeva, lasciandolo al buio. Pierre tornò ad appoggiare la testa alla mano: Pierre trasalí. Pierre vide che il padre aveva gli occhi lucidi, ma lo sguardo era acceso. Pierre, poggiato sul bancone, prova a tirare le somme, perché ognuno fa la sua schedina e ci scrive quello che vuole, ma la schedina del bar, quella comune, che se vinciamo prendiamo il televisore, la compila lui, dopo che tutti si son messi d'accordo. Pierre, valigia alla mano, saltava fossi inciampava su pietre s'inzaccherava l'orlo dei pantaloni, ogni tanto si fermava per vomitare poi via! Pinamonti mise la mano sotto il cappotto, ne estrasse un giornale ripiegato e lo passò a Rizzi. Pinamonti rimase in silenzio per qualche secondo, poi alzando le spalle disse: Pinamonti se la cavò con una manganellata alla tempia e qualche calcio alle reni. Pineta di Ravenna, 15 aprile Piovuta dal cielo per lui. Piú che altro per evitare che si faccia male da solo... " Piú che tecnica, un sesto senso. Piú di cento partigiani, tra la base nelle rovine dell'Ospedale Maggiore e quella nella palazzina di via del Macello. Piú di tutto, però, ci emoziona il fatto che il televisore ce lo siamo comprati da noi, per il nostro bar. Piú forte. Piú nero del nero. Piú nervoso, piú fissato, meno sereno. Piú passava il tempo, e piú la cosa gli dava fastidio. Piú ridotto, ma sempre di gran lusso. Piú saggio ed economico sarebbe stato lasciarli scorrazzare nel parco du Chateau de Torenc, ma l'imperatore non era dello stesso avviso. Piuttosto Sidney. Piuttosto, se Bondurant funzionava, nessuno doveva pensare che Cary Grant avesse smarrito lo stile, che si fosse lasciato andare, indossando giacche dal taglio impreciso e scarpe raggrinzite al centro. Piuttosto, ti rilanciava quello che avevi già detto, te lo faceva spiegare e analizzare piú a fondo. Poche centinaia di metri percorse in colonna, a passo d'uomo, dietro altri camion, carri trainati da cavalli smagriti, donne che offrivano acqua fresca, frutta e cibi fritti di ogni genere. Poche gocce e appare ogni filo del tessuto del mondo. Poche ore dopo il commiato dalla vecchia madre, Cary - alloggiato sotto il nome di "George Kaplan" in un alberghetto di Swindon, le camere delle guardie del corpo sullo stesso piano - cercava di conciliarsi il sonno leggendo il romanzetto di quel tale Fleming. Poche ore e tutto sarebbe finito. Pochi anni prima erano state scoperte le talpe che fin dagli anni Trenta lavoravano dentro il Servizio segreto britannico. Pochi giorni dopo, Vittorio prese da parte lui e Nicola e con un occhio ancora pesto e mezzo chiuso gli elargí l'insegnamento piú categorico e incisivo della sua vita, qualcosa da associare per sempre alla figura di Vittorio Capponi. Pochi mesi prima, al funerale di vostro padre, siete venuti alle mani con alcuni reporter. Poco ci mancò che non si baciassero, lí, davanti a tutti. Poco dopo l'arrivo in Croazia, Vittorio Capponi aveva ucciso il vicecomandante del suo presidio e si era unito alla Resistenza jugoslava. Poco dopo le undici, di nuovo a Bologna. Poco prima, esplorava con l'indice la zona umida sopra l'attaccatura del naso. Poggia il culo nell'acqua trasparente e si dispiace di non aver mai imparato a nuotare. Poi a me nun m'è mai stato simpatico. Poi aggiunse: Poi all'incontro ci sarebbe stato Ettore, quello dei camion, che poteva dargli qualche dritta su come raggiungere la Jugoslavia. Poi allungò il collo. Poi alza lo sguardo e il bicchiere vuoto verso Capponi, di là dal banco, troppo occupato a litigare con il fratello per badargli. Poi Angela uscí e lui la sentí scendere le poche scale fino al portone. Poi applausi, risate sgangherate. Poi arricciò l'indice per fargli segno di avvicinarsi. Poi aspettava, immobile. Poi aveva aspettato il richiamo degli Anastasia, ma non era arrivato, tanto che ormai aveva smesso di sperarci. Poi aveva bevuto lo zabaione e aveva detto: Poi avrebbe deciso lui. Poi cambiò posizione e lasciò vagare i pensieri verso il tunnel del sonno". Poi capí che voleva qualcosa. Poi c'era lui, Capponi Piero detto "Robespierre". Poi chiese conferma. Poi chiese dov'era il telefono. Poi ci chiesi ancora come si chiamava. Poi ci prese una mano e se la poggiò sul pacco. Idda ce la tenne supra, fece un'altra risatina ca pareva la zanzara che vola via piena di sangue dopo che t'ha fatto la puntura, poi disse a voce alta: Poi come se dovesse spiegarci una lezione di Storia, dice: Poi devi telefonare a Fattori e dirgli che il televisore non lo vendi piú. Poi disse: Poi è successo che Bortolotti, il giorno della Milano-Sanremo, ad ascoltare la radio qua da noi non s'è visto, e il giorno dopo è venuto a raccontare che il traguardo volante, lí sullo schermo, è proprio un'emozione. Poi era diventata emozione, mascherata dall'aplomb, al momento di incontrare Tito. Poi essere rilasciato di fronte al comando della Military Intelligence a La Valletta. Poi farlo sparire. Poi fece lo stesso con il ragazzo, e fu come se gli trasmettesse una strana sensazione. Poi gli avrebbe lasciato i suoi soldi e tanti saluti. Poi i Capponi si trasferirono a Imola, nell'appartamento che zia Iolanda aveva trovato proprio di fronte al suo. Poi ieri il "Carlino" ha scritto che a Bologna tredici gradi sotto zero non li faceva da settant'anni. Poi il generale disse: Poi il lisoformio fa venire in mente le brutte cose, quelle che non ci dovresti mai pensare, no, è meglio che non ci pensi, dài, facciamoci un giro. Poi il ritorno in Jugoslavia, la guerra di liberazione e la presa del potere. Poi il rumore della carta di giornale ripiegata e lo sbuffo della poltrona che si liberava del peso di Betsy. Poi infilò due dita tra le labbra e fischiò forte. Poi la carica partí, e l'urto fu durissimo. Poi la parte piú difficile: l'appuntamento con Toni il lionese al casinò di Cannes. Poi la spina era staccata, impossibile uscire dal letargo. Poi le piccole scimmie, sporche e pestifere, che continuavano a saltare e a girare là intorno. Poi l'idea delle lezioni d'inglese e la scoperta che il professore aveva perso la moglie proprio come lui la madre. Poi l'incontro: Poi l'inverno doveva essere freddo, laggiú. Poi Merry Christmas, Happy New Year, ritorni in famiglia, vacanze: i lavori erano stati sospesi e l'avevano lasciato lí, a far compagnia a due poltrone, un tavolo, il vecchio juke-box e la foto del presidente appesa al muro. Poi mise il piede a terra. Poi nascose il viso tra le mani, perché "conoscere la prassi" non le dava alcun conforto. Poi nemmeno ti piace che si è risposato, l'hai detto solo una volta, ma me lo ricordo ancora, "è come se la mamma fosse morta di nuovo". Poi niente, il portafogli non gli era piú servito: nessun altro pagamento e le dogane passate su auto del corpo diplomatico. Poi non capivi mai come ragionavano. Poi notò i completi chiassosi, le orchidee all'occhiello, i papillon sgargianti. Poi nulla fino a un denso manuale di fine Ottocento. Poi ormai non c'era piú niente da perdere, bisognava andare incontro alla sorte a testa alta, qualunque essa fosse. Poi ossessione. Poi padre e figlio si incamminarono spediti verso la passerella. Poi passarono Verdi e Magione, seguiti da Augusta e Redipuglia. Poi pensò di aver fatto abbastanza domande. Poi percepí una presenza alle spalle, alzò lo sguardo nello specchio e lo vide uscire da una delle ritirate. Poi però bisognava tener d'occhio l'indirizzo e dieci minuti dopo che il pacco era arrivato presentarsi come impiegato postale, scusandosi per l'errore e chiedendo la cassa indietro. Poi pian piano tutti gli altri, con il loro ordine preciso, e l'unico che non sai mai quando potrebbe comparire è Melega, perché se ha una notizia da dare, aspetta che il bar sia pieno, per fare piú effetto, se no, dopo il lavoro, è sempre tra i primi. Poi Pierre chiese: Poi qualcuno intonò pure l'Internazionale, mentre Bottone e Garibaldi si facevano risucchiare verso le prime file. Poi richiuse la porta. Poi ricompensa l'ospite con alcuni aneddoti. Poi sacchetti di polvere bianca. Poi se trovi uno schermo nuovo ci metti dentro dei mattoni veri e lo rivendi. Poi si allungò verso il sedile davanti, dove aveva lasciato la cartelletta in pelle con la sceneggiatura di Hitch. Poi si avvicinò a Palmo, liberò il bambino dalla presa e lo spedí via con un calcio nel culo. Poi si cacciò in tasca il caricatore di riserva. Poi si girò dall'altra parte e fece altrettanto col sedere. Poi si girò verso Brown e aggiunse: Poi si girò verso l'infermiere e sbottò: Poi si guardava intorno e decideva che no, non era un posto dignitoso per tirare le cuoia. poi si presenta a Cary che, chissà perché, indossa solo un costume da bagno. Poi si rivolse a Cary, sempre chiamandolo Kaplan, per via dell'autista: Poi si sa come succede: si comincia col piú e col meno e si arriva a parlare urbietorbi anche delle cose gravi, e alla fine non sai piú da dove eri partito. Poi si staccò da lui e sorrise ancora: Poi si svestí, fece tre serie da cinquanta flessioni sul tappeto, e andò a dormire. Poi sorrise, rivolto a Pierre: Poi spedí di nuovo il ragazzino ai picchetti. Poi succedono cose ca non capisco, ma le capirò, ca io me ne sto qua ammucciato, faccio la bella vita, faccio il pensionato, ma c'ho occhi e orecchie dappertutto, anche sulla nerchia. Poi ti lascia riprendere fiato, perché tu possa camminare. Poi un giorno sei partito anche tu, e io sono rimasto con la zia, ad aspettare tutti e due. Poi un sorriso noto a milioni di persone gli si stampò sulla bocca. poi uscii e mi rivolsi alla ragazza: Poi vennero travolti dallo scontro. Poi Verdi, Augusta e Redipuglia, molto belli anche loro, ma nomi buoni tutt'al piú per un piazzamento, se non fosse che Augusta, sul terreno pesante, poteva fare bene. Poi via, verso Nizza, a raccogliere la nuova promessa del cinema. Poi vide che aprivano una cassa e illuminavano il contenuto con le torce: sigarette. Stecche di tutte le marche. Poi, a bassa voce: Poi, all'improvviso, Mr. Grant ricompare sano e salvo a Malta con gli omaggi del Kgb. Poi, aveva notato qualcosa. Poi, bisogna dire che i suoi racconti su Milano non sono sempre chiari, come quello di lui da giovane che attraversa la borgata in bicicletta per andare a lavorare e gli altri ragazzi lo salutano urlando "Walterún, Walterún" e noi pensiamo che voglia dire qualcosa come Walterone, perché Walter Santagata ha due spalle cosí e sarà alto almeno uno e ottanta. Poi, ci aveva ripensato. Poi, con uno scatto d'orgoglio, salta in piedi e punta il dito verso il pelato. - Però te sta' in campana, capito? Poi, dopo tutto questo tempo, la polvere stava ancora là dentro? Poi, entrambi erano diventati celebri con un nome diverso da quello di battesimo. Poi, nel Vietnam si era parlato di referendum, di unificazione: perché nella Zona B nessuno pensava di chiedere il parere della gente? Poi, oltre la musica, una voce maschile spiccò tra le altre, rompendo la magia della danza: Poi, pensarono tutti che Salvatore Lucania è 'nu ricchiuni, 'nu faggot di mmerda, ca gli piace la minchia int'u culu? Poi, prima di riportare l'apparecchio a Frosinone, avrebbe regalato l'apparecchio alla sorella per umiliare quel morto di fame del cognato. Poi, rapida come un fulmine, la mazzata. Poi, se anche l'avesse notato... Poi, sí, le casse. Poi, siccome deve tirare il boccino, Melega si piega sul biliardo e per un po' sta zitto, concentrato sul gioco, e dando le spalle alla porta non si accorge che intanto è entrato Benfenati, della Sezione, per la solita visita. Poi, sottovoce: Poi, una folla di tipi strani, con uno zoo di cani che non finiva mai, quindici, aveva chiesto, con quel cinese in mezzo che salutava a destra e a sinistra come il Papa, con intorno però tutte quelle femmine eccezionali che al Papa gli farebbero venire il mal di testa. Poi, una riga sotto l'altra, qualcosa come i versi di una poesia, qualche scarabocchio, parole cancellate da un tratto di penna. Poi: Poi? Pollice e indice accarezzano una rotella. Polso fermo, lama che incide, lattice che tocca l'aria e si rapprende. Poltiglia marrone che appiccica le dita. Polvere bianca e brown di ottima qualità poteva ripartire verso Oriente, di ritorno ai bordelli del fronte; a Occidente, l'America. Polvere bianca. Polvere da sparo. Porca madonna! Porca puttana! Porse la mano a Sir Charles che gli restituí la stretta. Porta male. Portare un soffio di rivoluzione e di nuovo mondo a Buckingham Palace. Portare via in fretta i camion da quell'inferno di carretti e "creature", vera e propria orda di cani famelici e randagi, di grida incomprensibili che volano da una parte all'altra e di puzza di grasso, mista a quella dolciastra della frutta marcia. Portate fieri il messaggio del vostro paese. Portava sempre con sé un biglietto. Portava un cappello di feltro sdrucito e un giaccone da caccia. Portava un impermeabile beige. Portava una maglia a righe a maniche corte e un cappello da marinaio. Porto di Bar, Montenegro, 28 aprile Portò la cornetta al petto e urlò verso l'ingresso. Portò una mano al cuore, quasi a impedirgli di schizzare via. Portò una mano all'altezza dei reni e fece come per raddrizzarsi la schiena. Possibile che il televisore funzionasse anche da cinepresa? Possibile che qualcuno avesse parlato? Possiede anche diecimila metri quadrati di terreno e una piccola villa vicino alla ferrovia, a sud della via Aurelia. Possiede estrema abilità e si circonda solo di soci fidatissimi. Posso continuare a fare il barista, a ballare finché ho fiato, a incontrare di nascosto la mia donna, finché lei vorrà. Possono piombare sulla spiaggia senza essere visti. Potenzialmente, sei molto ricco. Potenzialmente: non conosci nessuno che sappia dirti che roba è. Poteva avere ragione. Poteva chiedere a Ettore di assumerlo in pianta stabile, il tempo necessario per guadagnarsi due nuovi espatri clandestini. Poteva concentrarsi sugli anni che erano passati, senza rancore. Poteva esserci un equivoco? Poteva essere una galera, o una caserma. Poteva essere una precauzione inutile, ma non era buona abitudine trascurare i dettagli. Poteva essersi sbagliato? Poteva ritenersi soddisfatto. Poteva tenersi qualcosa per dopo. Potevano "forare lo schermo" e comunicare qualsiasi emozione. -Potrebbe anche esserlo. Povera ragazza di Seattle. Povero Fefe. Povero Fefe. Precauzioni non vuol dire paranoia. Precipita scomposto, i colpi deviano la caduta. precisando che alcuni agenti avevano seguito il consiglio. precisò Rizzi, che s'era di nuovo incupito. Preferisce un grosso rischio calcolato nei minimi dettagli a un'azione lineare infarcita di imprevisti. Premendosi gli occhi con le dita, a cercare concentrazione, Cary proseguí: Prende la mira con calma e solo quando è certo di centrare il bersaglio soffia nella cerbottana. Prendere il gelato con Nosé e i suoi amici pidocchiosi, andare a Villa Borghese a guardare le stelle, addirittura salire da lui per restituirgli l'ultimo libro dell'ultimo stronzo, tutto questo andava bene, a patto di pulirsi il rossetto prima di entrare in casa e non provare mai a proporre quello spiantato come futuro genero. Prendere o lasciare. Prendevano in giro quei goffi tentativi di trovare un'altra spiegazione. Prese la pipa e la riempí col tabacco delle grandi occasioni. Prese nota su un foglio e tornò a concentrarsi sulle questioni cruciali di quei giorni. Prese un brutto calcio nello stomaco, proprio mentre si allontanava. Presentarsi all'appuntamento da solo, con dodici chili di eroina e il Re di Agnano che ti guarda le spalle. Presi alla sprovvista, cercarono di stringerlo, ma era troppo tardi. Preso. Preso. Prestarmi... Pretty impressive for such a small bird, don't you think? Prima che impazzisse anche lei, Odoacre aveva fatto ricoverare Ferruccio a Villa Azzurra, dalle parti di S. Lazzaro, e da quel giorno se n'era preso cura lui. Prima del previsto. Prima del vuoto, prima del selciato. Prima della lezione c'era sempre tempo per le ultime notizie. Prima di allora, mai si era sentito cosí stanco. Prima di chiuderla ne mise qualcuno in tasca. Prima di dire che il tivvú non funzionava, bisognava essere sicuri, che l'antenna fosse installata bene, l'abbonamento in regola, la zona coperta dal segnale e le trasmissioni già incominciate. Prima di quella data, per alcune settimane, non era stato possibile rintracciarlo nei luoghi abituali. Prima di richiudere la cassa esitò un istante, poi afferrò anche un paio di bombe a mano. Prima di tentare. Prima di tornare a Palm Springs e raggiungere Hitch e Grace Kelly in Costa Azzurra. Prima di tutto. Prima di uscire passò dal bagno e usò la brillantina di Brando per aggiustarsi i capelli. Prima di uscire sputò per terra. Prima o poi doveva succedere. Prima parte Primo piano: Calassi... Mazzanti... Zaccheroni... Primo, perché è in gioco una partecipazione da almeno ventimila lire, secondo, perché si sa che in Sezione il problema è stato molto dibattuto, soprattutto per ragioni ideologiche, e tutti ci aspettiamo un giudizio politico definitivo, terzo, perché Benfenati è uno di quelli che può pisciarsi a letto e dire che ha sudato e di questo suo intervento, girala come vuoi, si parlerà parecchio nei giorni a venire. Primo, un posto dove Luciano non avesse contatti. Probabile che alla sosta successiva Ettore gli avrebbe raccontato che Cary Grant teneva i contatti tra la Stella rossa e il Comando alleato. Probabilmente era una combinazione di magnetismo, posizione del sole e paesaggi familiari. Probabilmente no. Probabilmente, pensò Cary, non sapeva cosa fosse un "bolscevico". Problema minore, visto come stava lo schermo. Problemi dei Servizi segreti di Sua Maestà. Procedeva piano, lui aveva dato indicazioni precise, ma nel labirinto del porto non era facile orientarsi. Proibito. pronti a sbarcare nell'Honduras per reprimere lo sciopero pronunciò le parole con tono grave. propose Walterún. Proprio come i moschettieri. Proprio cosí. Proprio in quel momento era arrivato il nucleo mobile, impermeabili neri e moschetti, che aveva caricato i dimostranti. Proprio in quel momento, per mossa studiata o per caso, alla ragazza si sfilò una scarpa. Proprio lui. Proprio Odoacre le aveva dato la notizia, e anche il fatto che avessero avvertito prima lui non le andava giú, la faceva sentire inutile. Prosciugata. Proseguí cosí, col naso sul linoleum, come un lombrico. proseguí ghignando. Proseguí la corsa e andò a fermarsi di fianco all'auto dei francesi. Proseguí senza voltarsi, sentendo crescere il fragore del pubblico. Proteggeva lo scroto dagli strali del malocchio. protesta Bottone, visto che la Gaggia al venerdí non si fa mai vedere prima delle due, e la scusa è che deve mettere in ordine gli arnesi e il lavoro da calzolaio, ma in realtà il vero motivo è che il fòtbal non gli piace, non ne capisce niente, e qualcuno dice pure che è perché porta male, che lui ci verrebbe, ma sono gli altri a non volercelo, e forse sono vere tutte e tre le cose. protesta Gas. Protetti dal fumo, gli attentatori sarebbero fuggiti senza problemi. Provò a fare un passo, doveva andarsene, non sopportava piú quel luogo, quel panorama, lo avrebbe odiato per sempre. provò a scherzare Angela, ma non le riuscí troppo bene. Provò la serratura per scaramanzia. Provocante senza essere aggressiva. Provocatore! Pseudonimi e falsi nomi adottati nei lunghi periodi di clandestinità. Pulito e tirato come per una serata al nàit. Pulito, ordinato. Punti su un bar dall'altra parte della strada. Puntò gli occhi su di loro: Puntò l'auto verso una zona della città dominata da binari, caserme, magazzini e orti. Punto. può influire sul destino di un piccolo paese Pur capendo soltanto metà dell'ultima domanda, Pierre ripesca qualcosa dalla prima lezione di Fanti e abbozza: Pur concentrato sul ritmo, Pierre percepí che qualcosa non andava, che il brusio montante non era solo di ammirazione e che la frase appena risuonata non prometteva nulla di buono. Pur senza riuscire a dormire, avrebbe chiuso gli occhi, respirato profondamente, rilassato le membra. Purché il silenzio fosse addomesticato dai fachiri del jazz e non ci fosse da pulire la colombaia e accudire i piccioni. Puro Far West. Puro stile. Purtroppo i trafficanti implicati in queste indagini non farebbero mai dichiarazioni dannose per Lucania. Puttana Eva, quante volte gliel'aveva ripetuta, 'sta manfrina? Puttana vigliacca! Puttana vigliacca, il fornaio. Putti grassi e inverosimili. Puzza di sedimenti e agenti caustici. Qua ci sono delle regole, lo sai. Qua la cosa è importante, don Vincenzo, ci sono stati degli sbagli che non dovevano succedere. Qual era la parola che usava spesso Fanti? Qualche accenno a Trieste, il cappotto recuperato in men che non si dica dagli agenti del Gma. Qualche anziano da solo, tutt'al piú accompagnato fuori dal cane, perché potesse vedere un po' di mondo e interessarsi ancora alle condizioni meteorologiche del pomeriggio. Qualche centinaio di metri piú sotto trovarono la Fiat 1900 presa in prestito per l'occasione. Qualche recinto improvvisato piantato nella melma in mezzo alle sterpaglie, uomini che si aggiravano tra bufali e vacche, una ventina di auto posteggiate a poca distanza e il ronzare delle mosche spesso piú forte del muggito dei bovini. Qualche tavolo piú in là, una ragazza rise forte, oltre il gorgogliare di voci. Qualcosa era cambiato, dentro. Qualcosa gli era scattato dentro. Qualcosa su misura per Cary Grant. Qualcun altro sputò. Qualcuno (la fidanzata? I genitori?) lo aveva vestito e agghindato, l'abito sembrava una protesi, adoperata piú con entusiasmo che con disinvoltura. Qualcuno accennò un applauso. Qualcuno aveva davvero bisogno di lui, alla buon'ora. Qualcuno aveva visto la sua puntata. Qualcuno che doveva essere incazzato nero. Qualcuno doveva aver rovesciato qualcosa sulla pista. Qualcuno è convinto che il motivo c'è, una strategia anticomunista messa su dalla Cia, ma nessuno è capace di spiegarla. Qualcuno era già sparito, finito a passare carte in oscuri uffici di periferia. Qualcuno insiste per pagare a rate: Qualcuno ringraziò la Madonna del Carmine che le armi del Duce facessero schifo. Qualcuno si lamenta per la chiusura a sorpresa, senza nemmeno un bigliettino, un avviso. Qualcuno usava il trucco di spedirle in giro, tramite posta, come finti regali di rappresentanza. Quand'era in colombaia, Fanti cadeva in una sorta di trance. Quand'era libero, di ruote e andar di corsa non voleva saperne. Quando allungò le mani le aveva umide di sudore. Quando arrivano sull'altra spiaggia, le guardie del corpo sono ancora lí, stese. Quando Bottone è già seduto vicino alla Gaggia e mescola il mazzo da tarocchino, entrano Walterún e Garibaldi, che abitano nello stesso palazzo e girano ancora in bicicletta. Quando capisti che non sarebbe piú tornata? Quando cazzo impara a starsi zitto? Quando ebbe finito di contarlo, il contrabbandiere lo infilò in una tasca del giaccone. Quando ebbero finito di caricare i fusti di nafta sul camion, Paolino volle offrire da bere. Quando ebbero finito, Robinson lanciò la borsa di Pierre sulla sabbia asciutta. Quando ebbero raggiunto il gruppo tornarono seri. Quando esattamente concludesti che i tuoi genitori si erano lasciati, che tua madre ti aveva abbandonato?... Quando Ettore tornò ad accennare a suo padre, Pierre capí che era il momento di pensare agli affari. Quando finalmente era riuscito a sentire Betsy per telefono, sulla linea privata messa a disposizione dai militari, aveva colto solo vaghi cenni. Quando fu in cima alla collina che sovrastava la casa, il fischio del padre richiamò Radko, che lo aveva scortato fino a quel punto. Quando furono tutti a terra, Robinson scambiò alcune battute coi contrabbandieri senza che Pierre riuscisse a capire nulla. Quando Garibaldi gli diede il primo scrollone quasi non se ne accorse. Quando gli avevano concesso la grazia per non ben chiariti meriti di guerra e lo avevano spedito oltreoceano, Salvatore Lucania si aspettava qualcosa di piú dal paese d'origine. Quando gli capitava di andarci si trovava sempre a leggere i nomi sulle lapidi, con le date, le foto, le frasi in latino, e a chiedersi che tipo di vita si celasse dietro ognuna delle tombe. Quando guardava indietro, alla sua infanzia, Pierre la vedeva come una roccia. Quando ha rotto la finestra. Quando hai vinto, hai vinto, non serve infierire. Quando il camion ripartí, i due rimasero in silenzio, uno concentrato sulla strada, l'altro sulla notte che li circondava. Quando il compagno Benfenati parlava di lottare all'interno delle istituzioni, Garibaldi era l'unico a dire la sua. Quando il cuore cominciò a pulsargli forte seppe che era arrivata. Quando il maritò rincasò, corse ad accoglierlo sulla porta, per stordirlo a suon di balle sulla novità che attendeva in salotto. Quando il muso del camion sbucò sul viottolo, Pierre sentí un brivido attraversargli le scapole. Quando il portellone dell'aereo militare si spalancò sul giorno, Cary strizzò gli occhi ritraendo la testa. Quando Kruscev diede l'ordine di arrestare Lavrentij Pavlovic Berija, con le accuse di "degradazione morale" e "spionaggio al servizio di potenze straniere", la polizia moscovita insorse in sua difesa. Quando la vide il cuore gli balzò in gola. Quando le luci del paese furono abbastanza lontane, riaccese il motore e condusse la barca in direzione sud. Quando li sentí parlare ne ebbe la certezza. Quando l'interprete ebbe finito, il capitano rimase fermo, gli stivali di cuoio piantati nel fango, quasi aspettasse una risposta dal grappolo di case mute. Quando lo vide spuntare sulla banchina, riconobbe subito il furgone del bar Aurora. Quando mi guardo allo specchio, quei giorni non mi mancano. Quando nasci a Brooklyn e vieni su tra un marciapiede e l'altro, non puoi trovarti a tuo agio tra gli sterpi. Quando nell'aprile '41 Vittorio Capponi venne chiamato come riservista a combattere sul fronte jugoslavo, la presenza di Iolanda lo escluse da un possibile esonero: è vero che i figli erano orfani di madre, ma il maggiore lavorava e la zia "provvedeva a ogni necessità". Quando pensavi ai cinesi dovevi metterti in un altro ordine di idee. Quando Pierre ebbe finito l'anguilla, Robinson raccolse il piatto e disse: Quando riemerse, aggrappato al parafango anteriore, si trovò davanti due gambe e una pistola puntata. Quando rientrò nella bettola aveva la giacca sgualcita e una macchia di sangue sulla manica. Quando Rizzi lo venne a sapere, se ne stava a pancia in giú su un letto d'ospedale, umiliato e affranto, e piú che alla patria pensava al proprio deretano. Quando Robinson si fermò, per poco Pierre non andò a sbattergli addosso con tutto il peso. Quando rovesci il sale sulla tovaglia, basta che lo butti alle spalle ed eviti le sciagure. Quando sarebbe sorto il sole? Quando sente il rumore del motore ha un soprassalto. Quando sentí la voce di Odoacre la nausea le spezzò il fiato. Quando si congedarono, Cary si alzò, spazzolò il pigiama, prese ago e filo dalla tasca della giacca e rammendò lo squarcio nel guanciale. Quando si parla di politica Walterún non interviene quasi mai, tanto che qualcuno è arrivato a dubitare della sua provata fede. Quando sollevò la faccia dal pavimento notò alcune gocce di sangue sulle mattonelle. Quando succedeva si sentiva ridicolo e vulnerabile. Quando vi togliete il cappello (Cary detesta i cappelli!) il volto della vecchia madre s'illumina per la sorpresa. Quando vide Palmo, paonazzo, scendere dal mezzo imbracciando il fucile capí che era fatta. Quando viene l'ora di chiudere, gracchia qualcosa, tira fuori la segatura e comincia a ribaltar le sedie. Allora anche quelli che sono rimasti fino a tardi si alzano e vanno verso casa, ma quasi con dispiacere, e vien da pensare che se non fosse che si deve chiudere, resteremmo lí sempre. Quante possibilità si dava? Quant'era rimasto attonito, alla fine degli anni Trenta, l'uomo del nuovo secolo! Quanti chilometri aveva fatto in quei due giorni? Quanti erano? Quanti ne aveva incassati? Quanti ne aveva incontrati nella sua vita? Quanti? Quanto a Betsy, lei era innamorata pazza, faceva del proprio meglio per tirarlo su, lo aveva ipnotizzato perché smettesse di fumare, decisamente la miglior moglie che avesse avuto. Quanto alla zona B, Tito usava il pugno di ferro per cancellare ogni traccia d'identità italica. Quanto ci avrebbe messo Montroni a farlo sbattere dentro con un'accusa piú grave? Quanto è lontano il Messico? Quanto sarebbe durata? Quarti di bue sdraiati sull'asfalto e polli morti a razzolare sul prato. Quarto, nel periodo piú freddo dell'anno un maglione di lana doveva essere sufficiente per affrontare qualsiasi giornata. Quasi impossibile. Quasi impossibile. Quasi inesistenti le pubblicazioni dettagliate in materia: il testo di un italiano del XVI secolo, Vannoccio Biringuccio, De la Pirotecnia, nel 1540, un trattato di chimica tecnica. Quasi magico. Quasi mezzogiorno. Quasi nello stesso istante, Raymond e Brown videro Cary Grant inarcare il sopracciglio sinistro in un'espressione di sorpresa già vista sul grande schermo. quasi sottovoce, come una preghiera, il commento affiora sulle labbra di Garibaldi. Quasi tutte storie che ci siamo già raccontati l'altro ieri, quando è arrivata la brutta notizia e Capponi ci voleva mandare tutti a casa, poi s'è deciso di restare, di brindare alla salute del Comandante e di ricordare le sue imprese. Quasi tutti avevano sentito l'apprezzamento. Quasi tutti riservisti. Quasi una corsa, dal Florida al bar Aurora. Quattro anni di purosangue fulvo, muso sottile e affilato, nel '53 aveva avuto una buona stagione, molti piazzamenti e due vittorie. Quattro case in croce. Quattro colpi vincenti dopo, due otto e due nove, tutti avevano capito che la mano imperiale era quella del ragazzo. Quattro pappine nello spareggio con la Svizzera. Quattro persone erano sedute intorno al tavolo tondo. QUATTRO PERSONE UCCISE DALLA FOLLA CHE FUGGE PER UNA CARICA DELLA POLIZIA Quattro uomini saltano in acqua e la sollevano di peso per mollarla sulla spiaggia. Quattromila lire per un Lorenz. Quei pensieri cupi, l'immagine della pelata di Scelba sul balcone del municipio, lo stavano però distraendo dai versi. Quel 6 novembre, la polizia uccise altre quattro persone, ferendone trenta. Quel Carmine, piuttosto, cosí a modo... Quel che seguí, nessun canale televisivo americano si sognerebbe di trasmetterlo per intero. Quel fottuto rabbino era riuscito a far cantare uno dei portuali, dopodiché lo aveva nascosto nel buco del culo del diavolo e messo sotto stretta protezione. Quel giorno Archie Leach faceva cinquant'anni. Quel giorno la domanda gli salí dal fondo della mente, la stessa dei membri del Comitato centrale: "E adesso?" Quel giorno si sfiorò la guerra civile. Quel giorno, mentre fissava il feretro di Stalin, scacciò le lacrime e si mise a pensare. Quel lavoro. Quel pensiero che non eri riuscito ad afferrare. Quel Pinamonti, o era un profeta, o portava scalogna. Quel rapimento dei sensi, l'anestesia da ogni istinto animale, si infranse davanti a uno dei tavoli di roulette, non molto affollato. Quel riferimento alla sua vita sessuale aveva sicuramente spiazzato o inorridito Brando. Quel signore elegante e poco convenzionale lo aveva colpito subito. Quel sorriso era una contraddizione. Quel tizio pieno di soldi aveva l'aria di essere inseguito dai guai. Quella che la vita, come la Storia, non avrebbe smesso di riservare sorprese. Quella che piú innervosiva Pierre era l'improvviso trasalire e scostarsi, ogni volta che sentiva passi nel corridoio, chiavi nelle toppe, clacson giú in strada. Quella è roba da gran signori, altroché, da far vedere in giro, nei posti alla moda, sulle spiagge rinomate, non a metà strada tra Šipanaka Luka e Sudurad, in mezzo alle capre e ai pescatori di totani. Quella era classe. Quella era la cosa che piú gli dava fastidio. Quella era la loro unica arma, suonare la carica a trombe spiegate, bombe atomiche, elicotteri, e adesso quella nuova invenzione, il napalm... Quella in cui sono approdati da quella in cui si trova Robespierre. Quella missione era un ulteriore passo avanti nella carriera. Quella notte lo aspettavano oltre confine. Quella notte, uscendo dal Settimo cielo, Ettore era solo e meditabondo. Quella sensazione di déja vu... Quella sera, al circolo, voleva declamare una poesia sulla giornata del Quattro novembre, sulla commemorazione dei martiri, sulla medaglia d'oro tributata alla città. Quella sola stanza, con divano a fiori e mobili scuri, era grande all'incirca quanto l'intero appartamento dei fratelli Capponi. Quella soluzione gli era già balenata in testa ma alla fine sembrava creare piú problemi di quanti ne risolvesse. Quella testa di minchia di Pagano. Quella zona del corpo, appena sopra il labbro, punto d'incontro eccetera, era al momento ricoperta di setole fastidiose. Quelle domande su don Luciano, Cemento, le avranno sentite tutti, mi ha fottuto, quella carogna schifosa. Quelle si erano femmine di classe, se le ricordava bene: i night-club, i bordelli di lusso. Quelli che hanno dei debiti e sí, sí, li pagheranno domani. Quelli che la moglie li tiene sempre a casa. Quelli che lavorano ancora, invece, stanno nella stanza del biliardo, a parlare di sport e di donne. Quelli che lo conoscevano bene, come Capponi, sono tutti a Imola, ma anche chi era troppo vecchio, o troppo giovane, conosce almeno un aneddoto, e lo tira fuori, chiedendo se era proprio lui il protagonista; o magari un altro. Quelli che nell'epoca della motorizzazione, sedersi davanti a un mobile è da pazzi. Quelli che non fanno né i padroni né gli operai. Quelli che non si vedevano da mesi. Quelli che non tifano Bologna. Quelli con il tight azzurro e le orchidee all'occhiello erano i consiglieri particolari dell'imperatore. Quelli dell'MI6 dovevano essere impazziti. Quelli, come previsto, se n'erano chiamati fuori. Quell'intervista su "Life", quando andammo all'Onu. Quello alzò le spalle: Quello cadde all'indietro e Pierre sopra, mentre tutt'intorno si accendeva la mischia. Quello che Cary pensò dopo la lettura: Josip Broz gli era simpatico. Quello che concluse dopo un'ora di libere associazioni: lui e Tito avevano molto in comune. Quello che diceva il documento: il leader del comunismo jugoslavo era fiero di avercela fatta da solo. Quello che doveva essere Sir Tilston Bright gli venne incontro tendendo la mano. Quello che ha lasciato. Quello che non gli perdoni non è di essersi messo con Tito. Quello che non so è chi dovrei interpretare nell'eventuale film. Quello che resta. Quello di Mr. Grant nemmeno, o forse di sbieco, per non offendere Grace Kelly. Quello è stato l'inizio. Quello era il carico di Ettore a Napoli, ricoperto da balle di paglia e tela di sacco in quantità. Quello era il problema. Quello gli strinse la mano passandogli le banconote arrotolate: Quello in mezzo fece cenno di seguirlo. Quello lo guardò con aria interrogativa. Quello non era lo sguardo di uno che si chiedeva perché lui stesse guardando sua moglie. Quello non si mosse di un passo, le braccia lungo i fianchi, lo sguardo fisso sulle scarpe. Quello preso per la giacca si divincolò. Quello sguardo non gli concedeva piú di un paio di minuti d'autonomia, per salutare tutti, e lui aveva intenzione di usarli fino all'ultimo secondo. Quello sí mette voglia di nuotare, guardare la spiaggia da prospettive diverse, andare lontano, incontro alle onde, ai gabbiani. Quello si sarebbe offeso, restituendo il regalo. Querida, Caracas. Questa cosa farà imbestialire Hoover. Questa è l'erba che cresce ovunque ci siano la terra e l'acqua, questa è l'aria comune che bagna il pianeta. Questa è una insolente bugia. Questa è violazione di domicilio. Questa era certo la ragione piú profonda per cui la moglie non lo sopportava e gli preferiva quel Ciro, che almeno teneva le mani a posto e quando si incazzava, non aveva la voce stridula da ricchione. Questa Frances non è quella Frances. Questa volontà suggellava col sangue e coll'eroismo dei volontari nella guerra '15-'18. Questa volta l'idea era davvero buona. Questa volta Pierre sorrise davvero. Questa volta rimase giú di piú. Questa volta ti guarda in modo diverso. Questa volta una Bentley con tutti i comfort, diretta nel cuore dell'Essex, alla villa di campagna di Sir Charles Tilston Bright. Questa volta uscí guardandosi le spalle. Questa, poi! Queste sono le chiavi della mia macchina. Questi sono davvero i pensieri di tutti gli uomini di tutte le epoche e terre, non hanno origine in me. Questi sono gli infamoni di don Luciano. Questi ultimi, Rizzi incluso, si erano difesi sfasciando le seggiole e i tavolini del caffè, usandone le gambe come mazze. Questione di sopravvivenza. Questione di tempo, abitudine. Questo Cary non è quel Cary. Questo certo a Betsy non l'avrebbe detto. Questo è quanto avrebbero potuto raccontarsi pochi intellettuali. Questo è solo un grande teatro di posa. Questo era successo all'inizio del '50. Questo era successo il 6 febbraio - cioè l'acquisto, non la trasvolata, quella era stata qualche mese prima. Questo era successo sul furgone che li portava al piccolo aeroporto militare, da cui erano decollati alla volta del Territorio libero di Trieste. Questo escludeva buona parte del pianeta: almeno tutti gli Stati Uniti, una grossa fetta dell'America centrale e i paesi piú civili del Vecchio continente. Questo lo ricordava bene. Questo mondo sta cambiando ma ti vuole con sé. Questo pose fine alla sua carriera di cacciatore di streghe. Questo tagliava fuori gli altri ragazzi della ditta. Qui al massimo una chiave inglese sulla testa all'ultimo dei disgraziati. Qui si parla a tre, a quattro, a volte il bar intero, perché ci sono questioni come il ciclismo o la politica che scaldano gli animi e fanno alzar la voce. qui, come sempre, il dito comincia a picchiare sul tavolo, Quindi adesso tiri su quel telefono e chiami Marco. Quindi mandò un segnale esplicito al maresciallo Zukov, viceministro della Difesa e vecchio sodale dei tempi di Berlino. Quindi non l'Africa centrale, tanto meno India, forse neppure il Giappone. Quindi, non fatelo partire. Quindi, tanto valeva accettare: peggio di cosí... Quindici di carbone vegetale, di legna, con pochi zuccheri. Quindici giorni per loro due soli. Quindici, Dispari, Nero. Quindici. Quindici. Quindici. Quindici. Raccolse lo zaino. Raccolse tutta la documentazione e la bruciò nel caminetto un foglio dopo l'altro. Raccolse tutto ciò che aveva davanti e lo depositò al centro del tavolo. Raccolse una borsa di cuoio e la sistemò a tracolla. Raccolse una tazza e riprese a sciacquare. Racconta tutto lui. Mai una lacuna, mai un equivoco. Raccontarglielo? Radko prese subito a ringhiare, le zanne scoperte, chino sulle zampe e pronto a scattare. Radko raggiunse il padrone che si era incamminato nella polvere del sentiero. Radko sembrò capire che si parlava di lui e si fece sotto per annusare il nuovo arrivato. Radko sgattaiolò fuori, entusiasta dell'aria mattutina. Raffiche d'acqua e grandine si accanirono sui vetri. Raggiunse il corpo del ragazzo. Raggiunse l'auto dei francesi. Raggiunsero la sterrata che scendeva verso il paese. Ragioni di sicurezza, compagno, come puoi ben capire. Rannicchiato nel suo buco, con la gabbietta tra le ginocchia e la borsa di cuoio sotto il braccio, fece di tutto per addormentarsi, l'unico modo per dare tregua allo stomaco. Rapporto riservato alle autorità italiane di Charles Siragusa, District Supervisor, US Bureau of Narcotics in data 6 maggio 1954. Rapporto riservato alle autorità italiane di Charles Siragusa, District Supervisor, US Bureau of Narcotics, in data 24/06/54. Rapporto su "Vladimiro" ed "Estragone". Rapporto su Bao Dai, "imperatore" da operetta. Rapporto sul nuovo Primo ministro Ngo Dihn Diem, bigotto dalla malsana attrazione per i crocifissi, al potere in un paese buddhista. Rassicura gli sloveni rimasti in territorio italiano sul rispetto dei patti, la volontà di seppellire il passato e creare collaborazione. Rassicurante. Rassicurato sulla protezione che gli verrà garantita, piú ancora che ai tempi del processo Cuocolo, e sui vantaggi della collaborazione, Abbatemaggio ha fornito preziose informazioni sui legami che i luogotenenti di Luciano mantengono nella capitale, e in particolare con il "marchese" Montagna (v. "Allegato n. 2"). Raymond arrossí d'imbarazzo e guardò Sir Lewis, che non si scompose: Raymond aveva osato proporgli una barba finta Raymond cercò ancora l'assenso del superiore e riprese: Raymond continuò: Raymond diede un leggero colpo di tosse: Raymond e Betsy avevano permesso una cosa simile? Raymond era forse di dieci anni piú giovane, e piú basso di tre-quattro pollici. Raymond estrasse dal taschino interno della giacca una fotografia e la passò a Cary, che la osservò per alcuni istanti. Raymond fu colto di sorpresa: Raymond intinse le labbra nello scotch e incrociò le braccia in attesa che il suo superiore continuasse. Raymond serrò le labbra, cercando di trattenere un sorriso. Raymond si interruppe a un cenno di Sir Lewis e lo lasciò proseguire: Raymond tornò in soggiorno e rimase in piedi accanto al camino, dove s'era trovato Brown fino a pochi minuti prima. Recentemente i due soggetti si sono resi protagonisti di un sabotaggio ai danni della Legione straniera, in quel di Marsiglia, vendendo una partita di scatole di fagioli avariate a una nave da trasporto militare in partenza per Saigon. Regalato, a sentire Sticleina. Regia di Rossellini, su cui Fanti aveva espresso un giudizio forte e chiaro: "Un rimbambito". Reliquie. Renato Fanti conosceva l'inglese alla perfezione. Renato Fanti fece strada nel corridoio. Renato Fanti fissò a lungo la cartolina. Renato Torri della "Sempre Avanti" afferrò un microfono per invitare il pubblico alla calma, minacciando di interrompere subito la serata. Respinte dunque le candidature di Scandinavia, Canada e Inghilterra. Respirare. Respirava piano e si muoveva lento. Respirava. Responsabile di quello sguardo era Stefano Zollo, collo da bove stretto nella cravatta sottile, affiancato da Victor Trimane, a evitare che l'andirivieni di persone infastidisse il capo. Restarono in silenzio qualche minuto. Restava il gesto. Restava soltanto da decidere dove sparire. Restavano lí, in bilico, non scendevano e non si asciugavano. Resti cieco. Restiamo in pochi, indecisi se val piú la pena Italia-Belgio o Gas che le prende. Restò col mento in una mano, quasi immobile, finché non fu sicuro che Pierre non aveva altro da aggiungere. Restò con la mano sulla cornetta, distratto da troppi pensieri. Restò cosí un po', per poi confidarsi sottovoce alle seppie, mentre col mestolo di legno le costringeva a tornare in pentola. Restò sulla soglia giusto il tempo di fissare nella mente quello sguardo. Restò zitto, finí il cognac in un sorso e accese un'altra sigaretta. Riassumere un convulso ventennio a una sepolta viva. ribatté Cary. ribatté Ettore. Ricapitola i ruoli: Ricatturare subito la loro attenzione: ricevo dal Consolato americano il documento in allegato, nel quale mi si avverte, in merito alla situazione di Stefano Zollo, che le autorità degli Stati Uniti non possono attendere oltre, e se, entro il 16 c. m., le indagini sull'omicidio Chiofano non forniranno nuovi elementi, si vedranno costrette a intervenire per la scarcerazione del suddetto, come richiesto a piú riprese dall'avv. Schifanoia, visto che le testimonianze contro il suo cliente si sono rivelate prive di fondamento. Richiamati i piccioni e richiusa la saracinesca del gabbione, si girò verso Pierre, le mani in tasca e l'espressione cogitabonda: Ricordano che devi mangiare, bere, lavarti. Ricordava bene la traccia del fiume, la geometria dei cipressi, l'edificio diroccato in cima alla collina. Ricordava la sera del debutto. Ricordo ancora l'odore di ciascun libro, la carta di diverso colore e grammatura, ogni singola copia fatta entrare in galera. Ricordò il consiglio del capo dipartimento e non abbassò lo sguardo. Ricordò il motto del suo professore alla Scuola speciale: "Solo gli amici hanno orecchie piú grandi dei nemici". Ricordò la battaglia, sparo dopo sparo. ridacchiò. Riemerse ancora. Rien ne va plus. Rien ne va plus. Rien ne va plus. Rien ne va plus. Riesce a divincolarsi e con una capriola degna di Archie Leach si tira su mettendosi a correre verso gli scogli. RIESUMATA LA SALMA DI WILMA MONTESI Rifiutatevi agli invii delle armate italiane al fronte russo che vi moriranno per il pazzo Hitler e i suoi trabanti! Riflesso condizionato da migliaia di ciac: un'espressione che spettatori di tutto il mondo hanno ammirato decine di volte. Riflesso condizionato: un piede contro la porta. Rigidi, nei loro perfetti abiti grigi. Rilassarsi. Rilassato. Rimanendo chinata, Angela raggiunse il bagno in punta di piedi. Rimanere per soffrire. Rimanere. Rimase immobile, gli occhi in faccia al coglione che scherzava col fuoco. Rimase in piedi accanto all'auto, titubante. Rimase in silenzio fino a Borgo Panigale, scroccò una sigaretta e riprese il filo: Rimase lí, immobile, mentre lei gli diceva addio. Rimasero in sagrestia a parlare di quanto avvenuto, mentre il sacerdote andava a protestare al Comando di polizia, dicendo che la chiesa era stata profanata e che, cascasse il mondo, lui l'avrebbe riconsacrata quel pomeriggio stesso, di fronte ai fedeli e alla cittadinanza tutta. Rimasero in silenzio, ognuno immerso nei pensieri, in cerca di parole. Rimasero tutti fermi, come incantati, a contemplare il punto in cui giaceva il corpo dell'ufficiale, e che avrebbe potuto risucchiare le loro vite. Rimasero zitti. Rimasto solo, Clapas scrive: Primi appunti per l'anamnesi. Rimbalzavano tra una parete e l'altra della scatola cranica. rimbombarono gli altoparlanti. Rimuginava tutto questo sul sedile posteriore di un'auto di rappresentanza del Gma, mentre la nuova scorta (il cambio della guardia era avvenuto all'atterraggio nel minuscolo aeroporto) gli mostrava la città di Trieste, unica concessione agli svaghi prima di passare la frontiera e consegnarlo a un certo maggiore Alexander Dyle. Rimuovere i manzi dalla carreggiata, buttar giú un rapporto, aspettare il carro attrezzi, mollare tutto alla Stradale. Rincorse il camion. ringhiò Gigi mentre spingeva Pierre verso i bagni. Ringraziarne anche loro. Rinuncia al malloppo l'ultimo Jean Gabin Rinunciò a correre. Ripartí da Angela. Ripensò al pranzo di quel giorno, da zia Iolanda, insieme a Nicola. ripeté l'uomo. Ripeté tutto daccapo, compreso lo sfregamento di mani. Riportare ordine e fare pulizia. Riprese a camminare. Riproviamo. Risate di donne li raggiunsero dalla strada. Risate e sorsi di birra. Risate, sorrisi, addirittura richieste di autografi. Risate. Rischiare un po' della propria incolumità per le mani incaute di quattro trogloditi era il minimo per una partita cosí importante. Rischio voleva dire: merce che scotta oppure elevate probabilità di controllo, ad esempio il passaggio della dogana. Rise, denti bianchi. Risero e la tensione dell'addio si stemperò per un attimo. Riso integrale e cibi macrobiotici, bentornato a casa. risponde Cary segnandosi il cuore con un dito. risponderà Vittorio con mezzo sorriso. rispose alla fine. rispose Angela in tono distratto. rispose Bottone all'ennesimo Almirante. rispose Cary sarcastico. rispose Cary, rispose Cary. rispose Cary. Rispose che ci avrebbe pensato. Rispose con uno sputo, centrò il piccoletto sulla pelata, poi anche quello venne immobilizzato e portato via mentre continuava a sbraitare. rispose Ettore al parabrezza. rispose Hitch. rispose il padre mentre batteva le mani per imporre il dietro front a un montone rossiccio. rispose il piú giovane, e senza smettere di lavorare, indicò una sedia in fondo al capannone. rispose Pierre col fiatone, rispose Pierre con gli iceberg nel sangue. rispose Pierre con la gola in fiamme, rispose Pierre senza alzare lo sguardo, rispose Pierre uscendo dall'angolo e facendo segno in direzione del furgone. rispose quello senza scomporsi. Risposta implicita. Risulta che Lucania è un abituale fumatore d'oppio e che si serve della pipa. Risulta proprietario certo Carlo Scarpaio, ma in realtà non lo è. Ritengo pertanto che, entro la giornata di domani, si dovrebbe procedere all'interrogatorio di Abbatemaggio, per poter cosí contestare a Stefano Zollo, entro il 16 c. m., le nuove accuse e a sua volta interrogarlo a tale proposito. Ritirata la montagna di soldi, Kociss e Cassazione sentirono l'agitazione scemare e si rilassarono in una risata che per parecchi secondi impedí loro di parlare. Riunioni cosí, al bar Aurora, se ne ricordano al massimo altre due. Riuscí ad abbracciarlo, quasi fosse lui a dover essere consolato. Riusciranno a farmi funzionare anche qui, cosí lontano da casa? Riuscirono a infilarsi tra la gente che si accalcava contro il bancone e ordinarono. Riusciva a metterti a tuo agio con i gesti piú semplici e banali, mai sopra le righe. Rivenduto per il semplice fatto che non si adattava ai mobili svedesi del nuovo salotto, passato di mano, finito su una nave insieme ad alcuni immigrati italiani che tornavano a casa per le feste, barattato con un motociclo "Paperino" nel giro di un paio di giorni, era arrivato alla base militare la vigilia di Natale. Rizzi e Pinamonti, confusi tra la folla, osservavano gli inglesi, le loro espressioni di disprezzo, le dita che tamburellavano sulle armi. Rizzi gli diede una manata sullo sterno, facendolo cadere all'indietro. Rizzi lo conosceva appena, non erano mai andati oltre il buongiorno e buonasera, e ora erano compagni d'assedio. Rizzi lo sfogliò e leggiucchiò per qualche minuto soffermandosi sul resoconto di una riunione del Partito comunista internazionalista, che Rizzi non aveva mai sentito nominare, svoltasi proprio a Trieste durante l'estate. Rizzi pensò a tutto il freddo che aveva preso. Rizzi perse di vista Pinamonti, poi perse il tricolore, infine si prese una pallottola in zona perianale, che gli attraversò la natica destra e uscí sfiorando appena l'attaccatura del femore. Rizzi ricordò i fischi che si erano levati dalla piazza quando il Primo ministro aveva pronunciato quelle frasi, troppo compiacenti con Tito e con un patto che blandiva la Jugoslavia pur di tenerla lontana da Mosca. Rizzi si trovò a correre tra calci, pugni, bastonate, colpi con le casse dei moschetti, "Son of a bitch!" (ma non sapeva che significasse), "Can d'un Dio!" (questo era chiaro), ingiurie in sloveno e svariati zampilli rossi. Rizzi, quarantasei anni, si definiva "uno di quei liberali di cui s'è perso lo stampo", e soffriva per la sorte toccata alla sua città, occupata dai Tedeschi nel '43, da Tito nel '45 e dagli angloamericani poco dopo. Roba da pazzi, ci mancava solo lui. Roba da selvaggi, troppo spirituale. Roba di lusso, da far provare ai pezzi grossi. Roba di poco conto, presunte estorsioni e "ruberie". Roberto Santachiara, hasta siempre comandante! Robespierre Robespierre Capponi aveva terminato il suo racconto, piccola odissea dalmata arricchita da scene degne di Tom Mix o Roy Rogers e dall'incongrua apparizione di Cary Grant. Robespierre era nato nel '32, registrato "Piero" all'anagrafe fascista. Robinson alzò la mano con le quattro dita levate. Robinson alzò la voce: Robinson annuí. Robinson aveva due fucili a tracolla: la doppietta e un mitragliatore Thompson, uguale a quello che Nicola teneva in cantina. Robinson fece di no con la testa. Robinson lo squadrò ancora un attimo, poi gli fece cenno di seguirlo dentro. Robinson rispose con la torcia elettrica, dopodiché fissò i remi sugli scalmi e prese a remare a tutta forza, finché la chiglia non sfregò sulla sabbia. Robinson si mise ad armeggiare con alcune taniche di benzina, ignorandolo del tutto. Robinson sollevò una delle due taniche. Robinson spense il motore e proseguí a remi. Robinson, saldo sul motore, non faceva una piega, gli spruzzi lo lambivano mentre saliva su e giú al ritmo delle onde, ma continuava a stringere il timone. Roma, 9 maggio Rosa era morta nel '38. Rosa Montanari era una donna esile e bellissima. Rosa si recò in Messico. Rotolo in avanti. Rotte incrociate. Rovesciò un bidone, saltò fuori e corse, con la schiena quasi parallela al terreno. Rumore assordante: il tram lo superò senza farsi sentire. Rumore come di vento in un microfono. Rumore di costole rotte. Rumore di ossa che vanno in pezzi. Rumori d'auto riempirono il silenzio. Ruoli stereotipati. Sacchetti ebbe un sussulto Sagoma celeberrima, pancia prominente, testa pelata. Sai, è una brava persona, semplice e onesta. Saint George, Plymouth. Salirono a bordo. Salirono. salta su Walterún all'improvviso. Salti, strisciate, evoluzioni e piroette: la coppia spiccava tra tutte per tempismo e agilità. Saltò in piedi, due passi indietro. Saltò nel buio, atterrando sul prato umido. Saluta con fierezza i morti e i vivi la folla di palazzi che distesi allo sguardo sul fianco dei declivi si parano di gale e di pavesi. Salutò la Gaggia e Walterún, e attese lo sguardo di Garibaldi, come una benedizione prima di avviarsi all'arena. salutò Pierre, Salvatore Lucania accolse la volata finale con un sorriso contenuto, mentre tutti, intorno, e anche giú in basso, nel parterre, impazzivano di rabbia e incredulità. Salvatore Pagano alias Kociss alias Totore 'a Maronna alias Capemmerda si chinò verso Jean Azzoni e chiese: Salvatore Pagano chiedeva. Salvatore Pagano detto Kociss appare nel film Caccia al ladro di Alfred Hitchcock (Paramount, 1955). Salvatore Pagano detto Kociss è ammiratore e servo devoto di don Luciano e vostro, e mai, mai e poi mai gli sarebbe potuta uscire una parola sbagliata nei vostri riguardi... " Salvatore Pagano detto Kociss, che non ha detto una parola, lo giuro sul bene di mamma e tutti i santi, chissà cosa gli hanno detto, chissà quale infame, nemmeno una parola, che ne sapevo io, è stato quel fetente di merda del commissario Cinquegrana che mi ha fottuto, proprio lui, maledetti i suoi figli fino alla settima generazione! Salvatore Pagano esortava. Salvatore Pagano implorava. Salvatore Pagano sorrise speranzoso. Salvatore, niente minchiate. Salvatore. Salvo il fatto che recitava in francese québecois. Salvo poi farci un pensierino per il matrimonio. Salvo. Sangue di morto in piedi, odore di gengivite acuta, sudore freddo. Sanno quali sono i giocatori infortunati e quelli che stanno meglio, conoscono i risultati delle partite degli ultimi vent'anni e ti dicono se quella squadra lí, contro quell'altra, è da tanto tempo che non riesce a vincere. S'annunciavano eventi nefasti. Sapete, è strano, ma non ho nessuna nostalgia dell'Italia, i brutti ricordi sono ancora troppo recenti. Sapete, io credo che abbiamo molto in comune. Sapeva affrontare il dolore altrui, senza imbarazzo. Sapeva bene che c'era una ragazza che aspettava soltanto lui. Sapeva che c'ero e non teneva paura. Sapeva che lei e Pierre si erano lasciati. Sapeva che non avrebbe resistito a lungo. Sapeva come stuzzicare entrambi. Sapeva d'acqua palustre, ma aveva troppa fame per non mangiare. Sapeva di erba bruciata e argilla. Sapeva di lui e Angela, gliel'aveva letto negli occhi. Sapeva riconoscerle a naso. Sapeva tutto, ed era pure contento che Angela mettesse le corna al marito. Sapevano di essere tizi pericolosi. Sapevano di sangue. Sapevano entrambi che gli scrupoli erano rimasti a terra, appena il camion era partito. Sapevano solo che se avessero disarmato i compagni, avrebbero dovuto fucilarli con gli altri. Sapore fortissimo, di tabacco nero. Sarà uno di quelli che alza il mignolo tenendo la tazzina? Sarà vero? Sarebbe preferibile confinarlo per il periodo massimo contemplato, e cioè cinque anni. Sarebbe stata fiera di lui. Sarebbe stato cosí anche questa volta. Sarebbe stato molto rischioso? Sarebbero atterrati al campo militare da cui era partito. Sarei stato informato. Saremo gli stessi, ma saremo nuovi. Sarò ancora capace di fare bene il mio lavoro? Saverio Spagnuolo attese che il ragazzino tornasse con le quote dei picchetti. Saverio Spagnuolo se li vide sfrecciare davanti. Sballottato a destra e sinistra da gente villana, preso a schiaffi e bestemmie, esposto al lancio di oggetti, costretto a specchiare liti e vergogne, trafugato, scalfito, violentato con un cacciavite, in abbandono per ore nell'umidità di una cantina, poi il buio rovente del camion telato, a sobbalzare su voragini d'asfalto, ghiaia, terra bruciata, pavé e lastroni di strade antiche, su e giú, di continuo, da far rimpiangere il primo viaggio, la bici col bancale di quel giovane, l'incerata bollente e il puzzo di stalla e cuoio. Sbatacchiato a destra e a sinistra in un furgoncino, senza nemmeno una coperta attorno, su un percorso sconnesso e pieno di buche, cos'altro s'aspettavano? Sbatté la cornetta. Sbattersi non valeva la pena. Sbiancati i denti, tolto (a fatica) l'anello d'oro... Sbirciò oltre il vetro sfondato. sbotta la Gaggia. sbottò Angela col tono di chi rimprovera un bambino. sbottò Brando. sbottò Zollo. sbriciolandogli il braccio sinistro nella morsa della mano. Sbronzo. Sbudelli il cuscino. Sbuffava, gioiva, faceva strani scongiuri, si passava il fazzoletto sulla fronte, si faceva tradurre i commenti degli astanti da uno dei due accompagnatori di Bao Dai, che chiamava "Signor Azzoni". Scacciò il pensiero a forza. Scambiò poche battute con un tipo piccolo e magro che gesticolava a piú non posso, e prima faceva di no con la testa, poi, rassegnato, parve convincersi. Scatta verso il pendio lasciandosi dietro una nuvola di sabbia. Scatto di polso, dita sulla manica, sguardo basso. scattò in piedi, poi frenò l'impeto, rimase in mezzo alla stanza, ingobbito dai pensieri. Scavalca i corpi ancora addormentati delle guardie di Grant, aiutando lo slavo a reggersi in piedi. SCELBA HA DENUNCIATO ALLA CAMERA IL PERICOLO DI UNA DITTATURA DI SINISTRA Scelba spiega perché il Governo ha sottoscritto un accordo che non soddisfa le aspettative del popolo italiano: Trieste attendeva da troppo tempo, bisognava risolvere la sua situazione a ogni costo. Scelse il disco giusto e lo mise su. Scelse la manopola accanto alla precedente, ma per uno sfasamento elettrico, invece del televisore, si accese la moglie. Scelse un bar dall'altra parte della città. Sceneggiatura di Steve "Col Cazzo" Zollo. Scese dalla nave con la nausea. Scese dall'auto, aprí il baule, prese la borsa con la roba e la infilò nell'abitacolo. Scesero dalla collinetta dove si erano appostati, bestemmiando per la fanghiglia che arrivava a sporcare l'orlo dei pantaloni. Schiamazzi e grida per qualsiasi cosa. Schiattare in pace col mondo! Schivare i giornalisti. Schizzarono via, entusiasti dei soldi e del fatto che il grande capo li avesse degnati di attenzione. Schizzo di plasma, eritrociti, leucociti, inutili trombociti sbalzati nel mondo esterno. Sciatto. Scivola accanto a lui e si lascia andare, schiena contro la parete, per riprendere fiato. Scivolò dietro. Scolò il whisky d'un fiato e si alzò. Scommise sul nocciola acceso. Sconclusionato, invero. Scontro frontale tra Cary e Archie, regia di Clifford Odets. Scoppiarono ancora a ridere, quindi le sentirono allontanarsi. Scoprí la doppia coppia. Scoprimmo (a notte alta è inevitabile) che gli specchi hanno qualcosa di mostruoso. Screditare Kruglov fu la manovra piú rischiosa della sua carriera. Scrivetemi ancora e datemi notizie. Scrolla la sabbia e raggiunge la battigia con passo malfermo. Scrollò le spalle, abbassando la testa. Scusa, Toni, ho perso dodici chili di eroina pura dentro un televisore, ma li ritrovo, stai sicuro. Se accettava, doveva fare in modo che Nicola non sospettasse nulla. Se adesso ti lasci andare, lo ammazzi. Se avesse deciso di andare a Londra, lui avrebbe saputo dove trovarla. Se avessi saputo... Se era il completo che portavo al casinò, che mi ha notato pure la dea con la pelle d'oro, allora era fatta, non mi dava manco il tempo d'aprire bocca. Se era qualcosa di umano, somigliava assai all'ultimo appello che J. J. Clancy Frongillo aveva lanciato al mondo, prima di morire con la trachea sfondata dai pollici di Steve Cemento. Se erano lí, a casa sua, nel suo salotto, per chiedergli qualche favore, be', allora avevano un bel coraggio! Se esci vivo da questo bosco e riesci a prendere un treno o una corriera, raggiungere Genova, poi te ne stai nascosto per un po' e prendi la nave per... Se fai un graffio alla macchina, puoi scordarti del fondo casinò. Se gli americani intendevano davvero rimettere sul trono quel laido alcolista, doveva esserne informato in tempo reale. Se gli sbirri non lo avevano trovato subito, voleva dire che non avevano idea di dove cercare. Se gliel'avessero chiesto, non avrebbe saputo decidere, andare col padre o restare a Imola. Se i patti verranno rispettati, le minoranze diventeranno motivo di amicizia tra i due paesi. Se i suoi movimenti erano impercettibili, forse non avrebbero distratto l'attenzione del guardiano dal giornale. Se il colpo alla gioielleria andava in porto, sarebbe partito. Se incontrare Cary Grant aveva avuto un senso, era proprio questo. Se invece muoio stanotte, cosa si ricorderà di me? Se invitavi a ballare una ragazza di un altro quartiere, dopo il primo giro la dovevi mollare, e lasciarla stare per il resto della serata. Se la cavava già meglio con la camminata e anche il modo di tenere le mani in tasca era quasi perfetto. Se la situazione richiedeva stupore, Dyle era l'uomo piú stupito del mondo; se ci si aspettava che si concentrasse, le pieghe della fronte si corrugavano subito in cinque o sei rotoli; se doveva mostrarsi affabile, l'unico modo per disattivare il sorriso piacione era fargli inghiottire i denti. Se le battute divertivano, se le scene d'amore appassionavano, se la storia aveva un capo e una coda, e possibilmente il primo davanti alla seconda, allora nient'altro contava. Se l'era dovuta fare a piedi e sperava che fosse il posto giusto, perché le gambe gli facevano male e la sera era fredda. Se l'ideale era la dinamite, il senso pratico era la miccia. Se lo lasciava partire su quel terreno era finita, almeno mezz'ora di tirata sull'efficienza degli agenti di Sua Maestà. Se lo prendeva volentieri, aveva detto, perché sapeva pure a chi piazzarlo, a Bologna, forse, oppure a Milano. Se lo sarebbe portato dietro. Se lo sguardo dell'infermiere rimaneva fisso sulle pagine, non avrebbe notato la massa scura lungo il pavimento. Se morivo a Porta Lame, o su in montagna, a quest'ora la mia faccia era là al sacrario, in piazza del Nettuno. Se nascondi il danno il malanno si aggrava. Se ne poteva riparlare in autunno, con piú calma. Se necessario, morire. Se n'era accorto per primo l'uomo piú elegante del mondo (assieme a Cary e a Fred Astaire), un uomo di cui Cary era stato suddito. Se non arrivava in tempo l'affare saltava e tanti saluti, gli toccava partire con i panetti in valigia e cercare un compratore chissà dove. Se non in combinazione con altro. Se non sono l'enigma e la sua soluzione, non sono nulla. Se non sono tanto prossimi quanto distanti, non sono nulla. Se non sono tanto vostri quanto miei, sono nulla o poco piú. Se non subito, al mio ritorno. Se poi questo amico è quello che dà tono alle serate o che se ha il muso lui si finisce per avercelo tutti, allora i suoi guai diventano un affare comune, da risolvere insieme. Se qualcuno scopriva il trucco, ci avrebbero pensato loro. Se quel pomeriggio avessero fatto l'amore, forse lui si sarebbe azzardato a parlarne con chiarezza, a chiederle cosa provava davvero, come si sentiva, cosa le sembrava giusto fare. Se rimaneva tutto il giorno in giardino, con tre gradi sotto zero, a fissare le nuvole, allora tutto a posto, stava bene. Se riusciva a recuperare l'eroina se ne sarebbe scelta una cosí. Se s'è risposato sono fatti suoi, noi non c'entriamo, e penso anche che se lui non è piú tornato, questo Tito non può essere un delinquente, perché nostro padre non era un delinquente. Se solo avesse inarcato le sopracciglia, il parrucchino sarebbe caduto sugli occhi. Faceva caldo, lí dentro. Se solo qualcuno li avesse visti, seduti l'uno accanto all'altro, due repliche dello stesso viso nella luce tremolante. Se suo fratello si alterava e dava uno schiaffo a qualcuno, allora stava male. Se tornava, era per starle vicino. -Se tu continui a parlare non ci riesco. Se tutto va bene sono a casa tra un mese. Se volevi parlare, era pronto ad ascoltarti. Se volevi un consiglio, non si tirava indietro. Secco secco, di rado toglieva le mani dalle tasche, però aveva una sua eleganza e mentre camminava per le strade del quartiere la sua sagoma era inconfondibile. Per questo lo chiamavano "Sticleina", stecchino. Seconda parte Secondo alcuni, il piccione è sensibile ai campi geomagnetici, si affida a essi per orientarsi quando il cielo è coperto. Secondo Bottone, poi, è un fatto di scaramanzia: i preti, nel '48, hanno vinto che era primavera e adesso si son fissati con quella data lí, non c'è verso, se semini in un altro periodo, il raccolto ci rimette. Secondo il dossier, Tito aveva disegnato di persona la divisa dell'esercito nazionale jugoslavo. Secondo piano: Alvisi... Monari... Secondo zia Iolanda aveva paura di voler bene alle persone, paura che poi se ne andassero. Secondo, niente teste calde in giro, tranquillità politica e leggi molto comprensive con i cittadini dediti ad alcol, gioco d'azzardo e fornicazione. Sedette sul dondolo di fronte a lui, il braccio allungato a carezzargli la testa. Sedette sul letto e riaprí il libro di Fleming. Sedeva su una panchina di legno, le gambe accavallate. Sedi di associazioni slovene e indipendentiste vennero invase e devastate. Qualcuno lanciò una bomba a mano contro la Prefettura. Seduto alla scrivania, in assoluta solitudine, era pronto a scommettere che presto o tardi quel tozzo mugik di Kruscev avrebbe fatto le scarpe anche a Malenkov. Seduto, attorniato dalla sua corte di troie e lacchè, quel cazzo di nanerottolo orientale. Segnalate voi questa persona che lui può rispondere con Sasha. Segnalo inoltre che il già menzionato Stefano Zollo è stato fermato e interrogato dalle autorità di P. S., in data 6 giugno, in relazione all'omicidio di Umberto Chiofano. Seguí l'altro fuori dal capanno. Seguí un lungo silenzio, interrotto dalla voce strozzata di Paolino: Sei diventato vecchio, Steve? Sei la palingenesi. Sei l'asino di cui raccontò Apuleio, Archie. Sei l'uomo che ha rivelato ai plebei i riti misterici, per questo ti odiano i demoni, e le Menadi vogliono farti a pezzi. Sei proprio tu? Sei tornato, Cary. Sei tornato. Sei tu che percorri le strade della tua città natale, in procinto di incontrare Elsie. Seicento attivisti dell'estrema sinistra fermati nella capitale dove le forze di P. S. a cavallo hanno sciolto cortei comunisti. Seicento milioni di persone schierate sulla stessa linea di fuoco. Sembra che ci abbia dormito, dentro quei completi tagliati male. Sembra incredibile che il mio dolore si stia attenuando. Sembra un po' un santino, ma è meglio non farlo notare. Sembrava appoggiarsi a un bastone. Sembrava capire le parole e le esclamazioni incomprensibili che rimbalzavano dalla strada. Sembrava che niente gli costasse la minima fatica. Sembrava concentrato, a suo agio. Sembrava scocciato di aver dovuto usare tante parole. Sembravano contadine vestite a festa. Sembravano procedere in mezzo al nulla, Ettore filava nell'oscurità estiva come se avesse un radar nel cervello. Sempre in Cina, ci sono notizie di esercizi pirotecnici fin dal II o III secolo d. C. Sempre in quel periodo, una sera, un ubriaco inneggiò a Stalin nella piazza del paese. Sempre la solita solfa: la mia vita è vuota, quanti semplici, piccoli piaceri mi sono negata, era meglio se facevo un altro mestiere ma ormai non posso tornare indietro, e in piú c'era un bambino, un cinno, che s'era ferito a un braccio e faceva sempre "Oddio, oddiodiodiodiodio, oddio, oddio", e dalle file di mezzo si era alzato un urlo: Sensazionale documento sulla corruzione del regime clericale SENSAZIONALI RIVELAZIONI SUI RAPPORTI TRA UGO MONTAGNA, PICCIONI E IL CAPO DELLA POLIZIA Senso di colpa e d'imbarazzo per la propria indifferenza, per non aver protestato, difeso il mondo libero come quindici anni prima, contro i tedeschi. Senso di perdita infinito, vago senso di panico: la Guida non c'era piú. Sente qualcosa. sentenzia Garibaldi come si usa per un silenzio improvviso. sentenziò Pierre con aria da duro. Sentí ancora Pierre che lo chiamava: Sentí come il pugno di un peso massimo all'altezza del cuore e nascose la testa sotto le braccia. Sentí di nuovo la voce di Ettore, questa volta alle spalle, calma come sempre. Sentí i colpi. Sentí il bacio di lei sulla guancia e quando riuscí a mettere a fuoco, Angela si stava già allontanando. Sentí il sapore del sangue invadergli la bocca. Sentí la nausea salirgli dallo stomaco. Sentí la paura sciogliere le budella. Sentí l'amaro riempirgli la bocca, come quando da piccolo gli facevano bere quell'olio schifoso, di fegato di merluzzo, e dopo altro che miele, non c'era verso di mandar via il sapore dalla lingua e, peggio ancora, l'odore dal naso. Sentí lo schifo in gola e le vertigini. Sentí l'osso spezzarsi. Sentí qualcosa smuoverlo dentro, nonostante avesse la spina staccata. Sentí quelli nell'altra stanza scambiarsi commenti inutili: Sentí spalancarsi un vuoto, ma non sul futuro, che vuoto lo è quasi sempre. sentí urlare. Sentirà i rumori del padre, nell'altra stanza, e andrà a mettersi sulla soglia, contro lo stipite. Sentirono Brown imprecare dall'atrio, son-of-a-questo e son-of-a-quello. Sentiva di non potersi avvicinare di piú, di dover mantenere una distanza, la certezza di quello che doveva fare. Senza abbassare lo sguardo, Rizzi s'appoggiò il drappo sulle spalle. Senza cappello. Senza dubbio ci godeva. Senza dubbio. Senza dubbio. Senza eccessi, senza pretendere di stare al passo coi ragazzini, ma senza nemmeno lasciarsi mettere agli angoli. Senza esagerare, per carità, ma in qualche modo ci era affezionato. Senza esagerare. Senza fermarsi, un pensiero ad alta voce: Senza gli americani e i russi il tè avrebbero dovuto servirlo a Himmler, mentre nella stanza accanto quel maniaco di Goebbles seviziava la loro orrenda principessina. Senza il mio permesso. Senza nulla da opporre. Senza rituali e simboli comuni, senza un garante della coesione della comunità, saremmo finiti. Senza smettere di picchiarsi fissò gli occhi sulla sorella: Senz'altro troppo. Seppie e compagnia inondarono i fornelli. S'era trovata una via d'uscita alla Houdini (il mago, non il fruttivendolo della Cirenaica): buttato giú un muro, erano scappati dalla parte del canale, lanciando fumogeni per coprire la ritirata e dividendosi in piccoli gruppi. Serissimo. Serrò le banconote stropicciate nelle tasche e pregò sua madre in cielo che tutto filasse liscio. Serviti i due inglesi e se stesso, Cary fu tutto orecchie. Serviva a guadagnare due minuti, il tempo di inventarsi qualcosa. Serviva un nuovo punto d'origine. Settantacinque parti di nitrato di potassio. Settantadue ore di puro panico. Sette ore piú tardi, ancora molto confuso, Pierre scenderà sulla spiaggia per un sopralluogo. Sfila le cuffie, richiude la valigetta e attraversa di nuovo il parco con passo leggero. Sfilerebbe il coltello allacciato alla caviglia per staccare patelle dalla roccia. Sfilò dalla cartelletta i fogli e la stilo che gli aveva regalato Angela. Sfoderare un sorriso da amicone, raggiungere il testa di minchia riverso bocconi al centro del salone d'ingresso, illuminato come Times Square a Capodanno, aiutarlo ad alzarsi, ricomporlo, continuare a sorridere, pacche sulle spalle, - - "Sal, ma che combini? Sfoglierà le pagine nella speranza di trovare qualche traccia del proprietario, surrogato anche piccolo di un autografo vero e proprio. Sfruttò una piroetta per girarsi a guardare. Sfuggí alla presa con uno strillo infastidito. Sganciò la cornetta e compose il numero della teleselezione. Sganciò la ruota di scorta e la appoggiò sul sedile posteriore. Sgombrato, il cervello si ritrovò con un nuovo inquilino. Sguardi convinti. Sguardo da cui il sarcasmo tracimava, ogni centimetro cubo del corpo intento a digerire la cena. Sguardo duro, lineamenti scolpiti nel marmo. Sherlock Holmes bofonchiò qualcosa, poi riprese: Shit! Si abbassò di lato, la guancia contro il volante e appiattí l'acceleratore. Si abbassò, prese fiato, provò a mirare. Si abbracciano e sorridono, e sopra, col pennarello, c'è scritto: Saluti dal Nuovo mondo a tutti gli amici del bar Aurora. Si accese una sigaretta e osservò Grant che ripassava il copione. Si accoccolarono sul divano e lui la cullò dolcemente, cercando di farla addormentare: Si accorse di avere i pugni stretti e i denti serrati. Si accorse di pensare a lui come a un ragazzino. Si accorse subito che al suo passaggio gli sguardi si abbassavano, per trasformarsi in sbirciate dietro le spalle. Si addormenta. si affrettò a commentare Walterún, facendo la presa col Bégato. Si aggirava per la stanza col passo ballerino. Si aggiustò la cravatta, lanciò un'occhiata intorno, e fece cenno a uno tra i tanti lí in giro. Si allontanò, lasciandolo lí, in piedi, un relitto incagliato tra le tombe. Si alza con un piccolo scatto, tira su le braccia e strilla: Si alzò e raggiunse il telefono. Si alzò in piedi, incredulo e arrivò alla porta dell'ufficio. Si alzò, gli strinse la mano e si allontanò a passi corti e rapidi. Si alzò, infilò la giacca, depositò i soldi sul tavolo e uscí senza salutare nessuno. Si alzò, raccolse la valigia e aprí la porta di casa. Si alzò, ricevette la pacca d'incoraggiamento di Brando e partí all'attacco, una mano in tasca e la camminata sciolta. Si alzò, spazzò l'impermeabile, accartocciò il sacchetto. Si andava certo fuori Roma. Si aspettava che Odoacre accennasse all'incontro con Dall'Oglio. Si aspettava frasi illuminanti sul rapporto medico-paziente. Si aspettava la predica sulla fiducia. Si attendono il presidente Einaudi e Scelba. Si avviarono verso l'ingresso e Pierre l'aiutò col cappotto. Si avvicina al blocco di scogli che lo separa dall'altra spiaggia e sbircia oltre la roccia. Si avvicinò rasente al muro fino alla porta e sbirciò oltre lo spigolo. Si avvicinò. Si avvicinò: Si avviò verso la porta. Si bloccano, immobili. Si buttarono tutti a terra, le mani sulla testa, il fiato sospeso. Si capisce che vorrebbe parlare, ma finché c'è Benfenati non si azzarda. Si capiva bene che i registi volevano suscitare la compassione del pubblico. Si chiamano Elafiti, una decina di piccole isole tra l'estremità orientale di Mljet e il porto di Dubrovnik. Si chiamava Eloisa, e aveva percorso la tratta Indocina-Italia in due mesi. Si chiamava La nosé di Gianpolsàr, come diceva lui, ma sulla copertina c'era scritto La nausea, e forse la faceva pure venire. Si chiamava Mona, che su nel Veneto significa proprio quella cosa lí. Si chiamava Pierino Addobbati, si disse che era figlio di un medico esule da Zara. si chiede Clapas], insieme vanno all'Hotel Lux di Mosca, nel corridoio tappezzato di ritratti di Stalin vengono coinvolti in una sparatoria, arrivano poliziotti in costume Luigi XVI, arriva Robespierre che strappa le parrucche e dice loro: si chiede il dottor Clapas], poi accetta perché Elsie lo rimpinza di germe di grano allucinogeno, cosí Cary deve partire per un lungo viaggio, apre l'armadio a muro e dentro c'è un quebecchese nudo con al collo una cravatta regimental, il quebecchese è il sosia di Cary e sta chiacchierando con Josip Broz detto Tito ["Che diavolo c'entra Tito?" Si chiedono che cazzo sto facendo. Si chinò su di lui. Si comincia cosí, a diventare grandi attori, sono queste le occasioni che ti aprono le porte di Cinecittà, sissignore, Salvatore Pagano, quello della lotta nei fiori, proprio io, una scena epocale, indimenticabile, storica. si concentra sulla giocata, poi riattacca. Si concentra un secondo, poi scatta, Mauser spianato in avanti, pronto a colpire. Si concentrò, chiamò in causa San Cary e disse: Si concesse un lieve sorriso mentre guardava i lampioni brillare nella sera moscovita. Si consolava ripensando alle glorie passate e ogni tanto, per non lasciar morire la speranza, sbirciava fuori dalla porta in attesa che qualcuno si prendesse cura di lui. Si dedicò ai nipoti anima e corpo, senza confonderli coi figli che non aveva. Si dice che Lucania sia pure implicato nel contrabbando di sigarette da Tangeri all'Italia o di aver finanziato quest'attività. Si dichiara ammiratore di Ho Chi Minh ed equipara la Legione straniera alle SS di Hitler. Si diede ancora cinque minuti. Si dimenava, mentre Palmo tornava bestemmiando verso il camion, il fucile in mano e la peste stretta al braccio. Si direbbe che hai fatto colpo. Si direbbe che, potenzialmente, sei piuttosto ricco. Si direbbe piuttosto uno che scappa. Si diresse al camion. Si diresse alla finestra sbirciando attraverso le persiane socchiuse. Si disse che era la curiosità di vedere la corsa, ma sapeva benissimo che era paura. Si distese sulla sedia e fece schioccare un paio di volte l'accendino americano. Si è solo un po' agitato, ogni tanto gli succede, adesso gli diamo questa medicina speciale e gli passa. Si era dato da fare. Si era dovuto togliere i guanti e adesso quasi se ne pentiva: il freddo era intenso. Si era in tanti, a Bologna. Si era informato, se ne intendeva. Si era negato in quanto proletario, e ora faceva sognare milioni di persone. Si era presentato: Si era segnato qualche impressione e si apprestava a tramutarla in versi. Si era sentito ripetere che gli italiani avevano portato il crimine organizzato in America, eppure anche sotto quell'aspetto il Belpaese sembrava piuttosto antiquato. Si era trasformata in paura, sull'isola di Šipan, quando gli avevano sparato dietro e aveva dovuto improvvisarsi centometrista. Si erano accordati per una sorveglianza discreta e distante. Si erano conosciuti ai corsi serali. Si erano fatti le ossa e guadagnati i galloni in Corea e adesso volevano dire la loro. Si erano paracadutati sul quartier generale di Tito nella notte tra il 27 e il 28 maggio. Si erano presentati lí chiedendo di lui. Si fa cosí e basta. Si fa per dire. Si faceva imporre le mani da Justine. Si fece passare la linea. Si ferma la musica e anche gli orologi. Si ferma. Si fermarono per applaudire l'orchestra che aveva terminato il pezzo. Si fermò al tavolo del tarocchino: Si fermò con una mano alzata, il giornale stretto nell'altra, lungo il corpo. Si fermò davanti a loro e resse gli sguardi senza batter ciglio. Si fermò e accese una sigaretta con tutta calma. Si fermò un attimo sulla soglia, scrutò la sala con sguardo intenso, aspirò una lunga e pensosa boccata di fumo poi criccò fuori la cicca chiudendosi la porta alle spalle, un attimo prima che Garibaldi sbottasse: Si fermò un attimo, un'occhiata ai fiori della terrazza. Si finisce con l'incontrare la gente piú strana. Si fissarono ancora per un lungo minuto. Si fotteva due volte al giorno con due fimmine diverse, che l'occhio mi cascava flaccido ma la nerchia stava ben alta e ritta. si fregò le mani Bottone in gran sverzura, si frugò in tasca e tirò fuori la copia di Casino Royale. Si frugò le tasche per essere certo di avere il biglietto, inforcò la bicicletta e partí di scatto in direzione di via Ugo Bassi. Si gira su un fianco, le si scoprono le gambe, un terremoto di carne. Si girò per afferrarlo, per disintegrare quel pazzo coglione, ma don Salvatore Lucania, conosciuto in tutto il mondo come Charles "Lucky" Luciano, lo fulminò con lo sguardo: Si godono il tramonto a bordo piscina, Cary e il suo vecchio amico. Si guardò intorno, per essere certo che quel poveraccio di Nosé non si facesse vedere. Si guardò intorno, tutti lo fissavano. Si guardò intorno. Si guardò nello specchio, sciolse i capelli e ritoccò il trucco. Si guardò nello specchio. Si improvvisavano impresari cinematografici: un film sulla lotta di liberazione jugoslava! Si incamminarono lungo il sentiero che accedeva alla città romana, Luciano in testa con il suo ospite. Si incamminò lungo il vialetto, Si incamminò lungo la strada e sparí dietro il primo angolo. si inchinò Sticleina davanti a una moretta prosperosa, con fare da conquistatore navigato. Si infilò la sacca sotto la pancia e afferrò la pistola con la sinistra. Si inginocchiò dietro l'apparecchio per vedere se la plancia si poteva riagganciare. si inserí Garibaldi. si inserisce il postino sorseggiando l'amaro. Si interruppe un attimo per abbassare il finestrino. si intromette Garibaldi, Si lasciò scuotere dai brividi, incapace di trattenerli. Si lasciò travolgere dal ritmo, piú sciolto che mai, rapido e coordinato, leggero come una piuma, la gente applaudiva... Si lavò la faccia con l'acqua gelata e rimase a guardarsi nello specchio, la bocca e il mento striati di sangue. Si lavò le mani, le asciugò con cura, stirò i baffi sottili e si aggiustò il bavero. Si lecca via un dente e prova a parlare. Si limitava a versare il tè, ad annusarlo, a sorbirlo con sguardo perso. Si mise da parte a guardare i lupi sbranarlo. Si misero davanti alla porta, come un picchetto. Si moltiplichi l'effetto per decine e decine di esemplari, e s'otterrà una lieve onda cangiante, su cui la luce si frange e le schegge rimbalzano in mille direzioni. Si parte con un dosaggio un po' alto, poi si scende, fino a trovare la quantità giusta, che faccia effetto senza arrecare danni all'organismo. si passò le mani sulla faccia, come se si sentisse colpevole. Si passò una mano sulla bocca: Si passò una mano tra i capelli. Si pentí subito di avere pensato una cosa del genere. Si piegò per costeggiare l'angolo, senza accelerare, contorcendosi e soltanto alla fine tirandosi dietro le gambe. Si poteva quasi finire cosí. Si poteva sfruttarla per parlare delle genti italiane, distanti, ma vicine, sull'altra sponda dell'Adriatico. Si prese cura di tutti senza essere invadente. Si profilava la grande occasione. Si prova a far funzionare il televisore. Si può essere gelosi del proprio dolore. Si può fare colazione di notte? Si può pensare a una scena piú surreale? Si può resistere alla doppia tentazione di salvare un'antica leggenda e avverare il sogno di un moribondo? Si può rompere il naso a un infermiere? Si può trasformarlo, farlo diventare una leva. Si rannicchiò sul gomito che aveva sbattuto sul pavimento. Si rese conto che non poteva andarsene cosí, senza dire niente. Si respirava la possibilità di qualunque avvenimento, specie quando scendeva la nebbia, simile al fumo di ghiaccio secco che i prestigiatori usano per rendere piú spettacolari i loro numeri. Si ricordava ancora che quando i tedeschi gli avevano sparato lui aveva pianto di rabbia e di orgoglio. Si ricordò perché la chiamavano la mano del morto. Si rientrerebbe nella categoria 3 dell'art. 181, riguardante persona che svolge e intende svolgere attività criminali dannose agli interessi nazionali italiani. Si risveglia. Si ritrovarono al terzo ballo senza accorgersene, per il puro piacere di ballare. Si ritrovò a fissare le ultime stelle che si spegnevano, lassú in cima. Si ritrovò a trasalire per i fruscii degli animali che razzolavano sotto i pini marittimi. Si rivolse all'altro: Si rivolse all'interprete: Si sa che i nomi francesi... Si sarebbe vendicato? si scalda Bottone. si scalda Garibaldi. Si schierarono proprio quando Pierre era sicuro di avercela fatta. Si sdraiava in un angolo, tra le stie dei polli e abbassava la testa. Si sedette, la testa tra le ginocchia. Si sedettero con una caraffa di vino, Pierre con lo sguardo sulle scarpe, gli altri tre che occhieggiavano intorno in cerca di pastura. Si sedettero di fianco a lui, sulla panchina, guardando i cigni. Si sente bene. Si sente bene. Si sentí perduto. Si sentí ribollire il sangue e fischiare le orecchie, come una pentola a pressione. Si sentí vecchia, come avesse vissuto il doppio. Si sentiva diverso, in mezzo alla pineta e alle zanzare, insieme a quel Robinson dall'aria truce. Si sentiva male, il rimorso attanagliò lo stomaco, un brivido la scosse. Si sentiva un pioniere. Si sentiva vittima di un copione in cui tutti avevano una parte e lui nemmeno una battuta. Si sentiva vivo, per la prima volta fuori dal bar, dalla balera, dalla vita che gli avevano consegnato. Si sentivano delusi e traditi: il sovrano era caduto dal trono senza che nessuno lo spingesse. Si sforzava di apparire disinvolto, come nei teatrini parrocchiali di Montreal, ma la casa di Palm Springs non era la stessa cosa. Si sforzò ancora, un lungo respiro. Si sforzò di non fare rumore, come sempre, per non svegliare Nicola. Si siede. Si soffermò sulla maglietta attillata e i pantaloni stretti. si sorprese Garibaldi. Si sospetta fosse "in missione" fuori città per conto di Lucania. Si sporse in avanti e riabbassò lo sguardo: Si sporse in avanti tra i sedili e indicò al tassista il viale alberato sulla destra. Si spostò nel retro e aprí il lucchetto di una cassa di ferro. Si sta perdendo il tramonto spettacolare. Si stampò quei volti nella mente. Si stese lungo per terra e cominciò a strisciare piano, un centimetro alla volta. Si strinse nel cappotto e fece di tutto per scacciare l'immagine dei quattro tedeschi che urlano come maiali, mentre Robinson li scanna uno dopo l'altro. Si strinsero la mano come vecchi amici. Si strinsero la mano. Si strinsero la mano. Si strinsero la mano. Si strofinò la mano sulla gaggia ruvida, il mento sicuramente piú pronunciato di quello dell'attore. Si stropicciò i baffi e saltò i convenevoli: Si tolse di tasca un taccuino rilegato in pelle nera, scribacchiò un appunto, poi riprese: Si trattava di fargli capire dove stava la convenienza per la Jugoslavia: con l'Unione Sovietica e i paesi fratelli. Si trattava di incastrare un equivoco agente comunista, Le Chiffre, tendendogli una trappola nel casinò di Royale. Si trattava di individuare l'obiettivo, intercettarlo, quindi trasferirlo su una nave mercantile bulgara in rotta per Malta. Si trattenne. Si volta verso Garibaldi e scuote la testa. Si voltò verso di lei: Si voltò verso il Cavalier De Dominicis e disse: Si zittí, come se aspettasse una risposta. Sí, a volte Brando era insopportabile. Sí, aveva avuto modo di prepararsi. Sí, c'era ancora bisogno di lui. Sí, cominciavano a pesare, per lei non era facile, era una follia, ma anche una boccata di aria nuova, di gioia e di passione. Sí, coraggio ci vuole, c'ho la gola secca, mi fa male l'occhio, coraggio, vai, puzzo pure. Sí, le voci girano. Sí, non aveva tutti i torti, ma non gli piaceva che Ferruccio, il fratello minore di Angela, venisse chiamato "spastico" o "poco normale". Sí, ok, Bologna. Sí, poteva essere il 2, il 3 di giugno. Sí, poteva funzionare. Sí, senza dubbio era meglio cosí. Sí, sí, un giro. Sia chiaro che queste cose le dicevano in sua assenza, per non rimediare un fracco di botte. Siamo dunque di fronte a una nuova manovra dei soliti incoscienti destinata a cadere nel ridicolo perché chiunque avesse voluto interpellare un qualsiasi onesto abitante di Marzabotto o, quanto meno, qualche persona reduce da quei luoghi, avrebbe appreso l'autentica versione dei fatti. Siamo in pochi, noialtri che restiamo anche a mangiare. Siamo molto felice. sibilò. Siccome fa strano che "u cchiú grande boss dei boss" viene scarcerato accussí dalla sera alla mattina, mettono in giro la voce che ho reso dei servigi al Paese, parlando coi picciotti locali per favorire lo sbarco degli Alleati in Sicilia, quindi mi ricompensano con la libertà e il rimpatrio. Siero caldo inizia la corsa. Siete una persona buona, di quelle che si incontrano di rado nella vita. Sigaretta di rito, angolo buio di cortile interno, occhiata in strada oltre il cancello aperto. Sigaretta fumata con un lungo bocchino. Sigarette americane, accendisigari a gas liquido a retrocarica Ronson, whisky di varie marche, e orologi patacca con cui le mezze calzette della via Emilia avrebbero alleggerito i portafogli di tanti gonzi. Sigarette? Significava "non preoccuparti per me". Silenzio improvviso. Silenzio. Silenzio. Silenzio. Silenzioso peto di beatitudine. since love looked up at me. Singapore? S'innervosiva per un nonnulla, aveva paura dei tuoni, una volta aveva anche dato un ceffone ad Angela, e c'erano invece dei periodi che non si alzava mai dal letto e non voleva piú parlare con nessuno. Šipan Šipan appare piú semplice, ma tutta da inventare. Šipan, 1 maggio Šipan, Lopud e Kolocep sono le uniche abitate. Sir Alfred Hitchcock dice: Sir Charles riaccese la pipa tirando lunghe boccate e offrí un sigaro a Cary. Sir Charles rise forte, per l'imbarazzo, forse, o per scarsa consuetudine all'umorismo. Sir Lewis abbozzò: Sir Lewis annuí irritato: Sir Lewis e Raymond fissarono Cary. Sir Lewis incrociò le dita, appoggiandosi allo schienale della poltrona: Sir Lewis lasciò la parola a Raymond. Sir Lewis raddrizzò la schiena: Sir Lewis riprese a parlare con estrema calma: Sir Lewis scambiò un'occhiata con Raymond, questi annuí e disse: Sir Lewis si concesse un lieve sorriso: Sir Lewis si fermò per un secondo e riprese con qualche difficoltà: Sir Lewis si girò verso Raymond con malcelata contrarietà. Sir Lewis si riadagiò sul sofà, mentre Raymond accompagnava l'imprecante Brown all'uscita. Sir Lewis si risistemò la giacca, poi annunciò con tono solenne: Sir Lewis, alto circa sei piedi, sulla sessantina. Sir Lewis, scegliendo il registro dell'adulazione, fece riferimento ai "passati servigi" resi a Sua Maestà, al patriottismo dimostrato durante la guerra, agli interessi della Corona. Sistemare il carico e via, senza indugi, niente fermate, lui davanti e Palmo al seguito, anche dodici ore di fila. Sistemò i capelli e comparve sullo spiazzo polveroso. Sistemò i pochi vestiti nell'armadio, cambiò camicia e scese da basso. Siti dedicati: Slega la cravatta comprata da Brooks Brothers. Slittò a destra. Slittò a sinistra. Smise. Soffocò il mozzicone nella polvere, arrivò al cancello, fece dietro front. Soffre in silenzio, sofferenza composta, grave, da uomo tutto d'un pezzo. Soldati e marinai, schierati, folla trepidante da una stazione ferroviaria all'altra. SOLDATI ITALIANI! SOLDATI ITALIANI! SOLDATI ITALIANI! SOLDATI ITALIANI! Soldi a vagoni, nemmeno sapresti dire quanti, uno strano gioco, la ferrovia, dove bisogna fare sempre nove, e quel cinese, che perdeva, perdeva, senza fare una grinza, e che i cinesi fossero tanto ricchi non l'avevi mai sentito dire, come minimo doveva essere il Re del Siam. Soldi gestiti dallo studio Davies, Kirby & Karath di Londra. Solide relazioni politiche. Solita espressione dura, ma muscoli della mandibola contratti e dita a picchiettare una coscia. Solita risposta: nessuno ha detto che tuo fratello è scemo. Sollevò la serranda quel tanto che bastava per scivolare dentro, mentre in fondo alla via comparivano i fari di un piccolo camion. Solo al secondo sollevò la testa e gli lanciò un'occhiata assente. Solo che voglio partire al piú presto. Solo in quel momento Cary notò i mocassini, penny loafers marrone che facevano a pugni con tutto quello che indossava. Solo l'istinto giusto. Solo mangiarsi le unghie e due parole. Solo nel tragitto da Trieste alla frontiera, l'auto messa a disposizione dal Gma aveva forato, rischiato d'investire un ciclista ed evitato per miracolo il frontale con un camion. -Solo nella via qua ce ne stanno quattro o cinque: Capucchiella, il Coreano, Peppino Sciacquapalle... Solo per indulgenza verso il prossimo, evitava di assegnare il cento per cento di probabilità alle diagnosi. Solo per questo accettò che scegliessero per lui. Solo per rimanere all'aspetto ludico e popolare, non vi è sagra, festa patronale o fiera, paesino di montagna o metropoli internazionale che non abbia il suo evento condito di scintillanti luminarie pirotecniche, con meraviglia dei bambini e sincera ammirazione degli adulti. Solo potenza di fuoco. Solo un cretino importante poteva reggere un simile curriculum senza sprofondare. Solo un figlio di buona donna poteva venire in un posto come quello con un'auto di lusso. Solo un istante. Solo una cosa lo manteneva lucido: la determinazione. Solo una sensazione. Soltanto due giorni prima avevano tirato la volata fino a Marsiglia, per conto di Luciano. Soltanto i baffi spioventi nascondevano in parte lo scempio. Soltanto i piú forti sopravvivono. Sono allevatori. Sono arrivati anche quelli della Sezione e gente che qui non s'era mai vista, e per la prima volta da quando lo conosciamo, Benfenati non ha detto una parola, è rimasto zitto, ad ascoltare i racconti, poi ha abbracciato Capponi e se n'è andato a casa. Sono contadini. Sono contenta. Sono di quelli che leggono lo "Stadio" tutti i giorni e si scrivono le notizie importanti su un quadernetto, per essere sicuri di non scordarsi niente. Sono in partenza per la Costa Azzurra. Sono io, Pierre. Sono l'unico che può dire di averlo piú volte contraddetto in pubblico. Sono quasi le sette, fa meno caldo, si prepara un tramonto spettacolare tra acqua e nuvole. Sono quattro. Sono qui e devo pensare a questa nuova vita. Sono rimasti a casa mia i due completi su misura realizzati da Quintino. Sono solo maldicenze, è chiaro, però è vero che è difficile sapere come la pensa su un sacco di questioni importanti, come Trieste italiana, la Germania o l'arrivo della televisione. Sono testimone del fatto che ti sei difeso, amico mio. Sono tornato. Sono tutti mammoni neri. Sono un tipo che si sa adattare io. Sono un uomo in fuga. Sono venuta da te cosí tante volte, Archie. Sono venuta da te perché tu avevi bisogno di me. Sono venuti a prendermi! Sono vostri a tutti gli effetti, regalo del Commonwealth. Soppesava le forze in campo. Soppesò uno dei panetti. Sopportava i soprusi da troppo tempo. Sopra il biglietto, poche righe e un commiato di due parole. Sopra le righe, come Cary nella versione cinematografica. Soprammobili e chincaglieria. Soprammobili rotti, dita forate da aghi, bucati azzurrini o rosa, tagli sulle mani, fazzoletti bruciati. Soprattutto non vedeva la necessità di un ufficio cosí ampio per una persona sola. Soprattutto voleva essere certo che fosse tranquillo il ragazzo. sorbí un bicchierone di succo d'arancia gelato, seguito da tre uova al prosciutto e da due capaci tazze di caffè nero senza zucchero. Sordo no, ci sentiva ancora bene. Sorrideva e gli toccava il braccio sinistro, che aveva smesso di formicolare. Sorrideva. Sorridevano verso l'avvenire. Sorrise a se stesso, riflesso nel vetro del finestrino. sorrise Ettore. Sorrise storto, il sorriso piú amaro che avesse mai visto nello specchio. Sorrise. Sorrise: Sorrise: Sorriso da imbecille e sguardo stolido su banconote e francobolli. Sorriso forzato, mano destra affondata in tasca, ricordava un piazzista al primo appuntamento di lavoro. Sorriso sardonico, sguardo soddisfatto in direzione dell'obiettivo. Sorriso. Sorte infame! Sospel era un villaggio di quattro case, lui doveva raggiungere una città, con una stazione dei treni o delle corriere e da lí andare a Parigi. Sospel, 3 luglio Sospira. Sospiro di David. Sospirò e aggiunse: Sostanza che rilassa cuore e sfintere, nettare che placa ribellioni nei muscoli, storie di fate raccontate a ossa e articolazioni. Sostenne il fratello senza fargli da moglie. Sotto la guida del Comitato nazionale sloveno liberatore tutto il nostro popolo si è organizzato in un solo invincibile Fronte liberatore. Sotto l'occupazione nazista è sopravvissuto alcuni mesi rapinando i venditori del mercato nero. sottolineò il concetto puntandosi l'indice al petto, Sovente, una gatta s'appisolava dentro McGuffin. Spagnuolo afferrò la mazzetta e contò veloce, scarabocchiò ancora qualcosa e ne strappò una striscia. Spagnuolo annuí e si rivolse al tizio che lo aveva avvicinato: Sparano dall'alto. Sparano tutti. Sparavano anche dai tetti dei palazzi vicini. Sparo ancora. Sparo? Speculando sugli incidenti da esse provocati cercano di creare fratture nella compagine governativa Spegnete gli occhi. Spegnete il giorno. Spegnete le candele della chiesa. Spegnete tutto. Spegni la macchina. Sperando di potervi incontrare ancora, Sperava almeno di potersi fare una doccia. Spero che riuscirò a dimostrarvelo. Spero che un giorno ci rincontreremo, anzi ne sono sicuro. Spie di Serov in ogni angolo, molto probabile. Spiegarglielo: Spiegò di Fefe e di Montroni, senza omettere niente, come davanti allo specchio. spiegò il professore. Spinge la porta senza riuscire a chiuderla. Spingi la porta, un'occhiata in giro. Spinte, abbracci, strattoni e non un pugno che fosse uno. Spiriti maligni usciti dalla boscaglia, Ettore e l'altro tipo avevano risposto al fuoco, Ettore aveva tirato le bombe, come quand'era nei partigiani, Ettore era morto in combattimento, gli aveva salvato il culo, a lui, Pierre, che ora se ne andava con una valigia piena stracolma di pilla, money, argent, dinero l'aveva visto, mazzette su mazzette, dollari e franchi. Sporse la testa dallo sportello. Spostava teli, apriva casse, illuminava angoli nascosti. Sprecata per un tipo come quello, che non sputava lo stecchino nemmeno per baciare. Sproloquiava solo per dare aria alla cazzo di bocca? Sputò nel fazzoletto e quando lo ripiegò era sporco di sangue. Srotolò il cellophane. Sta facendo un bordello mai visto. Sta male e avvertono Odoacre. Sta nel cortile di casa, in corso Vittorio Emanuele. Sta per sposarsi. sta quasi urlando, lancia sul tavolo il re di coppe e se lo fa soffiare da Garibaldi con un Moretto. Stacco la spoletta, mi alzo sulle ginocchia, unoduelancioBOOOOOM! Stalin è morto, io sono vivo. Stalin sembrava strozzato dal colletto della giubba. Stalin. Stanco e arrugginito, il dondolo cigolava accanto al pozzo. Stare lontani per un po' l'avrebbe avvicinata o convinta che era bene lasciarsi? Stasera vi fermate a cena da me, vi hanno informato di questo? Stava quasi gridando, tutto eccitato dall'argomento. Stava tornando a casa. Stavano giocando da dodici ore. Stavano quasi urlando. Stavano scaricando. Stavo dietro la tenda, e guardavo dalla fessura. Stavolta Cary sbottò: Stecchino fissava il pavimento, di sbieco, nel disperato tentativo di trattenersi, uno sforzo titanico che non ebbe successo: Stecchino indietreggiò tre passi, lo contemplò con la testa inclinata, neanche avesse dato l'ultimo ritocco al Mosè, si avvicinò di nuovo per inserire la spina, poi gridò un nome tipo Concetta, due, tre volte, finché nella stanza non comparve una grassona ingrembiulata che si produsse subito in una serie interminabile di critiche sulle dimensioni del nuovo arrivato. Stecchino non si perse d'animo. Stefano Francis Zollo, alias "Steve Concrete", alias "Steve Cemento", di anni 35, originario di New York, già vicino alla famiglia criminale degli Anastasia. Stefano Zollo è tuttora trattenuto dalle autorità di P. S. Stefano Zollo meritava qualcosa di meglio, ne era convinto. Stefano Zollo rimase impassibile, muovendosi solo quando Lucania decise che era venuto il momento di scendere. Stelio sfigurato, straziato, impiccato in via Venezian. Stella rossa vince. Stelle ovunque e richiami di gatta in calore. Stessa malattia: tubercolosi. Stesso errore di Hitler: blitzkrieg, guerra lampo. Steve "Cautela" Cemento in azione. Steve "Col Cazzo" Zollo. Steve Cemento è chiaramente visibile nel film Lucky Luciano di Francesco Rosi (Titanus, 1973, colonna sonora di Piero Piccioni). Steve Cemento si sarebbe dileguato per sempre. Steve Cemento sventolò le banconote. Steve il Ligio vende l'eroina del serpente, e senza che nessuno se ne accorga, vende anche la propria. Steve non aveva trascurato i particolari. Steve uscí, raccattò una grossa chiave inglese dal cofano aperto, a simulare il guasto. Sti negri, anche da vecchi, son sempre delle bestie. Sticleina portò una sigaretta alle labbra e allungò il pacchetto a Gigi. Sticleina rispose con falso rammarico: Sticleina, accentuando il suo ballare "da donna", si mise a sculettare. Stile cementifero. Stiv è ancora vivo. Stiv non era morto. Stiv poteva aver finito i colpi. Stiv sarà contento. Sto andando in Francia, Costa Azzurra. Stoompf! Storia recente. Storie da una notte. Strabuzzò gli occhi. Stracciò tutto quanto e lasciò che il vento portasse via i brandelli. Strani mattoncini. Strano il cervello: prima zero assoluto. Stratega, animale politico che segue l'usta, sente l'odore di morte: ogni volta che si menziona Stalin, lo sguardo si perde per mezzo secondo. Strategia dello struzzo. strillò il sacerdote. Stringi i denti, Steve, ci sei quasi. Strinse i denti e si ancorò forte al sedile. Strinse i denti, la raggiunse e le mise in mano un foglietto. Strinse i denti, Pierre odiava il sentimentalismo, soltanto con le donne si poteva essere sentimentali, non tra uomini, non tra padre e figlio. Strinse i lacci delle scarpe buone, non gli piaceva doversi fermare nel bel mezzo del ballo per allacciarsi le stringhe. Strinse i pugni sul manubrio, rabbia e tensione gli gonfiarono i muscoli, sbandò, riprese il controllo, una macchina suonò il clacson, Imbariég! Strinse il manico della valigia, alzò il braccio in segno di saluto e imboccò il sentiero. Strinse le labbra e aggiunse: Strinse una mano ruvida e prese posto. Strisce di giorno filtravano deboli dagli scuri accostati. Striscia fino al ferito e l'aiuta a tirarsi su, trascinandolo al riparo dalle fucilate. Strisciò la sigaretta sul muro e la infilò di nuovo nel pacchetto. Strisciò nella polvere mentre altri due colpi scheggiavano il terreno. Stronzate. Stronzi ipocriti. Stu cornutu, Siragusa, me lo volle mettere propiu all'altizza d'u culu, e Steve Cemento poteva magari essere la vasellina, gli sbirri se la giocarono a paro e sparo, ficiru 'na specie di montatura per vedere se Steve Cemento cantava, comu 'u fantinu di 'sta minchia, o chill'infame camorrista di quannu ca c'erano i dinosauri. Stuart aveva ribattuto: "E dove sono i tedeschi?" Stupefacente, se pensavi che non aveva bisogno di parlare per ordinare la morte di qualcuno, gestire il traffico di droga dal Mediterraneo al Pacifico o comprare tutte le corse del prossimo mese. Su Cary Grant (1904-86). Su certi inspiegabili fenomeni medianici. Su Frances Farmer (1914-70). Su Joe McCarthy (1908-57). Su Lucky Luciano (1897-1962). Su quasi sessanta film interpretati, quelli in cui compariva non perfettamente rasato si contavano sulle dita di una mano. Su Šipan, la maggiore, gli insediamenti sono due, Šipanaka Luka e Sudurad, sul versante opposto. Su tutto e tutti. Su tutto, costante come l'artrosi, il portafogli vuoto. Su un foglietto stropicciato ho l'indirizzo di un compagno che sta a Città del Messico. Su un quotidiano inglese. Su Wilma Montesi (1932-53). Sua cognata: una baldracca consumata dall'odio per i comunisti. Subentrò un accento italoamericano: Subito davanti a Pierre pedalava Bianchi Aristide, il piú timido, che per lui era Aramis. Subito dietro Verdi, con ai fianchi Redipuglia a precedere Lario e Augusta, Monte Allegro lungo lo steccato. Subito dietro, cinque giovani eleganti, gessato, cappello e sigaro, passeggiavano al guinzaglio altrettanti campioni di razza canina. Subito dopo la guerra qui arrivò una troupe cinematografica russa, anche loro volevano fare un film sulla nostra Resistenza. Subito prima dell'ultima porta, l'infermiere si voltò verso di lei: Successe in una frazione di secondo. Successivamente si è spostato al Sud ed è entrato nella Resistenza, tra le file dei "maquis", dove ha conosciuto J. A. Sudafrica. Sudato di filuzzi, caldo primaverile e chilometri a passo svelto. Sudore freddo. Sugano, vittima di una montatura giudiziaria, costretto a scappare in Cecoslovacchia, come tanti altri compagni. suggellò la frase con uno scaracchio nerastro sul pavimento dell'osteria. Sui gradini tutti poterono vedere grosse macchie di sangue. Sui loro volti, fastidio per la presenza dell'americano e urgenza di spiegare il motivo della visita. Sui tornanti tra Cannes e Nizza, Zollo passava in rassegna le ultime quarantott'ore. Sul cinescopio rettangolare da diciassette pollici, anche nonna Margareth, un'ultraottantenne mezza cieca, era riuscita a distinguere le poche immagini della firma dell'armistizio a Pan Mun Jon, in Corea. Sul freddo quindi, s'è raggiunto un verdetto, e allora da un paio di giorni i discorsi si concentrano sulla neve, perché parlarne significa giudicare il lavoro degli spalatori, e quindi l'amministrazione comunale. Sul lato dei dimostranti c'erano carriole, sacchi di ghiaia, qualche piccone e un cumulo di pezzi di selciato. Sul lato opposto del tavolo verde, Lucien Mariani aveva strizzato l'occhio, cominciando ad avvolgere Bao Dai in una pellicola di cazzate. Sul muro scrostato qualcuno aveva scritto SMRT FAŠIZMU con la vernice rossa. Sul piazzale sbucavano due vie, via XXX Ottobre e via Dante. Sul pulsare del basso, intricati riffs di fiati corsero velocissimi fino al primo stacco. Sul retro, qualcuno aveva riprodotto una firma decine di volte. Sul retro, una scrittura nota. Sul rettilineo, d'istinto provò i freni. Sul sofà chippendale, proprio di fronte a Cary, c'era Sir Lewis Chester Kennington, alto funzionario dell'MI6, giunto da Londra pochi giorni prima. Sul taccuino restavano ormai poche righe: Sul tavolo ovale, come ogni venerdí, teiera fumante e biscotti alle uvette. Sul taxi cercò di trattenere le lacrime. Sul taxi che la riportava a casa le era venuta voglia di piangere. Sul web vive e prospera una subcultura di fan di Cary Grant. Sulla lingua il sapore pungente del sigaro si sposava all'aroma del liquore. Sulla nave bulgara avrebbe incontrato gli altri componenti la missione: tre esuli jugoslavi esperti della zona. Sulla neve, l'unico che non dice la sua è Walterún. Sulla soglia i due uomini si guardarono per un momento, imbarazzati dall'intimità delle parole. Sulla torre, la bandiera con la medaglia aveva salutato la folla, insieme ai rintocchi della grande campana. Sull'aereo, Cary mise da parte il romanzetto e si concentrò sui dossier. Sull'altro fronte, l'arbitro sospendeva l'incontro. Sulle dissestate strade italiane, Cary aveva scoperto, all'età di cinquant'anni, che leggere in auto gli dava il voltastomaco. Sulle ginocchia, una valigetta. Sulle scale, ci mancò poco che perdesse l'equilibrio, mentre Pierre illuminava i gradini con la candela. Sulle teste della folla, bandiere rosse della Camera del lavoro, che aveva la sede a due passi e organizzava tutta la festa, con stand gastronomici, giostre ai Giardini e comizio di Montagnana nel pomeriggio. Sull'Isola di Brioni, giugno 1952: inquadrato di mezzobusto. Suo cognato era morto e lo stronzo si preoccupava delle corna! Suo fratello: un pazzo oppiomane con velleità pseudointellettuali, appassionato di intrighi. Suo padre era Ulisse, partito tanti anni prima per combattere una guerra che non condivideva, e mai piú ritornato. Suo padre rimaneva immobile, forse sentiva lo stesso magone. Suo padre Vittorio aveva dovuto chiamarlo Piero perché durante il fascismo i nomi stranieri non erano ammessi. Suo padre, la Jugoslavia, i titofascisti. Suo padre, poche parole. Suo padre. Supera cespugli di bosso e palme, per rannicchiarsi tra la siepe e la statua di Kermes, affogata di rampicanti. Superava il modello di almeno due pollici. Superò una discarica improvvisata di laterizi e pneumatici. sussurra Zhulianov agli altri due. sussurrò nel citofono. sussurrò tra sé. sussurrò una voce. Sventolava le corna. Tagliavini afferrò un tovagliolo di carta. Tagliavini allargò un sorriso. Tagliavini colse l'occasione: Tagliavini credette di leggergli il pensiero. Tagliavini sbirciò dentro. Tagliavini scelse il tono informale: Tagliavini si annusò le dita. tagliò corto Cary. tagliò corto Ettore, vedendo avvicinarsi il cameriere. Talmente grande da portarsi appresso, sollevata a poppa su due carrucole, una scialuppa a motore, grande abbastanza per quattro persone. Tante donne, ma nessuna relazione importante. Tante volte era stato sul punto di parlargli, per sciogliere il nodo che sentiva in fondo allo stomaco. Tanti saluti all'apparecchio. Tanto abitava in centro, da solo e per giunta aveva un letto a due piazze. Tanto meno in una ricorrenza come quella del Quattordici di luglio, nonostante l'orgoglio francese fosse seriamente provato dagli eventi d'Indocina, e i festeggiamenti in tono minore. tanto per cambiare Stefanelli, che gioca in coppia con il Barone, contro Melega e Bortolotti, scuote la testa, che sembra sempre voler dire qualcosa come "Ah, sapeste" o "Poveri ingenui", ma nessuno in realtà capisce cosa voglia dire. Tanto per cambiare. Tanto per non farsi notare. Tanto piú che non c'è alcuna autorità parentale a rimproverarlo e a spiegargli che non tutto è gioco e finzione, palcoscenico (vedi il riferimento a Clifford Odets) o set cinematografico (vedi il riferimento ad Alfred Hitchcock). Tanto valeva aspettare. Tanto valeva prendersela comoda. Te la ricordi Frances Farmer? Te la ricordi la storia della Adam Hat Company? Te lo farai dire da Paolino, il camallo. Teatro Empire-and-Hippodrome, si spengono le luci... Tedeschi e fascisti, colti di sorpresa, erano scappati lasciandosi dietro duecentosedici morti, parecchi feriti e i veicoli carichi di munizioni. Telepatica. Temeva sempre che il soffitto potesse crollargli addosso. Tempie brizzolate, leggero accenno di doppio mento, ma ancora me la cavo, ho una moglie giovane e bella. Tendaggi pesanti impedivano alla luce di entrare. Tentare. Tentata azione intimidatoria Tentava l'impresa piú azzardata della sua vita. Tentò ogni soluzione, compreso schiaffeggiare il povero McGuffin come un figlio disubbidiente. Terminato il pezzo, il chitarrista Aroldo Trigari si avvicinò al microfono per annunciare: Terrore. Terzo episodio, di male in peggio: Isa Miranda, con la sua recitazione tutta impostata, scatenava l'ilarità del pubblico. Terzo, almeno un locale nel raggio di cinque chilometri dove il barista non servisse bourbon invece che scotch e fosse in grado di shakerare un buon Manhattan. Tesa, impaurita. Tesoro, rischiavi di farti male, di morire... Testa che esplode. Testa di cuoio tirata a lucido. Teste dure, non vogliono capire. The Country Home for Mental Defectives, nel diroccato borgo di Fishponds, capolinea di una delle linee tramviarie di Bristol. The world has gone mad today,/and good's bad today,/and black's white today,/and day's night today... The world has gone mad today. The world has gone mad today. Things Are Looking Up. Things Are Looking Up. Thomas Mann e Bertrand Russell plaudono al coraggio del grande scienziato Thompson, bombe a mano e un lanciarazzi da segnalazione. Ti abbraccio. Ti bagni la fronte, ripassi il nome di quel tizio del camion, Ettore il bolognese, non te lo devi scordare. Ti corre incontro sbracciandosi e urlando. Ti costringono a stare in una vasca di acqua ghiacciata. Ti è mancata la tua mamma?" Ti giochi l'ultima carta, il cinema, la scena della lotta nei fiori, con quel famoso attore americano, una pellicola importante, che passerà in tutt'Italia, nel mondo, e allora chissà quanti altri registi noteranno quel ragazzo robusto, quel salto da atleta, quelle botte cosí reali. Ti ha fatto stare meglio? Ti ho visto su un giornale e mi sembravi strano, c'era qualcosa che non andava. Ti pare che uno con una barca del genere viene a farsi il bagno lí, nel punto piú deserto di tutta l'isola? Ti pare? Ti ricordi la frase di Fefe, questa mattina, che quando non c'eri tu non prendeva la medicina nuova? Ti senti in prestito, da un'altra parte, non c'è verso. Ti togli le scarpe e metti i piedi a mollo. Tipica gaffe da yankee facilone. Tira dal sigaro una lunga boccata e soffia via il fumo con sufficienza. Tira fuori le mani e aggancia l'indice di una al pollice dell'altra: Tiri il freno a mano, scendi, domandi. Tiriamo fuori la storia della Jugoslavia. Tirò fuori la camicia pulita dal sacco da viaggio e l'avvolse sulla testa per non essere mangiato vivo dalle zanzare, che continuavano a volteggiargli intorno in cerca di un varco. Tirò la giacca verso il basso, perché gli cadesse perfetta sulle spalle e fece spuntare i polsini bianchi della camicia, un centimetro, non di piú, sennò era da campagnoli. Tirò una boccata con fare pensoso e soffiò via il fumo quasi a fatica. tirò una boccata e criccò fuori la sigaretta. TITO AVANZA NUOVE PRETESE SULLA ZONA A Tito aveva perso la faccia con gli inglesi; gli inglesi avevano perso la faccia con Grant e con gli americani. Tito conclude, si fa per dire, con un accenno al sapersela cavare da soli anche quando non sembra necessario. Tito è ammirato, davvero. Tito e Cary Grant conversano amabilmente. Tito e Cary Grant. Tito era di dodici anni piú vecchio e di natali croati, ma era stato ufficiale dell'esercito austroungarico, sul fronte russo, e nel 1915 era stato fatto prigioniero. Tito lo sorprende: la konspiracija e il cinema obbligano ad adottare diverse identità. Tito può contare su quindicimila uomini male armati, stremati e denutriti, piú quattromilacinquecento feriti negli ospedali da campo, molti dei quali tirano avanti con le ferite scoperte perché non ci sono abbastanza bende. Tito racconta della sua prima visita a Trieste. Tito ridacchia e pensa alla regina cattiva di Biancaneve che interroga lo specchio. Tito ride. Tito si esprime in un inglese passabile, a parte qualche false friend: dice "anemic" anziché "enemy". Tito soffia un anello di fumo. Tito sorride, si accende una sigaretta, alza le sopracciglia interrogativo. Tito. Tito. Titoli di coda Tocca al napoletano, che li guarda entrambi, poi, trionfante, schiaffa sulla sabbia il suo bottino: Toccava a Pagano. Togliendogli l'arma dalle mani. Togliete la calamita dallo zero. Tolse l'arma dalla fondina e la lasciò cadere. Tombola, Fefe si era fissato. Tommaso liberò la zampa del colombo dal bussolotto e lesse a tutti il messaggio: Toni afferrò il foglietto, si fece versare un Pernod e si avviò verso il telefono. Toni aveva garantito per tutti e di Toni ci si poteva fidare. Toni capí e tagliò corto: Toni ha garantito. Toni il lionese era ancora piú scheletrico dell'ultima volta che l'aveva visto, a Marsiglia, un mucchio d'ossa avvolte in una sottile membrana di pelle. Toni il lionese lo aspettava a Cannes, per piazzare la sua droga. Toni il lionese scolò un secondo bicchiere e tornò al tavolo del poker. Toni intuí: Toni lo guardò, annuendo. Toni non poté fare a meno di notare che era diverso da come se l'era immaginato. Toni osservava lo spettacolo seduto dentro la macchina, guardando attraverso il parabrezza. Toni parlò al cameriere che scomparve verso il bar. Toni pensò all'altro utilizzo, meno coreografico, della povere nera. Toni queste cose le sapeva perché da sempre ammirava i giochi pirotecnici. Toni represse la tosse sentendo in bocca il sapore del sangue. Toni scolò il cognac e lo sentí bruciargli le budella come ferro rovente. Toni sorrise e Zollo aspettò che traducesse. Toni testa-di-morto fremeva per incassare la sua ultima commissione. Toni tradusse e Jo ridacchiò di gusto. Toni, prepara il cannone: tocca farci pagare anche senza la roba. Tono burocratico, adesso. Tono e parole da litigio. Topi e gatti si aggiravano intorno a McGuffin, in cima alla collina di rifiuti. Tornare a lavorare con Hitchcock era quello che gli ci voleva per ricominciare. Tornato in Croazia nel 1920, aveva svolto attività politica clandestina. Tornava a loro sorridente, ma rammentando che non avevano detto una sola parola contro i suoi persecutori. Tornavano a Bologna, da Bianco. Tornerò a far ridere la gente, a interessarla con le notizie, a commuoverla? McGuffin non aveva risposte. Tornò a pensare ai suoi cinquant'anni e si chiese quanto avrebbe potuto andare avanti ancora. Tornò accanto alla moglie quasi correndo, si afferrò il mento, piegò la testa di lato, attese. Tornò da clandestino, come un ladro, nascosto per due notti nella cantina di un vecchio amico. Tornò dentro ad acciuffare un secondo scooter, caricò anche quello. Tornò sul ponte superiore. Tornò verso Ettore con un sorriso stirato. Tra Dubrovnik e Bari 1 maggio Tra Grenoble e Cannes, 30 maggio Tra i due litiganti, ma ben lungi dal proverbiale godimento. Tra i duecento temerari circondati dal nucleo mobile, c'erano liceali, goliardi, qualche vecchio irredentista e svariati cittadini apolitici. Tra i nomi citati da Abbatemaggio, nessuno è direttamente collegabile a Luciano. Tra i picciotti non aveva mai visto uno come lui. Tra il 1928 e il 1934 era stato in carcere. Tra il 1942 e il 1944 è stato protagonista di alcune operazioni spionistiche sotto copertura per conto della Resistenza. Tra l'altro, era quella che si muoveva meglio di tutte. Tra lavare i bicchieri, riparare il rubinetto e macinare il caffè, Pierre aveva fatto tardi. Tra le gambe, la gabbietta con il volatile. Tra le numerose biografie e opere critiche, consigliamo senz'altro: Tra le persone menzionate da Rosa in quanto coinvolte nelle truffe figura Gennaro Iovene, di anni 41, veterinario dell'ippodromo. Tra loro c'era anche Ettore. Tra Mljet e Šipan, 30 aprile Tra Napoli e Caserta, 30 gennaio Tra Napoli e Pompei, 21 febbraio Tra non molto, Vic gli avrebbe fatto un cenno col capo e si sarebbero mossi, lui davanti e Palmo dietro, verso l'uscita del porto. Tra Roma e Frosinone, 31 maggio Tra Trieste e Dubrovnik, 28 aprile Tra un mese, oui. Tra un po' dovrò abbassarmi a fare la televisione. Tra un seme di zucca e l'altro gli rivolse la parola: Traditori e assassini, devono morire. Trafelato, arrivò il parroco. Tragitto studiato. Tramestio di piedi che ballano sulla tomba del tiranno? Tranquilla, piccina: anche oggi è domenica. Tranquillo. Trascinò le valigie davanti alla porta. Trasferendosi in Inghilterra non aveva rinunciato al suo hobby, era anzi diventato un importante membro della Federazione internazionale del piccione viaggiatore, fondata nel lontano 1881. Trasportato dai fratelli Capponi, come un antico faraone, l'apparecchio entra nella sala del trono. Trasporti al dettaglio e contatti. Trattare la sua partita di droga. Trattasi di: Tratteneva qualcosa dentro, si vedeva, piegato sotto un peso da scaricare senza sapere dove. Trattenne la voglia di sputare per terra. Traumi difficili da gestire, mentre si è impegnati a spiare i nazisti di Hollywood. Tre celerini già rompevano i maroni, che la sala era completa, che la si smettesse di spingere. Tre chili subito. Tre flop consecutivi al botteghino. Tre già a destinazione, piú dodici dentro il McGuffin. Tre lampi di fari. Tre ore piú tardi, qualche decina di metri sopra la spiaggia e appena un poco piú a est, Pierre si sveglierà nel letto del padre dopo una notte agitata. Tre schiene rivolte al bar del casinò, tre sorrisi e sei occhi, la varia umanità che cominciava a brulicare. Tre uomini fanno naufragio su un'isola deserta. Tre uomini li affiancarono per portare in secca la barca. Tre uomini lucertola strisciano silenziosi, coperti dai cespugli. Tre uomini trascinano in secca un grosso canotto. Tre uomini, ma forse è uno solo, moltiplicato dall'allucinazione narcotica. Tre, forse quattro. Tre, quattro bicchieri. Tremava. Trieste, Italia - la gioia arresta il cuore che vaganti genti addita per esse la Patria è ormai romita e oggi dovrebbero aver festa. Trimane dice che partí assieme a 'u carusu di Agnano. Trimane mise in moto e Zollo lo raggiunse. Trimane richiamò la sua attenzione su un tizio ben vestito, cappello, sciarpa e cappotto, in mezzo alla folla di allevatori e cafoni. Trimane si accese una sigaretta. Troppa acqua fredda fa male e se la bevi ancora cosí in fretta non te ne dò mai piú. Troppe volte ha studiato quei tratti nelle fotografie e sul grande schermo, centimetro per centimetro, per carpire il segreto dello stile perfetto. Troppi americani del cazzo. Troppi dannati errori. Troppo difficile? Troppo pericoloso, merda! Troppo rischioso, ne avevano già beccati un paio, con quel metodo. Troppo rischioso. Troppo tardi. Trovarono un tavolo in angolo, minuscolo e appartato, sedettero e ordinarono due cognac. Troverete il vostro posto". Trovò Ettore che portava due taniche di carburante verso il camion. Trovò un posto a sedere nelle tribune piú alte. Tu da una parte, io dall'altra. Tu gli rimproveri di averci mollato qua, che io avevo tredici anni e tu ventuno. Tu hai ragione a fidarti di lui, tu lo conosci, ma io volevo vederlo in faccia, volevo sentirmelo dire: non ho sospeso la cura a Ferruccio. Tu non l'hai mai detta, quella frase. Tu porta i soldi, la roba c'è. Tu questo sostituto nemmeno lo conosci. Tu sei una donna, tu puoi soffrire e abbandonarti al dolore. Tu vai a nord, io a sud. Tu vai al freddo, io al caldo. Tu vai oltremanica, io oltre le Colonne d'Ercole. Tua madre in manicomio. Tua madre. Tuo fratello, tuonò lo speaker. Turisti? tutta la mano afferra il dito medio, Tutta Montreal a vederlo, sera dopo sera. Tuttavia nessuno si lamentava, perché era l'occasione di invitare a ballare qualche bella fanciulla, e la maggior parte della gente andava lí per quello. Tuttavia si ritiene che proprio per questo siano perfetti per il compito che dovranno svolgere. Tuttavia un margine per ragionare lo si poteva ancora cercare. Tuttavia, aveva una tecnica per riconoscere gli imbecilli. Tuttavia, McGuffin serviva a qualcosa. Tuttavia, nuovi elementi a carico dello Zollo, permetterebbero di prolungare il fermo, la qual cosa ritengo essenziale per la fase attuale dell'Operazione Luciano. Tutte e due le volte ti salvano il culo i partigiani. Tutte le volte che saliva sul camion a fianco di Ettore, Pierre rivedeva, come dall'alto di una torre, i sentieri tortuosi che lo avevano portato lí, sempre piú lontano dalla vita "normale", da ciò che le brave persone considerano lecito. Tutte quelle attenzioni lo deliziavano, ma ancor piú amava ribattere ai commenti malevoli. Tutti a casa. Tutti al Ministero sapevano che una convocazione personale del presidente del Comitato significava un grosso incarico in vista. Tutti gli assediati furono arrestati e trascinati via. Tutti gli occhi conversero rapidamente sul tavolo e il gioco. Tutti gli occhi su di loro: perfino quelli di Cary Grant, Alfred Hitchcock e di quella gran femmina, Grace Kelly. Tutti i cortei sarebbero confluiti sotto il comando di polizia. Tutti i giorni faceva sessanta chilometri di bici per venirsi ad allenare a Bologna, alla mitica "Sempre Avanti" di via Maggia, società di gloriose origini socialiste. Tutti i lunedí, a Villa Azzurra, faceva il giro delle camerate e offriva sigarette ai malati, agli infermieri, ai dottori. Tutti lo guardavano, ma era l'ombra del generale Serov che vedevano riflessa sul muro. Tutti meno Rizzi e Pinamonti. Tutti noi abbiamo la coda di paglia. Tutti quei bambini che saltavano, gridavano, correvano indemoniati su quei carretti di legno con sotto rotelle di ferro inchiodate alla meglio, gli davano l'ansia, una cosa sottile, come il male che si era portato via parte della sua famiglia e molti compagni, che nemmeno il Thompson ben riposto sotto il sedile di guida riusciva a placare. Tutti ricordarono il suo nastrino tricolore all'occhiello imbevuto di sangue. Morí anche Antonio Zavadil, cameriere marittimo di sessant'anni, un oriundo ceco naturalizzato triestino. Tutti sanno che ha combattuto. Tutti si segnarono. Tutti, ma proprio tutti, guardarono i tavoli dello chemin. Tutt'intorno, puzza di "montone arrosto". Tutto calcolato. Tutto deve ricadere su quel delinquente. Tutto già visto. Tutto il necessario per un'attività redditizia e di sicure prospettive. Tutto il resto, è opinione: la moglie di Montroni, i soldi di Pierre, l'anno piú freddo. Tutto intorno il brusio cresceva. Tutto per arrivare a Berlino prima di loro. Tutto per tutto. Tutto quanto serviva a raffinare la morfina base e ricavarne eroina. Tutto quel litigare per le briciole: insopportabile. Tutto questo prima di compiere trent'anni. Tutto regolare. Tutto senza spendere una lira. Uccidere un uomo a sangue freddo. Uguale a diciassette anni prima, gli stessi capelli biondi, le sopracciglia rasate, il corpo non ancora violato, avvolta in una specie di sudario. Ultima corsa, Steve, ultimo rettilineo. Ultima inquadratura: lo zotico in primo piano ha i baffi a manubrio piú incredibili che si siano mai visti. Ultimi dettagli di un piano improvvisato che sta andando miracolosamente a buon fine. Ultimo giro di roulette. Ultimo sguardo alla donna che avresti amato. Un altro brandello. Un altro lavoro per Steve Cemento. Un altro paese di buzzurri e pecorai come quello che abbiamo lasciato. Un altro pianeta. Un altro poco di Gragnano. Un altro silenzio. Un ambiente elegante. Un americano, un tedesco e un napoletano. Un angolo buio. Un animale che vuole che lo guardi mentre caga. Un animale. Un anno che cambiava faccia al mondo. Un antifascista, sicuro, allontanato dall'università per troppo amore della letteratura americana e troppo poco per la camicia nera. Un attimo dopo lo stronzo non spara piú. Un attimo dopo si ritrovarono in sella, sulla strada, coi cappotti rimboccati sotto il sedere per non farli finire in mezzo alle ruote. Un attimo dopo vide una testa sporgere da sotto il camion. Un attimo prima di addormentarsi, riuscí a cogliere l'inizio di un lungo monologo. Un attimo prima di toccare la porta, facce rugose si alzarono dal gioco, una tazzina di caffè rimase a mezz'aria, lo strofinaccio si bloccò nel bicchiere. Un bacio, piccolo cosí, niente di importante. Un bacio. Un bel botto variopinto che colora il cielo. Un bel botto variopinto che colora il cielo. Un bel problema. Un bifolco megalomane che si credeva lo Zar di tutte le Russie, solo perché aveva in tasca qualche ufficiale e smerciava droga alla testa di una banda di tagliagole. Un bluff spericolato. Un braccio frustò l'aria per allontanare la proposta: Un branco di cani banchettava su una carcassa. Un brindisi per Steve Cemento. Un brutto sogno da cui non poteva risvegliarsi. Un buco faceva da porta. Un candidato interessante, senza alcun dubbio. Un cane in chiesa, sull'aiuola di rose e petunie. Un cane spelacchiato attraversò il fascio di luce di un lampione, un'ombra solitaria nel deserto del porto. Un capolavoro. un cenno accarezzò tutte le accompagnatrici. Un cenno distratto con la mano in quella direzione: Un certo Ettore, un certo camion. Un chilo d'oppio diventa cento grammi di morfina che diventano centoventi di eroina pura che si mescola a talco, polvere di gesso, chissà cos'altro. Un chiodino rimase penzoloni sul labbro. Un colpetto sotto il tavolo raggiunge lo stinco del nostro emigrante. Un colpo d'avambraccio la spalanca di nuovo. Un colpo secco. Un compendio della guerra di liberazione jugoslava si soffermava per molte cartelle sulla Quinta offensiva tedesca contro l'esercito di Tito (accerchiamento dei territori liberati del Montenegro e dell'Erzegovina, maggio-giugno 1943). Un cretino. Un difficile rapporto con Archie, che usava il suo stesso corpo e tornava a reclamarlo nei periodi di crisi e disorientamento. Un difficile rapporto con Elsie, ricomparsa a sorpresa quindici anni prima. Un discorso del maresciallo a Celje Un diversivo che gridava "mio" dalla prima all'ultima riga. Un divo di Hollywood, su una spiaggia sperduta della Dalmazia, inseguito da tre loschi figuri. Che altro può essere se non un film? Un errore? I Un espatrio clandestino, senza documenti, sulla barca di un contrabbandiere, poi la cantina del bar trasformata in deposito di sigarette americane, poi Genova, il furto all'archivio di Villa Azzurra e adesso quest'altro viaggio che lo stesso Ettore definiva "rischioso". Un fantino, Vittorio Rosa, avrebbe fatto il doppio gioco con Lucania in occasione di una corsa di cavalli. Un filo di sarcasmo attraversava la domanda. Un folto gruppo di persone chiacchierava di fronte alla chiesa dei Servi, mentre altri, sotto il portico, allungavano il passo verso la messa. Un forno di quattrocento metri quadri. Un freddo cosí solo i piú vecchi lo ricordano, roba di molto prima della guerra, quando tanti di noi erano appena nati. Un fucile scivolò di mano. Un genio, Frankie. Un gettone. Un giorno del '45 arrivò una lettera dalla Jugoslavia e Pierre scoprí che il padre era un eroe di guerra. Un giorno lo capirà anche Djilas: la Lega dei comunisti jugoslavi governa questa repubblica col consenso dei popoli che l'hanno fondata, un mosaico di razze, culti, tradizioni. Un giorno scriverò un libro. Un giorno, alla fine del '47, aveva conosciuto Odoacre, già da anni un medico rispettato. Un giovedí sera, that's right, quando la vidi per la prima volta, nel club, doveva essere un giovedí sera. Un immigrato italiano nelle miniere del Belgio si è sposato per procura con una ragazza calabrese. Un istante prima che la polizia facesse irruzione, l'architetto e il professore s'erano nascosti in un confessionale. Un lampo di abbaglianti salutò l'ingresso del camion. Un lampo. Un levriero afghano color champagne, un dalmata, un vitello alano nero fumo, un dobermann di nome Anubi e un labrador irrequieto. Un libro. Un lungo elenco di medicinali, somministrazioni e dosaggi, con accanto le firme dei dottori. Un McGuffin Electric Deluxe non è un semplice accessorio, ma parte integrante dell'arredamento di una casa moderna: largo la bellezza di ventotto pollici per ventiquattro di altezza, con cinescopio rettangolare da diciassette, è disponibile in diversi colori per meglio adattarsi al tono della vostra mobilia. Un mese e sarebbe tornato con tutta la partita. Un messaggio dell'amico McCullock, che lo invitava a trascorrere l'estate nella sua residenza di Arklow, Irlanda, sul canale di San Giorgio. Un metro e ottantacinque per novanta chili, spalle quadrate, petto ampio. Un metro piú in là, intanto, uno squarcio mostruoso spaccava in due la faccia del suo gemello. UN MISTERIOSO OSTACOLO RITARDA LA SOLUZIONE PER TRIESTE Un misto di pesce, nafta e sudore. Un modo bizzarro per far conoscere all'Occidente il nostro socialismo. Un movimento scomposto percorse la fila dei soldati, come se solo alcuni avessero recepito l'ordine e gli altri si fossero mossi di conseguenza. Un nome nuovo, una vita nuova, perfino una faccia nuova se necessario. Un nuovo botto coprí lo squillo del telefono. Un nuovo sorriso cominciò a formarsi. Un oggetto piccolo, di sagoma globulare, poi, man mano avvicinantesi, piú grande e arcuiforme. Un oggetto scuro rotolò al suo fianco. Un omone grosso e scuro, con lo stecchino piantato in bocca, indicò la nicchia di una credenza, buona al massimo per il modello base. Un paio di secondi. Un paio di vecchi sfidavano il freddo. Un pericoloso criminale lo aveva preso in ostaggio in casa sua. Un piccione banchetta con una crosta di pane. Un piede davanti all'altro. Un po' carente sui contenuti, ma orgogliosa. Un po' leggero, per essere di Hitchcock. Un po' magro e spennacchiato, ma un bell'esemplare. Un po' per le cose che aveva sentito e un po' perché non era sicuro di aver afferrato tutti i passaggi. Un po' perché ha bisogno di concentrarsi sulle carte, che non è proprio un campione, ma soprattutto perché ha vissuto diciassett'anni a Manfredonia, vicino a Bari, poi trenta a Milano come operaio ed è venuto qui soltanto da dodici anni. Un poeta. Ah. Un posto cosí, con le storie della guerra, la sua guerra, non c'entrava niente. Un proclama di Giap alle truppe del Viet Minh: Un programma ignobile. Un pugile suonato può credersi un grande stratega ma non eviterà di finire al tappeto. Un ragazzo e un tizio che poteva avere piú o meno la sua età. Un ragazzo giovane, di certo non un militare, procedeva lento sotto i lampioni, guardandosi intorno con aria furtiva. Un ragazzo. Un re di quadri e un tre di cuori. Un regalo per la truppa, il pezzo forte per il nuovo circolo ricreativo. Un regime corrotto appoggiato dall'America. Un rumeno di nome Isidore Isou. Un sacco di parole altisonanti che ai due italiani giunti da poco dovevano suonare incomprensibili. Un sacco: la gente passa con l'ombrello basso in testa come tanti vampiri e l'acqua scroscia giú per la grondaia e la luce dei lampioni gocciola sulla strada. Un salto nel buio, è questo che volevi, Pierre, non è vero? Un semplice "Come stai?" sarebbe suonato stupido, provocatorio. Un séparé isolava il tavolo riservato dal resto della sala. Un sistema sicuro e pulito per occultare cadaveri che era valso a Zollo il soprannome di "Steve Cemento". Un televisore americano, roba di lusso. Un test di fiducia anche per lui. Un tipo che fa paura. Un tipo tarchiato si liberava proprio in quel momento dalla stretta di due persone e gli veniva incontro con aria minacciosa. Un titolo in grande, al centro, stampatello. Un tizio basso e tarchiato, rosso in faccia come il culo di un babbuino, si avvicinò a Pierre con aria minacciosa. Un tizio con l'aria del coglione. Un tizio secco ed emaciato, sigaretta in bilico tra le labbra e occhi socchiusi, rispose con un mugugno. Un torrente in piena, ma senza strafare. Un trentottenne distinto e ancora scapolo. Un turista esulterebbe alla vista della tartaruga caretta, rara in queste acque. Un turista resterebbe affascinato dal fondale roccioso, ricoperto di anemoni e posidonia. Un uomo enorme la occupava tutta. Un uomo giovane, meno di trent'anni, ben vestito, aveva allungato la mano sul viso del capo. Un uomo gli chiese se avesse bisogno di aiuto. Un uomo in fuga. Un uomo sulla quarantina, che non aveva smesso di sbavare sulle gambe abbronzate di una ragazza, sbagliò tono di voce nel rivolgersi all'amico: Un vecchio novantenne era stato a Roma da piccolo. Un vento micidiale spazzava la campagna, accanendosi sugli sportelli dell'auto e sul cappello che Cary fu tentato di affidargli, simulando l'incidente pur di sbarazzarsene. Un vento sporco di sabbia aveva spazzato le nuvole. Un viaggio rischioso. Un villino fine Ottocento trasformato in condominio. Un vitalizio. Una "sbavatura". Una balena sudata in completo bianco. Una bella metafora del ritorno di Cary Grant al grande schermo. Una bici identica viene recapitata alla bimba sotto lo sguardo compiaciuto delle telecamere. Una bimba di Firenze ha avuto dal babbo una bici in regalo. Una bionda di nome Frances. Una carriola di fiches stava per rovesciarsi sul tavolo verde. Una carta nautica della Dalmazia meridionale. Una casa tutta per Elsie, in cui andarla a visitare. Una cicca semiaccesa gli pendeva dalle labbra, come parte indissolubile della faccia cotta dal sole. Impossibile capire quanti anni avesse. Una cosa orribile. Una cravatta regimental! Una decina di sessantenni lasciarono i tavoli per appollaiarsi sul bancone. Una decina di teste annuisce convinta. Una delle pagine piú epiche e incredibili dell'intera guerra. Una delle ragazze affiancò il vecchio: Una delle ragazze si fermò a un crocicchio: Una delle scimmie della banda non era riuscita a scappare. UNA DICHIARAZIONE COMUNE DEI TRE MINISTRI OCCIDENTALI Una disgrazia. Una domenica senza fare due passi non lo metteva tanto di buon umore. Una è del Comandante Bob, in divisa, coi capelli all'indietro, metà faccia illuminata e metà in ombra. Una fase di stanca al tavolo, un banco poco ambito. Una foglia portata dal vento le si impigliò tra i capelli e a Pierre venne naturale toglierla. Una folla eccitata premeva all'ingresso della vecchia Sala Borsa. Una forte corrente contraria lo aveva messo a lungo in difficoltà. Una frenata brusca arrestò i pensieri. Una Lambretta parcheggiata contro una siepe, in mezzo al nulla, dichiarava riaperta la stagione degli amori sull'erba. Una lampada da tavolo illuminava le mani di un uomo. Una leccata al dito, in cerca degli ultimi appunti. Una lingua incomprensibile. Una luce brillò dalla riva, si accese e si spense due volte. Una luce le si accese nel cervello: Pierre era in pericolo. Una lunga severa inchiesta sul traffico degli stupefacenti, in relazione anche al processo Montesi è stata condotta da Lamberto Sorrentino che ha avvicinato nel corso della sua laboriosa indagine contrabbandieri, spacciatori, oziosi, e ha persino trascorso un periodo di degenza in una clinica per intossicati allo scopo di mettersi in condizioni di offrire ai lettori del "Resto del Carlino" una versione dello scottante problema Una manina imperiale batté delicatamente sul tavolo verde: Bao Dai raccoglieva la sfida. Una manna per Luciano. Una mano gli strinse le palle: zitto. Una mano lavora di fino per orientare l'antenna ad arco e quella telescopica. Una mattanza, fucilazioni di massa per ordine di Churchill. Una minchiata che gli ammiragli ancora mi mandano a fare int'u culu. Una missione. Una parola di troppo con una puttana, una scopata rimandabile, un biglietto dimenticato nella tasca di una giacca, uno pneumatico troppo logoro esploso sul piú bello. Una pausa. Una persona con la sua esperienza professionale non agisce in modo da farsi arrestare da una qualsiasi polizia per reati nel campo della droga o simili. Una piccola sfoltita e non si sarebbe notata la differenza. Una piccola vacanza anche per lei: Cary stava diventando sempre piú nervoso e depresso, ed era Betsy a farne le spese. Una piramide precolombiana stagliata su una piana erbosa. Una ragazza orgogliosa, non c'è che dire. Una ragnatela di crepe avvolge lo schermo. Una retorica del tutto adatta a un grigio funzionario dei Servizi segreti di Sua Maestà. Una scheggia gli aveva sfiorato la gamba. Una scodella piena di germogli di soia sostituí il bicchiere vuoto di beverone vegetale. Una sedia sfasciata. Una sensazione di déja vu. UNA SOLUZIONE PER TRIESTE Una specie di brivido lo attraversa dai piedi alle spalle. Una speranza. Una stanza ampia e poco luminosa. Una strana luce brillò negli occhi del piú anziano dei due ascoltatori: Una strategia che sul lungo periodo non paga. Una svista e Fefe va fuori di testa. Una vacanza in estremo Oriente insieme a Betsy, che non lo aveva ritemprato a sufficienza. Una vaga impressione affiorava sempre. Una vecchia cominciò a urlargli qualcosa in francese e a menarlo con un mazzo di fiori. Una ventata d'aria gelida attraversò il locale, e lo sbattere della porta segnalò l'arrivo di Gigi, l'umarein ed gamma, che raggiunse il bancone una piroetta dopo l'altra, andando quasi a sdraiarsi su Sticleina, con le braccia tese sopra la testa. Una via di fuga da quel posto buio, in cui tutti sembravano averlo dimenticato. Una via lunga e terribile, popolata di sogni e intrisa di sangue che ha in Italia innumerevoli sentieri, vie maestre e persino piste di lancio per aeroplani. Una voce domandò Una voce giovane di donna chiese: Una voce roca: Una volta a Napoli avrebbe messo i tre chili al sicuro insieme al resto, in attesa di fissare l'appuntamento con Toni il lionese. Una volta calmato, bisognava lasciarlo stare per un po'. Una volta Cary, leggendo un'intervista a Hitch, era scoppiato a ridere alla frase: Una volta finito, sarebbe stato il piú grande d'Europa. Una volta un tale a cui aveva appena confezionato un paio di scarpe in calcestruzzo gli aveva chiesto di portare cinquecento dollari alla sua ragazza, perché non aveva potuto salutarla. Una volta, da bambino, aveva visto ammazzare il maiale. Un'altra manciata di becchime. Un'altra occhiata alla strada, un'altra sigaretta. Un'altra scossa di brividi. un'alzata di spalle. Un'anziana signora con mezza faccia avvolta da bende si dedicava a improbabili lavori di giardinaggio, mentre due uomini sedevano a chiacchierare su una panca di pietra, sotto un cespuglio di tasso spolverato di neve. Ungheria 7 Inghilterra 1, fresca di radio. unica finestra dava su un vicoletto senza alcuna nota distintiva. Unica garanzia: la determinazione. Unico fastidio: le tre guardie del corpo, attente a ogni movimento, sempre all'erta, sempre armate. Un'inversione di tendenza. Un'ipotesi interessante. Uno alla testa del capitano, gli altri due sui commilitoni. Uno che fa trasporti tra Napoli e qui. Uno che gli guardasse le spalle il tempo necessario per prendere i soldi e filarsela. Uno che non c'ha l'acqua in casa deve sempre pensare alle sue disgrazie? Uno che si era ritirato davvero. Uno con le sue competenze non ha modo di distinguersi. Uno cosí, in America, era già a mollo nella Hudson Bay, con due comode calzature di calcestruzzo. Uno degli infermieri teneva la testa sulle braccia conserte, a Pierre parve di percepire un lieve russare. Uno degli uomini offrí a Pierre una sigaretta e lui accettò. Uno dei condannati strofinò un piede sulla gamba, gesto automatico e grottesco. Uno dei due aveva afferrato l'altro per la giacca e gli urlava in faccia: Uno dei guardiani è steso per terra, non certo ad abbronzarsi. Uno dei tizi del porto disse: Uno dei vecchi si volta sulla sedia: Uno di loro stese la mano e gli sparò in testa. Uno di quei coltelli per pulire e tagliare il pesce. Uno piú avanti, uno in mezzo, gli altri dietro. Uno sapeva o non sapeva fare il proprio lavoro, era o non era un bravo sceneggiatore, o regista, o attore. Uno scambio d'abito, a quanto pare. Uno sguardo intorno, nessuno che protesta, prova a continuare: Uno si prese una ginocchiata, l'altro la mano in faccia, poi Pierre riuscí a farsi inghiottire all'interno, mentre dietro di lui si scatenava un putiferio. Un'occhiata a "Sport illustrato" per sbollire la tensione. Un'occhiata al mucchietto di fiches. Un'occhiata oltre il tavolo, il rimprovero per essersi svegliato troppo tardi. Un'occhiata sbilenca fu la sola risposta. Un'occhiata, e capiva subito se una era o non era brava a fottere, se magari ti faceva entrare dalla porta di dietro, se la minchia ci piaceva sucarla o non ci piaceva. Un'ombra gigantesca, molto piú grande dell'altra, emerse come una macchia d'inchiostro dal fondo del lago. Una bocca impressionante si spalancò sotto il pennuto e lo inghiottí con un risucchio sinistro. Un'ombra grigia si allargò sotto di lui e per un attimo il pulcino scomparve sott'acqua. Riemerse, fradicio e affannato. Un'ombra sta oscurando il sole. Un'operazione dell'MI6. Un'ora dopo, Antonio ricomparve alla guida del camion tra le urla e gli schiamazzi di una folla che non aveva mai smesso di commentare i fatti. Un'ovazione salutò l'arrivo di Cavicchi. Un'ultima occhiata: non c'era piú niente. Urla, corpi rattrappiti in posizioni assurde, laghi di piscia sul pavimento, odori da rovesciare lo stomaco. Urlava come un essere umano, e dovevano tenerlo fermo in cinque. Urli come un grizzly ferito. Urlò: Usarla. Uscí già in posa dal retro del bar e se li ritrovò davanti, affiancati come i tre moschettieri. Uscí richiudendo la porta. Uscire dal guscio e sfidare il mondo a dirglielo in faccia, se ne aveva il coraggio, che non sapeva piú camminare sulle mani o far volare i birilli. Uscirono lasciandosi alle spalle puzza di cuoio e gomma. Uscirono tutti e quattro in fila, tirati a lucido per la festa, pronti a qualsiasi impresa, come eroi che scendono nell'agone per far impallidire tutti. Uscirono, il vento si era attenuato, in compenso stava calando la solita nebbia. V. Londra, 20 settembre Va bene, le regole, non è successo niente. Va bene, pur di farla contenta e pur di stare con lei, poi nel buio dell'Imperiale ci si poteva baciare, toccare, bastava sedersi dietro per evitare sguardi indiscreti, e uscire prima di tutti gli altri. Va bene. Va in Tv con la cravatta macchiata di sugo, l'ho visto con i miei occhi. Vado in Jugoslavia a cercare il babbo. Vaffanculo alla tubercolosi, pensò. Vaffanculo il matrimonio e la senatrice che voleva chiudere i casini. Vaffanculo Montroni. Vaffanculo, sono un agente federale, sono un fottuto G-man! Vai a Frosinone, dritto, trovi Cammarota, domandi del televisore e torni indietro, subito. Vai da solo. Vallo a dire a Frances Farmer. Valutava strategie. Varcò la porta che dava sul retro ed entrò in una stanza piccola piena di fumo. Varie. Ve li farò spedire da Mr. Raymond. Vecchi con le carte in mano, un tizio al bancone. Vecchi fanali appesi a un filo. Vecchia saggezza popolare, molto terra terra, genere a caval donato non si guarda in bocca. Vedendo il marito in difficoltà, Betsy interruppe il sosia per evitare un inasprimento dei rapporti: Vedere e ascoltare. Vedere la partita di fòtbal l'è un èter quél, un altro discorso, specie se l'Italia gioca la partita della vita al campionato del mondo. Vedere quella carogna ignorante di Peppino Sciacquapalle piangere, chiedere perdono e giurare sulla mamma, che l'aveva ripudiato da tempo, era stata una soddisfazione. Vederlo lí, dentro una cassa. Vedete di comportarvi bene. Vedete di non farmi innervosire. Veloce. Vendicare i caduti. Veniva da una famiglia povera di Solarolo. Veniva dai tavoli dello chemin. Vent'anni in polizia, la guerra, e ancora non sopportava di sentirselo addosso. Venti chili? Venti metri dall'obiettivo. Venti repliche al Théatre du Rideau Vert, e le prenotazioni continuavano. Ventuno salve di cannone levano voli di colombi a terra e gabbiani in mare. Veracruz. Verbale d'interrogatorio di Stefano Zollo, cittadino americano, nato a Nuova York il 20 di aprile del 1919, residente a Napoli, in corso Vittorio Emanuele 250, eseguito dal Commissario di P. S. Pasquale Cinquegrana, in data 5 giugno, redatto dall'agente Di Gennaro Francesco. Verbale d'interrogatorio di Stefano Zollo, eseguito dal commissario di P. S. Pasquale Cinquegrana, in data 15 giugno, redatto dall'agente Di Gennaro Francesco a uso esclusivo di Charles Siragusa, US Bureau of Narcotics. Versando un filo di latte nella tazza di tè, Sir Lewis disse: Verso dove? Verso il fondo della struttura, raggiunse una porticina seminascosta da cumuli di cassette di legno marcio. Verso la barriera di scogli che separa le due insenature. Verso l'ora di pranzo il bar Aurora è sempre mezzo vuoto. Verso sera Vincenzo Donadio, seduto a tavola, asciugava il sudore con un grande fazzoletto azzurro piegato nel palmo della mano. Vestiti assurdi. Vestito bianco, camicia celeste, cravatta indaco intonata al calzino. Vezzi à la Wilde, citazioni letterarie da quattro soldi. Vi intimo di lasciare la mia proprietà, o vi giuro che stavolta passerò dalle parole ai fatti senza dare altri avvertimenti. Vi nascondono che Abissinia, per la quale Mussolini aveva fatto versare tanto sangue italiano, non è piú nelle mani italiane. Vi nascondono i disordini che nascono nelle città italiane per la penuria sempre piú grande di viveri, per il continuo bombardamento dell'aviazione inglese, per la crescente scontentezza del popolo italiano con la politica del guerraffondaio Mussolini che lancia l'Italia nell'abisso. Vi nascondono la situazione senza uscita per le truppe italiane in tutte le colonie italiane in Africa. Vi nascondono le perdite che hanno subito le truppe italiane nei Balcani, che la Serbia occidentale, il Montenegro, la maggior parte della Bosnia ed Erzegovina, Lika e parti della Dalmazia sono già terre libere. Vi nascondono le terribili perdite e i supplizi che devono sopportare le truppe italiane sul fronte russo dalle schiaccianti armi russe e dall'insopportabile inverno russo. vi prego di accettare le mie scuse (sono stato un po' duro con voi), e voglio ringraziarvi per il vostro impegno. Vi riconoscerà, sotto la barba lunga un terzo di pollice, intabarrati in un montgomery grigio? VI. Bologna, 2 ottobre Via San Mamolo, quartiere benestante ai piedi dei colli. via! via! VialaspolettadallabombaunoduelancioemituffoaterraBOOOOOM! Vic era un buon tiratore. Vic Trimane. Vicino a casa sua ne abitava uno famoso, uno che insegnava il mestiere ai femminielli, e tutti lo chiamavano "Sgiacc", anche se di nome faceva Antonio. Victor controllò lo specchietto e annuí col capo. Victor Trimane sbuffò un paio di volte, troubles every fuckin' day. Victor Trimane, di anni 43, espulso dagli Usa nel 1949 dopo una condanna per manslaughter (omicidio preterintenzionale per mezzo di percosse) e quattro anni di carcere scontati a Riker's Island, stato di New York. Vide due uomini uscire da una vetrata in pezzi alle spalle di Ettore. Vide Ettore correre all'impazzata. Vide Ettore uscire allo scoperto. Vide i ponti allungati sul fiume. Vide i tetti e i comignoli delle case. Vide la torre bianca in mezzo al grigio acceso del prato. Vide l'ombra che lo aspettava in fondo allo spiazzo. Vide Monte Allegro spuntargli ai fianchi e mettergli il muso davanti fino a stamparlo sul palo per un'incollatura. Vide Pierre che la aspettava alla stazione d'arrivo della funivia. Vide solo una lunga distesa nera. Vide Tommaso che si sbracciava con la bandiera in mano. Vide Vic alzare la pistola. Vide Zollo strappare i documenti dell'auto e vuotare il vano sotto il cruscotto di tutte le stronzate che lui ci aveva ficcato dentro: fiches ricordo, cartacce, mappe stradali, cartoline. Viene da pensare che ci sarà anche Lunardi Anselmo detto Baldo, in incognito da Praga, e magari il Vecchio, buonanima, direttamente dalla Certosa, per poi dire alla moglie, quando ci torna di fianco, "Argía, cosa ti sei persa!" Vienna, Settore sovietico, 25 aprile VII. Bologna, 4 ottobre, giorno di San Petronio VIII. Trieste, Italia, 5 novembre Vincenzo Donadio abbassò la saracinesca dell'officina alle sette passate. Vincenzo Donadio, mani appoggiate al bancone, ascoltava con sguardo indagatore la voce accorata di Salvatore Pagano. Visto? Vitaliano Ravagli, per l'epos e per l'amicizia. Vittoria e banco a disposizione. Vittorio annuí: Vittorio avanza scalzo, attento a non far rumore. Vittorio aveva pianto per giorni, maledicendo Dio e bestemmiando al cielo pazzo di dolore. Vittorio Capponi fece fuoco per primo e il capitano volò lungo disteso, il cranio spaccato. Vittorio Capponi guardava il figlio. Vittorio porse a Pierre una sacca di cuoio. Vittorio scosse la testa: Vittorio sfilò due buste dalla tasca della camicia e le consegnò al figlio. Vittorio sfiorò la canna del Mauser appoggiato allo stipite della porta: Vittorio si gettò nella mischia, ne stese qualcuno, ma fu sopraffatto e bastonato a sangue. Vittorio si mosse, abbracciò il figlio maggiore. Vittorio si sforzò di cogliere il significato del termine e quando gli sembrò di esserci riuscito fece di sí con la testa: Vittorio si tirò in piedi. Vittorio stringe gli occhi, porta una mano alla fronte per schermarsi dal sole. Vittorio stringe le mascelle. Coperto di sudore, tranne la mano che impugna il Mauser e il dito appoggiato al grilletto. Vittorio toccò la sacca da viaggio che portava a tracolla. Vittorio, l'eroe, Nicola, il duro, e Robespierre, il ballerino. Vittorio. Vivi. Voci dall'interno della casa, la cameriera, voi qui non potete entrare, come vi permettete? Voci. Voglio trovarlo, lo faccio anche per te, perché so che sotto la buccia anche tu sei preoccupato. Voi siete ubriaco, non avete alcun diritto... Voleva bene ad Angela, di sicuro lei voleva bene a lui, e la situazione diventava difficile. Voleva capire fin dove poteva spingersi l'acrobatico ragionare di Pinamonti. Voleva conquistare ancora le donne. Voleva sbrigare la faccenda e tornare a Napoli. Volevano vedere Anche oggi è domenica. Volevi dell'altro, volevi andar via, quello che avevi non ti bastava. Voragine nello stomaco. Vorrebbe far capire a Walterún che la questione del Primo ministro Scelba è di quelle da tenere per dopo, per quando si gioca, come se fosse un Matto, da tirar fuori nel momento del bisogno, che stai sicuro che su quell'argomento lí Bottone parte con la bombina atomica e si gioca la partita. Vorrei dirvi che non so come ringraziarvi per tutto il disturbo che vi siete dato. Vorresti alzarti, ma non puoi mica. Vostra madre. Vuoi mettere con le macchinette? Vuoi una sigaretta? Vuoi vedere che la grandissima testa di minchia... Vuota di tutto. Vuota. Vuoto davanti al vuoto. Vuoto. WALT WHITMAN, Song of Myself, XVII. Walterún alza la testa dalla briscola e allunga il collo: Walterún chiese se non era il caso di avvertire Benfenati. Walterún è ancora indeciso. Walterún insiste con la sua notizia: Walterún non risponde, ha l'età dalla sua, che gli permette di non badare a Melega, perché se fosse un pelo piú giovane dovrebbe saltar su e dire la sua, per non perder la faccia. Walterún ripeteva ossessivo che era meglio chiamare Benfenati. Walterún scruta le carte perplesso senza badare alla domanda di Melega. Walterún sta ancora cercando di leggere l'articolo da dietro la spalla di Bottone, che sbotta: Wide screen, un rettangolo piú lontano del normale, tra due bande nere. Winterton l'aveva fatto ammainare e sequestrare, rifiutandosi poi di restituirlo al Comune. Wu Ming 5 (Riccardo Pedrini), per l'assistenza, il brainstorming, la documentazione sulla Filuzzi e sul pugilato bolognese. www.geocities.com/~themistyone/index2.html www.people.virginia.edu/~pm9k/libsci/FF/francesF. html X. Città del Messico, qualche, tempo dopo Zambelli Cesare sostiene l'immutabilità dei soprannomi: lui si chiama Budlan, budellone, e nemmeno quando ha perso venti chili ci siamo sognati di ribattezzarlo. Zanasi disse qualcosa che molti, piú tardi, giurarono di aver sentito alla perfezione. Zanasi fu arrestato insieme a un altro che le aveva solo prese, due celerini finirono all'ospedale, e cinque cartelli vennero requisiti. Zanasi non alzò quasi gli occhi, come se l'istinto di pugile gli suggerisse dove colpire. Zanne di animali chimerici affondate nelle carni, il Cielo pieno d'acciaio e fumi, intere culture estirpate dalla Terra. Zara... Zero. Zero. Zhulianov assentí. Zhulianov assimilò le informazioni cercando di restare calmo. Zhulianov attese. Zhulianov capí cosa doveva dire. Zhulianov immobile, non un gesto per allentare la tensione, evitò anche di deglutire. Zhulianov lancia un'occhiata all'orologio. Zhulianov ne aveva conosciuti parecchi a Berlino. Zhulianov raggiunse lo scrittoio, batté i tacchi e fece il saluto militare in omaggio ai vecchi tempi berlinesi. Zhulianov regola il fuoco e vede lo yacht gettare l'ancora a un centinaio di metri dalla spiaggia. Zhulianov ricordava tutti i film che gli avevano mostrato per perfezionare l'accento: decine, centinaia di film in cui la borghesia americana metteva in scena senza pudore la propria decadenza e corruzione morale. Zhulianov sentiva l'orgoglio gonfiargli il petto, ma si sforzò di non darlo a vedere. Zia Iolanda ci aveva provato un sacco di volte, a convincerlo, ma lui niente. Zollo accese una sigaretta e lanciò un'occhiata tutt'attorno. Zollo adocchiò la cabriolet del coglione. Zollo afferrò la borsa e saltò giú. Zollo afferrò quello di Toni, ci depositò sotto qualcosa e lo fece scorrere davanti a lui. Zollo annuí. Zollo annuí. Zollo annuí. Zollo annuisce. Zollo aprí la valigia e tirò fuori altre mazzette di franchi. Zollo arrivò giusto in tempo per vedere Salvatore Pagano detto Kociss, insieme ad altri due tizi, lanciarsi di corsa nella mischia. Zollo ascoltò il silenzio. Zollo aveva altro da pensare, ma non ci riusciva. Zollo aveva detto: "Un mese". Zollo avvertí come una puntura alla base del cranio, la spia che si accendeva quando i presentimenti su una persona si rivelavano azzeccati. Zollo avvertí un senso di nausea. Zollo cominciava a spazientirsi. Zollo disse: Zollo disse: Zollo disse: Zollo entrò e ordinò un caffè. Zollo era furente, era stanco, spossato, ma doveva pensare. Zollo era sbigottito dal ragionamento: non ci aveva mai pensato ma era proprio cosí. Zollo esitò. Zollo estrasse la S&W e gliela puntò sotto il naso: Zollo fa segno a Ettore. Zollo fece cenno a Pierre di mettersi dietro, nel cassone. Zollo fece lo stesso, non le contava piú. Zollo fece un cenno di saluto a entrambi e tornò nella sala. Zollo fece un passo avanti. Zollo fece un passo indietro e l'auto, sgommando nel fango, ripartí. Zollo fissò il cadavere del ragazzo. Zollo gli lanciò un'occhiata di sbieco, si infilò il revolver in cintura e abbottonò la giacca. Zollo guarda l'ex combattente. Zollo ignorò la domanda, estrasse un paio di mazzette di banconote dalla tasca e le gettò in grembo a Ettore. Zollo lanciò un'occhiata inespressiva al biondo. Zollo lo fissò un lungo attimo, poi girò i tacchi, superò il montacarichi e quando si voltò per domandare che minchia fosse quel piccione, il ragazzo e la gabbietta erano spariti. Zollo lo osservava con una certa ammirazione. Zollo lo percepí con la coda dell'occhio, sciarpa bianca e cappello. Zollo lo squadrò da capo a piedi: Zollo lo vide stramazzare e rimase chino, in attesa che i bastardi uscissero allo scoperto. Zollo mandò giú l'ultimo sorso di caffè e tirò fuori una Gauloise dal pacchetto che gli aveva dato l'oste. Zollo mormorò: Zollo ne aveva visti parecchi. Zollo non disse niente, accese una sigaretta senza guardarlo. Zollo non disse niente. Zollo non fece in tempo a buttarsi a terra. Zollo non lo stette a sentire, raggiunse Pagano e gli mise una mano sulla spalla. Zollo non mosse un muscolo, non era lí per fare conversazione. Zollo non poteva orientarsi, non conosceva quelle strade. Zollo non rispose, non ce n'era bisogno. Zollo non riusciva a rassegnarsi. Zollo poteva finalmente concedersi un caffè lungo e bollente. Zollo prese i mazzi di banconote e fece segno di sparire, ma il capo intervenne: Zollo prese la mira e svuotò il caricatore senza fermarsi. Zollo restò in attesa. Zollo richiuse il cofano con un tonfo spaventoso. Zollo rientrò nella sala e sentí, distinta, la parola "Fuck". Zollo rischiò di strappare la leva del freno a mano. Zollo sbirciò dalla vetrata: non un tavolo, non una sedia. Zollo sbirciò lo specchietto retrovisore per vedere se arrivava qualcuno. Zollo scandí le cifre, lasciandole il tempo di prendere nota. Zollo scese. Zollo scrutò ancora il nulla padano oltre il finestrino. Zollo sedette al posto di guida e accese una sigaretta. Zollo sentí di nuovo quella puntura alla base del cranio. Zollo sentí lo stomaco bruciare: caffè, simpamina e sigarette non era la colazione dei campioni. Zollo si aggrappò allo sportello. Zollo si alzò e prese a camminare con calma, un passo dopo l'altro, verso l'ombra che stava avanzando. Zollo si alzò. Zollo si alzò. Zollo si avvicinò al capo della troupe: Zollo si avvicinò al passeggero. Zollo si avvicinò al ragazzo con uno sguardo che avrebbe fatto cacare sotto un lupo. Zollo si avvicinò, la stessa espressione di quando era uscito. Zollo si avviò verso la stiva per il consueto controllo di metà traversata. Zollo si complimentò con se stesso per aver lasciato la sua nel garage di casa. Zollo si era già preparato la parte. Zollo si fece avanti. Zollo si fermò. Zollo si guardò intorno: sacchi di calce, fornelli, bidoni, filtri, provette. Zollo si incamminò dietro di loro. Zollo si incamminò lungo il marciapiede. Zollo si piazzò davanti agli occhi increduli di Pierre. Zollo si ritrovò in mano il libro di Ian Fleming e per istinto si mise a sfogliarlo. Zollo si sedette al tavolo e piantò gli occhi in faccia a Toni. Zollo si sentí una giubba blu che difende lo scalpo dagli indiani. Zollo si sporse, oltre la base di un gigantesco montacarichi, e vide un tizio di spalle, piegato in due, una mano sulla parete e l'altra a stringersi le budella. Zollo spalancò lo sportello e sporse una mano. Zollo stringeva il volante con entrambe le mani e taceva. Zollo strinse i denti, mentre guadagnavano l'uscita. Zollo strinse quella mano, finché sentí la presa venir meno e gli occhi di Pagano diventare di vetro. Zollo vide il mozzicone incandescente roteare fuori bordo, compiere una parabola perfetta e spegnersi tra le onde. Zollo, incerto tra ucciderlo subito, lí, o piuttosto con calma, dopo, optò per la terza soluzione, che a lui pareva senz'altro la piú rischiosa. Zucca si schiarí la voce.