Introduzione WGL
Le discipline archeologiche in questi ultimi anni hanno dato crescente attenzione ai Sistemi di Informazione Geografica (SIG/GIS), in quanto strumenti capaci di moltiplicare le possibilità di analisi dei dati provenienti dal contesto di scavo o di ricognizione. Si sono sperimentati software proprietari e open source in grado di raccogliere e restituire cartograficamente i dati sull’insediamento, il popolamento e l’economia di un territorio o di una città (Azzena, Tascio 1996; Gottarelli 1997, Macchi Jànica 2000 e 2001; Valenti 2000; Bardi, Dallai 2002; De Silva 2002; De Silva Pizziolo, Sarti 2002; Salzotti, Valenti 2003; Boccardo et alii 2003; Gabrielli 2004; Macchi Jànica 2007, solo per citare alcuni esempi italiani).
Ultimamente ci si è anche mossi verso piattaforme GIS di tipo Web 2.0, in grado di consentire a più categorie di persone l’accesso e l’inserimento delle informazioni, al fine da un lato di allargare e diversificare il bacino d’utenza, dall’altro di consentire il lavoro collaborativo tra ricercatori.
Muovendosi in quest’ultima direzione, tra lo scorcio del 2007 ed i primi mesi del 2008, si è costituita un’équipe di ricerca composta da docenti, ricercatori e laureandi dell’Università di Pisa e del CNR, gli scopi di lavoro della quale possono riassumersi nei seguenti punti:
1: Creare un WebGIS – ossia un GIS pubblicato sul web – sulla Lunigiana medievale che possa risultare utile a diverse tipologie di utenti: turisti, abitanti, amministratori e ricercatori.
2: Gestire con questo sistema di informazione geografica dati sia storici che archeologici, ossia forniti dalla ricerca di entrambe le discipline, in modo da ottenere nuove capacità di analisi, soprattutto spaziale, fondate sull’incrocio di informazioni provenienti da ricerche diverse e orientate verso la migliore comprensione della storia di quel territorio.
Nel procedere del lavoro e nel prendere in considerazione le esperienze precedenti, l’équipe ha, tuttavia, constatato il fatto che sovente i GIS vengono usati in maniera assai differente da archeologi e da storici. Da questo punto di vista il prodotto più comune è il GIS o WebGIS fondamentalmente archeologico, che contiene anche alcuni elementi di caratterizzazione storica, mentre sono molto più rari i GIS creati ai soli fini della ricerca storica, o legati alle sole indagini di archivio. In ogni caso si è registrato il moltiplicarsi in ambito scientifico di studi separati, che spesso dialogano scarsamente tra loro, a cui fa specchio una generale mancanza di autentiche iniziative interdisciplinari, che riescano ad unire da una parte le potenzialità piene dello strumento informatico e dall’altra ad incrociare in maniera utile i dati provenienti dalla ricerca storica e archeologica. Il nostro gruppo di lavoro si è quindi posto alcune domande. Questa “mancanza di dialogo” è qualcosa che la tecnologia può risolvere? In altre parole lo strumento informatico può costituire una piattaforma utile per costruire un autentico lavoro interdisciplinare? Oppure nello stesso strumento informatico e soprattutto nel modo in cui lo si usa può celarsi il rischio di un’ulteriore divaricazione delle discipline? Premesso che nessuno strumento è “neutro”, quali possono essere i rischi sottesi all’uso dei GIS o dei WebGIS nell’ambito dello studio del popolamento? Le risposte sono state cercate tramite l’elaborazione di un progetto concreto di WebGIS sulle forme dell’insediamento nella Lunigiana medievale.